Tempo di lettura: 4 minutiLa XIV Edizione di Tennis and Friends – Salute e Sport segue tre direttrici: cuore, alimentazione e sport. Quest’anno affianca lo svolgimento degli Internazionali BNL d’Italia, in programma al Foro Italico di Roma dal 6 al 19 maggio 2024. “Una volée per la Salute: la prevenzione scende in campo” è lo slogan scelto per la serie di appuntamenti del Tour 2024. L’iniziativa, che si svolge al Foro Italico, è in collaborazione con Salute Lazio, Asl Roma 1 e Federazione Italiana Tennis e Padel.
Dopo la donazione del sangue nella prima giornata, insieme all’Associazione Donatori Nati della Polizia di Stato e alla Croce Rossa Italiana, il personale sanitario della Asl Roma 1 ha offerto oltre 500 screening e raccolto tante prenotazioni per le visite che saranno effettuate per tutta la durata degli Internazionali BNL d’Italia, negli ambulatori di dietologia, malattie metaboliche (diabete e colesterolemia), cardiologia, odontoiatria, neurologia (cefalee), oncologia, melanoma oculare e il Punto informativo Anziani Team di Comunità.
Tennis e prevenzione
Nel frattempo, i personaggi dello spettacolo sono scesi in campo giocando con professionisti del grande tennis italiano. A giocare sono stati: Paolo Bonolis, Jasmine Paolini, numero 1 d’Italia e 13° al mondo, la numero 4 italiana, Martina Trevisan, Rosario Fiorello e il Davis man Fabio Fognini, mentre Al Bano intonava l’Inno di Italia, Max Giusti arbitrava il match con i consigli di Mara Venier.
“Il mio obiettivo a Tennis and Friends – Salute e Sport è sensibilizzare come ogni anno e mettere l’accento sulla parola prevenzione che per adesso rimane l’arma più efficace che abbiamo per combattere alcune malattie anche molto importanti”, afferma Fiorello.
“Come ogni anno sono a Tennis and Friends – Salute e Sport, pronto a partecipare a questa splendida iniziativa che si dilata a macchia d’olio in tutto il territorio nazionale, anche a Torino e Napoli, grazie alla collaborazione di tantissime persone. Un’occasione per tutti per provare a considerarsi ancora un po’ meglio di come ci si sente. L’importante è che non diventi il Festival dell’ipocondriaco”, scherza Bonolis.
“A me è capitato di essere fortunato, di fare prevenzione fortuita e mi ha cambiato, anzi m’ha salvato la vita. Quindi facciamolo tutti, prego”, commenta Max Giusti.
Tra le autorità e i rappresentanti delle istituzioni che sono intervenuti: Marco Mattei, capo di gabinetto del Ministro della Salute, Daniele Frongia, vice capo di gabinetto del ministero dello Sport e i Giovani, Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute S.p.a., Simona Renata Baldassarre, assessore Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile della Regione Lazio, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della vita, Alessandro Onorato, assessore Grandi Eventi, Sport Turismo e Moda di Roma Capitale, Andrea Urbani, direttore della direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Giuseppe Quintavalle, medico e commissario straordinario della Asl Roma 1, Paolo Del Bene, presidente Associazione sportiva Luiss, Giorgio Meneschincheri, medico specialista in medicina preventiva, fondatore e presidente di Tennis and Friends – Salute e Sport, e Nicola Pietrangeli, presidente onorario di Tennis and Friends – Salute e Sport e ambasciatore del tennis nel mondo.
Il documentario
Inoltre è stato presentato, alla presenza di Fabrizio Zappi, direttore di Rai Documentari, “Tennis and Friends, la prevenzione scende in campo”, un documentario sulla storia della manifestazione che sarà trasmesso da Rai 2, il 17 maggio alle ore 19.00. Presente gradito ospite Roberto Sergio, Amministratore delegato Rai.
Il format per la prevenzione arriva in Usa
Tennis and Friends – Salute e Sport nel 2025 sarà anche negli Stati Uniti, in collaborazione con la Temple University di Philadelphia, che ha intenzione di applicare il format e realizzare uno studio scientifico per osservare i risultati.
