Tempo di lettura: 3 minutiIl numero di casi di cancro nel mondo tra le persone di età inferiore ai 50 anni è aumentato di quasi l’80 per cento negli ultimi trent’anni. Il bilancio delle vittime più pesante è per i tumori al seno, alla trachea, al polmone, all’intestino e allo stomaco. Lo suggerisce uno studio pubblicato sul British Medical Journal, dal titolo Global trends in incidence, death, burden and risk factors of early-onset cancer from 1990 to 2019. In particolare, dal 1990 al 2019 il cancro a esordio precoce è aumentato del 79 per centro, passando da 1,8 milioni di casi a poco più di 3 milioni nel 2019.
Decessi per cancro a esordio precoce
In trent’anni il numero di decessi per cancro a esordio precoce è aumentato del 27,7%. Negli Usa i tassi di diagnosi di cancro sono aumentati nel 2019, arrivando a 107,8 casi ogni 100mila persone under 50, in crescita del 12,8% rispetto ai 95,6 su 100mila del 2000. “I tumori al seno, alla trachea, ai bronchi, ai polmoni, allo stomaco e al colon-retto a esordio precoce hanno mostrato la mortalità più elevata nel 2019”, spiega il team di ricercatori internazionale. “A livello globale, i tassi di incidenza del cancro nasofaringeo e della prostata a esordio precoce hanno mostrato la tendenza all’aumento più rapida, mentre il cancro al fegato a esordio precoce ha mostrato la diminuzione più marcata”.
Tumori in passato legati all’età avanzata
Secondo le proiezioni, il numero globale d’incidenza e di decessi per cancro a esordio precoce è destinato a crescere rispettivamente del 31% e del 21% nel 2030. Si tratta di tumori che in passato hanno sempre interessato fasce di età più avanzate. Dall’altra parte però grazie all’innovazione e alla ricerca è aumentata la sopravvivenza e la consapevolezza in termini di prevenzione. Infatti, negli ultimi vent’anni le persone vive a 10 anni da una diagnosi di tumore sono aumentate di un milione.
Cancro al seno in aumento
Lo studio riporta l’incidenza del cancro al seno in America. Tra le
donne di età compresa tra 15 e 39 anni è aumentata di oltre il 17% nell’arco di 19 anni. I tassi di mieloma sono aumentati di oltre il 30 per cento. Il cancro del colon-retto di quasi il 45 per cento. Gli scienziati attribuiscono gli aumenti soprattutto alla dieta e allo stile di vita. I fattori di rischio principali sono legati al fumo, al consumo di alcol e carne rossa.
Sovrappeso e obesità
L’obesità è un fattore determinante ed è in costante aumento a partire dagli anni ’60. Oggi è in crescita anche in età pediatrica e nell’adolescenza. Molti tumori come il cancro al seno e all’utero, così come il cancro del colon-retto e molti altri che colpiscono il tratto gastrointestinale sono associati a questa condizione diffusa.
Fattori di rischio
Secondo lo studio, molti fattori correlati come diete occidentalizzate, diffusione di bevande zuccherate, carne rossa e lavorata, stili di vita sedentari, declino dell’attività fisica, inquinamento ambientale, condizioni metaboliche come il diabete di tipo 2 hanno contribuito all’aumento. Per quanto riguarda l’alimentazione, l’aumento è associato una dieta ricca di cibi processati, bevande zuccherate, prodotti creati con additivi, sodio e zuccheri aggiunti. Dall’altra parte incide negativamente un’alimentazione carente di frutta fresca, verdura, fibre e latte. In generale gli adolescenti e i giovani adulti hanno più probabilità di sopravvivere alla diagnosi iniziale di cancro: oltre l’85% sopravvive fino a raggiungere la soglia dei cinque anni, rispetto al 74% tra i 40 e i 64 anni, meno del 62% con età pari o superiore a 65 anni.
Cancro e prevenzione
I risultati rimettono in discussione l’idea che alcuni tipi di cancro siano strettamente legati all’età avanzata. Anche se i tumori tendono ad essere più frequenti in queste fasce, i dati dimostrano l’aumento dei casi sotto i 50 anni in molte parti del mondo a partire dagli anni Novanta. Tuttavia la maggior parte degli studi si sono concentrati sulle differenze regionali e nazionali. Pochi hanno esaminato la questione da una prospettiva globale o i fattori di rischio per i giovani adulti, affermano i ricercatori. Per indagare questo aspetto, è nata la ricerca internazionale che ha preso in esame i dati dello studio Global Burden of Disease 2019 per 29 tumori in 204 paesi e regioni. I risultati sottolineano l’importanza di considerare i fattori di rischio e la prevenzione fin da giovani.
