Tempo di lettura: 3 minutiDurante il periodo estivo, tra spostamenti e temperature alte, è più difficile mantenere un’alimentazione equilibrata. La dottoressa Martina Francia, nutrizionista presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e Humanitas Medical Care, spiega come seguire una dieta sana in vacanza, evitando zuccheri e grassi in eccesso. La colazione rimane il momento più importante, per assicurarsi una corretta dose di nutrienti ed evitare di arrivare affamati a metà giornata. Yogurt naturale o kefir con frutta fresca di stagione, frutta secca e cereali integrali come riso soffiato, fiocchi d’avena o crusca di frumento sono scelte valide, spiega la specialista. La colazione deve essere, quindi, equilibrata.
Per chi preferisce una colazione salata – sottolinea la nutrizionista – pane integrale tostato con uovo o formaggio fresco come ricotta o fiocchi di latte, insieme a frutta fresca, è una buona opzione. Questi alimenti forniscono i nutrienti necessari per affrontare la mattinata, senza cedere a snack ipercalorici.
Pranzi e cene: mantenere la routine
Mantenere una routine alimentare regolare anche in estate è fondamentale. La dottoressa Francia suggerisce di consumare pasti principali a pranzo e cena, integrati da due spuntini, uno a metà mattina e uno a metà pomeriggio. Questo aiuta a mantenere attivo il metabolismo e a evitare di mangiare troppo ai pasti.
Il piatto di Harvard
Ogni pasto dovrebbe includere carboidrati integrali, proteine e verdure. Il “piatto del Mangiar Sano” di Harvard prevede un quarto di carboidrati, un quarto di proteine e metà piatto di frutta e verdura. Alcuni esempi di pasti equilibrati sono insalate miste, quinoa, patate, cous cous, abbinati con proteine animali o vegetali; in alternativa, piadine con hummus di ceci e verdure grigliate.
Idratazione: quanta acqua bere
L’acqua è essenziale per mantenere l’idratazione, soprattutto in estate. La specialista raccomanda di bere almeno due litri di acqua al giorno per le donne e due litri e mezzo per gli uomini. È importante bere regolarmente e non aspettare di avvertire la sete, segnale di disidratazione.
Limitare il consumo di alcolici e bevande gassate, che aumentano la disidratazione e l’apporto di zuccheri, è un’altra raccomandazione fondamentale. Gli infusi freddi a base di frutta ed erbe di stagione sono ottime alternative per idratarsi.
Frutta e verdura: i benefici
In estate, la sudorazione causa una perdita di sali minerali e vitamine. Consumare tre porzioni di frutta e verdura di stagione al giorno è fondamentale. Questi alimenti favoriscono l’assorbimento del ferro grazie alla vitamina C e forniscono fibre necessarie per la digestione. Frutti come pesche, albicocche, prugne e verdure come spinaci sono ricchi di potassio, che aiuta a combattere la ritenzione idrica e a mantenere la forza muscolare.
Proteine: preferire quelle vegetali
Per le proteine, è meglio scegliere proteine più digeribili e consumate con moderazione. Evitare carne rossa e cibi grassi e elaborati è importante, poiché rallentano la digestione. I legumi sono, invece, una preziosa fonte di proteine vegetali e possono essere aggiunti a insalate o utilizzati in piatti unici.
L’olio d’oliva può sostituire il burro, specialmente se usato a crudo su verdure cotte al vapore. Ridurre formaggi e affettati è consigliato, così come limitare l’assunzione di sale, preferendo il sale iodato.
Il gelato
Il gelato, sebbene sembri leggero, è ricco di zuccheri. Preferire il gelato artigianale a quello confezionato, optando per gusti alla frutta e sorbetti, magari con una sola crema, è una scelta più sana. Anche in questo caso, moderazione e scelta consapevole sono fondamentali per mantenere un’alimentazione equilibrata.
In conclusione, secondo la specialista, l’alimentazione in estate richiede attenzione per mantenere un equilibrio nutrizionale. Bere acqua regolarmente, preferire frutta e verdura di stagione, scegliere proteine di origine vegetale e limitare i cibi pesanti sono passi essenziali per godersi le vacanze e sentirsi bene.
Visitare musei riduce ansia e migliora salute mentale, studio a Verona dà prime conferme
Benessere, News, Prevenzione, Psicologia, Ricerca innovazioneVisitare i musei non è solo un’attività culturale ma anche uno strumento per il benessere mentale. I primi dati di uno studio, infatti, dimostrano come riduca l’ansia e aiuti la salute mentale. La ricerca è realizzata dall’Università di Verona con Palazzo Maffei e i dati della fase pilota danno già le prime conferme.