“L’avvio del Tour di Tennis e Friends – Salute e Sport – afferma il professor Meneschincheri – organizzato in concomitanza con i grandi eventi sportivi, come gli Internazionali BNL d’Italia, ha lo scopo di diffondere l’informazione corretta sugli stili di vita e i rischi della sedentarietà. In particolare – sottolinea – l’obesità, malattia di cui soffre il 10% della popolazione italiana, rappresenta una sfida per il sistema sanitario del nostro Paese, dal momento che le ultime evidenze scientifiche mostrano come chi è affetto dalla sindrome metabolica, di cui l’obesità è una componente rilevante, ha anche un rischio maggiore di sviluppare un tumore. La sfida è ardua anche per la tutela della salute delle giovani generazioni, visto che già oggi il 39% dei bambini italiani di 8 anni sono in sovrappeso e il 17% è obeso”.
Tennis and Friends, le giornate di screening
Nelle giornate di venerdì 11 e sabato 12, a bordo del campo da tennis allestito dalla Federazione italiana Tennis e Padel a Piazza del Popolo per tutta la durata degli Internazionali BNL d’Italia, i medici e gli infermieri della Asl Roma 1 offriranno consulenze e screening gratuiti. In queste due giornate è prevista la presenza delle star del tennis italiano e la partecipazione dei personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura che si sfideranno nel Il Torneo “Una volée per la salute”.
“È stata una giornata straordinaria che ha visto la Asl Roma 1 capofila per il secondo anno consecutivo all’interno di questa manifestazione che lega sport e salute. Non ci fermeremo oggi ma proseguiremo in una logica itinerante fino al 19 aprile con visite e counseling sui corretti stili di vita, la sana alimentazione, l’oncologia, la cardiologica ed altre specialistiche. Il concetto fondamentale è che dobbiamo agire sulle fragilità e sulle patologie croniche. Tennis and Friends – Salute e Sport tornerà ad ottobre vedrà ancora una volta coinvolte tutte le aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche e private accreditate, questo per ribadire l’importanza della consapevolezza e della prevenzione. Un sentito ringraziamento alla Regione Lazio per questo sforzo collettivo che sottolinea come nel nostro sistema sanitario regionale nessuno è solo, siamo tutti pronti a raccogliere i bisogni di salute, soprattutto dei più fragili”, ricorda Giuseppe Quintavalle, commissario straordinario della Asl Roma 1.
L’evento è svolto in collaborazione con il Ministero della Salute, il Ministero dello Sport e dei Giovani, la Federazione Italiana di Tennis e Padel, la Regione Lazio, Salute Lazio e la Asl Roma 1
Orecchio bionico, così Luca ha ritrovato l’udito
NewsUn orecchio bionico impiantato all’ospedale Monaldi di Napoli ha permesso ad un giovane paziente di soli 16 anni di acquisire l’udito. La notizia sta comprensibilmente facendo il giro del web, anche perché il giovane, a causa di una malattia, non aveva l’orecchio esterno. Insomma, con questo orecchio bionico si è fatto un nuovo importante passo in avanti in un ospedale, il Monaldi di Napoli, che è già Centro di riferimento regionale per gli impianti cocleari e per l’attività implantologica all’avanguardia. E l’Italia, va detto, è tra i paesi che più sono attivi nella cura delle patologie dell’udito.
Customizzazione dell’orecchio bionico
L’orecchio bionico impiantato a Luca, lo chiameremo così, è una protesi “OSIA” di ultima generazione. L’operazione, molto complessa, è stata effettuata presso l’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, diretta dal professore Giuseppe Tortoriello ed è stato eseguito dai dottori Giuseppe Barba e Rosa Grassia. Il ragazzo ha ricevuto un trattamento innovativo, potendo così contare su quella che a tutti gli effetti può essere considerata una soluzione personalizzata. Con il nuovo impianto non solo ha riacquistato l’udito ma è potuto tornare a condurre una vita del tutto normale.
La sindrome
La malattia che gli aveva impedito di sentire si chiama sindrome di Franceschetti, si tratta di una condizione rara che colpisce lo sviluppo craniofacciale. “È la prima volta che al Monaldi viene utilizzato questo orecchio bionico, un particolare device che ci consente di assicurare miglioramenti tangibili per la qualità di vita dei pazienti”, spiega il professore Tortoriello. Il Monaldi è centro all’avanguardia per la chirurgia della sordità con l’impianto, nell’ultimo anno, di 22 orecchi bionici. “Eccezionali – sottolinea il direttore generale Anna Iervolino – sono anche i risultati raggiunti per la chirurgia oncologica laringea, e ben 54 pazienti provenienti da altre regioni hanno scelto la UOC diretta dal professore Tortoriello per farsi curare”.