Cuore artificiale, una nuova speranza
News Presa, Ricerca innovazioneUn cuore artificiale, il primo in Lombardia, è stato impiantato al Niguarda di Milano. Si tratta di un cuore di ultima generazione e per molti versi rivoluzionario. Munito di valvole biologiche, sostituisce completamente il cuore nativo, offrendo funzioni incredibilmente vicine a quelle fisiologiche.
L’intervento
Il team di Cardiochirurgia e Trapianto di cuore dell’ospedale, guidato dal Dr. Claudio Russo, ha recentemente eseguito con successo l’impianto su un paziente affetto da scompenso cardiaco grave, in lista d’attesa per un trapianto di cuore. La procedura complessa ha richiesto la totale rimozione del cuore nativo e l’impianto del nuovo dispositivo, il cui funzionamento simula in modo accurato l’attività dell’organo originario.
Caratteristiche uniche del cuore artificiale
A differenza dei sistemi di assistenza Ventricular Assist Device (VAD) comunemente utilizzati, il cuore artificiale di nuova generazione presenta una caratteristica distintiva: è in grado di generare un flusso sanguigno pulsato, riproducendo così la naturale pressione sistolica e diastolica. Le quattro valvole biologiche, corrispondenti a quelle tricuspide, polmonare, mitrale e aorta del cuore nativo, contribuiscono a minimizzare le complicanze associate ai flussi continui.
Benefici per i pazienti
Il cuore artificiale non solo migliora la qualità di vita dei pazienti in attesa di un trapianto di cuore, ma offre anche numerosi vantaggi. Le superfici interne del dispositivo sono rivestite con membrane biologiche, riducendo la necessità di terapie anticoagulanti e il rischio di complicanze correlate. Inoltre, il cuore artificiale è dotato di sensori che consentono un adattamento dinamico alle esigenze dell’organismo, riproducendo così il comportamento fisiologico del cuore nativo.
Prospettive per il futuro
Russo sottolinea che questa innovazione rappresenta un passo avanti significativo per i pazienti affetti da scompenso cardiaco biventricolare, che richiedono un trapianto cardiaco. La tecnologia del cuore artificiale potrebbe diventare una soluzione alternativa al trapianto di cuore, particolarmente per coloro con controindicazioni al trapianto tradizionale.
Tempi di attesa
Con l’attuale carenza di organi da trapiantare, il cuore artificiale si candida a diventare una soluzione salvavita per molti pazienti in attesa. Mentre l’aspettativa media in lista ordinaria per un trapianto di cuore in Italia è di circa 3 anni, questa innovazione offre speranza per migliorare le condizioni dei pazienti e ridurre il periodo di attesa. L’auspicio è che, nel prossimo futuro, il cuore artificiale possa evolversi ulteriormente, diventando una soluzione definitiva e accessibile per chi soffre di disfunzione cardiaca grave.
Sistema immunitario influenza aree memoria. Sviluppi per Alzheimer
News Presa, Ricerca innovazioneLa scienza ha dimostrato da tempo come il sistema immunitario protegga il cervello da traumi o infezioni. Oggi la ricerca in neuroscienze ha fatto un ulteriore passo in avanti, scoprendo come svolga molte altre funzioni fondamentali, anche legate alla memoria. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Immunity.
Ruolo del sistema immunitario, lo studio
Le cellule immunitarie che risiedono nel cervello – le cosiddette cellule della microglia – guidano lo sviluppo e la maturazione delle aree dell’ippocampo deputate alla memoria. Lo fanno modificando il metabolismo dei neuroni che compongono queste aree. Lo rivela lo studio coordinato da Michela Matteoli, professoressa ordinaria di Farmacologia in Humanitas University e direttrice del Programma di Neuroscienze di Humanitas. La ricerca fa luce sulla relazione complessa tra immunità e sistema nervoso. I risultati raggiunti possono determinare un nuovo approccio a molte malattie del neurosviluppo e neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer.
