Tempo di lettura: 5 minutiIl 10 settembre il mondo si è unito per celebrare la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio (World Suicide Prevention Day, WSPD), con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sulla prevenzione del suicidio. Il tema di quest’anno, “Changing the Narrative on Suicide – Cambiare la narrazione sul suicidio”, ha posto l’accento sulla necessità di modificare i pregiudizi e le percezioni errate che circondano questo fenomeno. L’intento è quello di creare una cultura di apertura e supporto, promuovendo politiche che pongano la salute mentale in primo piano e facilitino l’accesso alle cure.
Prevenzione del suicidio, i dati
Secondo i dati più recenti, in Italia nel 2021 sono stati registrati 3.870 suicidi, a fronte dei 3.748 del 2020, con un incremento generale che riguarda tutte le fasce d’età ad eccezione dei 50-64enni, e più elevato tra gli under 49. Tra i giovani tra i 15 e i 34 anni, in particolare, la crescita dei suicidi nel 2021 è stata del 16%. Secondo la letteratura, pur non esistendo un flusso di dati consolidati, si stima invece che l’ideazione suicidaria e i tentativi di suicidio siano circa 10 volte più frequenti ai suicidi effettivi.
“La prevenzione del suicidio riguarda tutti,” secondo un noto slogan, afferma Maurizio Pompili, Professore Ordinario di Psichiatria della Sapienza Università di Roma e Direttore UOC Psichiatria, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea. “Dobbiamo lavorare insieme per costruire un ambiente in cui ogni persona si senta ascoltata e supportata. È essenziale aumentare la consapevolezza, sia nella comunità scientifica che nella popolazione generale, che il suicidio è un fenomeno per il quale si può attuare un intervento preventivo.”
Con questo presupposto che il 18 e 19 settembre, si è svolta la XXII Edizione del Convegno Internazionale di Suicidologia e Salute Pubblica, che ha visto la partecipazione di esperti e ricercatori da tutto il mondo. Il convegno ha approfondito il tema chiave della Giornata Mondiale, “Cambia la Narrazione“, attraverso la presentazione di studi recenti e nuove strategie di intervento per migliorare la prevenzione del suicidio, pensando globalmente, pianificando a livello nazionale e agendo localmente. “La collaborazione internazionale è cruciale per affrontare la complessità del suicidio,” continua Pompili. “Ogni anno, questo convegno ci offre l’opportunità di condividere conoscenze e sviluppare strategie comuni.”
La campagna per sensibilizzare sul disagio mentale
La Giornata Mondiale non rappresenta solo un momento di riflessione, ma anche un’occasione per promuovere azioni concrete. In linea con questa prospettiva, Éthos Srl, società di consulenza in ambito pharma, con il contributo non condizionante di Angelini Pharma, ha annunciato il lancio della campagna di sensibilizzazione “Parlami di Te“, previsto per il 20 settembre. “L’iniziativa vuole ampliare il dialogo sulla prevenzione del suicidio e porre l’attenzione sui segnali di allarme spesso trascurati,” dichiara la Dott.ssa Michela Procaccini, Direttore Medico di Angelini Pharma. La campagna si rivolge sia a chi soffre di disturbi psichiatrici come depressione, disturbo bipolare e schizofrenia, sia alle persone a loro vicine, che possono svolgere un ruolo chiave nel fornire supporto.
Parlare e ascoltare per salvare vite
La campagna “Parlami di Te” un intende supportare pazienti, caregiver e operatori sanitari nel riconoscere i segnali premonitori del suicidio. Segnali come il ritiro sociale, insonnia persistente, comportamenti autolesionistici e sbalzi d’umore sono spesso precursori di gesti estremi.
“I medici di famiglia rappresentano spesso il primo punto di contatto per le persone a rischio,” spiega la Dott.ssa Daiana Taddeo, Medico di Medicina Generale, ATS città metropolitana di Milano. Grazie al rapporto di fiducia che instaurano con i pazienti, possono identificare precocemente sintomi di disagio psicologico e indirizzare le persone verso cure specialistiche. “Il loro contributo è fondamentale per gestire il rischio e prevenire il suicidio,” conclude Taddeo.