Additivi nei cibi e rischio diabete tipo 2. Sette ‘incriminati’
Alimentazione, Associazioni pazienti, News, Ricerca innovazioneSi tratta di una famiglia di additivi alimentari utilizzata nell’industria per migliorare la consistenza, il colore e il gusto dei cibi processati. Gli emulsionanti servono a miscelare liquidi come acqua e olii agendo sui loro legami polari e sono onnipresenti nei cibi ultra-processati: si trovano nel cioccolato, nei prodotti da forno, biscotti, gelati, maionese, salse, olii ecc.
Dopo essere stati messi sotto accusa per il loro potenziale rischio di contribuire ad obesità, cancro e malattie cardiovascolari, una nuova analisi dello studio prospettico di coorte NutriNet Santé aggiunge alla lista anche il rischio di diabete di tipo 2.
Additivi e rischi per la salute
Nonostante le autorità sanitarie li considerino sicuri e ne consentano l’uso in quantità definite sulla base di criteri di citotossicità e genotossicità, stanno emergendo evidenze dei loro effetti negativi sul microbiota intestinale, poiché innescano a cascata infiammazione e alterazioni metaboliche.
Il nuovo studio
Lo studio, pubblicato su The Lancet Diabete & Endocrinology ha analizzato i dati di oltre 104 mila adulti arruolati dal 2009 al 2023 a cui è stato chiesto di compilare registri dietetici di 24 ore ogni 6 mesi. Lo scopo era valutare l’esposizione agli emulsionanti. Del campione, l’1% ha sviluppato diabete di tipo 2 durante il follow up di 6-8 anni.
Additivi, 7 incriminati
La ricerca su The Lancet è la prima a valutare l’associazione tra emulsionante e rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Dei 61 additivi identificati, sono sette gli emulsionanti ‘attenzionati’ associati all’aumento del rischio di diabete: E407 (carragenine totali), E340 (esteri di poliglicerolo di acido ricerolo), E472e (esteri di acidi grassi),E331 (citrato di sodio), E412 (gomma di guar), E414 (gomma arabica), E415 (gomma di xantano), oltre ad un gruppo chiamato ‘carragenine’.
Gli additivi sono stati assunti nel 5% da frutta e verdure ultra lavorate (come verdure in scatola e frutta sciroppata), nel 14.7% da torte e biscotti, nel 10% da prodotti lattiero-caseari.
Additivi: più attenzione alle etichette
“Come diabetologi questo studio ha tre conseguenze importanti: la necessità di contenere il consumo di cibi ultra-processati, l’appello ad una maggiore attenzione alle etichette e la necessità di chiedere una regolamentazione più stringente allo scopo di proteggere i consumatori” sottolinea il Professor Angelo Avogaro, Presidente SID.
“Sebbene siano necessari ulteriori studi a lungo termine, le alterazioni del microbiota intestinale, fanno ritenere che potrebbero essere necessario rivedere gli ADA (livelli giornalieri di assunzione).
Precedenti prove che legavano l’assunzione di carragenina all’infiammazione intestinale hanno portato l’JECFA a limitarne l’uso nelle formule e negli elementi per neonati. Stiamo assistendo ad un preoccupante aumento del diabete di tipo 2 anche tra bambini e adolescenti” spiega la Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Presidente eletto SID.
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Tennis e prevenzione, agli Internazionali BNL d’Italia visite gratuite
News Presa, Alimentazione, News, Prevenzione, Sport, Stili di vitaLa XIV Edizione di Tennis and Friends – Salute e Sport segue tre direttrici: cuore, alimentazione e sport. Quest’anno affianca lo svolgimento degli Internazionali BNL d’Italia, in programma al Foro Italico di Roma dal 6 al 19 maggio 2024. “Una volée per la Salute: la prevenzione scende in campo” è lo slogan scelto per la serie di appuntamenti del Tour 2024. L’iniziativa, che si svolge al Foro Italico, è in collaborazione con Salute Lazio, Asl Roma 1 e Federazione Italiana Tennis e Padel.
Dopo la donazione del sangue nella prima giornata, insieme all’Associazione Donatori Nati della Polizia di Stato e alla Croce Rossa Italiana, il personale sanitario della Asl Roma 1 ha offerto oltre 500 screening e raccolto tante prenotazioni per le visite che saranno effettuate per tutta la durata degli Internazionali BNL d’Italia, negli ambulatori di dietologia, malattie metaboliche (diabete e colesterolemia), cardiologia, odontoiatria, neurologia (cefalee), oncologia, melanoma oculare e il Punto informativo Anziani Team di Comunità.
