Tempo di lettura: 4 minutiIl World Diabetes Day, appena concluso, si è incentrato sull’importanza di conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete. Con 62 milioni di persone affette in Europa, di cui più di 4 milioni in Italia, il diabete è la quarta causa di morte. Sono infatti 80mila le morti solo nel nostro Paese, pari a 9 decessi evitabili ogni ora. Secondo i numeri, dal 2000 a oggi i casi sono raddoppiati. Inoltre si stima che ci siano almeno un milione di persone con diabete non diagnosticato.
L’evento annuale
Il World Diabetes Day (ogni 14 novembre) è la più grande campagna di awareness al mondo, lanciata nel 1991 dalla International Diabetes Federation e dall’OMS. Le iniziative in Italia sono promosse in collaborazione tra FeSDI e Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. “I numeri dimostrano la necessità di risposte ed azioni tempestive ed efficaci sia assistenziali, ma anche capaci di produrre un cambiamento culturale”. Lo ha sottolineato il Ministro della Salute Orazio Schillaci nell’incontro al Ministero della Salute. “Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle recenti misure previste nella manovra finanziaria, potremo realizzare un nuovo modello organizzativo di medicina territoriale che assicurerà ai diabetici quella multidisciplinarietà che è cruciale per una gestione ottimale della malattia e per prevenire l’insorgenza di complicanze. Ma la sfida non facile che ci attende è anche quella di promuovere la cultura della prevenzione primaria e secondaria, di accrescere la consapevolezza nei nostri concittadini dell’importanza dell’adozione di stili di vita sani e di eseguire controlli periodicamente”.
Come prevenire
Un adulto su dieci nel mondo soffre di diabete. Oltre il 90 per cento soffre di diabete di tipo 2. Quasi la metà non è ancora stata diagnosticata. In molti casi, il diabete di tipo 2 e le sue complicanze possono essere ritardati o prevenuti con abitudini sane. Conoscere il rischio è un mezzo per supportare la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo. Può spingere a monitorare i livelli di zucchero nel sangue, controllare il colesterolo e la pressione arteriosa, sottolineano gli specialisti.
Diabete aumenta rischio di ospedalizzazione
In Italia nel 2021 sono stati registrati 15.205 ricoveri legati alle complicanze del diabete, con un tasso medio di ospedalizzazione stabile rispetto al 2020 (Rapporto Esiti Agenas 2022). Tuttavia, permane una criticità nei ricoveri ‘potenzialmente evitabili’. Si spendono infatti oltre 50 milioni di euro per ricoveri legati all’ipoglicemia.
Il diabete aumenta il rischio di ospedalizzazione per diversi fattori. Un rischio che è due volte maggiore, rispetto alle persone senza diabete. Il 20-25 per cento dei pazienti viene ricoverato almeno una volta durante l’anno e, mediamente, la durata del ricovero aumenta del 20 per cento in presenza di diabete.
Aumenta il rischio di altre patologie
Il diabete aumenta anche il rischio di altre malattie non trasmissibili come neoplasie e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oggi rappresenta un’epidemia globale, causata dall’aumento ponderale, la sedentarietà e cattivi stili di vita. “La pandemia ha peggiorato le cose, ma c’è ancora tanto da fare sul piano culturale”, ha ribadito Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali, intervenuto nell’incontro pomeridiano al Senato. “È un tema che sento da vicino – ha proseguito – perché proprio in questi giorni la Sardegna ha superato la Finlandia in termini di incidenza nella popolazione. In Sardegna un bambino ogni 150 è affetto da diabete”. Il dato è indipendente da fattori strutturali, ha spiegato.
Nel quadro generale, invece, le grandi differenze a livello regionale creano delle difficoltà nell’esercizio del diritto alla salute, ha ribadito. “Il Sistema Sanitario italiano è un’eccellenza nel mondo per il suo principio universalistico – ha continuato – ma facciamo i conti con 21 sistemi regionali che viaggiano a velocità diverse”.
“Oggi la sfida si gioca soprattutto su due assi: ricerca e prevenzione”, ha continuato Cappellacci. “In questa direzione va una proposta di legge a mia firma per inserire nei programmi scolastici l’alfabetizzazione sanitaria”. Poi ha ricordato la recente approvazione della legge che introduce lo screening diabetico di tipo 1 e della celiachia in età pediatrica. “Una norma che ci fa distinguere sul piano mondiale – ha dichiarato – in termini di innovazione e di cambio di paradigma. Questo è il primo passo, ora bisognerà renderla operativa e metterla in attuazione. Il Ministero insieme all’Istituto di sanità sta lavorando sui decreti attuativi”. La salute è un ambito che unisce tutti, indipendentemente dal partito, ha ricordato. “Una sfida che si vince se si ha la capacità di far proprio e declinare in termini operativi il senso della comunità, il senso del gioco di squadra e il senso della collaborazione”, ha concluso.
