Un terzo della popolazione nel nostro Paese ha problemi dermatologici. Si tratta di 20 milioni di italiani colpiti da psoriasi, eczemi o altre patologie cutanee. Le malattie della pelle spesso sono croniche e compromettono la salute e la qualità di vita. La prevalenza è in aumento anche per via dell’innalzamento dell’età media della popolazione, “sono indispensabili ulteriori risposte sanitarie e assistenziali che possono e devono derivare da adeguati, urgenti ed incisivi provvedimenti legislativi”. Così la Senatrice Daniela Sbrollini, ha spiegato la nascita dell’Intergruppo Parlamentare sulle Malattie Dermatologiche e la Salute della Pelle del quale è co-presidente, con il Sen. Renato Ancorotti.
“Le malattie dermatologiche includono un ampio spettro di condizioni, alcune delle quali possono essere croniche, recidivanti e infiammatorie, mentre altre possono essere acute o meno gravi”, ha spiegato il prof. Francesco Cusano, Presidente ADOI. “Rispetto a tutte è fondamentale però, oggi più che mai, considerare e approfondire non solo gli effetti estetici ed esteriori ma anche l’impatto esistenziale sulla vita dei pazienti. Indipendentemente dalla natura della condizione, è fondamentale per il nostro sistema sanitario adottare un approccio organizzativo-gestionale che sia informato da Linee Guida e Percorsi Diagnostico-terapeutici aggiornati”.
“Una regia istituzionale può garantire un’adeguata distribuzione dei finanziamenti alla ricerca finalizzata a studi ambientali, epidemiologici e patogenetici che sono necessari all’approfondimento della conoscenza delle malattie cutanee e di conseguenza allo sviluppo di strategie preventive e terapie avanzate”, ha detto il Prof. Marco Ardigò consigliere della Societa’ Italiana di Dermatologia e Venereologia (SiDeMaST).
Sulle problematiche socio-sanitarie è intervenuta Valeria Corazza, Presidente dell’Associazione Pazienti Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO) e dell’ Alleanza italiana persone con psoriasi. “Se le molte sofferenze, le limitazioni imposte alla quotidianità, le complessità dell’accesso a diagnosi e a risposte sanitarie incisive fossero conosciute in modo adeguato, probabilmente i pazienti avrebbero visto nuove modalità gestionali della patologia, nuove linee guida, nuovi percorsi diagnostico-terapeutici”, ha ribadito. In altre parole, “avrebbero visto profilarsi una nuova era assistenziale per questa patologia che invece è ancora drammaticamente lontana. E’ questo lo spirito con il quale noi pazienti guardiamo all’impulso che questo Intergruppo Parlamentare potrà dare rispetto alle risposte che noi pazienti attendiamo da tanto tempo”.