Tennis e prevenzione
Nel frattempo, i personaggi dello spettacolo sono scesi in campo giocando con professionisti del grande tennis italiano. A giocare sono stati: Paolo Bonolis, Jasmine Paolini, numero 1 d’Italia e 13° al mondo, la numero 4 italiana, Martina Trevisan, Rosario Fiorello e il Davis man Fabio Fognini, mentre Al Bano intonava l’Inno di Italia, Max Giusti arbitrava il match con i consigli di Mara Venier.
“Il mio obiettivo a Tennis and Friends – Salute e Sport è sensibilizzare come ogni anno e mettere l’accento sulla parola prevenzione che per adesso rimane l’arma più efficace che abbiamo per combattere alcune malattie anche molto importanti”, afferma Fiorello.
“Come ogni anno sono a Tennis and Friends – Salute e Sport, pronto a partecipare a questa splendida iniziativa che si dilata a macchia d’olio in tutto il territorio nazionale, anche a Torino e Napoli, grazie alla collaborazione di tantissime persone. Un’occasione per tutti per provare a considerarsi ancora un po’ meglio di come ci si sente. L’importante è che non diventi il Festival dell’ipocondriaco”, scherza Bonolis.
“A me è capitato di essere fortunato, di fare prevenzione fortuita e mi ha cambiato, anzi m’ha salvato la vita. Quindi facciamolo tutti, prego”, commenta Max Giusti.
Tra le autorità e i rappresentanti delle istituzioni che sono intervenuti: Marco Mattei, capo di gabinetto del Ministro della Salute, Daniele Frongia, vice capo di gabinetto del ministero dello Sport e i Giovani, Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute S.p.a., Simona Renata Baldassarre, assessore Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile della Regione Lazio, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della vita, Alessandro Onorato, assessore Grandi Eventi, Sport Turismo e Moda di Roma Capitale, Andrea Urbani, direttore della direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Giuseppe Quintavalle, medico e commissario straordinario della Asl Roma 1, Paolo Del Bene, presidente Associazione sportiva Luiss, Giorgio Meneschincheri, medico specialista in medicina preventiva, fondatore e presidente di Tennis and Friends – Salute e Sport, e Nicola Pietrangeli, presidente onorario di Tennis and Friends – Salute e Sport e ambasciatore del tennis nel mondo.
Il documentario
Inoltre è stato presentato, alla presenza di Fabrizio Zappi, direttore di Rai Documentari, “Tennis and Friends, la prevenzione scende in campo”, un documentario sulla storia della manifestazione che sarà trasmesso da Rai 2, il 17 maggio alle ore 19.00. Presente gradito ospite Roberto Sergio, Amministratore delegato Rai.
Il format per la prevenzione arriva in Usa
Tennis and Friends – Salute e Sport nel 2025 sarà anche negli Stati Uniti, in collaborazione con la Temple University di Philadelphia, che ha intenzione di applicare il format e realizzare uno studio scientifico per osservare i risultati.
“L’avvio del Tour di Tennis e Friends – Salute e Sport – afferma il professor Meneschincheri – organizzato in concomitanza con i grandi eventi sportivi, come gli Internazionali BNL d’Italia, ha lo scopo di diffondere l’informazione corretta sugli stili di vita e i rischi della sedentarietà. In particolare – sottolinea – l’obesità, malattia di cui soffre il 10% della popolazione italiana, rappresenta una sfida per il sistema sanitario del nostro Paese, dal momento che le ultime evidenze scientifiche mostrano come chi è affetto dalla sindrome metabolica, di cui l’obesità è una componente rilevante, ha anche un rischio maggiore di sviluppare un tumore. La sfida è ardua anche per la tutela della salute delle giovani generazioni, visto che già oggi il 39% dei bambini italiani di 8 anni sono in sovrappeso e il 17% è obeso”.
Tennis and Friends, le giornate di screening
Nelle giornate di venerdì 11 e sabato 12, a bordo del campo da tennis allestito dalla Federazione italiana Tennis e Padel a Piazza del Popolo per tutta la durata degli Internazionali BNL d’Italia, i medici e gli infermieri della Asl Roma 1 offriranno consulenze e screening gratuiti. In queste due giornate è prevista la presenza delle star del tennis italiano e la partecipazione dei personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura che si sfideranno nel Il Torneo “Una volée per la salute”.
