Tempo di lettura: 3 minutiSi chiama Mark Hyman ed è il nuovo guru americano del benessere. Il suo libro “La dieta dell’equilibrio glicemico” (che sta arrivando anche in Italia) è in vetta alle classifiche di vendite negli Usa. Lo ha letto anche Bill Clinton, il quale ha dichiarato: “spero che questo libro vi ispiri quanto ha ispirato me”. D’altronde in America il sovrappeso è un problema serio. Al suo interno un programma che promette in sei settimane di ristabilire l’equilibrio fisico, vale a dire perdere peso, prevenire le malattie e sentirsi in ottima forma.
Tutto ha inizio da una ricerca pubblicata dal Journal of American Medical Association nel 2007 secondo cui le diete che prevedono un carico glicemico ridotto, ovvero che non fanno aumentare molto i livelli di glicemia e di insulina sono le sole che funzionano. Lo studio apparso anche sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che la dieta più semplice da seguire nel tempo (la sola in grado di evitare di riprendere peso una volta interrotta) è una dieta a basso indice glicemico e ricca di proteine. Basta combinare proteine, grassi, carboidrati vegetali sani, ricchi di fibre e poveri di amido e una quantità limitata di cereali integrali e frutta a basso indice glicemico. Inoltre non bisognerebbe mai mangiare i carboidrati da soli, ma andrebbero sempre accompagnati, sia che si tratti di un pasto o di uno spuntino, con proteine e grassi. Quindi se si mangia una mela, dovremmo aggiungere allo spuntino anche qualche noce. E se per pranzo abbiamo un piatto di cereali integrali, dovremmo anche mangiare pesce o carne bianca con verdure ricche di fibre.
“Il segreto – dice Hyman all’Huffington USA – è consumare cibo lentamente e regolarmente durante tutta la giornata per mantenere il più stabile possibile il vostro livello di glicemia e insulina. Tenete attiva la fornace metabolica tutto il giorno, anziché rallentarla con periodi di microcarestia. Fate sempre colazione, mangiate ogni tre-quattro ore e cercate di farlo tutti i giorni allo stesso orario. Il vostro metabolismo lavorerà più rapidamente e in maniera più efficiente, e di conseguenza perderete peso, avrete più energia e vi sentirete meglio”.
La dieta dell’equilibrio glicemico ha 10 punti fondamentali.
– Bilanciare la glicemia, eliminando completamente zucchero e dolcificanti artificiali. Per mantenere la glicemia bilanciata, mangiare ad ogni pasto proteine sane: pesce, uova da allevamento biologico, piccole quantità di pollame magro, noci, soia e legumi; grassi sani e carboidrati sani come legumi, verdure, cereali integrali e frutta.
– Bandire le calorie liquide che fanno aumentare l’appetito e lievitare il girovita più di qualsiasi altro alimento.
– Una colazione a base di proteine, da scegliere tra: uova, frutti con guscio, semi, o frullati con tofu.
– Fare piccoli pasti frequenti, mangiando ogni 3-4 ore e ricordando che ogni pasto e ogni spuntino deve contenere delle proteine, proteine animali magre, noci, semi o legumi
– Evitare di mangiare tardi la sera (nelle tre ore prima di coricarvi). Mangiare prima di andare a letto aumenta il livello di insulina, inducendo l’accumulo di grasso addominale
– Gestire lo stress, seguendo un programma quotidiano di gestione dello stress che includa respirazione profonda, meditazione e altre tecniche di rilassamento.
– Scoprire eventuali allergie latenti che vi aumentano l’appetito. Spesso sentiamo il bisogno di mangiare proprio quegli alimenti a cui siamo allergici. Per questo il consiglio di Hyman è di interrompere l’assunzione di glutine e latticini per le prime sei settimane del programma
– Muoversi, perché l’attività fisica contribuisce a regolare l’appetito.
