Autismo, nelle donne più frequente di quanto si possa credere
Per anni, l’autismo è stato considerato un disturbo prevalentemente maschile, ma le evidenze recenti suggeriscono che sia molto più diffuso tra le donne di quanto si pensasse. Il problema? Spesso passa inosservato. A evidenziarlo è la Società Italiana di Psichiatria (Sip), che in vista della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo, il 2 aprile, mette in luce una correlazione sorprendente: l’anoressia nervosa potrebbe essere una manifestazione femminile dello spettro autistico.
Un camaleontico adattamento
Le donne con sindrome dello spettro autistico, soprattutto nei casi lievi, sviluppano capacità di adattamento tali da mascherare il disturbo. “Nella donna le capacità di adattamento al deficit di comunicazione sociale sembrano essere più sviluppate”, spiega Liliana Dell’Osso, presidente della Sip. Ciò significa che molti casi non vengono riconosciuti, ma le difficoltà sono comunque presenti. Le manifestazioni variano da un ritiro sociale totale a comportamenti ipercompensatori, che possono sfociare in relazioni instabili e comportamenti sessuali promiscui.
Anoressia: un possibile fenotipo dell’autismo
Una delle ipotesi più interessanti avanzate dalla psichiatria è che l’anoressia nervosa possa essere una declinazione al femminile della sindrome dello spettro autistico. L’anoressia, diagnosticata quasi esclusivamente nelle donne, presenta tratti ossessivi e stereotipati che ricordano quelli dello spettro autistico. Le donne autistiche tendono a sviluppare condotte alimentari rigide e rituali, che potrebbero rientrare tra i sintomi del disturbo.
A supporto di questa teoria, Dell’Osso sottolinea che le parenti femmine di persone con sindrome dello spettro autistico presentano spesso anoressia nervosa. Questo dato suggerisce una connessione genetica e neurobiologica tra i due disturbi, ponendo nuove domande sul modo in cui l’autismo viene diagnosticato nelle donne.
Un cambio di paradigma necessario
Se l’anoressia fosse effettivamente una manifestazione dell’autismo femminile, la diagnosi e il trattamento dovrebbero cambiare radicalmente. Oggi, molte donne con disturbi dello spettro autistico non ricevono la giusta assistenza perché la loro condizione viene fraintesa o etichettata diversamente. Comprendere questa connessione potrebbe portare a strategie terapeutiche più efficaci e personalizzate.
La ricerca deve ancora approfondire questo legame, ma una cosa è chiara: è tempo di guardare all’autismo femminile con occhi nuovi, superando i vecchi stereotipi e aprendo la strada a una maggiore consapevolezza e inclusione.
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