“È stata una giornata straordinaria che ha visto la Asl Roma 1 capofila per il secondo anno consecutivo all’interno di questa manifestazione che lega sport e salute. Non ci fermeremo oggi ma proseguiremo in una logica itinerante fino al 19 aprile con visite e counseling sui corretti stili di vita, la sana alimentazione, l’oncologia, la cardiologica ed altre specialistiche. Il concetto fondamentale è che dobbiamo agire sulle fragilità e sulle patologie croniche. Tennis and Friends – Salute e Sport tornerà ad ottobre vedrà ancora una volta coinvolte tutte le aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche e private accreditate, questo per ribadire l’importanza della consapevolezza e della prevenzione. Un sentito ringraziamento alla Regione Lazio per questo sforzo collettivo che sottolinea come nel nostro sistema sanitario regionale nessuno è solo, siamo tutti pronti a raccogliere i bisogni di salute, soprattutto dei più fragili”, ricorda Giuseppe Quintavalle, commissario straordinario della Asl Roma 1.
L’evento è svolto in collaborazione con il Ministero della Salute, il Ministero dello Sport e dei Giovani, la Federazione Italiana di Tennis e Padel, la Regione Lazio, Salute Lazio e la Asl Roma 1
Come affrontare la poliposi nasale
Rubriche«La poliposi nasale è una particolare flogosi che si definisce di “tipo 2”, perché è strettamente connessa al sistema immunitario. È un’infiammazione che tende a creare la formazione di polipi all’interno del naso, determinando così non solo un’ostruzione, ma anche un disturbo dell’olfatto». A parlare è il professor Ignazio La Mantia, direttore dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Policlinico di Catania. Intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss per le Pillole di Salute volute e organizzate dal network editoriale PreSa, La Mantia ha spiegato che un’alterazione del senso dell’olfatto può essere un campanello d’allarme della poliposi nasale. «Inoltre, non è corretto chiamarla “solo poliposi nasale”, in effetti è una rinosinusite cronica con poliposi nasale e ce ne sono svariati tipi: la forma più importante è proprio quella legata alla perdita dell’olfatto, o quantomeno alla diminuzione della capacità olfattiva. Un sintomo che può essere addirittura il primo segnale di questa patologia».
C’è una correlazione anche con l’asma o altre malattie infiammatorie?
«Sì, queste infiammazioni di tipo 2, legate a un’alterazione del sistema immunitario, hanno delle comorbidità. L’asma può essere una comorbidità molto importante, ma anche la dermatite atopica e persino le manifestazioni di infiammazione dell’esofago, quindi l’esofagite, può essere legata a un’infiammazione di tipo 2».
Come si può avere una diagnosi certa?
«La diagnosi, nel caso della patologia legata prevalentemente alle vie superiori, è una diagnosi endoscopica. Si procede con una endoscopia nasale, si valuta all’interno delle cavità nasali la presenza di polipi e si misura l’entità di un’eventuale poliposi. Possono esserci delle forme lievi e delle forme gravi. In alcuni casi, grazie ad una serie di accertamenti che prevedono anche uno studio ematologico, si può arrivare ad una diagnosi anche in situazioni abbastanza complesse, quelle che richiedono più tempo. Attraverso la valutazione di bio-markers si può arrivare a identificare l’infiammazione. Altra arma diagnostica è la Tac, che ci consente di studiare la flogosi e capire quale forma di rinosinusite cronica ci troviamo ad affrontare».
Come si interviene per affrontare la poliposi e recuperare l’olfatto perduto?
«La chirurgia è stata la prima soluzione che si è adottata, rimuovere l’ostruzione consente ai pazienti di recuperare una buona capacità di respirare dal naso. Tuttavia, nel tempo è stato chiaro che la malattia porta spesso a recidive. Di qui la convinzione di unire all’approccio chirurgico anche una terapia medica, che fino a qualche anno fa era legata solamente alla somministrazione di cortisonici, con tutti gli effetti collaterali che questi farmaci portano. Il cambio di paradigma è arrivato con la terapia biologica, quindi con l’utilizzo degli anticorpi monoclonali, che hanno cambiato radicalmente la storia clinica della rinosinusite cronica con poliposi nasale. Questi anticorpi monoclonali riescono in molti casi a risolvere il problema e riducono le dimensioni dei polipi».
“Contenuto realizzato da Radio KissKiss in collaborazione con PreSa, con il supporto di Sanofi”
Presa Weekly 3 Maggio 2024
PreSa WeeklyGiovani a lungo, i segreti di Sinclair, genetista di Harvard
News, News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazione, Stili di vitaUno dei desideri comuni è quello di restare giovani e sebbene la scienza non sia ancora riuscita a fermare del tutto il passare del tempo, ci sono molti approcci che possono aiutare a rallentarlo. Uno dei principali esperti in questo campo è il genetista David Sinclair, professore alla Harvard Medical School, considerato un vero e proprio guru della medicina anti-invecchiamento. Sinclair è stato di recente ospite a Milano in occasione del Milan Longevity Summit, dove ha condiviso le sue ricette per mantenere giovane corpo e mente.