Formazione dei medici e accesso equo
“Dobbiamo portare avanti un lavoro su più fronti”, ha detto la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato. “Assicurare ai sanitari formazione e risorse adeguate per prestare la migliore assistenza e diminuire il ‘carico di malattia’. Garantire l’accesso ai servizi, alle terapie e alle informazioni, per tenere sotto controllo i livelli glicemici e rallentare la progressione della malattia verso stadi più severi, consentire un accesso equo per tutti alle strutture di diabetologia”.
Diabete e obesità malattie croniche
“Il diabete, come anche l’obesità, sono malattie croniche con gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Portano spesso allo sviluppo di ulteriori complicanze e hanno un impatto importante sull’economia del Paese con costi diretti, sociali, economici e clinici e costi indiretti legati alla perdita di produttività”, ha spiegato l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di ANCI. “Occorre un impegno sinergico nel mettere il tema al centro dell’agenda politica e garantire alle persone con diabete gli stessi diritti delle persone sane”.
Anche il Prof. Angelo Avogaro, Presidente FeSDI e SID ha ribadito l’importanza di individuare fattori come familiarità o stili di vita che possono predisporre alla malattia. “Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia complessa, che, complici stili di vita non salutari, prosegue inesorabile la sua crescita, colpendo persone di età sempre inferiore e che, spesso vivono in condizioni di vita precarie, ma che resta prevenibile”, ha specificato il Prof. Riccardo Candido, Vicepresidente FeSDI e neo Presidente Nazionale AMD. “Conoscere il rischio di insorgenza della malattia, insieme agli strumenti di prevenzione primaria, consente di intervenire tempestivamente e ridurne l’impatto potenziale”, ha concluso.
Da Foggia alla Tin del Monaldi, così si è salvata la piccola Chiara
Bambini, News PresaPiccola Chiara. Nata di sole 29 settimane, la piccola Chiara (nome di fantasia) ha dovuto combattere sin da subito per la sua vita. Al suo fianco neonatologi, cardiologi pediatrici e cardiochirurghi pediatrici dell’Azienda Ospedaliera dei Colli per una storia che oggi, a distanza di 4 mesi, ha finalmente avuto un lieto fine. La bimba, di Foggia, è nata prematura a metà luglio. Sin da subito è stato chiaro ai medici che la sua non sarebbe stata strada semplice. Così, a soli 16 giorni di vita Chiara è stata trasferita d’urgenza presso l’UOC di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Monaldi, diretta dal dottore Giovanni Chello.
La diagnosi
Coartazione aortica la diagnosi. Era necessario intervenire chirurgicamente ma, a causa del basso peso, poco più di un chilo e mezzo, l’operazione sarebbe stata troppo rischiosa. «L’età e il peso veramente basso alla nascita – racconta il dottore Chello – rendevano impossibile l’intervento chirurgico». Dopo aver ottenuto conferma della diagnosi di cardiopatia congenita, insieme ai cardiologi e all’equipe cardiochirurgica pediatrica del dottore Guido Oppido, i medici del Monaldi si sono resi conto che la bimba aveva anche il dotto arterioso di Botallo oramai chiuso. Condizione che rendeva lo scenario clinico e chirurgico ancora più critico.
Il giorno più difficile
«A quel punto, grazie anche all’impegno del dottore Alfredo Santantonio, che ha seguito il caso dal primo giorno, abbiamo messo in atto tutto quanto medicalmente possibile – prosegue Chello – e abbiamo ottenuto la crescita costante del peso». A metà settembre, dopo aver raggiunti i 2,4 kg di peso, la bambina è stata finalmente sottoposta ad intervento cardiochirurgico correttivo e dopo qualche giorno di degenza in terapia intensiva post-operatoria ed alcuni giorni di degenza in reparto, la piccola Chiara è stata dimessa e affidata alle cure dei genitori, prontamente istruiti sul follow-up da eseguire nei mesi a seguire.
Gioco di squadra
A rendere possibile questo lieto fine, la grande sinergia tra neonatologi, cardiologi pediatri e cardiochirurghi pediatrici di una struttura, quella del Monaldi (Azienda Ospedaliera dei Colli) che da sempre è stata, ed è, il Centro di riferimento per la cura del neonato cardiopatico sia della Regione Campania che delle restanti Regioni del Sud Italia peninsulare. “La storia di Chiara è uno dei tanti piccoli miracoli quotidiani che si compiono in ospedale. Una storia di attesa e di speranza che si è conclusa nel migliore dei modi grazie al lavoro di squadra e all’impegno di tutto il personale sanitario che, silenziosamente, lavora per assicurare a tutti i pazienti le migliori cure possibili” è il commento di Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli. I genitori di Chiara saranno presenti con la bimba, alla manifestazione del 17 novembre prossimo che si terrà presso l’Aula Magna del Monaldi in occasione della giornata mondiale del Prematuro.
