Tempo di lettura: 3 minutiSecondo le stime più recenti, la tossicità finanziaria colpisce il 26% delle persone con cancro. Il cancro della mammella è la neoplasia più comune del sesso femminile con circa 55.900 nuovi casi l’anno. Gli effetti del cancro al seno sono quindi anche economici e finanziari e i dati restituiscono un divario di genere anche nella cura.
Un questionario dell’Associazione Andos realizzato con CREA Sanità sarà somministrato alle donne operate al seno su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è fare luce sulle complicanze economiche che pesano sulle donne e le loro famiglie. L’iniziativa è stata annunciata dalla Presidente dell’ANDOS Nazionale, Flori Degrassi, durante il talk ‘Effetti Collaterali’ organizzato su iniziativa dell’Osservatorio MOHRE.
Cancro al seno e impoverimento economico dopo la diagnosi
“Nel nostro particolare ambito, molto si è fatto per migliorare la diagnosi e la terapia”, ha detto Flori Degrassi, Presidente ANDOS Nazionale. Oggi però in molte regioni si cominciano a riscontrare problemi legati alla difficoltà di ottenere appuntamenti diagnostici anche durante il follow-up legati alla mancanza di presa in carico delle donne e alle difficoltà di essere trattate chirurgicamente e terapeuticamente nei tempi prescritti”.
“Con l’abbassarsi dell’età delle donne con diagnosi di cancro al seno – ha spiegato Degrassi – stanno aumentando velocemente le difficoltà economiche negli anni successivi alla diagnosi per diminuzione del reddito o perdita del lavoro, aumento delle spese mediche e per l’acquisto di farmaci di supporto, costi di viaggio e alloggio per raggiungere i centri di cura, ricorso alla sanità privata per indagini che aggirino i tempi delle liste di attesa e per le donne in chemioterapia, acquisto delle parrucche, ecc”.
L’impoverimento interessa spesso anche familiari e caregivers a causa delle conseguenze delle assenze forzate dal lavoro o della cessazione di attività in proprio. “Per questo motivo – ha commentato Degrassi – ANDOS e CREA Sanità hanno predisposto un’indagine che affianca all’analisi del Professor Perrone la valutazione di situazioni di fragilità psicologica, familiare e sociale delle donne operate di carcinoma mammario, con l’obiettivo di orientare l’intervento dell’Associazione a supporto di queste donne, attraverso l’azione degli oltre cinquanta comitati diffusi su tutto il territorio nazionale”.
Cancro al seno e svantaggio economico
Lo svantaggio economico è correlato anche a ritardi nella diagnosi che influiscono sulle possibilità di guarigione. “Le differenze economiche tra uomini e donne non si fermano alla retribuzione e alla carriera ma emergono anche di fronte ad una diagnosi di cancro, le differenze di reddito aumentano la sofferenza economica se è la donna ad ammalarsi – ha sottolineato Simona Saraceno, Presidente del Comitato ANDOS Roma, che prosegue – essere donna è un fattore di rischio primario per la tossicità finanziaria: un recente studio di Jama Network Open ha calcolato la presenza di difficoltà economiche nel 35,3% delle donne con cancro al seno dei paesi ad alto reddito e nel 78,8% di quelli a medio reddito”.
“I problemi economici, la perdita del lavoro o del reddito, i debiti preesistenti o contratti in occasione della malattia rientrano tra i ‘determinanti sociali di salute’” ha sottolineato Johann Rossi Mason, Direttrice del MOHREe promotrice dell’evento “Le condizioni e i contesti di vita hanno un peso sia sul rischio di ammalarsi che sulla possibilità di sopravvivenza. Basti pensare che uno studio appena pubblicato su Journal of Public Health ha evidenziato che circa il 25% dei decessi per cancro interessa persone con basso livello di istruzione”.
Carico allostatico
“Lo ‘stress finanziario’ che influisce anche sulla salute a lungo termine, sull’aderenza alle cure, la capacità di seguire corretti stili di vita e fare controlli periodici si somma allo stress cronico determina quello che viene chiamato ‘carico allostatico’ capace di peggiorare la salute globale. Oggi esistono validi strumenti, come il test PROFFIT (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity) che possono misurare questo disagio e orientare misure di sostegno ad hoc. Ad esempio, sostegno economico nelle pazienti a rischio, servizi di assistenza e riabilitazione, supporto psicologico gratuito e l’ampliamento della copertura del SSN per alcune spese, in modo da dare a tutti le stesse opportunità di accesso” ha concluso Rossi Mason.
“Problematiche relative all’accesso alle prestazioni e alla presa in carico, spesa privata, effetti sulle capacità di acquisto e andamento della qualità della vita delle donne operate al seno sono le aree sulle quali indagherà la survey realizzata con ANDOS – ha spiegato il Professor Federico Spandonaro, economista e presidente del comitato scientifico di CREA Sanità – con l’obiettivo di misurare, attraverso la rete territoriale dell’Associazione l’incidenza del fenomeno di impoverimento causato dalla malattia su questo specifico target”.