– Fare sempre 7 – 8 ore di sonno. Non dormire abbastanza induce degli attacchi di fame diretti a zuccheri e carboidrati attraverso la mediazione degli ormoni che regolano l’appetito
– Ottimizzare gli apporti dei nutrienti, assumendo gli omega-3 e ottimizzando il livello di vitamina D.[wl_chord][wl_cloud]
Charlie Gard, l’ultima sentenza
News PresaAncora qualche ora, poi arriverà la sentenza che segnerà per sempre il destino della famiglia Gard. E’ il giorno della speranza per i genitori del piccolo Charlie, il giorno nel quale si conclude finalmente la battaglia per la vita del bimbo, o almeno per cercare di garantirgli una chance. Nicholas Francis (presidente della sezione minori dell’Alta corte di giustizia inglese), si pronuncerà tra qualche ora con l’ultima sentenza. In realtà già il fatto che si sia arrivati a questa sentenza può essere considerata una piccola vittoria, fino a due giorni fa i medici del Great Ormond Street Hospital non avevano alcun dubbio sull’opportunità di interrompere qualsiasi tipo di assistenza al piccolo. Poi, con la pressione mediatica cresciuta ora dopo ora e l’interessamento della Casa Bianca e del Vaticano, le cose sono cambiate. Alla fine è stato proprio il management del Great Ormond Street Hospital, forse preoccupato per il possibile impatto sulle donazioni, a chiedere un ulteriore parere.
L’impegno di Papa Francesco
Potere dei media, la vicenda di Charlie è arrivata veloce oltre le mura vaticane. Papa Francesco pur senza citarlo aveva ricordati che «difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo». Poi, nei giorni scorsi, il Papa ha rotto ogni indugio per invitare a rispettare il desiderio dei genitori del bambino di 10 mesi, colpito dalla sindrome da deperimento mitocondriale. «Il santo Padre segue con affetto e commozione la vicenda del piccolo Charlie Gard ed esprime la propria vicinanza ai suoi genitori. Per essi prega, auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo», il commento arrivato dalla Sala Stampa Vaticana.
La mobilitazione del web
Un grande appoggio alla famiglia Gard è arrivato dal web. Le immagini e i video con i quali i genitori hanno combattuto per la vita del piccolo hanno infatti mobilitato centinaia di migliaia di internauti, che hanno inviato messaggi di solidarietà da tutto il mondo. Alle spalle del piccolo Charlie è cresciuto un esercito di persone comuni, un esercito pronto a sostenere (anche economicamente) la famiglia Gard in questa dura lotta per la vita. Una battaglia che tra poche ore arriverà alla fine. Ma, se anche dovesse essere una vittoria, per il piccolo Charlie e per i suoi amorevoli genitori la guerra sarebbe ancora lunga.
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Ecco cosa può succedere se si ha un disturbo della prostata
News Presa, PrevenzioneIn pochi lo sanno, ma alcuni «problemi sotto le lenzuola» possono essere causati da una prostata che non va bene. E visto che sono 7 milioni circa gli italiani over 50 (ma parecchi anche intorno ai 40) affetti da Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) è chiaro che «l’italica virilità» è seriamente a rischio.
Battute a parte, il legame tra l’ingrossamento della prostata e alcuni disturbi della sfera intima, come ad esempio la disfunzione erettile, sono problemi che hanno molto in comune: entrambi aumentano con l’età e possono essere molto invalidanti.
Sintomi e fastidi.
Vincenzo Mirone, professore ordinario della facoltà di Medicina e Chirurgia della Federico II di Napoli e segretario generale della Società Italiana di Urologia (SIU) spiega che «ai disturbi sessuali si aggiungono agli altri fastidiosi sintomi tipici del cattivo funzionamento della prostata, che rendono la vita (e soprattutto le notti) di chi ne soffre un vero incubo». Quali? Sonno interrotto per alzarsi continuamente e urinare, corse in bagno durante la giornata, bruciore alla minzione. Fastidi che minacciano di rovinare anche le vacanze: proprio quando la coppia dovrebbe poter contare su relax e più tempo libero da dedicare anche alla propria intimità, qualcosa va storto e mette a dura prova l’intesa tra i partner.
Quindi, oltre a preparare la valigia e i documenti di viaggio prima di partire per le ferie, meglio fare anche un check-up anche alla prostata e farsi prescrivere la terapia più adeguata. Oggi, tra l’altro, le opzioni disponibili sono numerose, sicure, più efficaci e anche pratiche da assumere, in grado di sconfiggere persino la proverbiale «distrazione» maschile, grazie alla combinazione in un’unica compressa dei due principi attivi chiave per curare l’ingrossamento della prostata: dutasteride e tamsulosina».
Desiderio sessuale al top.
