Tempo di lettura: 3 minutiDopo quasi 20 anni tornano in Italia i vaccini obbligatori. Sono servite quasi due ore al Consiglio dei Ministri per appianare le divergenze di vedute tra le ministre Lorenzin e Fedeli, ma alla fine è stato varato il decreto proposto dalla ministra Lorenzin che di fatto ristabilisce l’obbligatorietà «vera» dei vaccini. Fino ad oggi la distinzione tra vaccini «consigliati» e «obbligatori» era del tutto simbolica, essendo sostanzialmente venuto meno il sistema sanzionatorio.
Nuove regole
I bambini da 0 a 6 anni, per essere iscritti al nido e alla scuola materna, dovranno essere sottoposti ai 12 vaccini resi obbligatori, pena la mancata iscrizione. Dalle elementari in poi, invece, sono previste sanzioni (molto ingenti) per i genitori dei bimbi non vaccinati, che però potranno frequentare normalmente le aule. Passa così la proposta avanzata ieri da Fedeli, mentre Lorenzin immaginava il divieto di iscrizione scolastica ai bimbi non vaccinati per tutto l’arco delle scuole dell’obbligo, ipotesi questa che nei giorni scorsi aveva trovato un vasto consenso nella comunità scientifica. Ma di fronte all’obiezione della ministra Fedeli, preoccupata che ciò ledesse il diritto allo studio, si è scelta la via della mediazione. Che non ha impedito a Lorenzin di dirsi «piuttosto soddisfatta». «È ovvio – ha spiegato – che vietando l’accesso alle scuole dell’infanzia intendiamo dare un messaggio molto forte alla popolazione e a queste coorti infantili, pensiamo che verrà coperta una larga parte della popolazione italiana. Rispetto alla scuola dell’obbligo – ha aggiunto, riferendosi allo scontro con la ministra Fedeli – ci siamo molto confrontati, ma l’obiettivo del Governo e in particolare del ministero della Salute è aumentare la copertura vaccinale in tutto l’arco della vita dei ragazzi».
I vaccini
Nel dettaglio, salgono a 12 i vaccini obbligatori cui i bambini dovranno essere sottoposti. Si tratta dei vaccini contro polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, emofilo b, meningococco b e c, morbillo, rosolia, parotite e varicella. Si stanno mettendo a punto, ha riferito Lorenzin, «tutti gli accorgimenti tecnici per evitare difficoltà burocratiche alle famiglie e dare un percorso stringente a direzioni scolastiche e asl nell’applicazione della legge». Si prevede infatti (dai 6 anni in poi) che la scuola avrà l’obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione: la Asl a sua volta chiamerà la famiglia, e le darà qualche giorno per mettersi in regola. «Se ciò non avviene scattano sanzioni molto elevate, e questo ogni anno», ha spiegato il ministro. «Voglio ringraziare le ministre Lorenzin e Fedeli e la sottosegretaria Boschi che hanno lavorato al decreto, penso che il decreto sia una scelta importante e che qualifica l’attività del governo nel campo della protezione della salute», ha commentato il premier Paolo Gentiloni al termine del Cdm. «La mancanza di misure appropriate e il diffondersi di teorie antiscintifiche ha provocato un abbassamento dal punto di vista della protezione. Non si tratta di uno stato di emergenza ma di una preoccupazione alla quale il governo intende rispondere», ha osservato il presidente del Consiglio. «Attraverso l’estensione dell’obbligatorietà eviteremo che le difficoltà che oggi ci sono si trasformino in vere e proprie emergenze». In ogni caso Lorenzin ha avvisato: «Qualora vi sia una situazione di allarme, c’è il potere di ordinanza, che certamente non ho timore di esercitare».