Il progetto Minerva
Il progetto Minerva nasce dalla collaborazione tra Palazzo Maffei Casa Museo e il Centro OMS per la ricerca in salute mentale dell’Università di Verona. L’obiettivo è valutare l’impatto dell’esperienza museale sul benessere psicologico, sulla sintomatologia ansioso-depressiva e sul funzionamento generale. Il progetto mira a migliorare il benessere psicologico dei partecipanti, ridurre i sintomi ansiosi e depressivi.
La fase pilota
La fase pilota del progetto è iniziata a Palazzo Maffei nel maggio scorso. Ha coinvolto un campione di 36 partecipanti, composto per l’82% da donne, con un’età media di 50 anni e un range di età tra i 21 e gli 80 anni. La maggior parte dei partecipanti aveva un titolo di laurea magistrale. Il 42% era composto da persone coniugate e il 63% con figli, rappresentando diverse situazioni lavorative.
Visitare musei fa bene alla salute, i risultati dello studio
Prima del percorso museale, il 67% dei partecipanti riportava un disagio psicologico significativo, con ansia lieve e sintomi depressivi di varia entità. Dopo i tre incontri programmati, i partecipanti hanno evidenziato un miglioramento in tutte le aree di indagine. C’è stata una riduzione significativa dei sintomi ansiosi (p-value < 0,022) e depressivi (p-value < 0,037), e del disagio psicologico (p-value < 0,001). Inoltre, è stato osservato un incremento del benessere psicologico. Più del 90% dei partecipanti ha riferito che il percorso museale è stato soddisfacente, interessante e appropriato ai bisogni personali.
La fase esecutiva
Con i dati positivi della fase pilota, il progetto MINERVA si prepara a entrare nella fase esecutiva che inizierà a settembre. La partecipazione è gratuita e aperta a un pubblico maggiorenne. La seconda fase prevede tre nuovi appuntamenti il 6, 13 e 20 settembre, con visite guidate settimanali. I temi sono: “antico e moderno: un dialogo continuo”, “scienza nascosta nell’arte”, “arte e benessere psicologico: una connessione con le opere”. I partecipanti devono seguire tutte e tre le visite e rispondere ai questionari del team di ricercatori prima e dopo l’esperienza museale.
Benessere psicofisico dall’esperienza nei musei
Il progetto Minerva rappresenta uno dei primi tentativi scientifici di misurare il benessere psicologico derivante dall’esperienza museale, contribuendo alla comprensione di come l’arte possa migliorare la salute mentale. La professoressa Michela Nosè, responsabile del progetto, sottolinea che i risultati preliminari, nonostante il campione limitato, sono promettenti. Questo permette di dare continuità al progetto e di strutturare nuovi percorsi per raggiungere un campione più significativo.
La Cappella Sistina dei Musei Vaticani in occasione dell’apertura serale
L’impegno di palazzo maffei
Vanessa Carlon, Direttrice di Palazzo Maffei Casa Museo, sottolinea l’importanza della fruizione artistica nella vita delle persone. Il museo, nato per volontà del collezionista Luigi Carlon, crede nel potere dell’arte di contribuire al benessere individuale e collettivo. La collaborazione con il Centro OMS per la Ricerca in Salute Mentale mira a dimostrare scientificamente l’impatto positivo dei musei sulla salute mentale.
Il progetto, con i suoi risultati preliminari promettenti, apre nuove prospettive su come l’arte possa essere integrata nelle strategie di salute mentale.
Eccessiva esposizione al sole può causare metastasi da melanoma
News, Prevenzione, Ricerca innovazione, Stili di vitaL’eccessiva esposizione al sole può causare metastasi a partire da un melanoma, che è il tumore della pelle più comune. Uno studio tedesco, con la collaborazione dei ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha dimostrato questo rischio. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.
Meccanismo alla base delle metastasi
Dodici anni fa, un team di ricercatori del San Raffaele, coordinato da Marco Bianchi, scoprì che la proteina HMGB1 viene rilasciata dalle cellule quando muoiono. Questa proteina, soprannominata “allarmina”, segnala al sistema immunitario la presenza di cellule morte o stressate. La scoperta ha aperto la strada a uno studio che spiega il meccanismo delle metastasi da melanoma.