Restare giovani con lo stile di vita: dieta, movimento e integratori
Secondo Sinclair, il segreto per mantenersi giovani e vitali risiede principalmente nello stile di vita. La dieta riveste un ruolo fondamentale, con particolare attenzione alla restrizione calorica, che significa dire no allo zucchero, ai carboidrati e all’alcol. L’esercizio fisico costante è un altro elemento chiave per contrastare l’invecchiamento. Ma non è tutto: Sinclair raccomanda anche un insieme di integratori, molti dei quali sono ancora in fase sperimentale. Asparagi e piselli sono tra gli alimenti consigliati dal guru per il loro potere anti-invecchiamento.
Ruolo delle sirtuine: proteine che regolano l’invecchiamento
Sinclair sottolinea l’importanza delle sirtuine, proteine che giocano un ruolo cruciale nel regolare il processo di invecchiamento. Queste proteine possono essere attivate sia attraverso cambiamenti nello stile di vita, come il digiuno intermittente, sia attraverso il consumo di sostanze che aumentano la nicotinamide adenina dinucleotide (Nad+), un derivato della vitamina B3. Questo composto si trova in alimenti come asparagi e piselli ed è essenziale per mantenere in salute le cellule, ma diminuisce con l’avanzare dell’età.
Verso un futuro senza invecchiamento
Gli studi condotti da Sinclair hanno portato a risultati promettenti. L’assunzione di nicotinamide mononucleotide (Nmn), una sostanza che aumenta la Nad+, potrebbe rallentare significativamente il processo di invecchiamento. Sinclair stesso assume quotidianamente un grammo di Nmn. Inoltre, presso il Sinclair Lab, sono stati sviluppati sei cocktail di molecole anti-invecchiamento, testati finora solo in vitro e su topi. Tra questi, il Chir99021, coinvolto nello sviluppo cellulare, e il Rep Sox, che favorisce il processo di riparazione dei tessuti, sembrano funzionare molto bene. Tuttavia, occorre attendere ulteriori test per confermarne l’efficacia.
Restare giovani a lungo, il Summit a Milano
Il Milan Longevity Summit, ideato da Viviana Kasam e coordinato da Brain-Circle Italia, ha riunito sessanta dei più influenti studiosi del settore per discutere sulle possibilità di una vita più lunga e in salute. David Sinclair si conferma come una delle figure di spicco nella ricerca sull’invecchiamento e sulla longevità.
Fotofobia, quando la luce è un problema
PrevenzioneAlcune persone sono così sensibili alla luce da non sopportare di uscire di casa senza occhiali da sole. Questa condizione ha un nome ed è più comune di quando si possa credere. La fotofobia, questa la definizione dal punto di vista medico, è una condizione legata ad un’eccessiva sensibilità degli occhi alla luce. Non è una vera e propria malattia, ma può essere la spia di qualcosa che non va per il verso giusto, un sintomo – in altre parole – di condizioni oculari o neurologiche. Ecco perché è importante comprendere le cause e le implicazioni di questo disturbo per gestirlo al meglio.
Pigmentazione
Una delle principali cause della fotofobia è la predisposizione genetica. Le persone con fototipo basso, caratterizzate da occhi e pelle chiari, sono spesso più inclini a sviluppare questo disturbo. Questo è dovuto a un difetto di pigmentazione nell’area dell’occhio responsabile dell’assorbimento della luce. In alcuni casi, ma è decisamente raro, la fotofobia può essere associata all’albinismo oculare, in cui vi è una mancanza totale o estremamente ridotta di melanina.
Difetti di vista
Anche l’esposizione prolungata a fonti luminose intense, come la luce solare diretta o i lettini abbronzanti, può causare episodi sporadici di fotofobia. Questo è dovuto agli effetti dannosi dei raggi UV sull’epitelio corneale, il tessuto che riveste gli occhi. Inoltre, difetti di rifrazione come l’ipermetropia e l’astigmatismo possono contribuire all’insorgenza della fotofobia. L’utilizzo di lenti con correzione errata può mettere sotto sforzo il muscolo ciliare e il cristallino, causando sensibilità alla luce e disagio visivo.