Melanoma, la prevenzione è ancora l’arma migliore
PrevenzioneNonostante ci siano trattamenti efficaci per la cura del melanoma purtroppo il 50% dei pazienti con malattia metastatica continua a morire. La prevenzione rappresenta ancora oggi l’arma più importante per combattere i tumori della pelle in generale, bisogna invogliare quindi le persone a fare visite di prevenzione che purtroppo il covid ha rallentato. A parlare è Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto
Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale. Ascierto invita quindi a comportamenti avveduti e a fare periodicamente visite di controllo.
Precauzioni
Ma come ci si può proteggere dal rischio di sviluppare nel tempo un tumore della pelle. Il rischio si abbassa notevolmente adottando stili di vita sani. Per il melanoma questo si traduce nell’abitudine a sottoporsi a controlli periodici, ma anche ad attenzioni quali prendere il sole nella fascia oraria giusta (prima di mezzogiorno e dopo le quindici) sempre con adeguata protezione. Inoltre, è importante sempre proteggere i bambini, perché le scottature durante l’infanzia predispongono ad un rischio maggiore di sviluppare un melanoma.
Screening gratuiti
Proprio Paolo Ascierto e il suo team di specialisti darà il via domani (giovedì 16 novembre) al ciclo di appuntamenti promossi e patrocinati dalla Fondazione Muto dal titolo “Abbraccia la Salute”, l’open day sarà di scena all’Emicenter di Casavatore. “Come Fondazione Muto accogliamo la sfida della prevenzione e dell’informazione ai cittadini – dice Roberto Muto, presidente della Fondazione – con questo ed altri eventi che si susseguiranno nel corso di questo mese, come l’appuntamento del 29 novembre sulla prevenzione del tumore alla mammella, e nel prossimo anno. Siamo fermamente convinti che la collaborazione con medici di grande rilievo umano e professionale come il professore Paolo Ascierto possano aiutarci a raggiungere brillantemente questo obiettivo”.
Conoscere il melanoma
Il melanoma è un tumore della pelle che rappresenta il 5% di tutti i tumori della pelle ed è il terzo più frequente in donne e uomini (Humanitas). In Italia si registrano 370.000 nuovi tumori all’anno, la Campania rappresenta il 10% della popolazione italiana, per cui 37.000 i tumori attesi (AIOM, libro bianco 2022), con cause legate all’ambiente, agli stili di vita, alla familiarità che ancora caratterizza questa malattia. È sempre più evidente quindi l’urgenza di sensibilizzare le persone ad adottare misure preventive e sottoporsi ad esami regolari che garantiscano diagnosi tempestive. “Queste campagne di informazione e screening oncologici – conclude Ascierto – sono cruciali per aumentare il numero di diagnosi precoci che, assieme a stili di vita adeguati, realmente
Tumore ovaio, intelligenza artificiale predice esito terapia
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneUn tool basato sull’intelligenza artificiale predice il successo della terapia nell’80% delle pazienti con tumore ovarico. In sostanza è in grado di valutare la riduzione volumetrica delle lesioni tumorali, con una accuratezza dell’80%, cioè di gran lunga superiore a quella dei metodi usati oggi in ambito clinico. Lo strumento si chiama IRON (Integrated Radiogenomics for Ovarian Neoadjuvant therapy) e analizza le caratteristiche cliniche della paziente, tra cui il DNA tumorale circolante nel sangue (biopsia liquida). Inoltre valuta le caratteristiche generali (età, stato di salute, etc), i marker tumorali e le immagini della malattia acquisite con la TAC. Sulla base di tutte queste informazioni, esprime una previsione sulle chance di successo della terapia.
Lo studio
I risultati dello studio sono stati appena pubblicati sulla rivista “Nature Communications”. La ricerca ha coinvolto 134 pazienti con tumore dell’ovaio di alto grado ed è stata coordinata dalla professoressa Evis Sala, Ordinario di Diagnostica per immagini e radioterapia alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, e Direttrice del Centro Avanzato di Radiologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Lo studio è stato portato avanti dall’Università di Cambridge.
Tumore dell’ovaio
Il tumore dell’ovaio colpisce ogni anno più di cinquemila donne in Italia. Alle nuove diagnosi si aggiungono oltre trentamila casi già in trattamento terapeutico. Questa neoplasia nelle fasi precoci non dà sintomi specifici, per questo la diagnosi arriva quando la malattia è già a uno stadio avanzato. Il carcinoma ovarico sieroso di alto grado è una delle forme più aggressive. Rappresenta circa il 70-80% dei tumori ovarici e spesso dà resistenza ai farmaci chemioterapici. Tuttavia, oggi la risposta alle terapie si può predire con una accuratezza massima del 50%.
A complicare il quadro di questo tumore sono i pochissimi biomarcatori ad oggi noti, quindi clinicamente utilizzabili. Uno degli ostacoli è l’elevato grado di eterogeneità della malattia che si diversifica molto da paziente a paziente. Da qui nasce l’idea di sviluppare uno strumento basato sull’intelligenza artificiale in grado di predire la risposta alla chemioterapia.