Ma perché d’estate aumenta la libido? Lo spiega la dottoressa Luciana Mariani, urologa territoriale presso l’Area Vasta 3 e 4 Civitanova Marche-Fermo: «La maggior esposizione al sole converte il triptofano in serotonina, un antidepressivo naturale, migliorando la qualità delle emozioni, aumentando la libido e la secrezione di ormoni sessuali maschili e femminili. Inoltre, le ferie ci tengono lontani dallo stress e dalle preoccupazioni della quotidianità dandoci la possibilità di riappropriarci dei nostri desideri, prendendoci cura di noi stessi. Insomma, un umore più positivo e la prospettiva che tra un po’ si andrà in vacanza creano un mix che favorisce un più facile approccio all’intimità e al sesso. Ma se questo mix si scontra con un problema fisiologico come quelli che possono essere causati dall’ipertrofia prostatica benigna (IPB) allora il desiderio sessuale potrebbe avere un drastico calo»
Dunque, per evitare che un disturbo prostatico possa rovinarci le vacanze e trasformarsi con il tempo in qualcosa di serio, meglio fare un controllino prima di metterci in viaggio.
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Zucchero: troppo in gravidanza aumenta rischio allergia e asma nei figli
News PresaTroppo zucchero in gravidanza può aumentare il rischio di allergia e asma allergica nei figli. Lo rivela uno studio osservazionale su circa 9.000 coppie madre-figlio, pubblicato sullo European Respiratory Journal. Fino ad oggi alcune ricerche avevano riportato un’associazione tra elevato consumo di bevande zuccherate e asma nei bambini, ma la relazione tra la quantità di zucchero assunto dalla mamma in gravidanza e l’allergia e l’asma nella prole era stata poco studiata.
La squadra del Queen Mary University di Londra ha utilizzato i dati di uno studio su 9mila coppie di madri e figli. Mentre vi erano solo prove deboli di legame tra l’assunzione di zuccheri semplici in gravidanza e l’asma in generale nei figli all’età di sette anni, vi erano forti associazioni positive con allergia e asma allergico. Le mamme che assumevano più zucchero presentavano un aumento del rischio del 38 per cento di allergia nei figli e un aumento del 100% del rischio di asma allergico rispetto a quelle che ne assumevano meno.
Tra le ipotesi, il fatto che una elevata assunzione di fruttosio causi una persistente risposta immunitaria allergica post-natale che porta ad infiammazione allergica nel polmone in via di sviluppo.
Questa nuova ricerca è importante, secondo gli autori, per capire come l’alimentazione agisca sul nascituro e quali siano esattamente i meccanismi. Nel frattempo, i medici sconsigliano di assumere un elevato contenuto di zucchero durante la gestazione.
Sangue artificiale: scienziati scoprono come produrlo senza limiti
Ricerca innovazioneSecondo le ultime statistiche, l’Italia con 1,7 milioni di donatori è in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale annuo, ma soprattutto in questo periodo dell’anno in cui le donazioni crollano vertiginosamente per problemi pressori legati al caldo, viaggi all’estero, zanzare che talvolta possono portare malattie, l’invecchiameto della popolazione (nel 2016, in Italia, sono stati registrati 40.000 donazioni in meno rispetto al 2015), avere una scorta di sangue sempre disponibile farebbe davvero comodo soprattutto nei paesi poveri e per coloro che hanno un gruppo sanguigno raro che, in caso di necessità, hanno difficoltà a reperire un sangue a loro compatibile.
Gli studi sul sangue artificiale proseguono da decenni anche se non hanno portato a risultati incoraggianti: quelli finora condotti riguardavano la produzione di sangue attraverso un tipo di cellule staminali che producono solitamente i globuli rossi nel corpo umano e fino ad oggi i ricercatori non erano riusciti a produrne un quantitativo utile per una trasfusione; con i metodi tadizionali le cellule staminali erano in grado di produrre solo 50.000 globuli rossi prima di morire, risultato insoddisfacente visto che in un millimetro cubo di sangue ne sono presenti cinque milioni.
Un team di ricerca britannico dell’Università di Bristol ha trovato un nuovo metodo per la produzione di sangue utilizzando cellule staminali “immortali” manipolandole in modo da bloccarle nella fase iniziale di sviluppo, fase in cui possono dividersi per creare un numero illimitato di cellule.