I medici
«Come medici, prima ancora che come presidenti dei rispettivi Ordini, sentiamo il dovere di esprimere apprezzamento per l’impegno e la determinazione con la quale il ministro Beatrice Lorenzin ha portato avanti il suo impegno sul tema dei vaccini». Queste le parole di Silvestro Scotti, Filippo Anelli e Giacomo Caudo (rispettivamente presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, dell’Ordine dei Medici di Bari e dell’Ordine dei Medici di Messina) a commento di quanto avvenuto oggi in Consiglio dei Ministri che, dopo oltre due ore di discussione ha varato il decreto proposto da Beatrice Lorenzin che di fatto ristabilisce l’obbligatorietà vera delle vaccinazioni. «Nel nostro ruolo di presidenti – aggiungono – vogliamo sottolineare che questa presa di posizione chiara e netta da parte di Roma ci mette ora in condizione di esercitare con maggiore forza i nostri compiti istituzionali».
Per quel che riguarda Silvestro Scotti, già portavoce della Federazione degli Ordini, la Campania è tra le regioni nelle quali il tema dei vaccini, anzi delle carenti coperture vaccinali, sta creando i maggiori rischi. «L’Ordine di Napoli – dice – sarà implacabile nel sanzionare, ove ve ne fossero, medici contrari alle vaccinazioni. Del resto – conclude Scotti – sarebbe un paradosso se ad essere sanzionati fossero solo i genitori. Come medici abbiamo la responsabilità non solo di consigliare sempre i vaccini, ma anche di far comprendere alle mamme e ai papà quale sia la loro importanza. Solo con un cambio culturale possiamo sperare di rimettere a posto le cose. Direi che da oggi siamo sulla strada giusta».
Vaccini, torna l’obbligo. Sanzioni ai genitori inadempienti
News Presa, PrevenzioneDopo quasi 20 anni tornano in Italia i vaccini obbligatori. Sono servite quasi due ore al Consiglio dei Ministri per appianare le divergenze di vedute tra le ministre Lorenzin e Fedeli, ma alla fine è stato varato il decreto proposto dalla ministra Lorenzin che di fatto ristabilisce l’obbligatorietà «vera» dei vaccini. Fino ad oggi la distinzione tra vaccini «consigliati» e «obbligatori» era del tutto simbolica, essendo sostanzialmente venuto meno il sistema sanzionatorio.
Nuove regole
I bambini da 0 a 6 anni, per essere iscritti al nido e alla scuola materna, dovranno essere sottoposti ai 12 vaccini resi obbligatori, pena la mancata iscrizione. Dalle elementari in poi, invece, sono previste sanzioni (molto ingenti) per i genitori dei bimbi non vaccinati, che però potranno frequentare normalmente le aule. Passa così la proposta avanzata ieri da Fedeli, mentre Lorenzin immaginava il divieto di iscrizione scolastica ai bimbi non vaccinati per tutto l’arco delle scuole dell’obbligo, ipotesi questa che nei giorni scorsi aveva trovato un vasto consenso nella comunità scientifica. Ma di fronte all’obiezione della ministra Fedeli, preoccupata che ciò ledesse il diritto allo studio, si è scelta la via della mediazione. Che non ha impedito a Lorenzin di dirsi «piuttosto soddisfatta». «È ovvio – ha spiegato – che vietando l’accesso alle scuole dell’infanzia intendiamo dare un messaggio molto forte alla popolazione e a queste coorti infantili, pensiamo che verrà coperta una larga parte della popolazione italiana. Rispetto alla scuola dell’obbligo – ha aggiunto, riferendosi allo scontro con la ministra Fedeli – ci siamo molto confrontati, ma l’obiettivo del Governo e in particolare del ministero della Salute è aumentare la copertura vaccinale in tutto l’arco della vita dei ragazzi».
