Tempo di lettura: 4 minutiIl cancro è la seconda causa di morte nei Paesi OCSE dopo le malattie circolatorie. Lo conferma l’ultimo Rapporto OCSE “Health at a glance 2023”. I tumori rappresentano il 21% di tutti i decessi nel 2021. Il cancro del polmone resta un big killer rappresentando la prima causa di morte sia per gli uomini che per le donne. Secondo il Report, l’Italia si colloca al di sotto della media OCSE sia per l’adesione allo screening per il tumore della cervice, sia per quello del colon-retto. Nel 20223, in Italia si è sottoposto a screening mammografico il 43% delle donne aventi diritto. Mentre i livelli di copertura degli screening cervicale e colorettale sono stati rispettivamente del 41% e del 27%, e con un evidente gradiente Nord-Sud, che penalizza le regioni del Meridione.
L’incontro
Partendo dai dati, nel corso di una tavola rotonda al Ministero della Salute sono state sollecitate le priorità di intervento. L’incontro “La Raccomandazione UE sugli screening oncologici come priorità sanitaria” è stato promosso da All.Can Italia, la coalizione multistakeholder di Pazienti, Clinici, Esperti sanitari e Industria. Tra le proposte degli esperti: introdurre la prevenzione come materia di insegnamento nelle scuole, digitalizzare i processi di invito allo screening, promuovere un’informazione costante e capillare ed estendere, fino a rendere strutturale, il programma sperimentale per la diagnosi precoce del tumore del polmone. L’incontro ha visto la partecipazione della comunità scientifica e delle associazioni pazienti di area oncologica – tra cui ACTO Italia, AIOM, Europa Donna Italia, Fondazione PRO, LILT, ROPI, WALCE.
Obiettivi
L’obiettivo è allineare l’Italia alla Raccomandazione europea sugli screening oncologici che esorta gli Stati membri dell’UE a estendere gli screening già attivi per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon-retto e a introdurne di nuovi per il carcinoma polmonare, prostatico e gastrico.
“È fondamentale fare dell’Italia un’apripista in Europa per quanto riguarda le politiche di prevenzione e diagnosi precoce”, afferma Paolo Bonaretti, portavoce di All.Can Italia. “Chiediamo con forza che i decisori pubblici si attivino per recepire la nuova Raccomandazione europea sugli screening oncologici ed ampliare i programmi di screening, partendo da progetti pilota sperimentali – come avvenuto per la Rete Italiana Screening Polmonare (RISP) – fino alla loro messa a regime. Per questo motivo oggi siamo qui, presso il Ministero della Salute, per cercare di individuare tutti insieme soluzioni concrete per migliorare i percorsi”.
Prevenzione cancro riduce mortalità e costi
Un recente studio pubblicato su Jama Network dimostra che un accesso più equo e capillare agli screening raccomandati per i tumori del polmone, del colon-retto, della mammella e della cervice uterina, potrebbe portare a un’importante riduzione delle morti per cancro. Infatti, il riconoscimento precoce della malattia permette cure più tempestive, personalizzate e, in molti casi, definitive.
“La prevenzione primaria e gli screening oncologici sono determinanti per vincere il cancro. Per questo ritengo strategico un coinvolgimento sempre più diretto e attivo di una task force composta dalla Scuola, dalla Famiglia e dai Media. La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), membro dell’European Cancer League (ECL), è prioritariamente impegnata da un lato a sensibilizzare costantemente il mondo scolastico, diffondendo la cultura della prevenzione come metodo di vita e, dall’altro, ad intensificare l‘operatività dei propri ambulatori diagnostici dedicati alla prevenzione secondaria”, dichiara Francesco Schittulli, presidente LILT.
Estendere i programmi
“In Italia ci sono ampi margini di miglioramento per estendere i programmi di screening offerti dal servizio sanitario ma soprattutto per aumentare la partecipazione dei cittadini”, spiega Rossana Berardi, Tesoriere AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) e direttrice della Clinica Oncologica dell’AOU delle Marche – Università Politecnica delle Marche. “Il punto di partenza non può che essere un cambio di paradigma in favore di maggiori investimenti e di una maggiore attenzione sulla prevenzione, sin da giovanissimi, introducendola come materia di insegnamento nelle scuole. Parallelamente, è necessaria un’azione più capillare e incisiva, anche prendendo spunto dalle buone pratiche introdotte in alcune realtà con successo e pubblicate in letteratura. La digitalizzazione dei processi di invito e prenotazione degli screening, in sostituzione della lettera cartacea, e l’utilizzo di reminder tramite contatto telefonico o telematico (WhatsApp, Mail, App) hanno, infatti, dimostrato di essere efficaci nel migliorare la fruizione degli screening. Fattori decisivi sono anche le iniziative di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e l’azione degli operatori sanitari, in particolare dei medici di medicina generale, per informare sulle opportunità di prevenzione, intercettare i soggetti ad alto rischio, come nel caso dei forti fumatori, e incoraggiare la partecipazione volontaria ai programmi di screening attivi”.
Numeri del cancro
In Italia, nel 2023 si stimano 395 mila nuove diagnosi di tumore3. La neoplasia più frequentemente diagnosticata continua ad essere il tumore del seno (55.900 casi), seguito dal tumore del colon-retto (50.500 casi) e dal tumore del polmone (44.000 casi), neoplasia ad alta incidenza e a prognosi spesso infausta.
“Studi scientifici hanno dimostrato come lo screening con l’impiego della TAC del torace a basse dosi nei forti fumatori possa ridurre del 20% la mortalità per tumore del polmone. Ne deriva l’opportunità di ampliare i programmi nazionali di prevenzione oncologica anche verso questa neoplasia, così come indicato dalla Raccomandazione europea”, spiega Silvia Novello, presidente WALCE (Women Against Lung Cancer). “La Rete Italiana Screening Polmonare (RISP), nata nel 2021 con l’obiettivo di reclutare 10mila volontari eleggibili, dei quali oltre 8mila sono già stati sottoposti alla prima TAC, dimostra la fattibilità dell’iniziativa sul territorio nazionale e la buona aderenza da parte dei cittadini. Il programma ha un valore aggiunto in quanto coniuga prevenzione secondaria (con l’impiego della TAC) a prevenzione primaria (con programmi di disassuefazione tabagica). L’ulteriore estensione di questo programma ministeriale al momento attivo in 18 centri e 15 regioni italiane, fino a renderlo strutturale, potrà realmente consentire un cambio di paradigma nella lotta al tumore del polmone “.
A ciò si aggiunga l’opportunità di istituire programmi pilota di screening basati sulla ricerca di eredo-familiarità documentata, in particolar modo legata i geni BRCA1 e BRCA2 che, oltre al tumore della mammella e dell’ovaio, possono essere collegati ad altri tipi di neoplasie, tra cui il tumore della prostata.