Contro recidiva cancro al seno: dieta, sport e stop fumo
Sono tre gli step della prevenzione utili a diminuire il rischio di cancro al seno e di recidiva. Avere una dieta sana e con pochi grassi, fare attività fisica regolare e dire addio alle sigarette sono abitudini che possono fare la differenza nella lotta ai tumori. A dirlo sono gli studi: nel 50% dei casi il tumore potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita corretti e questi ultimi hanno un ruolo primario anche nell’evitare il ritorno della malattia. Tuttavia sono poche le pazienti che correggono le proprie abitudini dopo il cancro. Ad esempio, bastano 150 minuti di esercizio a settimana per prevenire il ritorno del tumore al seno, come sottolineano gli oncologi, in occasione del convegno nazionale ‘Carcinoma mammario, traguardi raggiunti e le nuove sfide’.
I numeri
Secondo le stime, nell’ultimo anno sono 52.800 le italiane che hanno avuto una diagnosi di tumore alla mammella che oggi si attesta come la neoplasia più frequente in Italia (subito dopo c’è il cancro al colon). La buona notizia è che l’87% delle donne sconfigge la malattia. Sono 800mila le italiane sopravvissute, ma sono ancora poche le pazienti che modificano le abitudini sbagliate andando così incontro ad un più alto rischio di recidiva.
Gli studi scientifici dimostrano che:
- una dieta troppo ricca di grassi aumenta fino al 24% il rischio di recidiva del tumore della mammella
- bastano 150 minuti di attività fisica a settimana (come camminata veloce o giardinaggio) per ridurre del 25% la mortalità per tumore del seno nelle pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi rispetto alle sedentarie.
- ingrassare di 5 Kg può incrementare fino al 13% la mortalità per la neoplasia.
- Attenzione anche al fumo: le donne che hanno abbandonato questa pericolosa abitudine ma che in passato hanno fumato da 20 a 35 sigarette presentano un rischio di ricomparsa di carcinoma della mammella del 22%, del 37% per le fumatrici di più di 35 sigarette e, addirittura, del 41% per coloro che non hanno mai smesso.
La presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Stefania Gori, ha detto: ”la mancata adesione a queste semplici regole rischia di vanificare gli importanti risultati ottenuti con terapie sempre più efficaci”. Eppure, avverte Gori, “solo l’11% delle donne guarite incrementa l’attività fisica ed appena il 15% sceglie una dieta più sana. Serve dunque più impegno nella prevenzione terziaria: da un lato, infatti, più della metà degli oncologi non parla con le pazienti di questi aspetti, dall’altro i cittadini hanno scarsa consapevolezza dell’importanza degli stili di vita corretti”. Sul fronte delle terapie, invece, si sono fatti notevoli passi avanti, ed oggi non è raro trovare pazienti con cancro al seno metastatico vive anche oltre 10 anni dalla diagnosi”.