Tempo di lettura: 8 minutiL’entrata dell’Intelligenza Artificiale (IA) nella pratica clinica e nella ricerca, e le implicazioni per una medicina sempre più personalizzata: è questo il tema della decima edizione del Libro bianco sulla salute della donna, realizzato da Fondazione Onda ETS con il sostegno incondizionato di Farmindustria. Quest’anno il volume è intitolato “Dalla medicina di genere alla medicina personalizzata. Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale” e indaga il collegamento fra un approccio genere-specifico, la personalizzazione delle cure e l’innovazione tecnologica. È presentato nei giorni scorsi in una conferenza stampa a Roma.
«Siamo di fronte a una grande sfida, perché l’IA offre l’opportunità di elaborare un’eccezionale quantità di dati, con grandi vantaggi, non solo in chiave di salute di genere, ma anche nel processo di sempre maggiore personalizzazione della cura. Tuttavia, questa è, appunto, anche una grande sfida, perché non sono poche e trascurabili le criticità che emergono su più fronti, sul piano della tutela della privacy, per esempio, o del divario digitale di genere. E ancora di più nell’ambito dell’intelligenza emotiva, che ci richiama a quelle competenze specifiche dell’essere umano che la tecnologia non può sostituire. È importante quindi accompagnare questo processo con un’umanizzazione della tecnologia che consenta ai professionisti di ottimizzare il loro lavoro, anche in termini di miglioramento della qualità e quantità del rapporto col paziente. Un sentito ringraziamento a Farmindustria, alle Istituzioni e ai numerosi Autori che hanno partecipato a questo progetto editoriale, che anche quest’anno vuole essere da stimolo per affrontare uno dei temi cruciali nell’evoluzione della salute di genere», ha affermato Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda ETS.
«Competenze, collaborazione e ‘ambiente aperto’. Sono le tre direttrici su cui puntare per sfruttare appieno le enormi potenzialità dell’Intelligenza Artificiale. Competenze, perché la tecnologia corre veloce con ricadute significative non solo nella R&S, ed è necessario formare le nuove figure professionali e aggiornare in maniera continuativa gli attuali professionisti. Collaborazione fin dalle scuole, perché ormai i team sono multidisciplinari: medici, matematici, ingegneri, data scientist, bioinformatici, specialisti di nanomateriali, esperti di robotica. ‘Ambiente aperto’, perché solo in un contesto di open e network innovation che offra la possibilità di condividere e utilizzare in modo semplificato i dati sanitari nella ricerca pubblica e privata, l’Italia e l’Europa saranno in grado di attrarre una parte degli ingenti investimenti in R&S dell’industria farmaceutica previsti tra il 2024 e il 2029: 2.000 miliardi di dollari a livello globale. Oggi è indispensabile cambiare passo e abbandonare approcci anti-industriali che danno un vantaggio di competitività e produttività negli studi clinici ad altri player globali come USA e Cina, aumentando così un gap che già è evidente. Deve essere questo il ‘must’ del Governo Italiano e della Commissione Ue. Il momento è ora», ha spiegato Marcello Cattani, Presidente Farmindustria.
Salute femminile, i dati del Libro Bianco
Il Libro Bianco nella prima parte racchiude i dati della popolazione e i principali fattori di rischio in ottica di genere, con un approfondimento sulla salute femminile, attraverso le indagini realizzate nel 2024, in particolare sui cambiamenti ormonali, la percezione e i vissuti correlati alla menopausa, la conoscenza rispetto al rischio cardiovascolare al femminile. Con 379mila nascite, l’anno 2023 ha segnato il nuovo record di minore natalità registrato in Italia. Una delle cause è la fecondità: il numero medio di figli per donna è sceso da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023. La speranza di vita alla nascita risulta pari a 83,1 anni, 81,1 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne. Gli uomini hanno recuperato i livelli di sopravvivenza ante pandemia (81,1 anni nel 2019), mentre le donne presentano ancora margini di recupero (85,4 anni nel 2019).
In Italia fuma una persona su quattro. L’analisi del volume
Rispetto agli stili di vita, in Italia una persona su quattro è fumatrice (24 per cento), una percentuale progressivamente ridottasi negli anni (30 per cento nel 2008), ma più lentamente fra le donne. Un terzo della popolazione italiana (32,7 per cento) è in sovrappeso, mentre poco più di una persona su dieci è obesa (10,4 per cento). Il sovrappeso mostra una forte differenza di genere (40,9 per cento degli uomini contro il 24,5 per cento delle donne), mentre per l’obesità il divario è più ridotto (11,1 per cento degli uomini e 9,7 per cento delle donne).
Le traiettorie di intervento e sviluppo della Medicina di genere, definite dal Piano attuativo del 2019 e rappresentate da percorsi clinici, ricerca, formazione e comunicazione, costituiscono il focus della seconda parte del volume. Nella definizione degli interventi di prevenzione, includere in modo sistematico e coerente gli aspetti di genere ne può aumentare l’efficacia, riducendo non solo i fattori di rischio individuali ma anche rimuovendo le cause che impediscono l’adozione di uno stile di vita sano. Alcuni fattori, individuati nel libro, rendono difficile tale inclusione: l’assenza o la scarsità di dati correlati al genere nel contesto dei sistemi informativi sanitari, e l’esiguità delle best practice, limitate a pochi esempi non sempre facilmente trasferibili alle diverse realtà locali.
