Tempo di lettura: 4 minutiNegli ultimi trent’anni, i tassi di sovrappeso e obesità sono più che raddoppiati nel mondo. A metterlo nero su bianco è uno studio pubblicato su The Lancet. Senza interventi, il fenomeno continuerà a crescere, secondo i ricercatori. Oggi, martedì 4 marzo, si svolge in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Obesità, per sensibilizzare su un’emergenza sanitaria tra le più impattanti a livello globale.
Obesità cresce in tutto il mondo
I numeri parlano sottolineano come negli ultimi trent’anni il tasso di sovrappeso e obesità sia più che raddoppiato, colpendo 2,11 miliardi di adulti e 493 milioni di giovani nel 2021. La crescita riguarda tutte le fasce d’età. Secondo le stime, entro il 2050 oltre il 60% della popolazione mondiale adulta sarà sovrappeso o obesa, con picchi ancora più alti in alcuni Paesi.
L’allarme arriva da uno studio pubblicato su The Lancet, basato sui dati del Global Burden of Disease Study BMI. I ricercatori hanno analizzato l’andamento del fenomeno dal 1990 al 2021 e hanno stimato i trend futuri fino al 2050. I risultati confermano una crescita costante e diffusa, con differenze tra le diverse aree geografiche.
Dove l’obesità cresce più in fretta
Nel 2021 la Cina aveva il maggior numero di adulti in sovrappeso o obesi (402 milioni), seguita da India e Stati Uniti. Tuttavia, la percentuale più alta rispetto alla popolazione è stata registrata in Oceania, Nord Africa e Medio Oriente. Negli Stati Uniti, il 76% degli uomini e il 73% delle donne erano sovrappeso o obesi.
L’aumento più rapido della prevalenza dell’obesità si è verificato in Nord Africa e Medio Oriente: nei maschi il tasso è più che triplicato e nelle femmine più che raddoppiato.
Tra i giovani (5-24 anni), la percentuale di chi è in sovrappeso o obeso è passata da 227 milioni nel 1990 a 493 milioni nel 2021.
I numeri mostrano anche un’altra tendenza: in quasi tutte le fasce d’età e nei diversi Paesi, gli uomini hanno percentuali più alte rispetto alle donne.
Italia, una crescita costante
L’Italia non fa eccezione. Nel 2021 il 60,9% degli uomini adulti era in sovrappeso o obeso, contro il 46,2% delle donne.
Tra gli adolescenti (15-24 anni), il tasso di sovrappeso e obesità era del 29,5% nei maschi e del 19,7% nelle femmine. Per i bambini (5-14 anni), la percentuale era del 26,3% nei maschi e del 19,7% nelle femmine.
Se non verranno adottate misure efficaci, nel 2050 il 71,8% degli uomini e il 58,6% delle donne adulte in Italia saranno in sovrappeso o obesi, secondo gli studiosi. Per gli adolescenti, le stime parlano del 42,5% nei maschi e del 31% nelle femmine. Tra i bambini, il 38,8% dei maschi e il 31,1% delle femmine saranno in sovrappeso o obesi.
L’impatto sui sistemi sanitari
L’obesità è un fattore di rischio per numerose malattie, tra cui diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. L’aumento costante del numero di persone obese avrà un impatto significativo sui sistemi sanitari, che dovranno affrontare un carico crescente di patologie croniche.
Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda l’obesità infantile e adolescenziale. I ricercatori prevedono che entro il 2050 un terzo dei giovani sarà obeso. Gran parte di loro vivrà in Nord Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi.

Le previsioni per il 2050
Se le tendenze attuali continueranno, entro il 2050 il 3,8 miliardi di adulti sarà sovrappeso o obeso. Tra i giovani, la percentuale sarà del 31%, pari a 746 milioni di individui.
L’aumento dell’obesità infantile e adolescenziale supererà l’aumento del sovrappeso, portando a un incremento significativo di patologie correlate già in giovane età. Un altro dato rilevante riguarda la popolazione anziana: nel 2050 circa un quarto degli adulti obesi avrà più di 65 anni.
Tra i Paesi ad alto reddito con le percentuali più elevate di obesità nel 2021 figurano Stati Uniti (74,5%), Grecia (68%) e Regno Unito (68%). Le previsioni per il 2050 vedono il Cile in testa per gli uomini adulti (82%), seguito da Australia, Grecia, Stati Uniti (81%), Irlanda, Regno Unito e Spagna (77%). Per le donne, la classifica è guidata dagli Stati Uniti (82%), seguiti da Irlanda, Grecia (74%) e Regno Unito.
Cosa fare per contrastare il fenomeno
Gli autori dello studio sottolineano che l’indice di massa corporea (BMI) non è l’unico parametro per misurare il grado di obesità di una persona. Inoltre, i farmaci antiobesità di nuova generazione non sono stati inclusi nelle previsioni, poiché il loro impatto sulla popolazione generale è ancora incerto.
Un altro fattore da considerare è l’effetto della malnutrizione infantile nei Paesi a basso e medio reddito, che può portare a un maggiore accumulo di grasso in età adulta.
La realtà è che nessun Paese è ancora riuscito a invertire la tendenza. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2021 solo il 40% dei Paesi aveva un piano d’azione per affrontare il problema. Nei Paesi a basso reddito, questa percentuale scende sotto il 10%.
Per affrontare la crisi dell’obesità servono strategie mirate e più incisive, ribadiscono gli scienziati. L’OMS invita a implementare politiche di prevenzione su larga scala, promuovendo un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita attivo. L’obesità è considerato uno dei principali rischi evitabili per la salute e una minaccia per la qualità della vita e la sostenibilità dei sistemi sanitari.