La pressione alta è un fattore di rischio per la demenza, ma l’attività fisica intensa potrebbe offrire una protezione significativa. Uno studio recente rivela che esercitarsi vigorosamente anche solo una volta a settimana può ridurre il rischio di demenza nei pazienti ipertesi, aprendo nuove prospettive nella prevenzione di malattie neurodegenerative.
Lo studio su ipertensione e declino cognitivo
Le persone affette da ipertensione sono più esposte a rischi di declino cognitivo e demenza. Ma uno studio condotto dalla Wake Forest University ha mostrato che l’esercizio fisico vigoroso può contribuire a preservare le facoltà mentali, anche nei soggetti più a rischio. I ricercatori hanno esaminato dati raccolti all’interno del «Systolic Blood Pressure Intervention Trial» (SPRINT), uno studio iniziato nel 2009 con oltre 9.300 partecipanti di età pari o superiore ai 50 anni.
Come l’attività fisica può aiutare il cervello
Secondo lo studio pubblicato su Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association, una o più sessioni di esercizio vigoroso alla settimana abbassano l’incidenza di deterioramento cognitivo lieve e demenza. I risultati parlano chiaro: tra coloro che praticavano attività fisica intensa, l’incidenza di lieve deterioramento cognitivo era del 6,5%, contro l’8,8% degli altri. La demenza, invece, colpiva il 3,1% dei pazienti attivi rispetto al 4,3% di quelli inattivi. Questi numeri suggeriscono che l’attività fisica non solo aiuta a mantenere in salute il cuore, ma protegge anche il cervello. Tuttavia, i benefici maggiori sono stati osservati tra i partecipanti più giovani, quelli sotto i 75 anni.
L’esercizio vigoroso per i pazienti con ipertensione
L’impatto positivo dell’attività fisica è stato ulteriormente confermato dai risultati dello studio ausiliario SPRINT MIND, che ha collegato il controllo intensivo della pressione sanguigna a una riduzione del rischio di lieve deterioramento cognitivo. Il movimento vigoroso sembrerebbe essere un fattore chiave nella prevenzione della demenza. L’attività fisica contribuisce a migliorare la salute del cuore, abbassa la pressione sanguigna e stimola meccanismi fisiologici che favoriscono la neurogenesi, ovvero la generazione di nuovi neuroni. Questi processi, insieme alla plasticità sinaptica e alla riduzione dello stress ossidativo, contribuiscono alla protezione delle funzioni cerebrali.
Necessità di ulteriori ricerche
Nonostante i risultati promettenti, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere con precisione la quantità e l’intensità di esercizio fisico necessarie per preservare le funzioni cognitive. Richard Kazibwe, docente di Medicina interna e autore principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di continuare le indagini su questo tema. La sfida rimane definire con esattezza i parametri di allenamento che possano garantire la protezione del cervello. Finora, lo studio fornisce prove chiare: l’attività fisica vigorosa ha un impatto positivo, ma ci sono ancora molte domande aperte.
I numeri dell’ipertensione e della demenza
L’ipertensione colpisce circa un terzo della popolazione adulta nel mondo. Si stima che oltre 65 milioni di persone convivano con forme di demenza, una cifra che potrebbe salire a 175 milioni entro il 2050. Per chi soffre di ipertensione, il rischio di sviluppare declino cognitivo lieve, Alzheimer e demenza vascolare è particolarmente elevato. Tuttavia, l’attività fisica può rallentare il processo neurodegenerativo. Studi hanno dimostrato che l’esercizio favorisce l’aumento di corpi chetonici, acido lattico e miochine, tutti elementi che giocano un ruolo chiave nella neuroprotezione.
Come il movimento protegge il cervello
I meccanismi attraverso cui l’esercizio fisico agisce sono molteplici. L’aumento della produzione di corpi chetonici, derivati dei lipidi, e di acido lattico durante l’attività fisica contribuisce a sostenere il metabolismo cerebrale. Inoltre, l’esercizio stimola la neurogenesi nell’ippocampo, una regione del cervello coinvolta nella memoria e nell’apprendimento. Anche la plasticità sinaptica, ovvero la capacità dei neuroni di creare nuove connessioni, gioca un ruolo fondamentale. Infine, l’attività fisica riduce lo stress ossidativo, un processo che danneggia le cellule nervose e accelera il declino cognitivo. Questi meccanismi insieme spiegano come il movimento possa proteggere il cervello e rallentare la patogenesi della demenza.