“La tossicità finanziaria interessa anche i pazienti di sistemi sanitari universalistici come il nostro – ha spiegato infine Francesco Perrone, Presidente AIOM. “Abbiamo già dimostrato, in uno studio su 3.760 cittadini con tumore in Italia, che al momento della diagnosi il 26% deve affrontare problemi di natura economica e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento. Questi ultimi, inoltre, hanno un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto. Alla luce di questi dati, ci siamo chiesti quali fossero le cause. Da qui il questionario PROFFIT (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity), uno strumento opensource che abbiamo messo a disposizione della comunità scientifica e che è incluso nella survey ANDOS, dalla quale ci aspettiamo ulteriori e indispensabili elementi di indirizzo”.
Cancro al seno, indagine sulla tossicità finanziaria
News PresaSecondo le stime più recenti, la tossicità finanziaria colpisce il 26% delle persone con cancro. Il cancro della mammella è la neoplasia più comune del sesso femminile con circa 55.900 nuovi casi l’anno. Gli effetti del cancro al seno sono quindi anche economici e finanziari e i dati restituiscono un divario di genere anche nella cura.
Un questionario dell’Associazione Andos realizzato con CREA Sanità sarà somministrato alle donne operate al seno su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è fare luce sulle complicanze economiche che pesano sulle donne e le loro famiglie. L’iniziativa è stata annunciata dalla Presidente dell’ANDOS Nazionale, Flori Degrassi, durante il talk ‘Effetti Collaterali’ organizzato su iniziativa dell’Osservatorio MOHRE.
Cancro al seno e impoverimento economico dopo la diagnosi
“Nel nostro particolare ambito, molto si è fatto per migliorare la diagnosi e la terapia”, ha detto Flori Degrassi, Presidente ANDOS Nazionale. Oggi però in molte regioni si cominciano a riscontrare problemi legati alla difficoltà di ottenere appuntamenti diagnostici anche durante il follow-up legati alla mancanza di presa in carico delle donne e alle difficoltà di essere trattate chirurgicamente e terapeuticamente nei tempi prescritti”.
“Con l’abbassarsi dell’età delle donne con diagnosi di cancro al seno – ha spiegato Degrassi – stanno aumentando velocemente le difficoltà economiche negli anni successivi alla diagnosi per diminuzione del reddito o perdita del lavoro, aumento delle spese mediche e per l’acquisto di farmaci di supporto, costi di viaggio e alloggio per raggiungere i centri di cura, ricorso alla sanità privata per indagini che aggirino i tempi delle liste di attesa e per le donne in chemioterapia, acquisto delle parrucche, ecc”.
L’impoverimento interessa spesso anche familiari e caregivers a causa delle conseguenze delle assenze forzate dal lavoro o della cessazione di attività in proprio. “Per questo motivo – ha commentato Degrassi – ANDOS e CREA Sanità hanno predisposto un’indagine che affianca all’analisi del Professor Perrone la valutazione di situazioni di fragilità psicologica, familiare e sociale delle donne operate di carcinoma mammario, con l’obiettivo di orientare l’intervento dell’Associazione a supporto di queste donne, attraverso l’azione degli oltre cinquanta comitati diffusi su tutto il territorio nazionale”.
Cancro al seno e svantaggio economico
Lo svantaggio economico è correlato anche a ritardi nella diagnosi che influiscono sulle possibilità di guarigione. “Le differenze economiche tra uomini e donne non si fermano alla retribuzione e alla carriera ma emergono anche di fronte ad una diagnosi di cancro, le differenze di reddito aumentano la sofferenza economica se è la donna ad ammalarsi – ha sottolineato Simona Saraceno, Presidente del Comitato ANDOS Roma, che prosegue – essere donna è un fattore di rischio primario per la tossicità finanziaria: un recente studio di Jama Network Open ha calcolato la presenza di difficoltà economiche nel 35,3% delle donne con cancro al seno dei paesi ad alto reddito e nel 78,8% di quelli a medio reddito”.
“I problemi economici, la perdita del lavoro o del reddito, i debiti preesistenti o contratti in occasione della malattia rientrano tra i ‘determinanti sociali di salute’” ha sottolineato Johann Rossi Mason, Direttrice del MOHREe promotrice dell’evento “Le condizioni e i contesti di vita hanno un peso sia sul rischio di ammalarsi che sulla possibilità di sopravvivenza. Basti pensare che uno studio appena pubblicato su Journal of Public Health ha evidenziato che circa il 25% dei decessi per cancro interessa persone con basso livello di istruzione”.
Carico allostatico
“Lo ‘stress finanziario’ che influisce anche sulla salute a lungo termine, sull’aderenza alle cure, la capacità di seguire corretti stili di vita e fare controlli periodici si somma allo stress cronico determina quello che viene chiamato ‘carico allostatico’ capace di peggiorare la salute globale. Oggi esistono validi strumenti, come il test PROFFIT (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity) che possono misurare questo disagio e orientare misure di sostegno ad hoc. Ad esempio, sostegno economico nelle pazienti a rischio, servizi di assistenza e riabilitazione, supporto psicologico gratuito e l’ampliamento della copertura del SSN per alcune spese, in modo da dare a tutti le stesse opportunità di accesso” ha concluso Rossi Mason.