Questo procedimento è attualmente molto costoso e sarebbe impensabile, allo stato dell’arte, poter sostituire le donazioni di sangue: gli stessi ricercatori hanno affermato che questa nuova tecnica sarà utilizzata, probabilmete nel prossimo periodo, come coadiuvante alle trasfusioni sia per chi possiede gruppi sanguigni rari che per chi soffre di talassemia che, in caso di condizioni gravi, richiede regolari trasfusioni.
di Luigi Gazzillo
Insonnia e disturbi psicosomatici tra gli studenti universitari
PsicologiaL’insonnia, soprattutto quella di lunga durata, ha un notevole impatto su numerose sfere della vita quotidiana.
Le persone che ne sono afflitte hanno in genere più difficoltà rispetto alle altre a gestire situazioni di stress sia a livello familiare che lavorativo, maggiori difficoltà a prendere decisioni e a portare a termine compiti anche semplici.
Gli insonni cronici lamentano principalmente una minore efficienza fisica, sentimenti negativi, tristezza, ansia, nervosismo, irritabilità e disturbi della memoria.
I problemi di sonno, sono molto frequenti tra gli studenti universitari, ciò porta a non riucire ad esprimere al massimo le proprie potenzialità durante il giorno, a un maggior rischio di sviluppare una sintomatologia psichiatrica e ad un incremento di problemi psicosomatici.
In uno studio tedesco del 2017 pubblicato su “Journal of Pain Research” su 2443 studenti universitari quasi un terzo (36,9%) ha riportato una scarsa qualità del sonno, in linea con la maggior parte degli studi sugli studenti universitari in tutto il mondo.
Solo per il 13,5% la qualità del sonno è risultata molto buona, il 27,1% ha dichiarato di dormire male mentre un 4,6% in modo pessimo.
In media l’intero campione aveva una latenza di insorgenza del sonno di 34,37 min che può già essere considerata insonnia facendo riferimento ai criteri del DSM-5.
Gli studenti hanno riferito inoltre una continua sonnolenza diurna, uso di farmaci ipnotici e problemi di apprendimento dovuti alla stanchezza, gli studiosi hanno anche osservato che chi aveva una qualità del sonno migliore, misurata con la scala di Pittsburgh, faceva meno uso di alcol.
I disturbi del sonno erano spesso associati a problemi di ansia e depressione con una forte correlazione a dolori somatici.
Facendo quindi riferimento a questo studio è di fondamentale importanza programmare le giornate: una routine quotidiana strutturata promuovendo uno stile di vita quanto più possibile sano e ritagliando un posto importante alle ore di sonno è un primo passo verso una significativa riduzione dell’ansia e di tutti i sintomi sopracitati che spesso sono presenti in una condizione di vita non equilibrata che purtroppo caratterizza la vita della maggior parte dei giovani e degli studenti in particolare.
Luigi Gazzillo
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Hyman, il guru americano detta le regole dell’ottima forma
AlimentazioneSi chiama Mark Hyman ed è il nuovo guru americano del benessere. Il suo libro “La dieta dell’equilibrio glicemico” (che sta arrivando anche in Italia) è in vetta alle classifiche di vendite negli Usa. Lo ha letto anche Bill Clinton, il quale ha dichiarato: “spero che questo libro vi ispiri quanto ha ispirato me”. D’altronde in America il sovrappeso è un problema serio. Al suo interno un programma che promette in sei settimane di ristabilire l’equilibrio fisico, vale a dire perdere peso, prevenire le malattie e sentirsi in ottima forma.
Tutto ha inizio da una ricerca pubblicata dal Journal of American Medical Association nel 2007 secondo cui le diete che prevedono un carico glicemico ridotto, ovvero che non fanno aumentare molto i livelli di glicemia e di insulina sono le sole che funzionano. Lo studio apparso anche sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che la dieta più semplice da seguire nel tempo (la sola in grado di evitare di riprendere peso una volta interrotta) è una dieta a basso indice glicemico e ricca di proteine. Basta combinare proteine, grassi, carboidrati vegetali sani, ricchi di fibre e poveri di amido e una quantità limitata di cereali integrali e frutta a basso indice glicemico. Inoltre non bisognerebbe mai mangiare i carboidrati da soli, ma andrebbero sempre accompagnati, sia che si tratti di un pasto o di uno spuntino, con proteine e grassi. Quindi se si mangia una mela, dovremmo aggiungere allo spuntino anche qualche noce. E se per pranzo abbiamo un piatto di cereali integrali, dovremmo anche mangiare pesce o carne bianca con verdure ricche di fibre.
