Cosa si nasconde dietro l’invecchiamento cellulare
Era il 2017 quando una promettente ricerca guidata dal team di Fabrizio d’Adda di Fagagna all’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano gettava le basi per una nuova comprensione dei meccanismi dell’invecchiamento cellulare. Lo studio pionieristico identificava nei DDRNA (DNA Damage Response RNA), una classe inedita di RNA non codificanti, dei veri e propri “guardiani” del nostro DNA, capaci di attivare un allarme in caso di danno genetico.
Oggi, a distanza di anni, quella scoperta iniziale continua a generare entusiasmo e a spingere la ricerca verso strategie innovative per contrastare i processi di senescenza e le patologie legate all’età. L’intuizione del team italiano sul ruolo dei DDRNA nel segnalare i danni ai telomeri – le strutture protettive alle estremità dei cromosomi – si è rivelata un tassello cruciale per decifrare il complesso linguaggio dell’invecchiamento a livello cellulare.
Ricordando le basi: i telomeri e il loro legame con l’invecchiamento
Come evidenziato già nel 2017, i telomeri svolgono un ruolo fondamentale nella protezione del nostro DNA. Tuttavia, a ogni divisione cellulare, tendono ad accorciarsi, un processo naturale che riflette il “tempo che passa” per le nostre cellule. Un eccessivo accorciamento o un danno ai telomeri innescano una risposta cellulare: l’attivazione di un “allarme” molecolare che porta la cellula a uno stato di senescenza, una sorta di “pensionamento” irreversibile. Queste cellule senescenti, incapaci di replicarsi e di funzionare correttamente, contribuiscono al deterioramento dei tessuti e all’insorgenza di numerose malattie associate all’avanzare dell’età.
L’evoluzione della ricerca: dai DDRNA a nuove strategie terapeutiche
La scoperta del 2017 ha aperto la strada a ulteriori indagini sul ruolo specifico dei DDRNA nel contesto dei telomeri danneggiati. Il team di d’Adda di Fagagna ha continuato a esplorare come questi RNA non codificanti inneschino il segnale di senescenza. Questo ha portato allo sviluppo di strategie innovative per interferire con questo processo a livello molecolare.
Negli anni successivi alla pubblicazione iniziale, la ricerca si è concentrata sulla creazione e la sperimentazione di oligonucleotidi antisenso, molecole sintetiche di RNA o DNA complementari ai DDRNA specifici dei telomeri. L’obiettivo è “silenziare” questi RNA dannosi, impedendo l’attivazione dell’allarme di senescenza.
Progressi recenti e prospettive future:
Sebbene il percorso dalla ricerca di base all’applicazione clinica sia complesso e richieda tempo, i progressi compiuti negli anni successivi al 2017 sono significativi:
- Affinemento delle molecole antisenso: La ricerca si è concentrata sul miglioramento della specificità e dell’efficacia delle molecole antisenso, minimizzando potenziali effetti collaterali.
- Studi preclinici promettenti: Diversi studi in modelli cellulari e animali hanno dimostrato la capacità di queste molecole di ritardare la senescenza cellulare e di alleviare sintomi in modelli di malattie legate all’invecchiamento caratterizzate da disfunzione telomerica.
- Focus sulle patologie legate all’età: L’attenzione si è spostata sempre più sulla comprensione di come modulare l’attività dei DDRNA telomerici possa avere un impatto terapeutico su specifiche patologie come la fibrosi polmonare, l’aterosclerosi, il diabete, le malattie neurodegenerative (dove l’accumulo di cellule senescenti gioca un ruolo chiave) e persino alcune forme di cancro.
- Nuove tecnologie di delivery: La sfida attuale è sviluppare sistemi di “consegna” efficienti per veicolare queste molecole terapeutiche in modo mirato alle cellule e ai tessuti interessati.
Il futuro della ricerca: verso una medicina “anti-aging” di precisione?
La ricerca iniziata nel 2017 ha aperto una finestra affascinante sulla biologia dell’invecchiamento. Oggi, l’obiettivo non è più solo comprendere i meccanismi, ma tradurre queste scoperte in terapie innovative che possano migliorare la qualità della vita e affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione.
Mentre l’idea di una “eterna giovinezza” rimane nel regno della fantascienza, la capacità di modulare i processi di senescenza cellulare attraverso approcci mirati come quello basato sugli anti-DDRNA telomerici rappresenta un passo significativo verso una medicina “anti-aging” di precisione. Il futuro della ricerca si concentrerà sulla conduzione di studi clinici per valutare la sicurezza e l’efficacia di queste nuove strategie terapeutiche nell’uomo, aprendo potenzialmente nuove strade per la prevenzione e il trattamento di un ampio spettro di malattie legate all’età. La scoperta italiana del 2017 continua a illuminare il cammino verso una longevità più sana e attiva.
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