Obesi, sedentari e dipendenti dall’alcol
L’Italia continua a fare i conti con vecchie e nuove cattive abitudini. I più recenti dati ISTAT confermano che, se da un lato si registrano lievi miglioramenti in alcune aree della salute pubblica, dall’altro persistono preoccupanti segnali in termini di eccesso di peso, consumo di alcol e sedentarietà. Rispetto al 2015, anno a cui si riferivano i dati precedenti, il quadro attuale mostra luci e ombre. Vediamo nel dettaglio i principali cambiamenti.
Fumo: in calo costante, ma resta alta l’incidenza tra i giovani adulti
Nel 2015, il 19,6% della popolazione di 14 anni e più dichiarava di essere fumatore. Oggi, secondo i dati aggiornati al 2023, la percentuale di fumatori in Italia è scesa al 18,7%. Si tratta di un miglioramento lento ma costante, a testimonianza di una maggiore consapevolezza sui danni del tabacco.
Il calo riguarda soprattutto gli uomini, che storicamente fumano di più. Nel 2001 erano il 31%, nel 2015 il 24,6%, mentre nel 2023 sono scesi al di sotto del 23%. Anche le donne mostrano una leggera flessione, passando da un 15% del 2015 a circa il 14% oggi.
Tuttavia, la fascia d’età più critica resta quella tra i 25 e i 34 anni, dove il tasso di fumatori si mantiene vicino al 30%, dato molto simile a quello del 2015. Segno che le giovani generazioni faticano ad abbandonare del tutto il vizio.
Sovrappeso e obesità: peggiorano i numeri, soprattutto tra bambini e adolescenti
Nel 2015, il 45,1% degli italiani adulti era in eccesso di peso (35,3% in sovrappeso e 9,8% obeso). Oggi la situazione è peggiorata: il 46,3% della popolazione adulta è in sovrappeso o obesa, con un incremento dell’obesità all’11,8%.
Tra i bambini e gli adolescenti si conferma la tendenza all’aumento del peso: nel biennio 2014-2015 il 24,9% dei minori era in eccesso di peso; oggi la percentuale sale al 26,7%, con picchi preoccupanti del 33% tra i 3 e i 10 anni. Ancora una volta, i maschi risultano più colpiti (oltre il 29%) rispetto alle femmine (circa il 24%).
Questo trend conferma i timori di pediatri e nutrizionisti: l’Italia, patria della dieta mediterranea, sta progressivamente adottando modelli alimentari meno sani.
Alcol: abitudini a rischio diffuse tra giovani e anziani
Nel 2015, il 15,7% degli italiani mostrava comportamenti di consumo di alcol eccedenti le raccomandazioni sanitarie. Nel 2023, il dato è stabile intorno al 15%, ma resta allarmante la diffusione tra i giovani. Nella fascia 18-24 anni, il 23,1% dei maschi e il 9,1% delle femmine superava le soglie raccomandate; oggi questi valori rimangono pressoché invariati.
Ancora più preoccupanti i dati sugli adolescenti (11-17 anni): nel 2015 consumavano abitualmente alcol il 22,4% dei ragazzi e il 15,6% delle ragazze. Nel 2023, le percentuali sono sostanzialmente le stesse, segno che gli interventi di prevenzione hanno avuto un impatto limitato.
Il 64,5% della popolazione di 11 anni e più aveva consumato almeno una bevanda alcolica nel 2015; nel 2023 siamo intorno al 65%, con una ripartizione simile tra vino (circa il 52%), birra (47%) e superalcolici (oltre il 40%).
Sedentarietà: piccoli segnali di miglioramento, ma il problema resta diffuso
Nel 2015, il 39,9% della popolazione di 3 anni e più era sedentaria. Nel 2023 il dato scende al 35%, segnando un miglioramento di quasi 5 punti percentuali. Le donne restano le più sedentarie (oltre il 40%), anche se il divario con gli uomini si sta progressivamente riducendo.
La sedentarietà cresce con l’età: dopo i 65 anni, una persona su due non pratica alcuna attività fisica. Tuttavia, rispetto al passato, si registra una lieve ripresa della pratica sportiva nelle fasce più giovani della popolazione.
Comportamenti a rischio combinati: 1 italiano su 3 ha almeno due abitudini dannose
Una delle evidenze più rilevanti del nuovo report riguarda la combinazione dei comportamenti a rischio. Circa il 35,1%degli adulti italiani combina almeno due tra fumo, sedentarietà, eccesso di peso e consumo eccessivo di alcol. Nel 2015 questo tipo di analisi non era centrale, ma l’emergere di queste sinergie negative evidenzia come il rischio per la salute sia spesso moltiplicato.
Italia in lieve miglioramento, ma serve un cambio di rotta culturale
Nel confronto tra i dati 2015 e quelli del 2023, emergono segnali contrastanti. Se da un lato diminuiscono fumo e sedentarietà, dall’altro aumentano obesità e consumo problematico di alcol. La fotografia dell’Italia è quella di un Paese che ha compiuto piccoli passi avanti, ma che non ha ancora invertito la rotta.
Per migliorare davvero, serve un’azione coordinata: educazione alimentare e sportiva nelle scuole, campagne mirate sui media, sostegno alle famiglie, politiche di prevenzione e accesso facilitato ad attività salutari per tutte le fasce della popolazione.
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