Quando la pelle è esposta eccessivamente al sole, si arrossa e le cellule stressate rilasciano l’allarmina. Questa proteina richiama i neutrofili, globuli bianchi presenti nel sangue per combattere le infezioni. Se è presente un melanoma, anche le cellule tumorali rilasciano allarmina, richiamando i neutrofili che liberano la molecola Tnf. Questa molecola induce le cellule del melanoma a disseminarsi, producendo metastasi.
Esposizione al sole e diffusione delle metastasi
Questo processo è distinto dall’insorgenza del tumore. Marco Bianchi ha spiegato all’Ansa come un melanoma primario si diffonde verso i polmoni. Una scottatura da troppo sole deve essere evitata, soprattutto se è presente un melanoma. Anche se il melanoma è piccolo, c’è il rischio di metastasi. La migrazione delle cellule tumorali rende i melanomi pericolosi. Mentre il tumore primario può essere asportato con successo, le metastasi rispondono poco alle cure.
Bianchi conclude che se riuscissero a catturare l’allarmina appena rilasciata, potrebbero bloccare le metastasi del melanoma e forse di altri tumori dove è coinvolta l’infiammazione.
La protezione solare durante l’esposizione al sole
La protezione solare aiuta a proteggere dai danni alla pelle. L’uso regolare di creme solari, cappelli e abbigliamento protettivo riduce il rischio di scottature e di conseguenza, quello di sviluppare un melanoma. Gli specialisti sottolineano l’importanza di evitare l’esposizione solare nelle ore più calde della giornata e sottoporsi a controlli dermatologici regolari, specialmente se si ha una predisposizione familiare o molti nei.
‘La memoria della pelle’, leggere e regalare un romanzo sulla prevenzione
La comunità scientifica continua a lavorare per comprendere meglio i meccanismi alla base delle metastasi e sviluppare nuove strategie di prevenzione e trattamento. La prevenzione rimane il primo passo per ridurre l’incidenza del melanoma e le sue complicanze.
Un libro di medicina narrativa, nato con l’obiettivo di diffondere consapevolezza sulla patologia e la prevenzione, è “La memoria della pelle”, edito da Giunti. Nell’ultimo decennio il melanoma ha raggiunto a livello mondiale le centomila diagnosi l’anno, con un incremento del 15 per cento. Il romanzo è scritto da Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit; Paolo Ascierto, oncologo e ricercatore (massimo esperto di melanoma al mondo nel decennio 2013-2023, secondo la classifica Expertscape dell’Università del North Carolina); e Gian Paolo Montali, direttore generale della Ryder Cup 2023.
La medicina narrativa è un mezzo per arrivare soprattutto ai più giovani, hanno spiegato gli autori. Infatti, se il melanoma è stato per anni un tumore tipico dell’anziano, oggi il picco è a 40 anni ed è la prima causa di morte tra i ragazzi nella fascia d’età 20-30 anni.
Conclusioni dello studio
Lo studio dimostra l’importanza di prevenire l’esposizione eccessiva al sole. La scoperta del ruolo della proteina HMGB1 e della molecola Tnf apre nuove strade per la ricerca di trattamenti contro le metastasi da melanoma. Gli esperti sono ottimisti sul fatto che questa conoscenza potrà portare a nuove terapie in grado di bloccare la diffusione delle cellule tumorali.
Alimentazione in estate: come mantenere una dieta equilibrata e sana
Alimentazione, NewsDurante il periodo estivo, tra spostamenti e temperature alte, è più difficile mantenere un’alimentazione equilibrata. La dottoressa Martina Francia, nutrizionista presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e Humanitas Medical Care, spiega come seguire una dieta sana in vacanza, evitando zuccheri e grassi in eccesso. La colazione rimane il momento più importante, per assicurarsi una corretta dose di nutrienti ed evitare di arrivare affamati a metà giornata. Yogurt naturale o kefir con frutta fresca di stagione, frutta secca e cereali integrali come riso soffiato, fiocchi d’avena o crusca di frumento sono scelte valide, spiega la specialista. La colazione deve essere, quindi, equilibrata.
Per chi preferisce una colazione salata – sottolinea la nutrizionista – pane integrale tostato con uovo o formaggio fresco come ricotta o fiocchi di latte, insieme a frutta fresca, è una buona opzione. Questi alimenti forniscono i nutrienti necessari per affrontare la mattinata, senza cedere a snack ipercalorici.