Prospettive future
“Da un punto di vista clinico, il framework proposto affronta l’esigenza insoddisfatta di identificare precocemente i pazienti che probabilmente non risponderanno alla terapia neoadiuvante e potrebbero essere indirizzati a un intervento chirurgico immediato – sottolinea la professoressa Sala –. “Il tool potrebbe essere applicato per stratificare il rischio della singola paziente anche in future ricerche cliniche che stiamo portando avanti al Policlinico Gemelli con la collaborazione del gruppo del professor Giovanni Scambia, Ordinario di Ginecologia dell’Università Cattolica e Direttore Scientifico della Fondazione Gemelli IRCCS”.
Diabete, 9 decessi evitabili ogni ora. Schillaci: accrescere consapevolezza
Associazioni pazienti, Economia sanitaria, Eventi d'interesse, News Presa, Prevenzione, Stili di vitaIl World Diabetes Day, appena concluso, si è incentrato sull’importanza di conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete. Con 62 milioni di persone affette in Europa, di cui più di 4 milioni in Italia, il diabete è la quarta causa di morte. Sono infatti 80mila le morti solo nel nostro Paese, pari a 9 decessi evitabili ogni ora. Secondo i numeri, dal 2000 a oggi i casi sono raddoppiati. Inoltre si stima che ci siano almeno un milione di persone con diabete non diagnosticato.
L’evento annuale
Il World Diabetes Day (ogni 14 novembre) è la più grande campagna di awareness al mondo, lanciata nel 1991 dalla International Diabetes Federation e dall’OMS. Le iniziative in Italia sono promosse in collaborazione tra FeSDI e Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. “I numeri dimostrano la necessità di risposte ed azioni tempestive ed efficaci sia assistenziali, ma anche capaci di produrre un cambiamento culturale”. Lo ha sottolineato il Ministro della Salute Orazio Schillaci nell’incontro al Ministero della Salute. “Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle recenti misure previste nella manovra finanziaria, potremo realizzare un nuovo modello organizzativo di medicina territoriale che assicurerà ai diabetici quella multidisciplinarietà che è cruciale per una gestione ottimale della malattia e per prevenire l’insorgenza di complicanze. Ma la sfida non facile che ci attende è anche quella di promuovere la cultura della prevenzione primaria e secondaria, di accrescere la consapevolezza nei nostri concittadini dell’importanza dell’adozione di stili di vita sani e di eseguire controlli periodicamente”.
Come prevenire
Un adulto su dieci nel mondo soffre di diabete. Oltre il 90 per cento soffre di diabete di tipo 2. Quasi la metà non è ancora stata diagnosticata. In molti casi, il diabete di tipo 2 e le sue complicanze possono essere ritardati o prevenuti con abitudini sane. Conoscere il rischio è un mezzo per supportare la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo. Può spingere a monitorare i livelli di zucchero nel sangue, controllare il colesterolo e la pressione arteriosa, sottolineano gli specialisti.
Diabete aumenta rischio di ospedalizzazione
In Italia nel 2021 sono stati registrati 15.205 ricoveri legati alle complicanze del diabete, con un tasso medio di ospedalizzazione stabile rispetto al 2020 (Rapporto Esiti Agenas 2022). Tuttavia, permane una criticità nei ricoveri ‘potenzialmente evitabili’. Si spendono infatti oltre 50 milioni di euro per ricoveri legati all’ipoglicemia.
Il diabete aumenta il rischio di ospedalizzazione per diversi fattori. Un rischio che è due volte maggiore, rispetto alle persone senza diabete. Il 20-25 per cento dei pazienti viene ricoverato almeno una volta durante l’anno e, mediamente, la durata del ricovero aumenta del 20 per cento in presenza di diabete.
Aumenta il rischio di altre patologie
Il diabete aumenta anche il rischio di altre malattie non trasmissibili come neoplasie e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oggi rappresenta un’epidemia globale, causata dall’aumento ponderale, la sedentarietà e cattivi stili di vita. “La pandemia ha peggiorato le cose, ma c’è ancora tanto da fare sul piano culturale”, ha ribadito Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali, intervenuto nell’incontro pomeridiano al Senato. “È un tema che sento da vicino – ha proseguito – perché proprio in questi giorni la Sardegna ha superato la Finlandia in termini di incidenza nella popolazione. In Sardegna un bambino ogni 150 è affetto da diabete”. Il dato è indipendente da fattori strutturali, ha spiegato.
Nel quadro generale, invece, le grandi differenze a livello regionale creano delle difficoltà nell’esercizio del diritto alla salute, ha ribadito. “Il Sistema Sanitario italiano è un’eccellenza nel mondo per il suo principio universalistico – ha continuato – ma facciamo i conti con 21 sistemi regionali che viaggiano a velocità diverse”.