«Abbiamo scoperto che se il recettore della microglia TREM2 non funziona correttamente, i neuroni della memoria nell’ippocampo presentano anomalie nel loro metabolismo energetico durante lo sviluppo, con implicazioni che si protraggono nel tempo – spiega la prof.ssa Michela Matteoli –. La scoperta è entusiasmante non solo perché svela una funzione inedita delle cellule della microglia, ma perché sappiamo che difetti nel metabolismo dei neuroni in questa area sono coinvolti in diverse malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. Il fatto poi che mutazioni in TREM2 costituiscano un fattore di rischio per l’insorgenza della malattia, come dimostrato alcuni anni fa da studi di screening genetico su pazienti, suggerisce la rilevanza di questo processo».
Il legame tra immunità e cervello
Grazie alla ricerca scientifica, oggi sappiamo che esiste un dialogo continuo tra cellule nervose e cellule immunitarie che garantisce il funzionamento del cervello. Le alterazioni di questo sistema sono coinvolte in molte malattie. Le protagoniste di questa continua interazione sono le cellule della microglia – le cellule immunitarie che risiedono nel cervello – e in particolare un loro recettore, chiamato TREM2. Quest’ultimo è coinvolto in molti processi e identificato già nel 2013 perché, quando mutato, aumenta il rischio di sviluppare demenza e Alzheimer.
Il meccanismo che lega le versioni difettose di TREM2 all’insorgenza dell’Alzheimer è ancora oggetto di studio. Quest’ultimo lavoro, seppur limitato ai modelli sperimentali, svela un ruolo inedito di TREM2 proprio nella formazione e nel funzionamento delle aree che presiedono alla memoria, quelle più colpite dalla malattia di Alzheimer.
Virus respiratorio sinciziale, l’importanza dei vaccini
PrevenzioneSempre più spesso i genitori di bambini sotto gli 8 anni si trovano a fare i conti con le complicanze del virus respiratorio sinciziale. Per questo il Board del Calendario per la Vita ha messo in luce l’importanza dei vaccini contro questo virus (VRS o RSV), strumenti di prevenzione che si aggiungono ai tradizionali vaccini contro influenza, Covid, pneumococco e pertosse, offrendo una prospettiva rivoluzionaria nella protezione della popolazione.
Non solo i bambini
Il virus respiratorio sinciziale è tristemente noto per causare bronchioliti nei bambini, ma la sua influenza sulla salute degli anziani e degli adulti con malattie croniche è altrettanto significativa. Complicazioni come polmoniti e bronchiti, che possono portare ad ospedalizzazioni e persino a decessi, sottolineano l’urgenza di una maggiore attenzione a questo virus. Nel corso dell’inverno scorso (2022-2023), l’RSV ha rappresentato oltre il 21% delle sindromi respiratorie acute nella popolazione ultrasessantacinquenne in Italia, secondo i dati di RespiVirNet.
Nuove armi
Il professor Paolo Bonanni, coordinatore scientifico del Board del Calendario per la Vita, sottolinea che i nuovi vaccini contro il RSV hanno dimostrato un’efficacia superiore all’80% nella prima stagione invernale dopo la vaccinazione. Questi vaccini sono sicuri e offrono protezione anche nella stagione fredda successiva alla somministrazione di una singola dose. Sulla base di evidenze scientifiche solide, il professor Bonanni raccomanda quindi l’utilizzo di questi nuovi vaccini nella popolazione dai 75 anni in su e negli ultra-sessantenni con malattie croniche, che rendono l’infezione particolarmente pericolosa.
L’appello
Uno dei temi centrali, e di qui l’appello del Board del Calendario per la Vita, è che il Ministero della Salute si faccia parte attiva nel collaborare con il Governo per garantire le risorse necessarie alle Regioni. Questo permetterà di implementare l’offerta attiva dei nuovi vaccini RSV nella prossima stagione invernale 2024/2025. Questa iniziativa rappresenta una fondamentale possibilità di prevenzione che potrebbe ridurre significativamente l’incidenza delle sindromi respiratorie acute, migliorando la salute complessiva della popolazione.
Gioco di squadra
L’introduzione dei nuovi vaccini contro il virus respiratorio sinciziale segna un importante passo avanti nella prevenzione delle infezioni respiratorie, specialmente per le fasce di età più vulnerabili. L’auspicio è che il Ministero della Salute adotti attivamente queste raccomandazioni, collaborando con le Regioni per assicurare che la prossima stagione invernale sia caratterizzata da una maggiore protezione contro il RSV, contribuendo così al benessere generale della popolazione.