I vaccini
Nel dettaglio, salgono a 12 i vaccini obbligatori cui i bambini dovranno essere sottoposti. Si tratta dei vaccini contro polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, emofilo b, meningococco b e c, morbillo, rosolia, parotite e varicella. Si stanno mettendo a punto, ha riferito Lorenzin, «tutti gli accorgimenti tecnici per evitare difficoltà burocratiche alle famiglie e dare un percorso stringente a direzioni scolastiche e asl nell’applicazione della legge». Si prevede infatti (dai 6 anni in poi) che la scuola avrà l’obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione: la Asl a sua volta chiamerà la famiglia, e le darà qualche giorno per mettersi in regola. «Se ciò non avviene scattano sanzioni molto elevate, e questo ogni anno», ha spiegato il ministro. «Voglio ringraziare le ministre Lorenzin e Fedeli e la sottosegretaria Boschi che hanno lavorato al decreto, penso che il decreto sia una scelta importante e che qualifica l’attività del governo nel campo della protezione della salute», ha commentato il premier Paolo Gentiloni al termine del Cdm. «La mancanza di misure appropriate e il diffondersi di teorie antiscintifiche ha provocato un abbassamento dal punto di vista della protezione. Non si tratta di uno stato di emergenza ma di una preoccupazione alla quale il governo intende rispondere», ha osservato il presidente del Consiglio. «Attraverso l’estensione dell’obbligatorietà eviteremo che le difficoltà che oggi ci sono si trasformino in vere e proprie emergenze». In ogni caso Lorenzin ha avvisato: «Qualora vi sia una situazione di allarme, c’è il potere di ordinanza, che certamente non ho timore di esercitare».
I medici
Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne, il tumore, il coraggio
News PresaArriva a Napoli la campagna nazionale di sensibilizzazione «Voltati. Guarda. Ascolta» promossa dall’AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica e Europa Donna Italia, per sconfiggere paure e tabù attraverso la forza del racconto diretto della malattia, con le storie delle donne che finiscono sul sito voltatiguardaascolta.it, poi diffuse con la voce narrante di tre attrici professioniste.
Voltati. Guarda. Ascolta. è una campagna che da voce alle storie di donne colpite da tumore metastatico al seno. Racconti che saranno anche diffusi in volumetti. Napoli sarà tra le prime tappe, per sostenere le migliaia di donne italiane colpite da questo tumore, persone invisibili agli occhi dei media e dell’opinione pubblica, che ancora non trovano l’ascolto e l’assistenza di cui hanno bisogno. Ribadire l’importanza di garantire, a tutte le donne che convivono con un tumore al seno in fase avanzata, il diritto alla migliore qualità di vita possibile, l’accesso alle migliori terapie innovative disponibili sul mercato, la continuità o il reinserimento lavorativo.
I dati
L’età media di una donna con tumore metastatico al seno, secondo l’indagine di GFK-Eurisko per Europa Donna, è di circa 54 anni. Ma il 30% ha meno di 45 anni, quindi con una vita affettiva, familiare, professionale intensa. «Proprio perché si tratta di persone ancora giovani e socialmente, professionalmente e sessualmente attive, sulla vita di queste donne la malattia ha un impatto ancora più rilevante – spiega Rosanna D’Antona, presidente Europa Donna Italia -, per il 66% delle intervistate la malattia interferisce in modo consistente con lo svolgimento delle normali attività quotidiane, percentuale che sale al 70% in riferimento all’attività lavorativa. La malattia e la terapia influiscono anche sulla vita affettiva e sessuale e a soffrirne in modo ancora più importante sono le donne più giovani tra i 35 e i 45 anni».
Cure personalizzate
Il cancro metastatico al seno, sebbene senza cura che porti alla guarigione, può beneficiare di terapie di ultima generazione in grado di bloccare o rallentare la progressione della malattia. E’ essenziale che ogni donna con tumore al seno metastatico possa avere accesso al trattamento più appropriato, con integrazione di terapie sistemiche antitumorali, radioterapiche e chirurgia, in base alle caratteristiche specifiche del tumore, alle sedi metastatiche, ai sintomi clinici.