“Oggi la sfida si gioca soprattutto su due assi: ricerca e prevenzione”, ha continuato Cappellacci. “In questa direzione va una proposta di legge a mia firma per inserire nei programmi scolastici l’alfabetizzazione sanitaria”. Poi ha ricordato la recente approvazione della legge che introduce lo screening diabetico di tipo 1 e della celiachia in età pediatrica. “Una norma che ci fa distinguere sul piano mondiale – ha dichiarato – in termini di innovazione e di cambio di paradigma. Questo è il primo passo, ora bisognerà renderla operativa e metterla in attuazione. Il Ministero insieme all’Istituto di sanità sta lavorando sui decreti attuativi”. La salute è un ambito che unisce tutti, indipendentemente dal partito, ha ricordato. “Una sfida che si vince se si ha la capacità di far proprio e declinare in termini operativi il senso della comunità, il senso del gioco di squadra e il senso della collaborazione”, ha concluso.
Formazione dei medici e accesso equo
“Dobbiamo portare avanti un lavoro su più fronti”, ha detto la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato. “Assicurare ai sanitari formazione e risorse adeguate per prestare la migliore assistenza e diminuire il ‘carico di malattia’. Garantire l’accesso ai servizi, alle terapie e alle informazioni, per tenere sotto controllo i livelli glicemici e rallentare la progressione della malattia verso stadi più severi, consentire un accesso equo per tutti alle strutture di diabetologia”.
Diabete e obesità malattie croniche
“Il diabete, come anche l’obesità, sono malattie croniche con gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Portano spesso allo sviluppo di ulteriori complicanze e hanno un impatto importante sull’economia del Paese con costi diretti, sociali, economici e clinici e costi indiretti legati alla perdita di produttività”, ha spiegato l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di ANCI. “Occorre un impegno sinergico nel mettere il tema al centro dell’agenda politica e garantire alle persone con diabete gli stessi diritti delle persone sane”.
Anche il Prof. Angelo Avogaro, Presidente FeSDI e SID ha ribadito l’importanza di individuare fattori come familiarità o stili di vita che possono predisporre alla malattia. “Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia complessa, che, complici stili di vita non salutari, prosegue inesorabile la sua crescita, colpendo persone di età sempre inferiore e che, spesso vivono in condizioni di vita precarie, ma che resta prevenibile”, ha specificato il Prof. Riccardo Candido, Vicepresidente FeSDI e neo Presidente Nazionale AMD. “Conoscere il rischio di insorgenza della malattia, insieme agli strumenti di prevenzione primaria, consente di intervenire tempestivamente e ridurne l’impatto potenziale”, ha concluso.
Mense da incubo nelle scuole italiane
Adolescenti, Alimentazione, Bambini, News PresaMense da incubo. Non è un nuovo reality tv, bensì la dura realtà. A portare a galla la situazione sono state le verifiche fatte nei confronti dei servizi di ristorazione e imprese di catering assegnatarie della gestione delle mense presso gli istituti scolastici. I controlli effettuati dal Comando Carabinieri per la tutela della salute, d’intesa con il Ministero della Salute, hanno fatto emergere una situazione che farebbe gelare il sangue a qualunque genitore.
Irregolari
I problemi più ricorrenti sono legati ad alimenti mal conservati, scarsa igiene nei locali dove vengono prepararti i pasti. Ma anche presenza di umidità, muffa e persino insetti ed escrementi di roditori. Addirittura una mensa su quattro è risultata irregolare. Le verifiche, svolte nell’ultimo mese, hanno interessato circa 1.000 aziende di ristorazione collettiva: tra le ditte controllate 257 hanno evidenziato irregolarità, pari al 27%.
Sanzioni
Sono state sequestrate 13 cucine e accertate 361 violazioni penali e amministrative. Sono state accertate 361 violazioni penali e amministrative, con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per 192mila euro, contestate a causa di violazioni nella gestione e conservazione degli alimenti e nelle condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti, con problemi di qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto.
Umidità
È stata disposta la sospensione dell’attività o il sequestro di 13 aree cucina-depositi alimenti per rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali, come la presenza diffusa di umidità, di formazioni di muffe, di insetti ed escrementi di roditori. Tra questi è stata eseguita la chiusura di un asilo nido in provincia di Taranto, peraltro non censito, il cui approvvigionamento idrico avveniva con acqua non idonea per usi alimentari.
Sequestri
Complessivamente sono stati sequestrati oltre 700 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, pane, pasta, acqua minerale) riscontrate in assenza di tracciabilità, scadute di validità e custodite in ambienti inadeguati. Situazioni particolari hanno riguardato il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 18 gestori dei servizi-mensa, ritenuti responsabili di frode ed inadempienza in pubbliche forniture per aver confezionato pasti in qualità e grammatura inferiore a quello pattuito, in violazione ai capitolati contrattuali.