Dall’approccio di genere si passa poi alla medicina personalizzata, ambito in cui l’intelligenza artificiale (IA) trova diverse applicazioni, grazie alla sua capacità di elaborare una grande mole di dati. Questo è il tema centrale della terza parte del libro che, partendo dallo stato dell’arte dell’IA nella pratica clinica e passando attraverso alcuni ambiti di applicazione – prevenzione, ricerca farmacologica, imaging, cardiologia, medicina della riproduzione, gerontologia – delinea le sfide etiche e sociali per una IA equa, sicura e inclusiva, che possa sostenere una medicina sempre più a misura di persona. L’IA accelera le diagnosi e aumenta la personalizzazione dei trattamenti, confrontando i dati del paziente con quelli disponibili nella letteratura scientifica. Le IA possono eccellere nei compiti analitici, ma esistono delle competenze uniche dell’essere umano difficilmente sostituibili dalle entità artificiali e che acquistano grande rilevanza nell’assistenza e nella definizione della relazione medico-paziente, come per esempio l’intelligenza emotiva. I professionisti sanitari dovrebbero impiegare l’IA per facilitare il proprio operato, esaltando le proprie componenti umane per favorire una migliore interazione con la persona malata. Le nuove tecnologie possono rappresentare una rivoluzione positiva per la salute se saranno in grado di supportare i professionisti sanitari nei compiti tecnici, dando loro la possibilità di dedicare più tempo alla relazione con i loro assistiti.
In ambito clinico, l’IA trova applicazione nel supporto alla diagnostica; assistenza al trattamento; supporto alla pianificazione sanitaria e per la salute pubblica, supporto ai pazienti. L’impiego di questi strumenti non è tuttavia privo di rischi, tra cui la vulnerabilità a cyber attacchi, la violazione della privacy dei dati personali e le disparità nell’accesso che possono amplificare le ineguaglianze sociali ed economiche, ma in ambito clinico ci si trova ad affrontare rischi nuovi, specifici, che, se non adeguatamente conosciuti e affrontati, potrebbero pregiudicare l’esito delle cure e la salute degli assistiti. Come il deskilling, ovvero la perdita di competenze da parte dei medici a causa dell’uso crescente di tecnologie avanzate, che li rendono meno coinvolti in alcune procedure cliniche, con il rischio di una diminuzione della loro capacità di prendere decisioni autonome e risolvere problemi complessi.
Un approccio attento e collaborativo, che coinvolga Istituzioni, società scientifiche e professionisti legati al mondo dell’IA (ingegneri, ricercatori, clinici, metodologi, comunicatori e divulgatori scientifici, data scientists, esperti di diritto, filosofi), può essere determinante nell’identificare percorsi e soluzioni che avvicinino il medico a queste nuove tecnologie. Un’opportunità, quindi, molto importante quella dell’IA nell’ambito della salute, che pone però allo stesso tempo sfide da affrontare come quella, nell’ambito della privacy, della gestione dei Big data, quella del Divario Digitale di Genere, e quella fondamentale dell’umanizzazione delle tecnologie.
«L’idea fondante del Libro Bianco è sensibilizzare su quelle che sono inevitabilmente, anche grazie all’Intelligenza Artificiale, le nuove prospettive della medicina di genere che avrà un’accelerazione importante proprio grazie alle nuove tecnologie perché, esemplificando, oggi abbiamo ancora farmaci senza distinzione di dosaggi appropriati come già dovrebbe essere in via sistematizzata per genere. La presentazione è senz’altro molto apprezzabile e non solo perché in linea con le trend line di differenziare la medicina per genere evolutivamente in chiave di medicina preventiva e personalizzata, valorizzando anche le opportunità offerte dall’IA cosiddetta generativa, rafforzando la tutela della salute delle utenti quale bene primario agendo prioritariamente in benessere della persona e della famiglia secondo principi di prevenzione e protezione predittiva e proattiva. Onda ha il merito di estrapolare in tutte le sue edizioni del Libro Bianco temi che saranno oggetto di interesse per gli anni a venire. Il ché non può prescindere da approfondimenti sulla necessaria revisione formativa degli operatori che se ne occupano, precondizione di competenza e conoscenza, motivazione e conseguente recupero in attrattività. Ma la valorizzazione delle professioni sanitarie deve andare necessariamente di pari passo con la presa di confidenza alle nuove tecnologie, alla digitalizzazione e a sistemi di valutazione, monitoraggio e controllo che misurino le effettive competenze e promuovano capacità e merito, come abbiamo previsto nelle iniziative legislative già promosse in linea con quanto si va a presentare per la sistematizzazione dell’opzione biomedica, sull’accesso a medicina, sull’evoluzione e innovazione della formazione specialistica nonché la valorizzazione dei ricercatori universitario», dichiara la Sen. Maria Cristina Cantù, Vicepresidente Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Senato della Repubblica.