L’energia negli sguardi delle donne
News Presa, PrevenzioneLa campagna
I dati della Campania
Micro robot e genetica: ecco la medicina del futuro
Economia sanitaria, News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneLa medicina del futuro punta su robot chirurgici sempre più piccoli e capaci di operare con maggiore precisione, ma anche di predire e prevenire le malattie. Si tratta di tecnologie e strumenti traslazionali in grado di rilevare e analizzare la risposta individuale ai farmaci. Così anche i biomarcatori genetici ed epigenetici sono in grado di migliorare l’appropriatezza in campo diagnostico e terapeutico.
Viene definita come la medicina delle “5 P”, perché è capace di riscrivere la battaglia contro le malattie. “P” come di Precisione, ma anche Predittiva, Personalizzata, Preventiva e Partecipativa.
Di innovazione e nuovi traguardi per la salute dell’uomo si è parlato all’annuale Giornata della Ricerca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, quest’anno dedicata a ‘Innovazione e Tecnologia per la salute umana’. Ad aprire lo sguardo sui progressi mondiali della medicina di precisione sono stati due scienziati nel campo della robotica e della farmacologia: Garret A. FitzGerald, Professore di Medicina Traslazionale presso la Perelman School of Medicine, Università della Pennsylvania, in Usa, nonché Chief Scientific Advisor di Science Translational Medicine, e Guang-Zhong Yang, fondatore ed editor della rivista Science Robotics, come pure direttore e co-fondatore dell’Hamlyn Centre for Robotic Surgery presso l’Imperial College di Londra.
“La robotica chirurgica, in questi 25 anni, si è evoluta da ricerca di nicchia ad area di maggior sviluppo nell’ambito dell’ingegneria medica, tanto che nel 2020 si prevede un investimento nel campo dei robot chirurgici e diagnostici di 17,9 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita del 13 per cento”, ha spiegato Guang-Zhong Yang, secondo cui “il successo commerciale dei primi robot chirurgici ha ispirato nuovi dispositivi più piccoli, sicuri ed intelligenti, che puntano ad esplorare con sempre maggiore precisione il corpo umano per predire e prevenire le malattie”. “Ormai – ha proseguito Yang – si progettano robot con braccia dal diametro di un capello, capaci di vedere dentro e sotto gli organi, in grado di esaminare cellule senza più bisogno di biopsie, in modo da ottenere diagnosi sempre più precoci”. “Il trend del futuro – ha concluso – è quello di robot in scala nanoscopica, specializzati su singole tipologie di intervento e che iniziano a prendere decisioni, magari reagendo ai comandi solo visivi del chirurgo, che però non potrà essere sostituito“.
Nonostante qualche resistenza e i costi non indifferenti, attualmente in Italia sono operativi circa 90 robot chirurgici.
Dal 1999 ad oggi sono stati operati oltre 70mila pazienti e i numeri sono in continua crescita. Il limite più importante, è l’alto costo dell’apparecchiatura, che si attesta tra i 2 e i 3 milioni di euro, cui si deve aggiungere la spesa annuale di manutenzione, circa 100mila euro.
Carni rosse aumentano rischio morte, le bianche proteggono
Alimentazione, News Presa, Ricerca innovazioneChe sia una semplice fettina, una bistecca o carne più lavorata come salsiccia o würstel non conta. Il consumo di qualsiasi tipo di carne rossa è legato a un maggior rischio di morire per nove diverse cause di morte, dal tumore all’ictus. Il consumo di carni bianche, al contrario sembra ridurre il rischio di morte per varie cause. Via libera quindi a pollame e pesce. A rivelarlo è una ricerca condotta da Arash Etemadi, epidemiologo presso il National Cancer Institute di Bethesda, e pubblicata sul British Medical Journal.
I ricercatori hanno seguito per 16 anni lo stato di salute di ben 536.969 persone di età compresa tra 50-71 anni all’inizio dello studio. Poi hanno somministrato dei questionari alimentari per stabilire cosa mangiasse e quanto spesso ciascun partecipante, registrando tutti i decessi intercorsi nel tempo e le cause di morte. Il campione è stato diviso in cinque gruppi in base al consumo di carni.