Creata la congiuntiva artificiale
News PresaUn importante passo avanti nella ricerca medica è stato compiuto dall’Istituto Hubrecht di Utrecht, dove il gruppo di Organoid ha creato in laboratorio un’innovativa “congiuntiva artificiale”, l’organo delle lacrime umane. Pubblicato sulla rinomata rivista Stem Cell, questo straordinario lavoro apre nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento di malattie oculari, come il cancro, le allergie, le infezioni e il temuto occhio secco.
La scoperta
Grazie a questo nuovo modello di organoide, i ricercatori hanno identificato un nuovo tipo di cellula nella congiuntiva umana chiamata “cellule a ciuffo”. Queste cellule, più abbondanti in condizioni simili a quelle allergiche, si sospetta siano coinvolte nelle reazioni allergiche dell’occhio. L’utilizzo di questo modello apre nuove strade per testare farmaci mirati per diverse malattie che colpiscono la congiuntiva.
Potenziali applicazioni
Il modello di organoide può ora essere impiegato per testare farmaci per il trattamento di malattie oculari come la malattia dell’occhio secco, il cancro, le allergie e le infezioni. Le opzioni di trattamento attualmente limitate per queste patologie potrebbero beneficiare enormemente da questa innovazione. La Congiuntiva Artificiale può essere utilizzata come piattaforma per lo sviluppo di nuovi farmaci, aprendo la strada a soluzioni terapeutiche più efficaci.
Implicazioni per la salute
In condizioni simulate di allergia, le mini-congiuntive hanno dimostrato di produrre lacrime completamente diverse, con un aumento di muco e componenti antimicrobiche. Questa scoperta offre una comprensione più approfondita della risposta dell’occhio alle allergie e suggerisce nuovi percorsi per trattamenti più mirati.
Il cuturo della congiuntiva artificiale
Marie Bannier-Hélaouët, ricercatrice principale del progetto, afferma che il modello potrebbe essere utilizzato nel lungo termine per creare congiuntive di ricambio per persone con ustioni oculari, tumori o disturbi genetici. Questo rappresenterebbe un passo avanti rivoluzionario nella medicina rigenerativa, offrendo speranza a coloro che affrontano gravi problemi oculari. In definitiva, la creazione in laboratorio della congiuntiva artificiale segna un traguardo significativo nella ricerca medica, promettendo nuove prospettive di trattamento per malattie oculari. La sua capacità di simulare condizioni specifiche, come le reazioni allergiche, offre una piattaforma versatile per lo sviluppo di terapie personalizzate. La strada verso una visione più chiara e trattamenti più efficaci sembra ora più accessibile che mai.
Cancro in aumento tra i giovani, negli ultimi 30 anni +80%
Adolescenti, Alimentazione, News Presa, Nuove tendenze, Prevenzione, Ricerca innovazione, Stili di vitaIl numero di casi di cancro nel mondo tra le persone di età inferiore ai 50 anni è aumentato di quasi l’80 per cento negli ultimi trent’anni. Il bilancio delle vittime più pesante è per i tumori al seno, alla trachea, al polmone, all’intestino e allo stomaco. Lo suggerisce uno studio pubblicato sul British Medical Journal, dal titolo Global trends in incidence, death, burden and risk factors of early-onset cancer from 1990 to 2019. In particolare, dal 1990 al 2019 il cancro a esordio precoce è aumentato del 79 per centro, passando da 1,8 milioni di casi a poco più di 3 milioni nel 2019.
Decessi per cancro a esordio precoce
In trent’anni il numero di decessi per cancro a esordio precoce è aumentato del 27,7%. Negli Usa i tassi di diagnosi di cancro sono aumentati nel 2019, arrivando a 107,8 casi ogni 100mila persone under 50, in crescita del 12,8% rispetto ai 95,6 su 100mila del 2000. “I tumori al seno, alla trachea, ai bronchi, ai polmoni, allo stomaco e al colon-retto a esordio precoce hanno mostrato la mortalità più elevata nel 2019”, spiega il team di ricercatori internazionale. “A livello globale, i tassi di incidenza del cancro nasofaringeo e della prostata a esordio precoce hanno mostrato la tendenza all’aumento più rapida, mentre il cancro al fegato a esordio precoce ha mostrato la diminuzione più marcata”.