Nessuna tracciabilità
La maggioranza delle irregolarità hanno invece riguardato carenze strutturali e gestionali nella preparazione dei pasti, la mancanza della tracciabilità degli alimenti e l’omessa comunicazione della presenza di eventuali allergeni, essenziale per la prevenzione di possibili episodi di reazione allergica, in particolare nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche.
Oltre ogni limite
Inoltre durante un controllo eseguito presso un centro di preparazione pasti della provincia di Reggio Emilia, sono state rilevate carenze igienico-sanitarie per la presenza di carcasse di tipo insetti blatte, anche all’interno delle celle frigo adibite allo stoccaggio delle materie prime, nonché escrementi riconducibili a roditori e pavimentazione danneggiata e tubature divelte nel reparto di lavorazioni carni. Una situazione, insomma, insostenibile e genitori – che per i loro figli vorrebbero cibi sani– comprensibilmente allarmati.
Stress, ansia e depressione, l’altra faccia del diabete
Eventi d'interesse, PsicologiaIl diabete è una malattia cronica che non concede pause. L’impatto che può avere sulla salute mentale dei pazienti è un tema ancora poco discusso. Secondo i dati disponibili, una persona su quattro con diabete di tipo 1 e una su cinque con diabete di tipo 2 soffre di stress e ansia. Due condizioni che possono portare a depressione, burnout e a un rapporto complicato con il cibo e con i farmaci, soprattutto l’insulina. Un disagio che interessa quasi 1 milione di persone in Italia, ma quasi la metà di questi casi non viene individuata. In occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si celebra il 14 novembre di ogni anno, Roche Diabetes Care ha lanciato la campagna social internazionale “#ConnectingWhatCounts between diabetes and mental well-being”. L’iniziativa vuole porre l’attenzione sui lati invisibili della convivenza con il diabete e i pregiudizi che sono spesso alla base di molti disturbi di natura psicologica.
Diabete e complicanze
“Il diabete influisce su tutti gli aspetti della vita delle persone che vi convivono, trattandosi di malattia cronica impegnativa da gestire. Richiede un monitoraggio costante e può causare complicanze a lungo termine se non adeguatamente controllata, come retinopatia, patologie renali e cardiovascolari. Per questo per avere un successo terapeutico è fondamentale non guardare solo il quadro clinico, ma la qualità di vita complessiva del paziente”. Lo ha sottolineato Dario Pitocco, Direttore Unità Operativa Dipartimentale di Diabetologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Per fortuna – ha continuato – oggi la tecnologia offre diverse soluzioni per semplificare e migliorare la gestione della malattia. Per esempio, i sensori per il monitoraggio in continuo del glucosio che permettono di conoscere costantemente il valore della glicemia possono avere un forte impatto nella vita delle persone con diabete. Il coinvolgimento come attori con un ruolo attivo nella cura e prevenzione favorisce l’aderenza terapeutica e una miglior personalizzazione nella cura”.
Tecnologia dà potere ai pazienti
Grazie alla collaborazione tra Personalive e le Associazioni Pazienti in ambito diabetologico è stata condotta l’indagine “Indicatori di usabilità dei sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio: il punto di vista delle persone con diabete”. Il progetto, con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy, ha indagato il percepito delle persone con diabete e il loro rapporto con i sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio (CGM), per realizzare una fotografia del contesto italiano. I risultati sono stati presentati al XXIV Congresso Nazionale AMD che si è appena concluso a Firenze.
“L’evoluzione tecnologica può essere davvero di grande aiuto per le persone con diabete. permette di poter tenere costantemente monitorata la glicemia e poter disporre di una serie di informazioni utili sia per il paziente sia per il medico curante per personalizzare la terapia e ottenere un miglior controllo metabolico. Questi aspetti, insieme ad altri vantaggi come la possibilità di poter posizionare il sensore in zone non visibili o di personalizzare gli allarmi, sono importanti per la quotidianità e quindi per il benessere mentale delle persone con diabete che possono condurre la propria vita senza limitazioni. Queste tecnologie restituiscono “empowerment” al paziente, cioè senso di maggiore controllo sulla sua patologia, aumentando quindi la motivazione ad essere coinvolti attivamente nel miglioramento del loro stile di vita e nell’aderenza terapeutica”, ha commentato Guendalina Graffigna, Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e della Salute, Direttore di EngageMinds HUB, Università Cattolica del Sacro Cuore, Cremona.
L’intelligenza artificiale contro il tumore del pancreas
News Presa, Ricerca innovazioneUn software di intelligenza artificiale per analizzare le immagini TAC del pancreas e un tumore duttale troppo piccolo per essere individuato dall’occhio umano. È questo il principio guida del progetto di sperimentazione in corso all’Ospedale Cardarelli di Napoli, sviluppato insieme al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Killer silenzioso
Il carcinoma duttale del pancreas ad oggi in Italia registra circa 14.300 nuove diagnosi e presenta un’aspettativa di vita estremamente esigua, se confrontata con altre patologie oncologiche. Difatti solo il 3% dei pazienti sopravvive alla malattia a 10 anni dall’esordio e molti pazienti sono inoperabili già quando sviluppano i sintomi.