I risultati hanno evidenziato che coloro che – nel campione – mangiavano più carne rossa in assoluto, avevano un rischio di morte del 26% maggiore rispetto a coloro che mangiavano meno carne rossa in assoluto, indipendentemente dal tipo di carne rossa consumata. Consumare tanta carne rossa è associato a un aumento di rischio di morire di cancro, problemi cardiaci, malattie respiratorie, ictus, diabete, infezioni, Alzheimer, malattie di reni e di fegato. Al contrario, consumare carni bianche e pesce è risultato legato a un rischio di morte inferiore del 25 per cento.
Gli esperti hanno anche stimato che, almeno in parte, il rischio di morte associato al consumo di carni rosse è da ricondurre a nitriti e nitrati in esse presenti, in particolar modo in quelle molto lavorate, ad esempio gli insaccati.
Diabete, un tour per «Non perdere la direzione».
News Presa, PrevenzioneParte il tour italiano “Non perdere la direzione. Guida la tua glicemia”. La prima tappa sarà a Napoli, oggi, in piazza Vanvitelli, poi il tour toccherà 20 città italiane tra capoluoghi di regione, capoluoghi di provincia e centri minori, in un periodo che va da maggio a luglio 2017. La campagna itinerante avrà il supporto di una postazione mobile che sarà presente nelle maggiori piazze delle città coinvolte, con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul diabete e fornire materiali educativi e informativi, nonché permettere a chi lo desidera di effettuare la misurazione gratuita della glicemia. La misurazione attraverso il sistema Accu-Chek sarà effettuata con la supervisione di un’infermiera professionale e i cittadini avranno anche la possibilità di chiedere consigli utili al professionista sanitario sempre presente a bordo.
Le tappe del tour
Emergenza epidemica
Il diabete, nelle sue diverse tipologie, è considerato una crescente emergenza epidemiologica globale e costituisce una delle patologie a più elevato impatto sociale ed economico. Rappresenta una delle malattie cronico-degenerative più diffuse in Italia, ne soffrono oltre 4 milioni di persone, circa l’8% della popolazione (più del doppio di 30 anni fa) e il trend è in costante aumento. L’incremento esponenziale della prevalenza di diabete mellito tipo 2, e in misura minore del diabete mellito tipo 1, pone di fronte alla necessità di implementare le politiche di prevenzione e diagnosi precoce della patologia. Con il Tour italiano «Non perdere la direzione. Guida la tua glicemia», Roche Diabete Care desidera invitare tutti i cittadini a porre maggiore attenzione alla propria salute – dice Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy che ha voluto l’iniziativa. – Roche è da sempre attenta al benessere delle persone con diabete proponendo per la misurazione della glicemia dispositivi innovativi, di semplice uso e sicuri in grado di consentire loro di condurre una vita il più possibile serena e attiva. Tra gli obiettivi dell’azienda vi è anche quello di diffondere la conoscenza rispetto alla malattia e di fornire informazioni su come prevenire e gestire il diabete».
18anni di Race for the cure contro il tumore al seno che colpisce 1 donna su 9
Associazioni pazienti, News Presa, Prevenzione, SportIn Italia 1 donna su 9 sviluppa un tumore del seno. Da 18 anni anche in Italia si corre per la prevenzione. Il 21 maggio al Circo Massimo di Roma arriva la Race for the cure, la corsa rosa che dice “NO” al tumore del seno, evento simbolo di Susan G. Komen Italia, organizzazione senza scopo di lucro che opera dal 2000 nella lotta ai tumori del seno.
Le visite senologiche sono consigliate già dai 20 anni e le mammografie sono fondamentali a partire dai 40 anni. Questo perché il tumore al seno è una patologia molto diffusa: sono oltre 48.000 i nuovi casi all’anno (uno ogni 15 minuti) e, sebbene le possibilità di guarigione siano alte, soprattutto quando la diagnosi è precoce, quasi 12.000 donne ogni anno perdono la loro battaglia contro la malattia.