“Il segreto – dice Hyman all’Huffington USA – è consumare cibo lentamente e regolarmente durante tutta la giornata per mantenere il più stabile possibile il vostro livello di glicemia e insulina. Tenete attiva la fornace metabolica tutto il giorno, anziché rallentarla con periodi di microcarestia. Fate sempre colazione, mangiate ogni tre-quattro ore e cercate di farlo tutti i giorni allo stesso orario. Il vostro metabolismo lavorerà più rapidamente e in maniera più efficiente, e di conseguenza perderete peso, avrete più energia e vi sentirete meglio”.
La dieta dell’equilibrio glicemico ha 10 punti fondamentali.
– Bilanciare la glicemia, eliminando completamente zucchero e dolcificanti artificiali. Per mantenere la glicemia bilanciata, mangiare ad ogni pasto proteine sane: pesce, uova da allevamento biologico, piccole quantità di pollame magro, noci, soia e legumi; grassi sani e carboidrati sani come legumi, verdure, cereali integrali e frutta.
– Bandire le calorie liquide che fanno aumentare l’appetito e lievitare il girovita più di qualsiasi altro alimento.
– Una colazione a base di proteine, da scegliere tra: uova, frutti con guscio, semi, o frullati con tofu.
– Fare piccoli pasti frequenti, mangiando ogni 3-4 ore e ricordando che ogni pasto e ogni spuntino deve contenere delle proteine, proteine animali magre, noci, semi o legumi
– Evitare di mangiare tardi la sera (nelle tre ore prima di coricarvi). Mangiare prima di andare a letto aumenta il livello di insulina, inducendo l’accumulo di grasso addominale
– Gestire lo stress, seguendo un programma quotidiano di gestione dello stress che includa respirazione profonda, meditazione e altre tecniche di rilassamento.
– Scoprire eventuali allergie latenti che vi aumentano l’appetito. Spesso sentiamo il bisogno di mangiare proprio quegli alimenti a cui siamo allergici. Per questo il consiglio di Hyman è di interrompere l’assunzione di glutine e latticini per le prime sei settimane del programma
– Muoversi, perché l’attività fisica contribuisce a regolare l’appetito.
– Fare sempre 7 – 8 ore di sonno. Non dormire abbastanza induce degli attacchi di fame diretti a zuccheri e carboidrati attraverso la mediazione degli ormoni che regolano l’appetito
– Ottimizzare gli apporti dei nutrienti, assumendo gli omega-3 e ottimizzando il livello di vitamina D.[wl_chord][wl_cloud]
Se la nonna materna fuma in gravidanza, danni ricadranno anche sui nipoti
BambiniChe fumare in gravidanza faccia male è ormai cosa risaputa, ma che addirittura i danni provocati dal fumo della nonna materna in gravidanza si possano ripercuotere sui nipoti non era così scontato, questo è quanto è emerso da uno studio dell’università di Bristol.
Gli scienziati hanno seguito 14500 bambini nati negli anni novanta ed hanno riscontrato, soprattutto nelle bambine la cui nonna materna ha fumato durante la gravidanza, un 67% di possibilità in più di mostrare alcuni tratti legati all’autismo come un’impoverita abilità sociale e comportamenti ripetitivi; i ricercatori hanno anche notato un aumento del 53% di diagnosi di autismo nei nipoti.
Questo studio suggerisce che se una donna è esposta al fumo di sigaretta mentre è ancora nel ventre materno, potrebbe subire una compromissione degli ovuli con conseguenze sullo sviluppo dei propri figli.
Le ragioni di questo fenomeno non sono ancora del tutto chiare.
Secondo gli autori esistono due possibilità perché ciò avvenga:
• Un danno del DNA che viene trasmesso ai nipoti;
• Una risposta adattiva al fumo, che rende il nipote più vulnerabile all’autismo.
Sappiamo però con certezza che il fumo può danneggiare il DNA dei mitocondri, organismi delle cellule eucariote adibiti alla respirazione delle stesse, che viene trasmesso alle generazioni future solo attraverso gli ovuli materni, le cui mutazioni genetiche spesso non hanno effetti evidenti nella madre, ma possono averli quando vengono tramandati ai figli.
Lo studio, che è apparso sulla rivista scientifica “Scientific Reports”, ha messo in evidenza gli effetti intergenerazionali del fumo, quindi sappiamo che non fumare durante la gravidanza oltre a preservare il nascituro da danni come nascita prematura, sottopeso, ritardi nella maturazione della funzione respiratoria e problemi nello sviluppo intellettivo, tutela anche le future generazioni da gravi sindromi come l’autismo.