Patologie oculari associate
La fotofobia può anche essere un sintomo di diverse patologie oculari. La congiuntivite, un’infiammazione dell’occhio, può portare al restringimento delle palpebre per proteggere gli occhi durante il processo di guarigione. Allo stesso modo, l’uveite e la cheratite possono causare un aumento della sensibilità alla luce a causa dell’infiammazione delle parti dell’occhio coinvolte. Le distrofie retiniche, che sono patologie ereditarie che causano danni visivi gravi, possono anche essere associate alla fotofobia a causa della compromissione della funzione visiva. Le lenti a contatto mal adattate o la scarsa igiene possono provocare fotofobia, così come le lesioni della cornea causate da abrasioni o traumi.
Stress
Inoltre, sia il mal di testa che lo stress possono aumentare la sensibilità alla luce. Il mal di testa può causare una serie di sintomi oculari, tra cui fotofobia, che tendono a migliorare con il trattamento del mal di testa stesso. Lo stress può influenzare la produzione di lacrime e l’ammiccamento degli occhi, aumentando così la sensibilità alla luce. Sono moltissimi, insomma, i fattori che possono portare a sviluppare questa eccessiva sensibilità alla luce ed è cruciale consultare uno specialista oculista per identificare la causa sottostante e determinare il miglior corso di trattamento. La gestione della fotofobia può variare a seconda della causa, quindi una diagnosi accurata è fondamentale per garantire un sollievo ottimale dai sintomi.
Kate Middleton operata da un’equipe di medici del Gemelli
News, News Presa, PrevenzioneSarebbe stata un’equipe italiana del Policlinico Gemelli a operare la principessa del Galles lo scorso gennaio. La notizia è stata anticipata da Gente: l’intervento all’addome subito da Kate Middleton sarebbe stato eseguito dai medici del ospedale capolino.
Kate Middleton Equipe medica italiana
Il 23 marzo, Kate Middleton aveva annunciato di essere affetta da un tumore e di essere attualmente in chemioterapia preventiva.
Secondo quanto riportato dal settimanale, un gruppo di medici italiani provenienti dal Policlinico Gemelli di Roma avrebbe eseguito l’intervento all’addome di Kate Middleton presso la London Clinic, a gennaio.
Successo dell’operazione
Nonostante non siano state fornite spiegazioni dettagliate sull’intervento, i media britannici hanno confermato il successo dell’operazione. Il direttore del Cancer Center del Policlinico Gemelli, Giampaolo Tortora, ha dichiarato che la principessa ha parlato di una diagnosi precoce, indicando una fase iniziale del tumore, il che è considerato positivo.
Il 23 marzo, Kate Middleton aveva annunciato di essere affetta da un tumore e di essere attualmente in chemioterapia preventiva. Oggi, Kate Middleton è stata operata con successo da un’equipe di medici del Gemelli. La Duchessa di Cambridge si sta riprendendo e si prevede che continuerà il suo percorso di guarigione con il sostegno dei suoi cari e dell’équipe medica. La notizia dell’intervento chirurgico ha suscitato grande attenzione e affetto da parte del pubblico, che continua a inviare messaggi di sostegno a Kate Middleton e alla sua famiglia in questo difficile momento. L’operazione, condotta con grande professionalità e precisione, rappresenta un passo importante verso la guarigione di Kate Middleton e tutti si uniscono nel augurarle una pronta e completa ripresa.
Positive all’Hiv dopo un trattamento di bellezza
NewsIl condizionale è d’obbligo, ma la notizia sta già facendo (comprensibilmente) il giro del web: almeno tre donne sono state infettate dal virus dell’Hiv, quasi certamente, dopo essersi sottoposte ad un trattamento di bellezza con l’uso di plasma iniettato sottopelle. Una storia che arriva da lontano, in particolare dal New Mexico, e che vede coinvolto un noto istituto di bellezza per vip.
Vampire facelift
Non si tratta di un contagio legato all’impiego di siringhe non sterili, sotto la lente come potenziali indiziati ci sono finiti quelli che spesso vengono chiamati trattamenti facciali “dei vampiri”, molto diffusi in America. I trattamenti consistono in micro-iniezioni di plasma sul volto per rimpolpare pelli invecchiate e cadenti. Le indagini sul centro di bellezza iniziarono nel 2018 quando una prima donna trattata risultò sieropositiva in seguito alla procedura. Il centro fu chiuso, ma due casi recenti di sieropositività tra ex clienti hanno fatto riaprire l’investigazione. Il dipartimento della sanità del New Mexico e i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) “hanno identificato nei laboratori della Spa prove di pratiche che potevano diffondere infezioni tramite il sangue”.