Pranzi e cene: mantenere la routine
Mantenere una routine alimentare regolare anche in estate è fondamentale. La dottoressa Francia suggerisce di consumare pasti principali a pranzo e cena, integrati da due spuntini, uno a metà mattina e uno a metà pomeriggio. Questo aiuta a mantenere attivo il metabolismo e a evitare di mangiare troppo ai pasti.
Il piatto di Harvard
Ogni pasto dovrebbe includere carboidrati integrali, proteine e verdure. Il “piatto del Mangiar Sano” di Harvard prevede un quarto di carboidrati, un quarto di proteine e metà piatto di frutta e verdura. Alcuni esempi di pasti equilibrati sono insalate miste, quinoa, patate, cous cous, abbinati con proteine animali o vegetali; in alternativa, piadine con hummus di ceci e verdure grigliate.
Idratazione: quanta acqua bere
L’acqua è essenziale per mantenere l’idratazione, soprattutto in estate. La specialista raccomanda di bere almeno due litri di acqua al giorno per le donne e due litri e mezzo per gli uomini. È importante bere regolarmente e non aspettare di avvertire la sete, segnale di disidratazione.
Limitare il consumo di alcolici e bevande gassate, che aumentano la disidratazione e l’apporto di zuccheri, è un’altra raccomandazione fondamentale. Gli infusi freddi a base di frutta ed erbe di stagione sono ottime alternative per idratarsi.
Frutta e verdura: i benefici
In estate, la sudorazione causa una perdita di sali minerali e vitamine. Consumare tre porzioni di frutta e verdura di stagione al giorno è fondamentale. Questi alimenti favoriscono l’assorbimento del ferro grazie alla vitamina C e forniscono fibre necessarie per la digestione. Frutti come pesche, albicocche, prugne e verdure come spinaci sono ricchi di potassio, che aiuta a combattere la ritenzione idrica e a mantenere la forza muscolare.
Proteine: preferire quelle vegetali
Per le proteine, è meglio scegliere proteine più digeribili e consumate con moderazione. Evitare carne rossa e cibi grassi e elaborati è importante, poiché rallentano la digestione. I legumi sono, invece, una preziosa fonte di proteine vegetali e possono essere aggiunti a insalate o utilizzati in piatti unici.
L’olio d’oliva può sostituire il burro, specialmente se usato a crudo su verdure cotte al vapore. Ridurre formaggi e affettati è consigliato, così come limitare l’assunzione di sale, preferendo il sale iodato.
Il gelato
Il gelato, sebbene sembri leggero, è ricco di zuccheri. Preferire il gelato artigianale a quello confezionato, optando per gusti alla frutta e sorbetti, magari con una sola crema, è una scelta più sana. Anche in questo caso, moderazione e scelta consapevole sono fondamentali per mantenere un’alimentazione equilibrata.
In conclusione, secondo la specialista, l’alimentazione in estate richiede attenzione per mantenere un equilibrio nutrizionale. Bere acqua regolarmente, preferire frutta e verdura di stagione, scegliere proteine di origine vegetale e limitare i cibi pesanti sono passi essenziali per godersi le vacanze e sentirsi bene.
Aumentano gli incidenti stradali: italiani e sicurezza in viaggio
NewsGli incidenti stradali in Italia sono in aumento, ma una grande percentuale di italiani non utilizza correttamente i dispositivi di protezione. Secondo l’analisi pubblicata dall’Iss, sono quattro le categorie principali che influenzano lo stato di attenzione e concentrazione del guidatore.
Dati Aci-Istat sugli incidenti stradali
Nel 2023, le abitudini di spostamento degli italiani sono tornate ai livelli pre-COVID. Il numero delle vittime è migliorato rispetto al 2022, ma gli incidenti e i feriti sono aumentati. Secondo il Report Aci-Istat del 25 luglio 2024, si sono registrati 166.525 incidenti con lesioni, ovvero 456 incidenti al giorno. Il 73,3% degli incidenti avviene sulle strade urbane, il 21,4% su strade extraurbane e il 5,3% in autostrada.
I principali fattori di incidente sono la distrazione alla guida (15,1%), il mancato rispetto della precedenza (12,9%) e la velocità eccessiva (8,4%). I costi sociali dell’incidentalità ammontano a 18 miliardi di euro, pari all’1% del PIL. Nel 2023, le vittime sono state 3.039, con una media di 8 al giorno. Il 79,5% delle vittime sono uomini, il 20,5% donne.