Luigi Gazzillo
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Barca a vela come scuola di vita, “per non smarrire mai la rotta”
News Presa«Questa storia nasce dal ricordo di un giovane amante del mare e della vita e dimostra come a volte la memoria di ciò che è stato possa germogliare nel presente», scrive Alessandra Lupo sulle pagine del Quotidiano di Puglia. Sono passati ormai diversi anni dalla tragica scomparsa di Giuseppe Caggia, a seguito di un incidente. E come spesso accade a chi va via lasciando un segno indelebile nelle vite degli altri, in tanti hanno deciso di ricordarlo con quello che inizialmente era una sorta di memorial. Nacque così tre anni fa il “Captain’s Day”, una regata dedicata ai più piccoli, per dar loro modo di mettersi in gioco in una vera gara in barca a vela fin dai sei anni di età. Perché il mare e la natura hanno tanto da insegnare ai bambini, così come il gioco di squadra e la sana competizione. L’appuntamento è cresciuto anno dopo anno fino a diventare una piccola istituzione. Quest’anno il “Captain’s Day” tornerà il 16 luglio nelle acque di Santa Caterina di Nardò nel Salento e vedrà i piccoli capitani e pirati sfidarsi in una vera regata.
La giornata è organizzata dagli Amici di Giuseppe del Circolo Nautico La Lampara a.s.d., in ricordo del suo giovane socio che sin da piccolo frequentava il circolo e i corsi di vela. Inoltre, all’evento collabora l’associazione “Vela e Salute” che promuove un percorso abbinato di medicina preventiva e sport, per la formazione psicofisica del ragazzo e dell’adolescente, per la prevenzione dell’obesità e dei disturbi del comportamento alimentare e per l’informazione-educazione alimentare in età evolutiva. L’associazione ha accolto in pieno lo spirito di questa giornata condividendone valori ed ideali necessari per la corretta formazione e crescita dei bambini, così come l’associazione LedA che ha sposato anch’essa l’iniziativa, si occupa di progetti educativi in percorsi di crescita dove i bambini, tramite l’esperienza dell’arte e della creatività, imparano la bellezza del mondo attraverso i sensi.
«Come ogni anno questo appuntamento sarà una giornata dedicata ai più piccini, per non “smarrire la rotta” indicata dalla vita di Giuseppe – spiega la sorella Costanza Caggia alle pagine del Quotidiano di Puglia -, dedicata al mare e ai più piccoli ai quali amava insegnare l’arte della navigazione e la gioia della vita. Esperto navigatore, aveva fatto delle regole e dei valori della navigazione uno stile di vita, che affrontava con il suo immancabile sorriso, una battuta e l’attenzione per tutti».
Imparare ad andar per mare, da soli o in equipaggio, rappresenta per i più piccoli (e non), l’occasione di misurarsi con le proprie capacità, con se stessi e con gli altri, con disciplina, collaborazione e rispetto del prossimo, del tempo e della natura, in un ambiente sano.
«Questi principi rappresentano la forza motrice di questa manifestazione che, grazie alla sinergia di tutti i partecipanti e di chi crede in questo progetto, vuole portare avanti il messaggio di speranza lasciato da Giuseppe investendo sull’educazione dei bambini per un futuro migliore così come lui amava fare».
Anche quest’anno la manifestazione è abbinata al disegno: i piccoli capitani, infatti, potranno partecipare al concorso: “Disegna la storia del tuo mare a vignette”, mettendo a frutto la loro fantasia. I racconti sul mare fatti dai piccoli artisti in gara, infatti, rappresentano un sorprendente bacino di narrazione.
Trapianti di staminali, il Pascale verso nuovi traguardi
News PresaIl Pascale di Napoli, uno dei più importanti Istituti del Sud Italia per la ricerca e la cura delle malattie oncologiche, ha ricevuto un importante accreditamento internazionale e ora punta a confermare la propria leadership nel campo delle terapie innovative. Il riconoscimento ottenuto dall’Istituto partenopeo si chiama «Jacie», a livello internazionale è un po’ come se fosse l’Oscar nel campo dei trapianti di cellule staminali, trapianto che viene usato come terapia fondamentale per la cura di molte neoplasie ematologiche e di alcuni tumori solidi come quello del testicolo e dei sarcomi. Il 26 giugno scorso la Commissione Europea Jacie ha conferito questa importante certificazione al Programma Trapianto dell’Istituto dei tumori di Napoli.