Per il 18esimo anno, migliaia di donne e di uomini correranno insieme per mettere al tappeto con sport, salute e benessere, il tumore al seno. Anche per questa edizione, la Race sarà preceduta da due appuntamenti altrettanto importanti: il 19 e 20 maggio saranno giornate di iniziative, esperienze, idee per fare e saperne di più sull’importanza della prevenzione. Il Villaggio della Salute della Donna quest’anno sarà dedicato a donne appartenenti ad Associazioni e a categorie socialmente disagiate, attraverso la realizzazione di appositi percorsi di promozione della salute. Saranno a disposizione consulti medici ed eventuali prestazioni specialistiche gratuite per la diagnosi precoce dei tumori del seno e delle principali patologie femminili, stage di apprendimento di discipline sportive, esibizioni di fitness, attività di relax e benessere e laboratori pratici e teorici di sana alimentazione, iniziative educative e ricreative dedicate alle “Donne in Rosa”, con un’area per i bambini, così che tutte possano sentirsi libere e serene.
Gli studi dicono che esiste un’associazione inversa fra attività fisica e tumore del seno specie nel periodo post-menopausa con riduzioni di rischio che vanno dal 20% all’80%. Per il tumore del seno premenopausa, le prove sono più deboli, ma non per questo meno significative. Nel complesso, ad ogni età, l’attività fisica riduce del 15 – 20% il rischio di tumore del seno. Dunque, è tempo di muoversi: correre, passeggiare, salire le scale a piedi anziché prendere l’ascensore, con la consapevolezza che il rischio di tumore del seno diminuisce del 6% per ogni ora supplementare di attività fisica a settimana. E allora ecco l’iniziativa della
Race for the Cure nasce da qui. Permetterà alle partecipanti di scegliere se unirsi alla corsa competitiva di 5 km o a quella amatoriale oppure alla passeggiata di 2 km. L’importante è esserci e sostenere attivamente le Donne in Rosa, vere protagoniste dell’evento: donne che ce l’hanno fatta. A sostenerle come testimonial, l’attrice Rosanna Banfi, e al suo fianco Maria Grazia Cucinotta, madrina da sempre della Komen Italia che, anche quest’anno, parteciperà alla Race di Roma, accompagnando le donne in un percorso di salute e consapevolezza. ”Dobbiamo sempre ascoltare il nostro corpo: se ci accorgiamo del tumore al seno in una fase iniziale, possiamo avere oltre il 90% di possibilità di guarigione. E allora impariamo a prevenire, nutrendoci nel modo corretto, riducendo lo stress e facendo movimento. Perciò, partecipiamo numerose alla Race per celebrare la vita al fianco delle Donne in Rosa” ha dichiarato Maria Grazia Cucinotta, madrina di Komen Italia.
Salute della pelle, arriva il rendez-vous di Capri
PrevenzioneIl Gota della dermatologia internazionale riunito a Capri per la decima edizione dell’Hair nails and antiaging (dal 19 al 20 maggio). La notizia è di oggi e a quanto pare la manifestazione più attesa dell’anno in fatto di salute della pelle servirà anche da volano per il rinnovo del protocollo d’intesa tra Napoli e Miami, in particolare tra la Scuola di Dermatologia della Federico II e la Miller School University di Miami (Florida), che mira a potenziare l’internazionalizzazione della nostra Università attraverso la cooperazione in progetti di ricerca all’avanguardia, in particolare nel campo della cura delle tossicità cutanee da chemioterapici. Le coordinatrici sono la professoressa Gabriella Fabbrocini e Antonella Tosti (rispettivamente per l’Azienda universitaria ospedaliera partenopea e l’Università USA).