Utilizzo dei dispositivi di sicurezza
Secondo i dati della sorveglianza PASSI, l’uso della cintura di sicurezza anteriore è diffuso, ma non totale come richiesto dalla legge. Solo il 36% degli intervistati dichiara di usare sempre la cintura posteriore. L’uso del casco in motocicletta è quasi universale, con il 96% degli intervistati che lo indossa sempre. Dal 2011, PASSI monitora anche l’utilizzo di seggiolini per bambini: nel biennio 2021-2022, due persone su dieci non usano questi dispositivi o non li possiedono.
Guida sotto effetto di alcol
Gli ultimi dati PASSI rivelano che il 5% degli intervistati ha guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista. Questo comportamento è più frequente nella fascia d’età 25-34 anni (8%) e tra gli uomini (7%, rispetto al 2% delle donne). Nonostante una riduzione costante nel tempo, nel 2022 i dati sono tornati ai livelli pre-pandemici.
Fattori di rischio incidenti
Il consumo di alcol è il principale fattore di rischio per incidenti stradali gravi o mortali. Il rischio aumenta esponenzialmente quando la concentrazione di alcol nel sangue raggiunge i 50 mg/100 ml. Anche l’assunzione di droghe e certi farmaci può aumentare significativamente il rischio di incidenti. Malattie come epilessia, diabete e problemi di vista sono altri fattori critici.
Alcol, giovani più a rischio
I giovani sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’alcol sulla guida. Nel biennio 2021-2022, il 5% degli intervistati ha guidato dopo aver consumato alcolici. Questo comportamento è più comune tra i 25-34 anni (8%) e tra gli uomini (7%). Anche se solo il 4% dei giovani tra i 18-21 anni ha dichiarato di guidare dopo aver bevuto, il rischio di incidenti aumenta con la diminuzione dell’età.
Distrazione alla guida
La distrazione alla guida è una delle principali cause di incidenti stradali. L’uso del cellulare, lo stress e la stanchezza sono fattori che riducono l’attenzione e aumentano il rischio di incidenti. Il mancato rispetto delle norme del codice della strada e l’uso inadeguato dei dispositivi di sicurezza, soprattutto in ambiente urbano, sono altri elementi critici.
Specializzazioni, 1/3 dei posti rischia di restare vuoto, giovani medici scelgono più redditizie
Economia sanitaria, News, News, PrevenzioneUn terzo dei posti nelle scuole di specializzazione rischia di restare vuoto. Molti giovani medici preferiscono specializzazioni come chirurgia plastica, dermatologia e ginecologia, dove è più facile fare attività privata. Questo crea carenze in altre specializzazioni.
Sempre meno medici ambiscono a diventare chirurgo o lavorare in pronto soccorso. Anestesisti, radioterapisti, anatomo-patologi, microbiologi, virologi e farmacologi sono sempre meno scelti. I giovani medici preferiscono carriere più redditizie come chirurghi plastici, ginecologi, dermatologi e cardiologi.
Trend delle specializzazioni
I dati mostrano che dopo la laurea in Medicina, i giovani medici scelgono specializzazioni con maggiori possibilità di guadagno. Migliaia di laureati partecipano al test di selezione nazionale per entrare in una delle 51 scuole di specializzazione. Circa 15 mila borse di specializzazione sono disponibili, ma un terzo dei posti rischia di restare vuoto. Questo spreco di risorse potrebbe causare la mancanza di medici in alcune aree.
Calo delle iscrizioni
La carenza di medici non è generalizzata, ma riguarda alcune specializzazioni. Il livello di copertura totale è passato dall’89,2% nel 2016/17 al 64,7% nel 2022/23. Questo è un trend preoccupante. Le scuole di chirurgia e servizi clinici sono le più colpite. L’anno scorso, solo 278 dei 718 posti per Chirurgia generale sono stati coperti. Solo 225 dei 898 posti per emergenza urgenza sono stati utilizzati. Anche anestesia e rianimazione soffrono, con solo 753 posti coperti su 1567.
Specializzazioni meno scelte
Le peggiori performance riguardano specialità come medicina delle cure primarie, radioterapia, farmacologia e tossicologia. Solo il 10,1% dei posti per medicina delle cure primarie è stato coperto; mentre per radioterapia, solo il 10,7% e per farmacologia e tossicologia, solo l’8,2%.
