Cuore a rischio con nanoplastiche, smog e diete social: 8 strategie per difendersi
Misurare colesterolo, glicemia e pressione è fondamentale, ma non basta più per mantenere la salute del cuore. La valutazione del rischio cardiovascolare, su cui si basa anche la carta redatta dall’Istituto Superiore di Sanità, è utile per calcolare la probabilità di eventi nei dieci anni successivi. Tuttavia, la salute del cuore non dipende solo da questi fattori.
I normali parametri non bastano più per proteggere il cuore
Il cuore può ammalarsi anche se colesterolo e pressione sono sotto controllo. Esistono, infatti, fattori di rischio meno noti, spesso ignorati. Alcuni riguardano specificamente le donne, come gli aborti ripetuti che rendono più vulnerabile la salute cardiovascolare. Altri sono legati al contesto ambientale, come l’esposizione al rumore o allo smog.
1. Il caffè, se preso al momento giusto, può salvare la vita
Uno studio pubblicato su Preventive Cardiology ha monitorato per vent’anni circa 1.500 persone. Chi consumava caffè solo entro mezzogiorno aveva una riduzione del 30% della mortalità per infarto e ictus rispetto a chi non lo beveva affatto. L’orario di assunzione della caffeina può influenzare la salute del sistema cardiovascolare, verosimilmente agendo su ritmo sonno-veglia e infiammazione.
Nanoplastiche nelle arterie: lo studio italiano
Uno studio condotto dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli ha esaminato con microscopio elettronico le placche aterosclerotiche rimosse dalle carotidi di circa 250 pazienti. In oltre la metà dei casi sono state rilevate nanoparticelle di polietilene. La presenza di queste particelle ha raddoppiato il rischio di eventi cardiovascolari nei 34 mesi successivi, anche tenendo conto di età, sesso, peso e fumo.
L’effetto pro-infiammatorio delle nanoplastiche può rendere le placche instabili, facilitandone la rottura e la formazione di trombi, hanno spiegato gli studiosi.
2. Difendersi dalle microplastiche e nanoplastiche
La Società Italiana di Medicina Interna ha proposto alcune misure per ridurre l’assunzione indiretta di plastiche, presenti negli imballaggi e nei processi industriali:
- evitare contenitori e pellicole in plastica monouso
- preferire vetro, acciaio e carta per conservare gli alimenti
- privilegiare cibi freschi e integrali
- dotarsi di sistemi di filtrazione per l’acqua potabile
3. L’inquinamento atmosferico triplica il rischio infarto
Uno studio su quasi 60 milioni di over 65 statunitensi ha documentato un aumento fino a tre volte del rischio di infarto, aritmie e insufficienza cardiaca in relazione all’esposizione al particolato fine (PM2.5), tipico delle aree urbane. Il PM2.5 penetra nei polmoni, entra nel circolo sanguigno e genera infiammazione nelle arterie, contribuendo alla formazione e instabilità delle placche. Per questo gli scienziati suggeriscono di evitare di percorrere a piedi strade trafficate negli orari con maggiore concentrazione di smog; di utilizzare una mascherina certificata e di arieggiare quotidianamente la casa nelle ore con meno intensità di traffico.
4. Rumore e luce notturna: due minacce sottovalutate
Il rumore del traffico stimola la produzione di ormoni dello stress, accelera la frequenza cardiaca, attiva le piastrine, aumenta infiammazione e stress ossidativo. Le conseguenze del rumore sono più gravi durante la notte perché alterano il sonno, secondo le evidenze scientifiche. Simile è il meccanismo per l’inquinamento luminoso, che ostacola la produzione di melatonina. Per proteggere il cuore, gli esperti suggeriscono di:
- utilizzare sensori di movimento e timer per l’illuminazione
- attivare la modalità notturna (luce gialla) su tutti i dispositivi elettronici
- usare cuffie o tappi per ridurre i rumori
5. Dormire bene protegge cuore e arterie
La deprivazione cronica di sonno è collegata a livelli elevati di cortisolo, pressione arteriosa e infiammazione. Dormire meno di sei-otto ore a notte influisce anche sull’appetito e il metabolismo, aumentando il rischio cardiovascolare.
6. Gestire stress e rabbia è una scelta salvavita
Uno studio dell’University College di Londra ha mostrato che l’ottimismo riduce il rischio di infarti, specie tra chi ha già avuto problemi cardiaci. Lo stress cronico, la solitudine e il superlavoro (oltre 55 ore settimanali) si associano a peggior esito cardiovascolare.
7. Sedentarietà: il killer più diffuso e ignorato
La mancanza di attività fisica ha un impatto negativo su colesterolo, glicemia, peso e pressione. Aumenta il rischio di mortalità, ma è uno dei principali fattori di rischio modificabili attraverso lo stile di vita.
8. Il colesterolo Lp(a): il nuovo nemico silenzioso
La lipoproteina (a), o Lp(a), è un colesterolo determinato geneticamente. Livelli alti aumentano il rischio di aterosclerosi, ictus, infarto, indipendentemente da altri parametri. Il dosaggio è consigliato in soggetti con familiarità o rischio medio-alto.
Nuovi rischi dai finti esperti sui social
Anche le mode delle diete nate sui social rappresentano un pericolo. I “meatinfluencer”, promotori di diete iperproteiche a base esclusiva di carne e con un alto livello di colesterolo, spingono comportamenti alimentari estremi e pericolosi. La Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare ha lanciato sul proprio sito la “Casa della prevenzione cardiovascolare”, proprio per diffondere una corretta informazione, attraverso contenuti scientifici.
In Italia c’è poca consapevolezza
Secondo un’indagine IQVIA per la Fondazione Italiana per il Cuore, il 54% degli italiani è a rischio medio-alto e il 41% degli under 70 presenta almeno tre fattori di rischio. Eppure, la consapevolezza della popolazione è ancora insufficiente. I numeri mostrano che:
- solo il 50% sa che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte
- il 40% delle persone a rischio elevato non si percepisce come tale
- una persona su tre non fa nulla per prevenire
Le donne e il cuore: un rischio non riconosciuto
Un capitolo a parte riguarda le donne. La mortalità cardiovascolare femminile in Italia sfiora il 40%, rispetto al 30-32% maschile. Molte donne ignorano che dopo la menopausa le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte. I sintomi di infarto possono essere atipici, tra cui affanno, dolore alla schiena, bruciore di stomaco. Il ritardo diagnostico può risultare fatale.
In conclusione, età e sesso non si possono modificare. Su tutto il resto, invece, si può agire: dormire, muoversi, respirare aria pulita, filtrare l’acqua, evitare rumore e luci notturne, mangiare con equilibrio e informarsi correttamente. Tutte queste semplici azioni possono proteggere il cuore ogni giorno.
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