L’Isola Azzurra
Dunque per Capri si prospetta un incredibile rendez-vous internazionale di esperti. Dopo i saluti del Presidente della Facoltà di Medicina Luigi Califano e dei Prof. Fabio Ayala e Giuseppe Monfrecola, in programma interventi di esperti del calibro di Francisco Kerdel , May El Samay e Desmond J. Tobin. Quanto all’Hair nails and antiagin, le professoresse Fabbrocini e Tosti hanno riunito oltre 250 tra i maggiori esperti mondiali di dermatologia per presentare ed esaminare le scoperte più innovative nel campo della dermocosmesi e della cura di disturbi tanto diffusi quanto misconosciuti.
Nuove cure
Particolarmente attesi, tra l’altro, proprio i risultati delle ricerche condotte parallelamente dalla Federico II e dall’Università di Miami sull’idrosadenite, disturbo invalidante (contraddistinto da ascessi) diffusissimo tra i più giovani, e sull’alopecia di cui negli ultimi anni si è registrato un consistente aumento in tutte le classi d’età e indipendentemente dal sesso.
OMS: incidenti e infezioni sono i killer dei più giovani
News Presa, Nuove tendenze, PrevenzioneOgni giorno nel mondo perdono la vita tremila adolescenti, la maggior parte per cause prevenibili. A dare questi dati è l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha diffuso un rapporto secondo cui sono gli incidenti stradali la principale causa di morte tra i 10 e i 19 anni.
In un anno muoiono in totale 1,2 milioni di giovani, secondo le stime riportate nel documento, due terzi dei quali vivono in paesi a medio e basso reddito. Ma non è solo la strada il killer dei ragazzi (sono infatti 115mila ogni anno le vittime di incidenti stradali, soprattutto tra pedoni, ciclisti e motociclisti), i killer principali sono le infezioni respiratorie (oltre 72mila) e i suicidi (67mila). Non è tutto. Ci sono anche molti comportamenti assunti dai giovani che hanno un impatto negli anni successivi, dall’inattività alla dieta sbagliata ai comportamenti sessuali a rischio. «Gli adolescenti sono stati completamente assenti dai piani per la salute per decenni – afferma Flavia Bustreo, vicedirettore generale dell’Oms .
Investimenti relativamente piccoli concentrati in questa fascia d’età non solo porterebbero ad adulti più sani e consapevoli che contribuiscono positivamente alla comunità, ma anche a generazioni future più in salute, con un enorme ritorno». Il quadro varia molto a seconda del reddito e del genere, oltre che della fascia d’età. Gli incidenti sono la causa principale di morte nei paesi occidentali, mentre in quelli a medio e basso reddito sono superate dalle infezioni come la polmonite, che hanno anche il peso maggiore sulle ragazze tra 10 e 14 anni. Le complicazioni della gravidanza, dall’emorragia agli aborti non sicuri, sono invece il killer principale delle ragazze tra 15 e 19 anni.
Pazienti esperti ed informati
News Presa, Partner, PrevenzioneEssere informati è sempre importante, nel caso dei pazienti è addirittura indispensabile. Del resto, negli anni il paziente è divenuto centrale nell’approccio medico. Un cambio di prospettiva che ha portato ad una nuova consapevolezza e alla nascita, nel 2012 del progetto europeo European Patients’ Academy on Therapeutic Innovation (EUPATI) che si fa portavoce di questa nuova visione paziento-centrica e che si pone come obiettivo il coinvolgimento attivo dei pazienti nel processo di Ricerca e Sviluppo (R&D) dei farmaci. Il tema verrà approfondito nel corso del consueto appuntamento con la salute realizzato da Radio Kiss Kiss in collaborazione con PreSa, network editoriale di Prevenzione e Salute. L’appuntamento è come sempre con Good Morning Kiss Kiss, nella giornata di sabato 20 maggio (ore 11.35). Per saperne di più, per comprendere meglio e diventare più consapevoli anche nelle scelte per la salute.