Tumori in passato legati all’età avanzata
Secondo le proiezioni, il numero globale d’incidenza e di decessi per cancro a esordio precoce è destinato a crescere rispettivamente del 31% e del 21% nel 2030. Si tratta di tumori che in passato hanno sempre interessato fasce di età più avanzate. Dall’altra parte però grazie all’innovazione e alla ricerca è aumentata la sopravvivenza e la consapevolezza in termini di prevenzione. Infatti, negli ultimi vent’anni le persone vive a 10 anni da una diagnosi di tumore sono aumentate di un milione.
Cancro al seno in aumento
Lo studio riporta l’incidenza del cancro al seno in America. Tra le
donne di età compresa tra 15 e 39 anni è aumentata di oltre il 17% nell’arco di 19 anni. I tassi di mieloma sono aumentati di oltre il 30 per cento. Il cancro del colon-retto di quasi il 45 per cento. Gli scienziati attribuiscono gli aumenti soprattutto alla dieta e allo stile di vita. I fattori di rischio principali sono legati al fumo, al consumo di alcol e carne rossa.
Sovrappeso e obesità
L’obesità è un fattore determinante ed è in costante aumento a partire dagli anni ’60. Oggi è in crescita anche in età pediatrica e nell’adolescenza. Molti tumori come il cancro al seno e all’utero, così come il cancro del colon-retto e molti altri che colpiscono il tratto gastrointestinale sono associati a questa condizione diffusa.
Fattori di rischio
Secondo lo studio, molti fattori correlati come diete occidentalizzate, diffusione di bevande zuccherate, carne rossa e lavorata, stili di vita sedentari, declino dell’attività fisica, inquinamento ambientale, condizioni metaboliche come il diabete di tipo 2 hanno contribuito all’aumento. Per quanto riguarda l’alimentazione, l’aumento è associato una dieta ricca di cibi processati, bevande zuccherate, prodotti creati con additivi, sodio e zuccheri aggiunti. Dall’altra parte incide negativamente un’alimentazione carente di frutta fresca, verdura, fibre e latte. In generale gli adolescenti e i giovani adulti hanno più probabilità di sopravvivere alla diagnosi iniziale di cancro: oltre l’85% sopravvive fino a raggiungere la soglia dei cinque anni, rispetto al 74% tra i 40 e i 64 anni, meno del 62% con età pari o superiore a 65 anni.
Cancro e prevenzione
I risultati rimettono in discussione l’idea che alcuni tipi di cancro siano strettamente legati all’età avanzata. Anche se i tumori tendono ad essere più frequenti in queste fasce, i dati dimostrano l’aumento dei casi sotto i 50 anni in molte parti del mondo a partire dagli anni Novanta. Tuttavia la maggior parte degli studi si sono concentrati sulle differenze regionali e nazionali. Pochi hanno esaminato la questione da una prospettiva globale o i fattori di rischio per i giovani adulti, affermano i ricercatori. Per indagare questo aspetto, è nata la ricerca internazionale che ha preso in esame i dati dello studio Global Burden of Disease 2019 per 29 tumori in 204 paesi e regioni. I risultati sottolineano l’importanza di considerare i fattori di rischio e la prevenzione fin da giovani.
DCA in crescita, esordio già da bambini. I percorsi
Alimentazione, Associazioni pazienti, Economia sanitaria, News Presa, PsicologiaI disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono la prima causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. Secondo le stime i decessi sono destinati ad aumentare, l’ultimo bilancio è di 3780 morti nel 2023. Anoressia, Bulimia e Binge Eating Desorder sono in crescita, complice la pandemia. Il fenomeno non coinvolge più solo le ragazze, ma cresce anche tra i ragazzi. L’età di esordio continua ad abbassarsi (con casi tra 8-11 anni), ma dall’altra parte coinvolge in maniera crescente anche donne all’età della menopausa.
Nel nostro Paese ci sono almeno 22mila pazienti in cura presso i servizi ambulatoriali e day hospital, soprattutto in età evolutiva. Il 60% si trova nel Sud e nelle isole. Su di loro potrebbe ricadere il mancato rinnovo in legge di bilancio del Fondo per il contrasto dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni diffuse in tutto il Paese.