Riconoscere i segnali
Promuovere una maggiore consapevolezza sui segnali di allarme e sui fattori di rischio è uno degli obiettivi chiave della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio. Attraverso campagne mediatiche, eventi pubblici e iniziative di sensibilizzazione, si intende informare la popolazione su come riconoscere i segnali di crisi e offrire il supporto appropriato. “Non possiamo prevenire ciò che non comprendiamo. È fondamentale che tutti siano informati sui segnali di allarme e su come offrire supporto più appropriato” afferma la Prof.ssa Kelly Posner Gerstenhaber, Professore di Psichiatria alla Columbia University e Fondatrice del Columbia Lighthouse Project. “Una corretta informazione sui segnali di allarme e sulle strategie di intervento può fare la differenza nella gestione del rischio suicidario.”
Combattere lo stigma associato al suicidio e ai disturbi mentali
A questo proposito, la campagna “Parlami di Te” mira a ridurre lo stigma associato ai disturbi mentali e al suicidio, incoraggiando un dialogo aperto ed empatico tra chi ne soffre e le persone che li circondano.
“Lo stigma rafforza il fenomeno suicidario perché impedisce di parlarne e di chiedere aiuto”. Dobbiamo creare una cultura di apertura e supporto,” afferma Maurizio Pompili. Lo stigma associato al suicidio e ai disturbi mentali rappresenta una delle principali barriere che impediscono alle persone di cercare aiuto. Cambiare la narrazione significa anche affrontare e combattere questo stigma, normalizzando il dialogo sulla salute mentale e promuovendo un approccio compassionevole e privo di giudizi.
“Con questa campagna,” aggiunge Michela Procaccini, “vogliamo trasmettere un messaggio di fiducia e di speranza e ricordare a tutti che non sono soli nelle loro difficoltà.”
Il progetto “Parlami di te” è sostenuto da una faculty composta da esperti come Maurizio Pompili, Daiana Taddeo, il Prof. Marco Innamorati, Professore Ordinario di Psicometria presso l’Università Europea di Roma, e la Prof.ssa Michaela Liuccio, Direttore del Corso di Alta Formazione in Omnichannel Communication in Lifescience presso la Sapienza Università di Roma. Questo team multidisciplinare garantisce che la campagna sia supportata da solide evidenze scientifiche e metodologie di comunicazione efficaci.
La formazione e il sostegno ai survivors
“La formazione salva vite,” afferma Marco Innamorati. “Essere preparati a riconoscere e rispondere ai segnali di pericolo è essenziale per prevenire il suicidio.” Promuovere l’educazione e la formazione è, infatti, un altro obiettivo essenziale nella lotta contro il suicidio. L’educazione e la formazione sono strumenti potenti nella prevenzione del suicidio, preparando operatori sanitari, educatori e comunità a riconoscere i segnali di rischio e a rispondere in modo efficace.
“Ogni vita è preziosa,” commenta Michaela Liuccio. “Il supporto sociale e l’accesso tempestivo alle risorse possono davvero fare la differenza per chi è in difficoltà.” La rete di supporto sociale gioca un ruolo cruciale nella prevenzione del suicidio, offrendo a chi è in difficoltà un punto di riferimento costante. “Nessuno dovrebbe sentirsi solo. Il supporto sociale può fare la differenza,” conclude Liuccio.
Non va dimenticato, inoltre, l’impatto devastante che il suicidio ha sui survivors, le persone che sopravvivono alla morte di qualcuno a loro vicino per suicidio. Questi individui affrontano un lutto complesso, spesso accompagnato da sentimenti di colpa e abbandono. Fornire loro il giusto supporto è cruciale per mitigare le conseguenze emotive e psicologiche di tale perdita.
L’attenzione ai più giovani
In questo contesto, un’attenzione particolare deve essere rivolta ai più giovani, tra cui si registra purtroppo un crescente aumento di casi di suicidio e di malattie psichiatriche. Secondo i dati dell’OMS, il suicidio è una delle principali cause di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, e in Italia si è osservato un aumento del 75% negli ultimi due anni.