Dazi USA minacciano export record dell’industria farmaceutica italiana. L’evento Healthcare Shift
L’industria farmaceutica italiana si conferma un pilastro dell’economia nazionale. Nel 2024, la produzione ha superato i 56 miliardi di euro, con un export record di 54 miliardi. Questo risultato consolida la leadership italiana in Europa, con un saldo commerciale di +21,2 miliardi di euro (pari al 18% del manifatturiero complessivo del Paese). Tuttavia, la minaccia del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di introdurre presto dazi sulle importazioni di farmaci getta un’ombra di incertezza sul settore. L’impatto economico potrebbe essere considerevole, con stime di un aggravio di costi di 76,6 miliardi di dollari per l’industria globale, di cui 2,5 miliardi per le imprese italiane.
Sono alcuni dei temi al centro dell’evento “Healthcare Shift 2025. Ricerca, innovazione e industria farmaceutica come motore della competitività”, promosso dalla Fondazione Mesit e dal network Presa, con il contributo non condizionante di Sanofi Italia.
“Inauguriamo un ciclo di incontri per approfondire temi strategici per il nostro sistema sanitario nazionale, come quello della ricerca e della competitività dell’industria farmaceutica: un’eccellenza di questo Paese”, ha affermato il presidente di Fondazione Mesit Marco Trabucco Aurilio a margine dell’evento. È necessaria una “semplificazione normativa che renda appetibile il nostro Paese per le aziende che vogliono investire in R&D”, ha aggiunto.
L’evento si è tenuto ieri, alla vigilia dell’applicazione, da parte degli Stati Uniti, dei dazi su numerosi prodotti importati. E le ripercussioni in borsa si sono già fatte sentire.
Industria farmaceutica italiana leader in Europa
L’industria farmaceutica italiana si conferma un pilastro dell’economia nazionale. Nel 2024, la produzione ha superato i 56 miliardi di euro, con un export record di 54 miliardi. Questo risultato consolida la leadership italiana in Europa, con un saldo commerciale di +21,2 miliardi di euro (pari al 18% del manifatturiero complessivo del Paese).
Il settore ha registrato una crescita del 65% negli ultimi 5 anni, con un impatto significativo sull’occupazione (71.000 addetti e un aumento dell’1,5%). L’industria farmaceutica è anche il primo settore per contributo al PIL crescita del PIL tra il 2022 e il 2024 (17,7%) .
Strategia nazionale nelle Scienze della Vita
Per mantenere la competitività, dal dibattito è emersa la necessità di un quadro normativo stabile e politiche industriali che attraggano investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) e produzione, garantendo l’accesso equo e tempestivo alle cure e all’innovazione. È stata sottolineata la necessità di aumentare le risorse del Fondo Sanitario destinate alla spesa farmaceutica, per rispondere ai bisogni crescenti e introdurre modelli basati sul valore delle cure. Il superamento del payback è tra i nodi da sciogliere (più che raddoppiato in 5 anni) per garantire l’innovazione e l’efficienza del sistema.
L’autonomia strategica nei settori chiave, come le Life Sciences, è emersa come obiettivo per la sicurezza dell’Europa e la riduzione della dipendenza da mercati esteri, attraverso l’uso di dati sanitari anonimizzati e l’allungamento della proprietà intellettuale.
Le dichiarazioni dei protagonisti
Antonio Tajani (Ministro degli Esteri, vice presidente Consiglio dei ministri):
“Sarebbe grave adottare un atteggiamento protezionistico a livello europeo. Dobbiamo continuare a lavorare per lo sviluppo del libero mercato e, se necessario, compensare le carenze che potrebbero derivare dai dazi americani con altre iniziative che ci permettano di restare competitivi.” Il mercato interno europeo rappresenta un’opportunità straordinaria (circa 220 miliardi di export), nonostante le difficoltà della Germania, ha spiegato, sottolineando l’importanza di continuare a investire su di esso. “Allo stesso tempo, è essenziale esplorare nuovi mercati e rafforzare la nostra presenza in quelli già avviati. Il governo ha già presentato un piano d’azione per espandere l’export nei mercati extraeuropei.” Per il ministro Tajani, ricerca, innovazione e formazione, sono i tre pilastri su cui puntare per garantire che i prodotti dell’Italia siano sempre più competitivi.
Inoltre ha affermato la volontà di riformare il Ministero degli Esteri. “Sarà un ministero bicapite, con una testa politica e una economico-commerciale”, affinché la macchina dello Stato sia orientata a servire. “Il ministero sarà messo al servizio delle imprese, con una cabina di regia a Roma e direzioni generali finalizzate alla politica della crescita. Questo permetterà alle nostre aziende di continuare a essere protagoniste nel mondo, oggi e nei prossimi anni”.
“Siamo la seconda manifattura d’Europa, la quarta potenza commerciale mondiale. Non dobbiamo mai dimenticare il nostro ruolo e il nostro peso nel mondo, senza essere megalomani ma nemmeno sottovalutando le nostre potenzialità. Proprio grazie a queste potenzialità, sono certo che sapremo difenderci e ottenere i migliori risultati possibili, puntando all’obiettivo dei 700 miliardi di euro di export entro la fine di questa legislatura”, ha concluso.
Marcello Gemmato (Sottosegretario alla Salute):
“La ricerca e l’innovazione, come quella farmaceutica, possono oggi incidere positivamente nel rendere il servizio sanitario nazionale pubblico performante e sostenibile.”
