L’Alzheimer è una malattia dal forte impatto sociale: non colpisce solo il malato, ma coinvolge tutte le persone vicine, come familiari e caregiver. Quando un anziano sviluppa la patologia, l’intera famiglia ne risente, inclusi i nipoti che spesso passano molto tempo con i nonni e si trovano improvvisamente di fronte a persone che non riconoscono più. La persona con Alzheimer può apparire confusa, distratta, talvolta aggressiva, e sempre meno capace di svolgere anche le attività più semplici. Tuttavia, gli specialisti sconsigliano di escludere i bambini o i ragazzi dai contatti con i loro nonni o con persone affette da demenza. Se non coinvolti, i più giovani potrebbero sentirsi inadeguati, anche se il tentativo di protezione è ben intenzionato.
“I bambini e i ragazzi non dovrebbero essere allontanati, è importante affrontare il dolore, ma presentarlo in modo appropriato – spiega Giusy Carrubba, psicologa e psicoterapeuta di Korian Italia che ha avviato iniziative nelle scuole italiane per sensibilizzare i giovanissimi alla malattia -. È fondamentale usare un linguaggio adatto alla loro età e mantenerlo semplice. I risultati dei primi incontri con le scuole sono stati sorprendenti: i bambini comprendono spesso la situazione meglio degli adulti, perché non hanno pregiudizi o blocchi. Gli adulti, al contrario, spesso fanno fatica ad accettare il dolore e a vederlo chiaramente, mentre per i più giovani è più naturale comprenderlo. Le rigidità sono proprie degli adulti».
Tre consigli della psicologa rivolti alle famiglie
- Non nascondere, ma parlare
Quando si parla di demenza ai bambini, è fondamentale essere sinceri e autentici. È utile spiegare loro che la malattia è ciò che sta causando i cambiamenti nel nonno o nella nonna e che è normale sentirsi spaventati di fronte a queste trasformazioni. La chiave è affrontare il problema con empatia, utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile. - Usare strumenti adatti
Giochi, musica e libri possono essere strumenti utili per spiegare l’Alzheimer e i suoi cambiamenti ai più piccoli. - Ascoltare
Ascoltare le paure e le incertezze. In particolar modo quando si tratta di nonni ricoverati in strutture, è importante chiedere ai bambini e ai ragazzi se desiderano andare a trovare i nonni o meno. I bambini devono avere la libertà di scegliere se e quando farlo, senza sentirsi obbligati.
Una canzone per l’Alzheimer
Secondo l’Osservatorio delle demenze, coordinato dall’ISS, in Italia ci sono oltre 1 milione di persone affette da demenza. Di queste, il 50-60% soffre di Alzheimer, cioè circa 600 mila anziani. Inoltre, sono circa 3 milioni i caregiver coinvolti nell’assistenza ai malati di Alzheimer, sia direttamente che indirettamente, nel nostro Paese.
Per aiutare i più giovani a conoscere, comprendere e affrontare l’Alzheimer è nata una canzone dal titolo “Due passi”, di Mirko Saitta nel 2024 dell’etichetta GreyLight Records. Il progetto, racconta il delicato rapporto tra una coppia di anziani e i loro ricordi, le difficoltà di tutti i giorni legate all’Alzheimer, la voglia di rincontrarsi e di stringersi nel presente.
Come spiega il giovane cantautore, classe 2000: “La prima volta che mi sono imbattuto nell’Alzheimer è stato durante il mio percorso di studi in psicologia. Un incontro accademico, che poi però è diventato realtà con la malattia di mia nonna. È in quegli anni che ho capito cosa significa affrontare le difficoltà quotidiane che l’Alzheimer porta con sé e quanto sia importante capire, studiare e affrontare questa malattia per aiutare, davvero, chi ne soffre”. Dal 21 settembre, la canzone “Due passi” viene trasmessa in tutte le cliniche e le strutture di Korian in Italia, con l’obiettivo di raggiungere quante più persone possibili, attraverso la musica.