«Ringrazio Fondazione Onda ETS per la stesura di questo Libro Bianco, fonte di dati numerosi e qualificati, utili nei processi decisionali, per lo sviluppo di politiche pubbliche mirate e con finanziamenti adeguati. In particolare, il focus sull’IA mi consente di riaffermare che l’innovazione tecnologica debba sempre essere orientata al servizio del cittadino, rispettando i principi di equità, trasparenza e accessibilità universale. È fondamentale che l’implementazione dell’IA nella sanità sia accompagnata da un rigoroso rispetto della privacy e dalla garanzia che nessuno rimanga escluso, ma credo che potrà fornire un supporto tecnico importante in termini di personalizzazione dalla fase della prevenzione alle cure. Certamente non potrà, però, mai sostituire il valore imprescindibile della relazione umana tra medico e paziente. In questo senso, è essenziale che il medico mantenga il controllo decisionale e che vengano evitati fenomeni come il deskilling. Infine, ritengo che la medicina di genere e la personalizzazione delle cure debbano essere al centro di un sistema sanitario universale, equo e pubblico, in linea con i principi costituzionali e che l’accesso alle tecnologie innovative debba essere garantito a tutti i cittadini, senza disuguaglianze economiche o geografiche. In questo contesto, ribadisco il nostro impegno per un sistema sanitario che metta al centro la persona, non come utente o numero, ma come essere umano con diritti inalienabili», dichiara la Sen. Elisa Pirro, Componente Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Senato della Repubblica.
«Ci troviamo alle soglie di una vera e propria “rivoluzione” in ambito medico, che sta avvenendo con grande rapidità grazie alla combinazione di innovazioni scientifiche e tecnologiche, dal supporto dell’IA allo sviluppo delle terapie geniche. Tutto questo, in pochi anni, cambierà non solo l’approccio medico-scientifico, ma anche la pratica clinica, i percorsi di cura e il rapporto con i pazienti, verso una medicina sempre più personalizzata. In questo contesto, la politica deve essere strumento di governo e di programmazione nel delineare il perimetro di regole certe, a tutela assoluta dei cittadini e del loro diritto a essere considerati, sempre, persone e non numeri e per garantire che queste nuove possibilità siano proposte in termini di accessibilità pubblica e universalistica. Non vi è, infatti, un vero e reale progresso umano e tecnologico, se questo non è messo a disposizione di tutti, in particolare su temi come la salute. Ringrazio, dunque, Fondazione Onda ETS per aver promosso questa nuova edizione del Libro Bianco, uno strumento utilissimo perché – come anche per le scorse edizioni – ha la capacità di portare al centro dell’attenzione temi molto importanti e di stretta attualità, contribuendo al fondamentale confronto e allo scambio di idee e di competenze», ha affermato l’On. Ilenia Malavasi, Componente XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati.
«Il mondo della sanità sta vivendo una indubbia e profonda trasformazione, guidata dai paradigmi della telemedicina e della digital health, e la decima edizione del Libro Bianco ci dà l’opportunità di sviluppare un dibattito costruttivo su un tema di grande impatto sociale ed economico. Nel contesto sanitario, l’Intelligenza Artificiale si profila come una forza rivoluzionaria, prospettando diagnosi più accurate, un supporto personalizzato ai pazienti, e un miglioramento complessivo del sistema. Tuttavia, il potenziale dell’IA può essere realizzato solo bilanciando l’uso degli strumenti tecnologici con il valore imprescindibile del personale sanitario e delle competenze professionali che esso esprime. La salute delle donne, in particolare, rappresenta un indicatore essenziale della qualità, efficacia ed equità del Sistema Sanitario Nazionale. Gli obiettivi strategici ministeriali devono mirare a promuovere un approccio life-course alla salute femminile, per abbracciare quindi l’intera gamma di esigenze sanitarie delle donne, superando così la classica focalizzazione sul benessere riproduttivo e sull’assistenza materno-infantile. In tal senso, l’IA può svolgere un ruolo chiave, contribuendo a costruire un sistema sanitario più solido e sensibile, e rendendo la medicina più equa e personalizzata», dichiara la Dott.ssa Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie, Ministero della Salute.
«Se i dati utilizzati per addestrare gli algoritmi non rappresentano adeguatamente la popolazione generale, l’intelligenza artificiale può fornire risultati imprecisi e discriminatori. Questo è ciò che accade, per esempio, quando il genere femminile non è sufficientemente rappresentato nelle casistiche di popolazioni che soffrono di una specifica patologia. Per limitare questo rischio, è cruciale implementare strategie di mitigazione, come la diversificazione dei dataset e l’adozione di tecniche per identificare e correggere tali distorsioni», ha dichiarato Eugenio Santoro, Responsabile dell’Unità di Ricerca in Sanità digitale dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e componente del Comitato Tecnico Scientifico di Fondazione Onda ETS.