Il Fondo contro i DCA
Il Governo Draghi con la legge di Bilancio per il 2022 aveva istituito il Fondo di 25 milioni, ripartiti tra le Regioni. La rete degli ambulatori multidisciplinari è stata un importante passo in avanti nella cura dei DCA. Tuttavia, l’Italia anche in quest’ambito viaggia a due velocità. Delle 126 strutture censite nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità, 63 centri si trovano al Nord, 23 al Centro e 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole. Negli ambulatori lavorano 1.491 professionisti, 780 dei quali impiegati dal Fondo. Si tratta di team multidisciplinari: psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, medici specialisti in nutrizione clinica e altri specialisti. La manovra 2024 varata a fine dicembre non ha rifinanziato il Fondo. Di conseguenza, ad oggi sono a rischio molti percorsi di cura e operatori assunti a tempo determinato.
Pandemia e aumento dei casi
I disturbi alimentari dal 2017 sono inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Con la pandemia si è registrata un’impennata dei casi. Il Fondo aveva ampliato una rete di servizi per rispondere al crescente fabbisogno di cura e colmare le disparità regionali nell’offerta di assistenza, che costringono a lunghi viaggi e trasferimenti. Oggi l’età di esordio dei DCA continua ad abbassarsi, con casi prima dello sviluppo puberale. Un fattore che rende ancora più gravi i rischi e le conseguenze in termini di salute fisica e mentale.
Associazioni preoccupate
Le Associazioni Consult@noi e Coordinamento Nazionale Disturbi Alimentari raggruppano 37 associazioni di quasi tutte le Regioni italiane. Da anni lavorano in sinergia con il Ministero della Salute e con l’Istituto Superiore di Sanità. “Questo lavoro ha permesso l’istituzione e l’utilizzo del Fondo in oggetto, che, pur essendo largamente insufficiente rispetto al reale fabbisogno, ha rappresentato in questi due anni una boccata di ossigeno per i servizi che si occupano di Disturbi Alimentari, per i pazienti che vi accedono e per tutte le loro famiglie”. Così hanno ribadito in una nota. “Confidiamo in un intervento integrativo e correttivo e soprattutto confidiamo in una legge ad hoc, che stabilisca definitivamente un intervento incisivo ed efficace dello Stato per la prevenzione e la cura di queste malattie”, hanno concluso.
Influenza e Covid, appello dell’Asl di Napoli
Covid, News PresaNon accenna a spegnersi l’emergenza sovraffollamento dei pronto soccorso a causa del picco influenzale e dell’aumento dei casi di Covid. Un’emergenza che in alcune regioni ha portato le Istituzioni sanitarie a prendere misure straordinarie e lanciare appelli alla popolazione per promuovere comportamenti avveduti. È questo il caso di Napoli, dove l’Asl Napoli 1 Centro ha attivato nelle scorse settimane l’Unità di Crisi aziendale per la gestione dell’emergenza e questa mattina (venerdì 12 gennaio) ha lanciato un nuovo appello ai cittadini: non correre in pronto soccorso, ma usare tutti i servizi e le strutture che il Servizio sanitario pubblico mette a disposizione. Il Servizio Sanitario Regionale, si legge nella nota diffusa a voce del direttore generale ricorda Ciro Verdoliva, prevede molteplici possibilità assistenziali per i cittadini che necessitano di cure, sia in regime di urgenza che di elezione». Un ruolo cruciale, in quest’ottica, è svolto dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta, che sono il primo punto di approccio alle cure.
Il ruolo delle AFT
In particolare, i Medici di Medicina Generale sono organizzati nelle cosiddette Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), che raggruppano un certo numero di Medici di Medicina Generale afferenti ad una definita area o quartiere. L’ASL Napoli 1 Centro ricorda che ogni cittadino può rivolgersi ogni giorno – dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 19.00, e il sabato dalle 8.00 alle 10.00 – ad uno qualsiasi dei Medici di Medicina Generale che afferiscono alla AFT del proprio medico, anche se il suo medico in quel momento non ha lo studio aperto. Gli elenchi delle AFT con nominativi, indirizzi ed orari di ricevimento dei singoli Medici di Medicina Generale sono affissi negli studi di ogni singolo medico.
