Oltre 3,5 milioni di persone in Italia soffrono o sono a rischio di malattie che possono portare a ipovisione e cecità. Si tratta, ad esempio, di glaucoma, retinopatia diabetica e degenerazione maculare legata all’età.
Crescono le malattie che minacciano la vista, perché la popolazione invecchia, ma si allungano le liste di attesa per le visite e gli interventi oculistici all’interno del Servizio Sanitario Nazionale – SSN.
L’oculistica, ritenuta una disciplina non salva-vita, sta uscendo dall’orbita della sanità pubblica, secondo il presidente IAPB Italia ETS Mario Barbuto. “Nell’arco di dieci anni – ha affermato – gli utenti del sito IAPB Italia sono cresciuti di tre volte: da 600mila a 2,1 milioni. Questo è sì segno di un’aumentata consapevolezza, ma anche il sintomo che le domande di salute visiva non trovano risposta nella Sanità pubblica e che le persone sono spinte a cercare da sole e altrove le risposte”.
Il tema è stato al centro del dibattito con specialisti e istituzioni, in occasione della Giornata Mondiale della Vista organizzata da IAPB Italia ETS in collaborazione con Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ieri mattina al Ministero della Salute a Roma. Si è discusso dell’uso e i benefici delle tecnologie avanzate in oftalmologia; applicazioni cliniche di teleoftalmologia; teleriabilitazione visiva, ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella ricerca clinica oftalmologica e nuove tecnologie nel glaucoma.
La prevenzione delle malattie della vista
Barbuto ha rivolto tre appelli. Il primo, dedicato alla cittadinanza. “Quasi tutte le malattie della vista possono essere curate o arginate se diagnosticate in tempo ma la natura asintomatica delle più gravi fa sì che molte persone siano malate senza saperlo – ha sottolineato Barbuto. “La visita oculistica regolare è la migliore forma di prevenzione. Su quasi 9 mila controlli oculistici gratuiti effettuati attraverso la campagna di prevenzione “Vista in Salute” in 54 città italiane, il 20 percento di quanti dichiaravano di vedere bene era affetto, invece, da un problema oculare”.
Rivolgendosi alle istituzioni ha proseguito: “l’oculistica rischia di uscire dal SSN. I tempi di attesa e la difficoltà e rigidità nelle prenotazioni delle visite specialistiche tendono a limitare gravemente il diritto alla salute visiva delle persone, in particolare di quelle più fragili e povere, con costi economici e un danno umano, ma anche di previdenza sociale altissimo”.
Infine, rivolgendosi agli attori sanitari e alle ASL sul territorio, ha detto: “attori del Terzo Settore come IAPB Italia possono ‘misurare’ buone pratiche sanitarie e che queste potrebbero essere più facili da accogliere per il settore pubblico potendo contare su dati autorevoli. È il caso del progetto “Vista in Salute: nuovi modelli organizzativi per la prevenzione e la diagnosi precoce oftalmica nel SSN”, finanziato dal Ministero della Salute e organizzato e redatto da IAPB Italia e CERGAS-SDA Bocconi”.
Retinografia digitale: visitati fino al 130% in più dei pazienti diabetici
Secondo lo studio, “l’introduzione della telemedicina per la retinografia digitale consentirebbe di ottenere fino al 130 percento in più dei pazienti diabetici che possono essere visitati o, alternativamente, un 55 percento in più di visite oftalmologiche da destinare all’abbattimento delle liste d’attesa, con meno costi da sostenere per il SSN”.
Glaucoma, una delle principali cause di cecità e ipovisione
Il glaucoma è una delle principali cause di cecità e ipovisione. Stime recenti indicano come, globalmente, vi siano più di 68 milioni di pazienti affetti, di cui 3.61 milioni ciechi e 4.14 milioni con gravi minorazioni visive dovute alla patologia. Durante l’evento, il professor Carlo Nucci, Ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo e Prorettore vicario dell’Università di Roma Tor Vergata ha parlato delle innovazioni tecnologiche nell’abito della diagnosi e del trattamento della malattia. Le evidenze cliniche supportano l’utilizzo degli OCT di ultima generazione per la diagnosi precoce delle alterazioni morfologiche indotte dalla malattia. Dati che aprono all’applicazione dell’intelligenza artificiale nella diagnosi del glaucoma.
Screening della retinopatia diabetica con AI
Anche nello screening della retinopatia diabetica, l’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando il campo dell’Oftalmologia. Il professor Francesco Bandello, Università Vita Salute San Raffaele Milano, ha parlato di come gli algoritmi di deep learning e le reti neurali convoluzionali stiano migliorando l’accuratezza e l’efficienza dello screening, rendendo possibile l’identificazione precoce delle lesioni retiniche.
Mutazioni genetiche e malattie oculari ereditarie
Il professor Stanislao Rizzo Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica del Policlinico A. Gemelli IRCCS di Roma ha sottolineato come l’AI stia assumendo un ruolo sempre più importante sia nella ricerca oftalmologica, grazie alla sua capacità di analizzare grandi volumi di dati e fornire strumenti predittivi e diagnostici avanzati, sia nel supporto decisionale.
Per esempio, può individuare correlazioni tra mutazioni genetiche e malattie oculari ereditarie al fine di accelerare la scoperta di biomarcatori e potenziali bersagli terapeutici. Alcuni algoritmi di screening sono approvati dalla Food and Drug Administration USA già dal 2018: con l’analisi delle immagini OCT, l’AI può rilevare anomalie strutturali minime che potrebbero sfuggire all’osservazione umana, migliorando la precisione diagnostica per malattie come la degenerazione maculare correlata all’età – AMD, il glaucoma e l’edema maculare.
Telemedicina
La dottoressa Stefania Fortini, vicedirettore del Polo Nazionale di Ipovisione, ha parlato della piattaforma di tele riabilitazione visiva Eyefitness, progettata dallo stesso Polo Nazionale chegarantisce per anni al paziente una continuità di cura attraverso una vera e propria tele assistenza e la miglior qualità di vita possibile.
Il dottor Manlio Nicoletti, Direttore UOC Oculistica AUSL di Bologna ha raccontato l’esperienza in corso presso l’AUSL di Bologna, dove le visite in tele oftalmologia si svolgono in centri adibiti a cliniche virtuali – Virtual Clinic – suddivise in “spokes” periferici che inviano i dati clinici dei pazienti ad un centro analisi o “hub” centrale all’Ospedale Maggiore di Bologna e al fascicolo sanitario elettronico – FSE. Attualmente, afferiscono alle cliniche virtuali della AUSL Bologna i pazienti affetti da patologie retiniche croniche e/o stabili, quali ad es. l’AMD, retinopatia diabetica, glaucoma, etc. Nell’anno di monitoraggio 2023 -2024 ad oggi, oltre 7.000 pazienti sono stati presi in carico nel servizio Telemedicina Virtual Clinic UOC Oculistica AUSL Bologna.
L’uso clinico della tele oftalmologia per la popolazione e per le ASL significano: ridotto peso degli spostamenti per i pazienti e per gli oftalmologi, una migliore aderenza dei pazienti al follow-up con programmi di screening più efficaci, informatizzazione e pieno sfruttamento delle potenzialità del fascicolo sanitario elettronico (FSE), migliore gestione dei carichi di lavoro mediante la refertazione elettronica, riduzione delle liste di attesa, migliore raccolta dei dati clinici ed epidemiologici, riduzione dei costi. Inoltre, l’analisi di una grande quantità di informazioni/immagini/dati può essere facilitata dall’impiego di intelligenza artificiale, ha ribadito lo specialista.