Specializzazioni più scelte
Al contrario, aree come chirurgia plastica, oftalmologia, dermatologia e ginecologia ostetrica fanno il pieno. Quasi tutti i posti in queste aree sono stati coperti nello scorso anno: per chirurgia plastica, 135 posti su 136 sono stati riempiti; per oftalmologia, 253 su 258; per dermatologia, 156 su 157; per ginecologia ostetrica, 510 su 567.
Prospettive future
Il trend potrebbe ripetersi quest’anno. Da settembre, inizieranno le graduatorie per le varie scuole di specializzazione e si prevede che un numero simile di contratti andrà perso. Giammaria Liuzzi di Anaao Giovani avverte che le specializzazioni non sono attrattive perché gli specializzandi non sono inquadrati come professionisti. Ricevono circa 1.700 euro mensili dalla borsa di studio.
Necessità di un cambiamento
Molti giovani preferiscono specializzazioni che aprono alla libera professione o al settore privato. Questi settori offrono maggiori guadagni rispetto alle prospettive meno remunerative del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L’Anvur chiede misure urgenti per migliorare le condizioni di lavoro, aumentare i finanziamenti e incentivare la scelta di quelle meno richieste.
Il governo e il ministero della Salute stanno studiando una riforma delle specializzazioni mediche. Il calo costante dei tassi di copertura potrebbe compromettere la capacità del sistema sanitario di rispondere alle esigenze del SSN.
Intersessualità e il caso di Imane Khelif
News, NewsLa pugile algerina Imane Khelif è stata ammessa ai Giochi dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) poiché il suo livello di testosterone rientra nei limiti per la categoria femminile. Alessandra Kustermann sottolinea l’importanza di evitare diagnosi sui mass media. Secondo l’ex primaria della Clinica Mangiagalli di Milano, intervistata dal Corriere della Sera, le diagnosi devono essere fatte con termini precisi. Inoltre, le regole andrebbero messe in discussione prima o dopo, e non durante la gara. Il termine ‘intersessualità’, spesso citato in questi giorni, è un termine ombrello. Secondo la definizione dell’Istituto Superiore di Sanità, include tutte quelle persone che presentano variazioni dello sviluppo del sesso (cromosomiche, gonadiche e/o anatomiche).
Variazioni delle caratteristiche del sesso. Intersessualità, termine ombrello
La specialista preferisce il termine “variazioni delle caratteristiche del sesso” rispetto ad altre definizioni. Ogni individuo ha una grande variabilità nell’espressione sessuale. Alcune donne hanno un seno abbondante, altre quasi invisibile. Queste sono variazioni, non patologie.
Cromosoma XY e identità sessuale.
La presenza di un cromosoma XY nel DNA di Imane Khelif, se confermata, potrebbe avere diverse cause, secondo la specialista. Non si conosce la percentuale di presenza del cromosoma XY in Khelif. Per esempio, una donna incinta di un bambino maschio ha cellule maschili nel sangue. Tuttavia, non si può impedire a una donna incinta di usare i bagni per donne, afferma la specialista.
Condizioni che rendono ambigua l’identità sessuale
Secondo la letteratura scientifica ci sono diverse condizioni che possono rendere ambigua l’identità sessuale. Tra queste, disturbi endocrini, metabolici, malformazioni, variazioni cromosomiche o genetiche. La sindrome di Stein-Leventhal, per esempio, può causare irsutismo e mestruazioni scarse, ma le donne affette possono avere gravidanze. La sindrome di Morris comporta cromosomi maschili e caratteri sessuali secondari femminili, con assenza di mestruazioni. I testicoli, presenti ma ritenuti all’interno, spesso vengono tolti per evitare il rischio di tumori.
Iperandrogenismi e ermafroditismo
L’iperandrogenismo secondario comporta una quantità elevata di testosterone, causato da altre patologie come un tumore. L’ermafroditismo comporta la presenza di tessuto ovarico e testicolare. Altre varianti includono la fusione delle grandi labbra, che sembrano una borsa scrotale, o un clitoride ipertrofico. La specialista spiega che in alcuni di questi casi, alla nascita, può essere assegnato il sesso sbagliato.
Pseudoermafroditismo e altre condizioni
Altre condizioni includono pseudoermafroditismo surrenalico, iperplasia surrenalica congenita, insufficienza cortico-surrenalica, insufficienza ovarica primitiva, e disordini adrenogenitali congeniti associati a un deficit enzimatico. La produzione eccessiva di ormoni androgeni può verificarsi nella sindrome di Stein-Leventhal. Anche la menopausa precoce e l’iperfunzione o ipofunzione testicolare nei maschi sono condizioni rilevanti. Queste condizioni dimostrano la complessità dell’identità sessuale.