“Ricordo che del Fondo Sanitario Nazionale da noi implementato – pari a 136,5 miliardi di euro – una quota percentuale del 15,30% è legato alla farmaceutica. Tuttavia, se la popolazione invecchia, se l’innovazione farmaceutica migliora le performance di salute degli italiani, nella misura in cui si riesce a curarli meglio, è di tutta evidenza che” questa quota “non può rimanere ferma al 15,30%, ma che dovremmo immaginare di poter aumentarla per curare meglio gli italiani.”
“In quest’ottica, ha continuato, “se noi curiamo meglio, se li facciamo arrivare a 83 anni in salute, possiamo far performare la nostra nazione”.
“Le statistiche ci raccontano che gli over 80 spesso hanno molte comorbidità, quindi la coesistenza di più patologie, e prendono in media 15 pillole al giorno”. L’innovazione farmaceutica, ha concluso, “può servire ad invecchiare, e a invecchiare bene” e in tal modo “rendere sostenibile il nostro sistema sanitario nazionale pubblico”.
Marcello Cattani (Presidente di Farmindustria e AD Sanofi Italia):
“L’Europa vede nel settore farmaceutico il primo comparto per saldo commerciale, una leva politica essenziale nei negoziati che il Commissario Šefčovič deve condurre”. In questo contesto, il supporto del Governo italiano è determinante, così come lo è per agevolare l’accesso a nuovi mercati, anche alternativi agli USA, ha spiegato.
Inoltre, ha ricordato che gli Stati Uniti dipendono dai prodotti europei: “non esistono altri paesi in grado di produrre farmaci e vaccini tecnologicamente avanzati e sicuri come l’Europa. L’Italia, in particolare, è il leader europeo, con un valore di quasi 11 miliardi nel 2024.”
Cattani ha espresso fiducia nella riforma annunciata dal Ministro Tajani. “Nel 2024 siamo diventati il quarto paese esportatore grazie alla crescita del settore farmaceutico, con 54 miliardi di export e un incremento del 9,5% rispetto al 2023.”
“Le collaborazioni nel piano Mattei rappresentano una scelta lungimirante: l’inserimento dell’industria farmaceutica è un elemento strategico, e già oggi accogliamo studenti africani nei nostri ITS Pharma Academy. Questo dimostra che la collaborazione va oltre gli aspetti commerciali ed economici ed è innanzitutto un ponte culturale che rafforza la presenza dell’Italia in un continente che nei prossimi anni sarà ancora più strategico.”
La revisione della legislazione farmaceutica assume nel 2025 un valore ancora più importante: “la Commissione Europea deve voltare pagina. Deve farlo sull’innovazione, sulla visione industriale e sul bilanciamento dello sviluppo, che avviene grazie all’industria, alla ricerca e ai brevetti”. Il Governo italiano nel 2023 fu il primo a prendere una posizione a difesa della proprietà intellettuale e del brevetto: “l’unica unità di misura dell’innovazione di prodotto”, ha ricordato Cattani.
Per quanto riguarda le ripercussioni dei dazi, secondo Cattani, gli Stati Uniti potrebbero avere, loro malgrado, carenze di medicinali e un aumento dei costi dei farmaci e dell’assistenza sanitaria dei cittadini americani. Secondariamente, ha prospettato un enorme effetto di rafforzamento della Cina nella ricerca e nell’innovazione, che ha investito 600 miliardi di dollari per sostenere il brevetto.
Sul tema delle competenze: “innovazione significa laureati STEM: dobbiamo potenziare gli ITS Academy, ma anche abolire il numero chiuso nella facoltà di medicina.” Cattani ha poi ricordato il protocollo d’intesa sottoscritto con il MUR. Infine ha ribadito la necessità di adeguare il finanziamento della spesa farmaceutica affinché risponda a un bisogno reale e riduca gli oneri per le imprese. Il payback per il 2025 è fissato a 2,5 miliardi, a cui si aggiungono 160 milioni per la farmaceutica convenzionata. “Questo è un tema che riguarda l’attrattività industriale e della ricerca e deve trovare una visione d’insieme all’interno di un piano per le life sciences”.
Fulvia Filippini (Sanofi)
“Sanofi è la principale azienda biofarmaceutica europea, con circa 30 siti produttivi e di ricerca in Europa. Abbiamo una forte vocazione all’innovazione e ci focalizziamo sullo sviluppo di farmaci first in class e best in class per rispondere a bisogni terapeutici insoddisfatti, con l’ambizione di essere leader nell’immunologia. La nostra pipeline prevede circa 40 nuovi lanci entro il 2030”, proprio in aree con forte bisogno di nuove cure.
“In Italia svolgiamo un ruolo molto importante. L’istituto tedesco WIFOR ha misurato il nostro impatto economico: oltre 1,4 miliardi di euro sul PIL italiano, considerando effetti diretti, indiretti e indotti, con un effetto moltiplicatore significativo anche sull’occupazione”. In particolare Filippini ha ribadito il forte impegno nella ricerca.
Giovanni Migliore (Presidente della Fiaso):
“Il nostro servizio sanitario nazionale ha assoluto bisogno di competenze che spingano il nostro Paese più vicino alle esigenze dei cittadini. La sfida è quella di applicare, non solo le nuove tecnologie, che sono ormai una realtà, ma soprattutto tutto quello che sta arrivando con i sistemi di intelligenza artificiale.”
“La Fiaso si sta impegnando in questo senso e avremo anche la possibilità di essere un punto di incontro tra domanda e offerta, soprattutto di favorire lo sviluppo delle competenze di start-up e ricercatori”. “Questo è quello di cui questo Paese ha realmente bisogno per realizzare questo healthcare shift”.