Hiv
Anche se oggi se ne sente parlare molto meno che in passato, l’Hiv è ancora presente ed è un nemico temibile. Si tratta di un retrovirus capace di causare la Sindrome da immunodeficienza acquisita, vale a dire l’AIDS. Una malattia che ancora oggi è molto grave, che in pratica consiste in un sostanziale indebolimento del sistema immunitario, che porta alla mancanza di difese contro le infezioni. Di conseguenza, chi è affetto da Hiv diventa un facile bersaglio per molti altri virus e batteri, nonché a rischio di contrarre alcuni tipi di tumore.
Antiretrovirale
Fortunatamente, diversamente dal recente passato, oggi l’Hiv può essere tenuto a freno da terapie molto efficaci. In moltissimi casi si riesce ormai a negativizzare i pazienti che possono così condurre una vita, anche relazionale, quasi del tutto comparabile a quella di persone che non hanno contratto il virus. Addirittura, ad oggi si conoscono anche 5 casi di guarigione documentata. In tutti i casi la guarigione è legata ad un trapianto di staminali effettuato per curare un tumore. Ma se in 4 casi ciò è dipeso da una particolare caratteristica genetica dei donatori – che rende le cellule del sistema immunitario particolarmente resistenti all’attacco del virus- nel caso del cosiddetto “paziente di Ginevra” a non ci sono stati più segni del virus nonostante le cellule staminali ricevute non posseggano la mutazione “protettiva”.
Fegato, 90 % delle patologie si può prevenire. Il decalogo
NewsNel mondo sono 1,5 miliardi coloro che vivono con una malattia epatica cronica, mentre ogni anno si perdono 2 milioni di vite per questa causa. Ogni anno, in Italia, almeno 15mila pazienti muoiono per cirrosi e circa 6mila per carcinoma del fegato. Tuttavia, il 90% di questi casi sarebbero prevenibili, intervenendo sullo stile di vita e con politiche sanitarie adeguate.
Fegato, svolge oltre 500 funzioni ma a rischio di 100 malattie
Il fegato è un organo spesso sottovalutato, ma svolge infatti oltre 500 funzioni vitali nell’organismo e può essere colpito da oltre cento malattie, a ogni età. Il fegato è l’organo interno del corpo umano che pesa di più, 1,5 kg, quasi le dimensioni di un pallone da football americano. Il fegato elabora zuccheri, proteine e grassi, che vengono poi trasformati in energia richiesta dal resto del corpo. Interagisce con numerosi altri organi, contribuisce al metabolismo ed è uno dei migliori protettori del sistema immunitario. Depura il sangue, filtrando farmaci e altre sostanze tossiche, produce la bile e sintetizza i fattori essenziali per la coagulazione. Le malattie del fegato tendono a rimanere latenti, in quanto questo organo non ha recettori del dolore: questo spesso porta a diagnosi tardive, quando la patologia è già in cirrosi scompensata o prossima all’epatocarcinoma.
Prevenzione
Di recente si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Fegato. Le associazioni hanno ribadito il ruolo vitale del fegato e l’importanza di adottare misure proattive per mantenere un fegato sano. Tuttavia, spesso le malattie del fegato non figurano nelle priorità di politica sanitaria, mentre dovrebbero rappresentare una priorità nei piani di assistenza sanitaria primaria.
“L’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, che conta quasi mille soci iscritti, da oltre 50 anni è impegnata nella ricerca, nella divulgazione scientifica e nella formazione dei giovani epatologi – sottolinea la Prof.ssa Vincenza Calvaruso, Segretario AISF – Le malattie epatiche croniche si sviluppano silenziosamente, causando cicatrici progressive e cirrosi e si classificano al secondo posto dopo la cardiopatia ischemica in termini di anni di vita lavorativa persi a livello globale. Aumentare l’alfabetizzazione sanitaria e promuovere cambiamenti comportamentali ridurrebbe il carico di malattie del fegato e avrebbe un impatto significativo sulla sua morbilità e mortalità. In questi anni sono stati raggiunti importanti risultati, come i successi nella lotta alle epatiti virali, ma molto resta da fare, soprattutto in relazione alle patologie legate alla disfunzione metabolica provocate da tendenze legate a errati stili di vita”.
Decalogo della prevenzione
Per favorire comportamenti virtuosi e incentivare la prevenzione, dal World Liver Day è partito un decalogo volto a salvaguardare la salute del fegato.