Definizione di intersessualità
L’intersessualità include tutte le variazioni delle caratteristiche sessuali innate. In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, comprende tutte le variazioni naturali nei caratteri sessuali che non rientrano nelle categorie tradizionali maschile e femminile. Le variazioni possono riguardare genitali esterni, gonadi, ormoni, cromosomi e geni. Le diagnosi devono essere fatte dai medici dopo una serie di accertamenti, rispettando la privacy delle persone.
Presa Weekly 2 Agosto 2024
PreSa WeeklyEsercizio fisico in ricetta medica, al via iter legislativo
Economia sanitaria, News, News, Prevenzione, Sport, Stili di vitaÈ stato sottoscritto ieri da tutti i partiti in X Commissione del Senato il Ddl 287 per “l’introduzione dell’Esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”. Il Disegno di legge, a firma della Sen. Daniela Sbrollini, ha come obiettivo quello di rendere l’esercizio fisico prescrivibile proprio come un farmaco da parte del medico di medicina generale, pediatra di libera scelta e specialisti, per incentivarlo come strumento di prevenzione e di cura. Ora, con la sottoscrizione del Ddl da parte di tutti i partiti, si avvia un iter legislativo che nel suo ambito potrebbe essere veramente rivoluzionario.
Sbrollini: lo sport è un farmaco
«Lo sport è un “farmaco” che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età – dichiara la Sen. Sbrollini, Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili – Il Disegno di legge che ho presentato intende dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali. La speranza è che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate a impegnarsi in attività positive per la propria salute».
Lo sport in Europa e in Italia
«I numeri evidenziano che l’esercizio fisico, nonostante sia un fattore determinante per la salute degli individui, è infatti ancora troppo poco praticato – sottolinea la Sen. Sbrollini – I dati dell’Eurobarometro dicono che nell’Unione europea il 45 per cento delle persone afferma di non fare mai esercizio fisico o praticare sport e una su tre ha livelli insufficienti di attività fisica. La conseguenza è l’insorgere di milioni di casi di malattie non trasmissibili che peggiorano la salute delle persone e gravano sulle economie dei singoli paesi. Il rapporto congiunto dell’OMS e dell’OCSE “Step up! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa” evidenzia che, con un aumento dell’attività fisica a 150 minuti a settimana, si eviterebbero in Europa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, tra cui 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2, oltre 400.000 casi di diversi tumori. In Italia il costo dell’inattività fisica è stimato a 1,3 miliardi di euro nei prossimi 30 anni. Da qui l’importanza di un’iniziativa legislativa che consenta finalmente di prescrivere l’esercizio fisico esattamente come un farmaco».
«Una battaglia quella per sostenere il binomio tra sport e salute, che è importante portare avanti su più fronti – aggiunge la Sen. Sbrollini – Come Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, a fianco delle società scientifiche FeSDI, SID e AMD, ho promosso negli ultimi anni molte iniziative, tra cui la firma di importanti protocolli d’intesa con il CONI e con Sport e Salute, finalizzati alla promozione dell’attività sportiva come corretto stile di vita e come forma di prevenzione per il diabete e l’obesità, con il coinvolgimento del mondo dello sport.
Settimana mondiale dell’allattamento: sostenere le donne per migliorare salute globale
Bambini, News, Pediatria, PrevenzioneNegli ultimi 12 anni, il tasso di allattamento materno esclusivo nei primi sei mesi di vita è cresciuto di oltre il 10%. Tuttavia, l’obiettivo dell’OMS è di raggiungere almeno il 50% entro il 2025. Un incremento di questa portata potrebbe salvare oltre 820 mila vite ogni anno, grazie alla protezione immunitaria che il latte materno fornisce contro malattie e infezioni, riducendo anche il rischio di malattie non trasmissibili per le madri.
Settimana mondiale dell’allattamento
La Settimana Mondiale dell’Allattamento si celebra dal 1º al 7 agosto e pone l’accento sull’importanza di allattare i giovani neonati per offrire loro il miglior inizio di vita. Gli ultimi dati dell’UNICEF e dell’OMS mostrano l’aumento significativo del numero di bambini allattati al seno. Catherine Russell, Direttrice Generale dell’UNICEF, e Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS, hanno ricordato che nonostante oggi nel mondo sia stato raggiunto il 48% dei neonati, molte donne non ricevono il supporto necessario per allattare.