Continuità assistenziale
Inoltre, il Servizio Sanitario Nazionale garantisce il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) per i cittadini che necessitano di cure o prescrizioni non urgenti che non richiedono l’accesso in Pronto Soccorso. Il Servizio è attivo nei dieci Distretti del Comune di Napoli e nel Distretto Isola di Capri e garantisce la continuità assistenziale assicurando interventi in sede e domiciliari per le urgenze dalle ore 20.00 alle 08.00 dei giorni feriali. Inoltre, è attivo nei giorni prefestivi dalle ore 10.00 fino alle 24,00 e nei giorni festivi dalle 00,00 alle 24,00. Un corretto uso di tutti i servizi garantiti dal Servizio Sanitario Regionale – conclude Verdoliva – consente a tutti di ottenere cure tempestive ed appropriate e, inoltre, contribuisce a fornire la migliore e più qualificata assistenza possibile ai pazienti affetti da patologie gravi negli ospedali.
Cistite, perché tende a ripresentarsi
Alimentazione, News Presa, PrevenzioneSe hai mai sperimentato la cistite o conosci qualcuno che ne ha sofferto, ti sarà familiare il fastidioso ciclo delle recidive. Proviamo allora ad esplorare le ragioni per cui la cistite tende a ripresentarsi e a vedere quali strategie possono essere efficaci per prevenire questo tormento. Iniziamo col dire che questa malattia, spesso causata da infezioni batteriche, può anche derivare da agenti virali o fungini. Tuttavia, la sua tendenza a ripresentarsi potrebbe essere attribuita a diversi fattori.
Le cause
In primis, può sembrare strano, ma un uso improprio di antibiotici può essere la causa. Un’errata gestione degli antibiotici può infatti favorire lo sviluppo di resistenze batteriche e compromettere la flora intestinale, creando un terreno fertile per ulteriori infezioni. Possono poi esserci dei fattori ambientali: l’esposizione a sostanze chimiche, trattamenti con radiazioni o infiammazioni croniche della vescica può predisporre al ripresentarsi della cistite. Infine, alcune abitudini alimentari e comportamentali scorrette. In particolar modo, a alcuni cibi, combinati con una scarsa igiene intima o comportamenti a rischio, possono contribuire alla recidiva della cistite.
Sintomi da monitorare
Riconoscere i sintomi della cistite è essenziale per una gestione adeguata. I segnali tipici includono dolore e bruciore durante la minzione, stimolo frequente a urinare, presenza di sangue nelle urine, dolore pelvico e febbre. Ma come si fa ad evitare la ricorrenza della cistite? Beh, è fondamentale adottare strategie preventive:
In definitiva, la cistite ricorrente può essere gestita efficacemente comprendendo le sue origini e adottando strategie preventive mirate. Contro la cistite, mai affidarsi al fai da te. La scelta migliore è sempre quella di affidarsi ad uno specialista che, dopo apportuni esami, potrà risolvere il problema definitivamente.
Tumore al seno, proteina fa morire cellule malate
Farmaceutica, Ricerca innovazioneLa ricerca corre e raggiunge un altro risultato promettente nella cura del tumore al seno. Si tratta del carcinoma più diffuso tra le donne. In Italia, solo nel 2022, sono state stimate 55mila nuove diagnosi. Nella sua forma metastatica, i casi sono circa 14mila all’anno. Ci si salva con la prevenzione, mentre la ricerca fa passi da gigante.
Lo studio
Uno studio ha scoperto una proteina responsabile del cancro alla mammella. In futuro potrebbe rappresentare il bersaglio per sconfiggere la malattia e aiutare a prevenirla. Si chiama Mre11 ed è in grado di provocare la morte delle cellule malate prima che completino il processo di trasformazione in cellule tumorali. Questa proteina provoca un processo infiammatorio che mobilita in massa le difese immunitarie. Quest’ultime vengono messe nelle condizioni di riconoscere ed eliminare più facilmente le cellule danneggiate. I risultati sono stati pubblicati su Nature. La ricerca è stata coordinata dall’Università americana del North Carolina a Chapel Hill. I risultati ottenuti potranno aiutare a sviluppare terapie che abbiano come obiettivo la proteina Mre11.