Risultati incoraggianti
L’esame TAC consente una diagnosi accurata del carcinoma duttale del pancreas ed è la metodica diagnostica indicata nel sospetto clinico di questa patologia. Purtroppo, anche con l’utilizzo di apparecchiature TC di ultima generazione, nel 27% dei casi le neoplasie di dimensioni inferiori a 2 centimetri possono non essere correttamente diagnosticate. L’algoritmo realizzato grazie ai Radiologi del Cardarelli consente all’intelligenza artificiale di superare i gap dell’occhio umano e i primi dati appaiono estremamente promettenti. « I primi riscontri ci sembrano estremamente interessanti e promettenti e già oggi l’intelligenza artificiale ci permette di fornire valutazioni innovative rispetto a quelle tradizionali», spiega Luigia Romano, Direttore dell’UOC Radiologia Generale e di Pronto Soccorso del Cardarelli.
FIASO
l progetto è stato presentato nel corso del Convegno per i 25 anni della Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (FIASO) che si è tenuto a Roma. Nello stesso contesto l’Ospedale Cardarelli ha presentato altre tre diverse esperienze di alto rilievo: il protocollo innovativo per il trattamento farmacologico dell’ICTUS già nella fase diagnostica, realizzato dalla UOC di Neurologia; il monitoraggio ospedale-territorio della Broncopneumopatia, realizzato dalla UOC di Pneuomologia; il miglioramento dell’efficienza nel trattamento dei pazienti, realizzato dall’UOC di Neurochirurgia. Un chiaro esempio di come l’innovazione possa cambiare le cose a beneficio della salute.
Diabete: perché è in aumento, riconoscerlo e prevenire
Alimentazione, PrevenzioneIl diabete colpisce quasi quattro milioni di persone solo in Italia, secondo i dati Istat. Viene considerata una pandemia silenziosa con costi sociali e umani. Ad oggi colpisce il 6,6 per cento della popolazione generale. Si tratta di una patologia cronica e l’incidenza è in costante aumento in tutto il mondo, anche tra gli under 18. Questa malattia può portare a complicanze, tra cui problemi cardiovascolari, danni ai nervi, ai reni e agli occhi. Eppure oltre un milione di casi restano ancora senza una diagnosi. Il diabete può essere di tipo 1 e di tipo 2: due forme strettamente legate all’età. In genere, il tipo 1 insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Il tipo 2 è legato all’avanzare dell’età e allo stile di vita. Solitamente compare dopo i 40 anni, sebbene possa manifestarsi anche prima a causa di abitudini di vita scorrette.
Pre-diabete
Diabetici non si diventa da un giorno all’altro. Quando si parla di diabete di tipo II le premesse che conducono alla malattia in genere vanno avanti per diversi anni. secondo i numeri, oltre quattro milioni di italiani, si trovano in una condizione di pre-diabete, si tratta soprattutto di donne. Almeno una persona su quattro scivolerà verso il diabete conclamato entro cinque anni. Nell’11 per cento dei casi non trattati, la malattia arriva entro tre anni e nel 25 per cento entro cinque anni.
Diabete. L’aumento dei casi
Sono 400mila i casi in più dopo i due anni di pandemia da Covid-19. Si stima, infatti, che la prevalenza del diabete sia cresciuta del 14 per cento nella popolazione tra il 2019 e il 2022. L’aumento è legato al continuo invecchiamento della popolazione, ma anche a fattori di rischio peggiorati durante la pandemia, tra cui sedentarietà e aumento di peso. Inoltre sui numeri incidono anche le diagnosi più precoci.
Diabete. Sintomi
Il diabete può rimanere silente a lungo oppure dare sintomi nei casi acuti, come: stanchezza, maggiore frequenza urinaria con conseguente sete, perdita di peso, dolori addominali, aumento dell’appetito, nausea, vomito e visione offuscata. A lungo termine, l’iperglicemia può portare a complicanze gravi come la retinopatia, la nefropatia, la neuropatia e le malattie cardiovascolari.
Cause del diabete
Secondo i dati a disposizione, il diabete di tipo 1 è causato da fattori ereditari o anche alcune infezioni virali. Per il diabete di tipo 2, invece, oltre a incidere la familiarità, influisce uno stile di vita sedentario, un’alimentazione con troppi grassi e zuccheri, il sovrappeso e l’obesità.
Prevenzione
Il diabete di tipo 1 oggi non può essere prevenuto. Uno stile di vita sano può, invece, prevenire quello di tipo 2. Per ridurre il rischio le linee guida raccomandano una dieta a basso contenuto di grassi e calorie, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. Il sovrappeso e l’obesità sono due gravi fattori di rischio per il diabete di tipo 2, per questo l’esercizio fisico regolare è un mezzo di prevenzione importante.