Più della metà della popolazione mondiale, circa 4,5 miliardi di persone, non ha accesso completo ai servizi sanitari essenziali. Questo include la mancanza di consigli e consulenze qualificate durante il percorso, fondamentali per migliorare i tassi di allattamento e garantire che ogni bambino possa beneficiare di questo sano inizio di vita.
Dati e politiche di sostegno
Affrontare le disuguaglianze significa raccogliere dati affidabili, tuttavia solo la metà dei paesi monitora questi dati. Inoltre, è necessario avere informazioni sulle politiche che sostengono l’allattamento, come le politiche lavorative a favore delle famiglie e l’applicazione del Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Migliorare i sistemi di monitoraggio aiuterà a rendere più efficaci le politiche e i programmi di supporto, si legge nella nota.
Responsabilità condivisa
Quando l’allattamento è protetto e sostenuto, le donne hanno il doppio delle probabilità di allattare. L’Unicef ha invitato famiglie, personale sanitario, politici e decisori a collaborare per:
– Investire in programmi e politiche di sostegno all’allattamento con finanziamenti nazionali dedicati.
– Attuare politiche di lavoro a favore delle famiglie, come il congedo di maternità retribuito e le pause per allattare.
– Garantire protezione e sostegno per l’allattamento nelle emergenze e nelle comunità sottorappresentate.
– Migliorare il monitoraggio dei programmi m.
– Far rispettare le leggi che limitano la commercializzazione dei sostituti del latte materno.
Iniziative dell’UNICEF in Italia
In Italia, l’UNICEF promuove le Baby-Friendly Initiatives (BFI) per proteggere e sostenere i genitori. Queste iniziative includono 35 ospedali e 10 comunità riconosciuti Amici dei Bambini e 4 corsi di laurea Amici dell’Allattamento. Inoltre, il programma “Insieme per l’allattamento” offre oltre mille Baby Pit Stop (BPS), spazi per allattare e per il cambio del pannolino, a supporto delle famiglie anche fuori casa.
Caregiver oncologici. Mancuso in audizione: più tutele e congedo parentale di 5 anni
Benessere, Economia sanitaria, News«I caregiver che assistono un congiunto con diagnosi di tumore in Italia sono circa 3 milioni, essere caregiver di un malato oncologico, quasi sempre un parente, non è un ruolo facile. Difficoltà emotive, esigenze di natura pratica, problemi in ambito lavorativo ed economico sono solo alcuni degli ostacoli con cui si scontra ogni giorno il caregiver. I disegni di legge in esame hanno tutte il merito di evidenziare l’esigenza di una normativa nazionale in materia di Caregiver». È quanto ha dichiarato Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna ODV, Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, intervenuta oggi in 10° Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati durante un’audizione sul tema del riconoscimento e il sostegno dell’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare.
«Vogliamo ringraziare – ha aggiunto – il Presidente Ugo Cappellacci per la consueta sensibilità e per averci consentito di partecipare a questa audizione. Ricordo che il Gruppo svolge un’attività di advocacy, portando ai tavoli decisionali le istanze di 48 Associazioni di pazienti oncologici, attive nelle varie declinazioni dell’oncologia, diffuse sul territorio nazionale con oltre 200 sedi e con migliaia di volontari».
Il caregiver rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il malato oncologico la cui malattia spesso diventa cronica, metastatica e talvolta invalidante. Nel corso dell’audizione, Mancuso ha espresso alcune considerazioni e proposte in merito ai disegni di legge in esame.
Una proposta portata all’attenzione della Commissione e alla quale il Gruppo tiene in modo particolare, è quella di ampliare la possibilità per i caregiver famigliari di usufruire dell’aspettativa non retribuita (anche oltre i due anni previsti) qualora assistano un congiunto con grave malattia avanzata. Ciò permetterebbe di mantenere il posto di lavoro e sarebbe anche un risparmio per lo Stato. Altra proposta lanciata da Mancuso, la revisione della legge 104, permettendo anche al famigliare che abita a poco distante dall’assistito di usufruire dei due anni retribuiti dalla legge, mentre oggi questo è previsto solo per i caregiver conviventi.
«Le proposte in esame esaltano un punto nodale: quello di non disperdere l’enorme patrimonio esperienziale e di conoscenza dei caregiver. Certificare queste abilità e competenze attraverso una normativa quadro nazionale, è un modo per farne tesoro» ha commentato Mancuso.