Cura e prevenzione del tumore al seno
Quando la cellula tumorale si divide, subisce danni al proprio Dna. Le cellule danneggiate vengono percepite come minacce dall’organismo. Quest’ultimo attiva un ‘sensore’ del Dna rovinato, chiamato cGAS. Questa sentinella è in grado di chiamare all’azione le cellule del sistema immunitario al fine di intercettare ed eliminare la minaccia. Durante lo studio, gli scienziati hanno anche scoperto che, interagendo tra loro, il sensore e la proteina-chiave danno inizio a una forma specializzata di morte cellulare chiamata necroptosi. Rispetto ad altre forme di morte cellulare, la necroptosi si differenzia perché è in grado di innescare anche la risposta infiammatoria. Di conseguenza attiva il sistema immunitario che riesce così a individuare le cellule tumorali o quelle che stanno per trasformarsi come tali.
Autismo, batterio mitiga sintomi psicosociali nei bambini
Bambini, Farmaceutica, News Presa, Pediatria, Ricerca innovazioneNei bambini con autismo un batterio sarebbe in grado di mitigare i sintomi psicosociali. Lo rivelano i risultati di uno studio internazionale pubblicati sulla rivista Cell Host & Microbe. Si tratta di uno specifico ceppo del batterio Lactobacillus reuteri, probiotico normalmente presente nel microbiota intestinale. La ricerca in Italia ha visto capofila il Policlinico Tor Vergata in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma.
Microbiota e cervello
L’intestino è stato definito “il secondo cervello”. Al suo interno si celano possibili nuove terapie per risolvere disturbi neurologici e psichiatrici. Il microbiota intestinale è l’insieme di batteri, funghi, virus e altri organismi. Aiutano ad assimilare cibi complessi e forniscono una barriera fondamentale per proteggerci dalle infezioni. Secondo lo studio, uno specifico ceppo sarebbe, inoltre, in grado di ridurre i sintomi psicosociali delle sindromi dello spettro autistico.
Autismo, legame con intestino
Il disturbo dello spettro autistico in Italia ha un’incidenza di 1 bambino su 77 tra i 7 e i 9 anni. Da tempo la ricerca indaga la relazione tra l’asse intestino-cervello e i sintomi peculiari dell’autismo. Gli studi hanno evidenziato un’aumentata incidenza di disturbi gastrointestinali e di profili di microbiota differenti nei bambini con autismo rispetto a bambini neurotipici. Partendo da questi dati un’equipe internazionale di ricercatori ha sperimentato, nel contesto di un trial clinico randomizzato a doppio cieco, controllato con placebo, l’efficacia di una specifica combinazione di ceppi probiotici somministrati attraverso un’integrazione dell’alimentazione.
Lo studio
L’assunzione di una particolare combinazione di Lactobacillus reuteri (un prodotto contenente i ceppi ATCC-PTA-6475 e DSM-17938) migliora il funzionamento prosociale nei bambini con autismo che hanno partecipato allo studio. Il trial clinico ha coinvolto 43 bambini tra i 4 e gli 8 anni. Il progetto è durato più di 3 anni e ha visto la collaborazione di istituti di ricerca europei e statunitensi.
Spiega il prof. Luigi Mazzone, Neuropsichiatra Infantile del Policlinico Tor Vergata di Roma “Il trial che abbiamo realizzato ha confermato che l’assunzione di terapie integrative con probiotici è un campo di ricerca molto promettente. I pazienti che abbiamo coinvolto, pur non avendo un miglioramento dei sintomi generali hanno ottenuto degli evidenti benefici nel funzionamento sociale in particolare sulle abilità sociali adattive. Alla luce di quanto emerso dal nostro studio e in linea con quanto presente in letteratura, riteniamo utili studi più ampi, che permettano di approfondire gli effetti specifici di singoli ceppi sulla sintomatologia autistica”.
Autismo, prospettive future
Per questo studio sono stati analizzati, con tecniche avanzate di ultima generazione il microbiota intestinale e il sistema immunitario. I due componenti sono essenziali dell’asse intestino-cervello. Inoltre, la supplementazione probiotica non altera il microbioma intestinale e il profilo immunitario dei bambini.
“Uno dei punti di forza del nostro studio”, conclude la dott.ssa Elisabetta Volpe “è la sua multidisciplinarietà. Ci ha permesso di analizzare più mediatori della comunicazione intestino-cervello, come comportamento, microbiota e sistema immunitario. Ritengo che ulteriori studi in questa direzione ci permetteranno di individuare i fattori biologici associati alle disfunzioni comportamentali, utili per una migliore comprensione dell’autismo”.