Aumentano i decessi legati al caldo estremo in Europa e il rischio aumenta soprattutto per anziani e malati cronici. Il Ministero della Salute segnala 20 città da bollino rosso.

Le ondate di caldo estremo aumentano decessi
Le ondate di caldo estremo che colpiscono l’Europa in questi giorni stanno causando un aumento della mortalità. In Italia si contano già quattro vittime accertate: due in Sardegna, una in Lombardia e una in Liguria. Nella vicina Spagna, secondo il sistema MoMo (Monitoraggio della mortalità quotidiana per tutte le cause), da sabato scorso sono morte almeno 102 persone a causa della prima ondata di calore.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Europa è la regione che si sta scaldando più velocemente. Le conseguenze sanitarie si fanno sentire soprattutto nelle città, dove la temperatura percepita è più elevata rispetto a quella reale. Il Ministero della Salute ha diffuso un nuovo bollettino che prevede, per venerdì, 20 città italiane con allerta da bollino rosso.
Gli effetti del caldo sulla salute: chi rischia di più
Stanno aumentando gli accessi nei punti di primo soccorso, con un’impennata dal 5 al 20% in più di entrate, ha spiegato Alessandro Ricciardi, presidente della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (SIMEU) all’Ansa.
I soggetti più colpiti sono anziani, pazienti con patologie croniche e persone pluripatologiche. Infatti le ondate di calore possono aggravare patologie preesistenti e portare a manifestazioni acute.
Le conseguenze possono essere gravi anche per chi è apparentemente in buona salute. Quando la temperatura corporea aumenta oltre il limite di tolleranza, gli organi vitali possono essere danneggiati. Il meccanismo principale con cui il corpo umano si raffredda è la sudorazione. Ma in presenza di elevata umidità, il sudore non evapora in modo efficace. Questo compromette la capacità del corpo di smaltire il calore interno, provocando un rapido innalzamento della temperatura corporea.
Perché si muore di caldo: cosa accade al corpo
Due studi pubblicati sulle riviste JAMA e Circulation confermano il legame diretto tra ondate di calore e aumento della mortalità.
Quando il sistema di termoregolazione viene compromesso, si possono sviluppare diverse condizioni cliniche. Nei soggetti sani si può andare da crampi e edemi fino a congestione, svenimenti, disidratazione o colpo di calore. Nei pazienti con malattie croniche il rischio è molto più elevato. Le condizioni di caldo estremo possono aggravare:
- malattie cardiovascolari e cerebrovascolari
- malattie polmonari croniche
- disturbi psichici
- patologie del sistema nervoso centrale
- malattie del fegato e dei reni
- malattie metaboliche come il diabete
In presenza di queste condizioni, il rischio di morte aumenta sensibilmente durante le ondate di calore. In particolare negli anziani.
Altre patologie croniche alterano direttamente il sistema di termoregolazione: è il caso della sclerodermia, dove la sudorazione è compromessa a causa dell’assottigliamento dell’epidermide. Anche nella fibrosi cistica, l’eccessiva sudorazione può portare a disidratazione e insufficienza circolatoria.
Segnali da non ignorare e cosa fare
Il Ministero della Salute ha pubblicato una guida con i comportamenti da seguire durante le ondate di calore. I sintomi da non sottovalutare sono:
- mal di testa
- vertigini
- debolezza
- nausea
- pelle secca e calda
- confusione mentale
- perdita di coscienza
In presenza di questi segnali, è fondamentale intervenire subito. Il consiglio principale è spostarsi in ambienti freschi, idratare il corpo bevendo acqua in modo costante e evitare l’esposizione diretta al sole, soprattutto nelle ore più calde.
Il Ministero raccomanda inoltre:
- restare in casa nelle ore centrali del giorno
- coprire la testa con cappelli leggeri
- indossare abiti chiari e traspiranti
- evitare sforzi fisici intensi
- usare ventilatori o condizionatori, anche solo per alcune ore
- consumare pasti leggeri
L’attenzione deve essere massima per anziani soli, neonati, persone con malattie croniche e soggetti in condizioni socioeconomiche fragili. In molte città sono attivi piani di emergenza che prevedono l’assistenza a domicilio e il monitoraggio dei soggetti più a rischio.
I numeri in Europa e in Italia
Nel corso del 2022, le ondate di calore in Europa hanno causato oltre 61.000 decessi secondo un’analisi condotta da ricercatori dell’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal) e pubblicata suNature Medicine. L’Italia è stato il Paese con il secondo numero più alto di morti: oltre 18.000 in una sola estate.
Nel 2023 e 2024 i dati sono rimasti elevati, secondo quanto riferito dai sistemi nazionali di sorveglianza. I modelli previsionali dell’European Environment Agency indicano un possibile incremento dei fenomeni estremi anche nei prossimi anni.



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“L’Insufficienza Respiratoria ha un valore predittivo della mortalità – spiega il Prof. Filippo Fimognari, Direttore Scientifico SIGOT e Direttore Unità Operativa Complessa di Geriatria e del Dipartimento Medico Polispecialistico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza – I pazienti che ne sono affetti vanno quindi monitorati attentamente, poiché l’alterazione dell’ossigeno costituisce un fattore di rischio indipendente ed aggiuntivo rispetto alle patologie acute che provocano questa sindrome.
“L’elettrostimolazione tramite pacemaker può avvenire in diverse modalità – spiega il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus – All’approccio classico, che si e manifestato in alcuni casi anche deleterio, si è recentemente aggiunta l’elettrostimolazione fisiologica, che rappresenta un salto in avanti per favorire la qualità di vita dei pazienti e per limitare le complicanze successive. La stimolazione fisiologica riproduce un percorso più naturale dell’impulso elettrico nel cuore. Partendo dalle fisiologiche vie di conduzione elettriche, l’impulso raggiunge tutto il cuore, prevenendo o trattando l’insufficienza cardiaca.
“La Valutazione Multidimensionale – spiega il Dott. Alberto Cella, Segretario del Direttivo SIGOT- rappresenta per il geriatra lo strumento base nel lavoro clinico sul paziente anziano, alla stregua dello stetoscopio per qualsiasi altro medico. La Valutazione Multidimensionale è nata in geriatria per calibrare gli obiettivi di cura e assistenza di fronte alla complessità dell’anziano, spesso affetto da più patologie croniche, condizionato da deficit funzionali e/o cognitivi e non raramente anche da problematiche socio-economiche.



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