Stare seduti per dieci ore al giorno (e oltre), aumenta il rischio di demenza, soprattutto se viene mantenuta la stessa posizione per molte ore consecutive. Gli effetti non vengono compensati neanche da un’attività fisica regolare. Lo rivela un recente studio che ha indagato l’impatto della sedentarietà sulla salute. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA.
Danni della sedentarietà, lo sport non basta
Molti studi avevano già dimostrato come l’immobilità per ore metta a rischio pancreas e colon, oltre a creare problemi alla circolazione sanguigna, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, obesità, diabete e tumori. Il pericolo riguarda soprattutto chi lavora tutti i giorni alla scrivania o affronta lunghi viaggi in auto. Un altro lavoro, pubblicato su Jama Cardiology, ha dimostrato che chi resta seduto per più di 8 ore al giorno ha un rischio di malattie cardiovascolari e morte prematura tra il 17% e il 50% in più rispetto a chi trascorre meno di 4 ore seduto.
Quest’ultimo studio, condotto dagli scienziati dell’Università della California del Sud in collaborazione con altre Università, dimostra che le persone “inattive” corrono anche un rischio più elevato di sviluppare demenza. Gli effetti nocivi della sedentarietà valgono anche per coloro che praticano attività fisica regolarmente.
Immobilità e demenza. Lo studio
I ricercatori hanno esaminato i dati della Biobanca del Regno Unito di circa 50 mila persone, tra uomini e donne di età pari o superiore ai 60 anni, nessuno dei quali soffriva di demenza. I partecipanti hanno indossato per una settimana dei tracker (rilevatori di attività). Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, gli scienziati hanno ricostruito i movimenti in ogni minuto della giornata. Hanno poi consultato periodicamente, nei successivi sette anni, i documenti ospedalieri e le cartelle cliniche per vedere se segnalavano forme di demenza.
Secondo i risultati, chi stava seduto per oltre 10 ore al giorno aveva un rischio di sviluppare demenza nei 7 anni successivi superiore dell’8% rispetto a chi restava seduto meno di 10 ore. Per chi trascorreva circa 12 ore seduto, il rischio di demenza era addirittura superiore del 63%. “Non è poi così impossibile trascorrere 10-12 ore seduti – ha sottolineato il prof. David Raichlen, tra gli autori del lavoro -. Succede al lavoro, in macchina durante gli spostamenti, a pranzo e a cena. Questi livelli estremi di sedentarietà sono quelli in cui vediamo un rischio molto più elevato di declino cognitivo e di memoria”.
“Le persone che svolgevano attività fisica o sportiva ma poi se ne stavano sedute per 10 ore o più – hanno affermato gli autori – erano inclini alla demenza tanto quanto le persone che non avevano praticato esercizio”. Lo studio era di tipo associativo, per cui ricercatori ha dimostrato solo l’associazione tra sedentarietà e declino cognitivo, ma non il nesso di causale. “Il flusso sanguigno cerebrale – hanno ipotizzato – potrebbe essere influenzato dallo stare seduti, riducendo l’apporto di ossigeno e nutrienti al cervello”.
Per prevenire i danni dell’eccessiva sedentarietà sono necessarie pause attive frequenti. Secondo i ricercatori della Vagelos College of Physicians and Surgeons della Columbia University, che hanno realizzato una ricerca pubblicata su Medicine&Science in Sports&Exercise, sarebbero necessari cinque minuti di camminata ogni 30 minuti di tempo trascorso seduti.