Carte in regola
Uno degli aspetti che rende fondamentale l’aver ottenuto questo «premio» è che la certificazione Jacie sarà a brevissimo un requisito dovuto e indispensabile per tutti i Centri che curano pazienti oncoematologici attraverso il trapianto di cellule staminali. In questo senso il Pascale, unico al momento tra i Centri della Regione Campania, è riuscito a superare con successo l’intero processo di accreditamento. Non nasconde la soddisfazione il direttore generale Attilio Bianchi che dice: «E’ un traguardo molto importante per tutti i pazienti del nostro Istituto, pazienti che hanno bisogno di un trapianto di midollo e per i loro familiari. Gli ispettori del Jacie hanno infatti verificato che le modalità di esecuzione e i risultati di questi trapianti presso il Pascale certificando che sono allineati con quelli dei più importanti Centri ematologici internazionali. Questo riconoscimento non può far altro che impegnarci ad ampliare e sviluppare ulteriormente l’attività del nostro Programma di Trapianto allo scopo di offrire tali procedure in tempi adeguati e con le migliori garanzie di qualità a tutti i pazienti, in Regione Campania e in Italia, che dovessero abbisognare di una terapia a così elevata complessità».
Nuove strategie di trapianto
Stessa soddisfazione per Antonello Pinto, direttore del Programma Trapianti e Gianpaolo Marcacci, responsabile dell’Unità Clinica aggiungono: «L’accreditamento Jacie – dicono – rappresenta per noi un primo passo fondamentale per sviluppare ulteriormente le strategie trapiantologiche allo scopo di curare sempre più pazienti e, sopra ogni cosa, garantire ai cittadini della nostra regione la stessa qualità assistenziale erogata a livello internazionale. Per i pazienti con diagnosi di mieloma multiplo, ad esempio, il trapianto autologo, rappresenta ancora oggi la miglior opzione per il trattamento di prima linea. Le indicazioni di questa procedura, inoltre, sono state recentemente estese anche a patologie non neoplastiche tra cui le malattie autoimmuni refrattarie alla terapia convenzionale».
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Vita umana non ha limiti d’età. Smontata soglia 115 anni
Ricerca innovazioneLa vita umana potrebbe raggiungere limiti da Guinness. Lo affermano due biologi della McGill University di Montreal, Bryan G. Hughes e Siegfried Hekimi, che smontano la soglia dei 115 anni. Secondo gli esperti, infatti, è impossibile fare previsioni esatte, ma verrà raggiunta una nuova soglia della vita umana.
I due scienziati, Hughes e Hekimi, avrebbero analizzato dei dati raccolti dal 1968 a oggi tra Giappone, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, arrivando a una conclusione: non si può sapere quale sia il limite di età umana. Estendendo le linee che indicano le tendenze, hanno visto che la vita media e quella massima potrebbero continuare ad aumentare nel prossimo futuro.
Sulla base della loro analisi statistica, i due biologi contestano dunque il limite dei 115 anni proposto da un recente studio, pubblicato su Nature a ottobre dal gruppo di Xiao Dongclose dell’Albert Einstein College of Medicine di New York.
I progressi nella medicina, nell’alimentazione e nella cura della persona introdotti dai primi del ‘900 hanno provocato un aumento costante nell’aspettativa di vita media (l’Italia è uno dei Paesi più longevi: un bambino che nasce oggi può aspettarsi di vivere fino a 83 anni). Ma secondo la precedente ricerca, la parabola ascendente della durata massima di vita raggiungibile avrebbe già toccato il suo “tetto” negli anni ’90.
Questa nuova rivelazione degli esperti canadesi sfaterebbe questa teoria ed un’altra precedente che fissava sempre ai 115 anni il tetto massimo.
In un precedente studio pubblicato su Genome Research infatti, la soglia dei 115 anni era accreditata grazie all’analisi del sangue di un’anziana signora danese donatasi alla scienza, Hendrikje van Andel-Schipper, morta lucidissima nel 2005, a 115 anni appunto. Un team di ricercatori olandesi, statunitensi e australiani aveva analizzato le sue cellule confermando la teoria del limite di 115 anni.
Insomma, questa teoria, da oggi, sarebbe brillantemente superata. Il limite della vita umana dev’essere ancora scoperto, ammesso che ci sia.