Giornata Mondiale del Diabete, un’onda blu sui monumenti di Roma
Associazioni pazienti, Eventi d'interesseIl diabete colpisce circa 3,9 milioni di persone, solo nel nostro Paese. Si tratta di una pandemia silenziosa in crescita in tutto il mondo, con costi sociali e umani. In particolare, ai dati Istat che fanno riferimento al 2022, vanno aggiunti i casi non diagnosticati. Secondo le stime sarebbero circa 1 milione e mezzo i malati inconsapevoli.
Giornata Mondiale del Diabete
La Giornata mondiale del Diabete si celebra domani e ricorre ogni 14 novembre. L’evento è promosso dall’International Diabetes Federation dell’OMS che per prima, nel 1991 ha lanciato l’iniziativa. La giornata nasce sensibilizzare sulla malattia che nel mondo interessa 1 persona su 10. Nel 2006 una risoluzione Onu aveva esortato i governi di tutto il mondo a contrastare un’epidemia ormai divenuta globale e in continuo aumento. La data del 14 novembre coincide con la nascita di Frédéric Grant Banting, nato nel 1891 che scoprì l’insulina nel 1921 insieme al collega Charles H. Best.
L’iniziativa per sensibilizzare sul diabete
Un’onda blu illuminerà alcuni monumenti della Capitale questa sera, lunedì 13 novembre, alla vigilia della Giornata Mondiale del Diabete. Anche per il 2023 il messaggio è #knowyourrisk, knowyourresponse (conosci il tuo rischio, conosci la tua risposta). Il cerchio blu è il simbolo universale della malattia. L’obiettivo della giornata non è solo ricordare i pazienti ma sollecitare la politica e sostenere la ricerca. Le iniziative in Italia sono promosse in collaborazione tra FeSDI – Federazione delle Società Scientifiche Diabetologiche Italiane, costituita da SID – Società Italiana di Diabetologia e AMD – Associazione Medici Diabetologici, e Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili.
A Roma si passeranno il testimone diversi luoghi iconici, illuminati ad intervalli di 20 minuti ciascuno: Ospedale Fatebenefratelli, Isola Tiberina, Arco Di Giano, Tempio Di Portuno, Tempio Di Ercole, Teatro Marcello, Colosseo, Statua Mazzini, Fontana Dell’acqua Paola, Arco Di Costantino, Cerchio Galleria D’arte Moderna, Piazza Della Repubblica, Piramide Cestia, Statua Garibaldi e Tempio Di Saturno.
Il ricordo
L’illuminazione dell’Isola Tiberina e dell’Ospedale è anche l’occasione per ricordare la dottoressa Simona Frontoni, socia SID, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, recentemente scomparsa.
Fand incontra Papa Francesco
La Fand, Associazione Italiana Diabetici, sarà accolta in udienza da Papa Francesco il 15 novembre in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che ricorre il giorno precedente. L’incontro è un’occasione per promuovere l’attenzione sulla malattia, sui pazienti e sull’impegno dell’associazione che rappresenta i diabetici in Italia ed è medaglia d’oro al merito per la sanità pubblica.
Indi Gregory è morta, non ci sono più speranze
News PresaIndi Gregory. Non c’è più nulla da fare per la piccola Indi Gregory, deceduta nel corso della notte dopo che le autorità del Regno Unito avevano confermato la volontà di staccare le macchine che sino a quel momento l’avevano tenuta in vita. La conferma è arrivata dall’avvocato Simone Pillon e Iacopo Coghe di Pro vita, componenti del team legale della famiglia Gregory. La bimba era affetta da una malattia per la quale secondo i medici non esistevano cure risolutive.
Il messaggio
La breve vita della bimba è finita alle all’1.45 ora inglese. Lo ha scritto anche il papà di Indi in un messaggio ai suoi legali: «La vita di Indi è finita all’01:45, io e Claire siamo arrabbiati, con il cuore spezzato, pieni di vergogna. Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva».
Fino all’ultimo
Dean Gregory scrive poi che Claire l’ha tenuta con sé per i suoi ultimi respiri. «Sono riusciti a prendersi il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendersi la sua anima. Hanno cercato di sbarazzarsi di Indi – ha aggiunto – senza che nessuno lo sapesse, ma noi ci siamo assicurati che fosse ricordata per sempre. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata».
Commozione
La storia della bimba ha tenuto con il fiato sospeso il Regno Unito e l’Italia, perché alla bambina era stata concessa la cittadinanza con la speranza che i giudici inglesi potessero rivedere la loro decisione e permettere un trasferimento al Bambin Gesù di Roma, dove i medici si erano offerti di accoglierla. Dal mondo reale ai social si è scatenata la commozione di quanti sino all’ultimo hanno sperato e che ora puntano il dito contro una decisone che ritengono ingiusta. Resta da chiedersi se realmente si sia fatto tutto il possibile, la verità è che a questa domanda domanda nessuno potrà rispondere in modo definitivo.