“Problematiche relative all’accesso alle prestazioni e alla presa in carico, spesa privata, effetti sulle capacità di acquisto e andamento della qualità della vita delle donne operate al seno sono le aree sulle quali indagherà la survey realizzata con ANDOS – ha spiegato il Professor Federico Spandonaro, economista e presidente del comitato scientifico di CREA Sanità – con l’obiettivo di misurare, attraverso la rete territoriale dell’Associazione l’incidenza del fenomeno di impoverimento causato dalla malattia su questo specifico target”.
“La tossicità finanziaria interessa anche i pazienti di sistemi sanitari universalistici come il nostro – ha spiegato infine Francesco Perrone, Presidente AIOM. “Abbiamo già dimostrato, in uno studio su 3.760 cittadini con tumore in Italia, che al momento della diagnosi il 26% deve affrontare problemi di natura economica e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento. Questi ultimi, inoltre, hanno un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto. Alla luce di questi dati, ci siamo chiesti quali fossero le cause. Da qui il questionario PROFFIT (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity), uno strumento opensource che abbiamo messo a disposizione della comunità scientifica e che è incluso nella survey ANDOS, dalla quale ci aspettiamo ulteriori e indispensabili elementi di indirizzo”.
Longevità: dipende al 70% dai primi 1000 giorni di vita
Anziani, Bambini, Benessere, Genitorialità, Madri-padri, News Presa, Prevenzione, Stili di vitaNascere e crescere bene significa anche invecchiare meglio. In altre parole: le scelte consapevoli fatte nei primi 1000 giorni di vita di un bambino possono incidere sullo stato di salute migliorandolo del 70%. Una recente ricerca del Lancet lo ha messo nero su bianco, come anche la Fondazione Giovanni Lorenzini che promuove il progetto “I primi 1000 giorni di vita”. Il lavoro nasce per sensibilizzare l’importanza del periodo che va dal pre-concepimento ai 2 anni di età dell’individuo. Un capitale formidabile a vantaggio non solo della crescita ma anche dell’invecchiamento. Il tema della longevità è stato al centro del “Milan Summit Longevity”, da poco concluso a Milano.
“Per invecchiare bene e in salute bisogna aver vissuto degli ottimi primi 1000 giorni di vita e adottato comportamenti salutari per tutta la vita. Concetto quasi ovvio per gli stili di vita, ma non così conosciuto quando si parla dei 33 mesi così decisivi all’inizio della vita – interviene nel corso di “Milan Summit Longevity” Emanuela Folco, Segretario Generale Fondazione Giovanni Lorenzini – che ciascuno di noi trascorre a partire da ancora prima di essere nella pancia della mamma. Siamo molto orgogliosi di sostenere questo progetto, in linea con le direttive OMS e l’agenda 2030 delle Nazioni Unite, e che noi promuoviamo con questa sintesi: se cambi l’inizio della storia, cambi tutta la storia”.
“È incredibile riflettere su come le scelte e gli investimenti dei genitori possano influenzare il futuro benessere dei propri figli in modi così profondi e duraturi. Il fatto che il nostro ambiente prenatale – continua Elia Biganzoli, membro del Comitato Scientifico di Fondazione Giovanni Lorenzini, organizzatore della giornata conclusiva del Milan Longevity Summit e Coordinatore del progetto HEBE – possa modulare l’espressione genica e influenzare la nostra salute e longevità è affascinante e allo stesso tempo incoraggiante. Come scienziati, siamo grati di poter contribuire a comprendere meglio questi meccanismi cellulari e a trasmettere questa conoscenza alle future generazioni, per favorire una vita sana e piena per tutti.”
Primi anni influenzano anzianità
La ricerca scientifica ha dimostrato in molti studi che il corso del periodo pre-concezionale, della gravidanza e dei primi due anni di vita, sono così determinanti al punto di influenzare fino al 70% la salute futura dell’individuo.
L’iniziativa “I primi 1000 giorni di vita” vuole promuovere conoscenze che promuovano scelte responsabili, evidenziando il ruolo chiave della genitorialità consapevole.
“Durante i mesi di pre-concepimento che solitamente non sono mai meno di 6, entrambi i genitori con tutti i loro comportamenti e i loro stili di vita, sono responsabili del futuro del loro figlio. La madre – precisa Sergio Pecorelli, Professore e Rettore Emerito Università di Brescia e Presidente Fondazione Giovanni Lorenzini New York – è responsabile di quello che avviene in gravidanza e lo farà prestando attenzione a fare esercizio fisico, a nutrirsi correttamente, a limitare e gestire lo stress. Ma anche il padre gioca un ruolo molto importante con il suo stile di vita e l’ambiente in cui vive. Questo “vantaggio” del bambino si ripercuoterà sul suo futuro stato di salute durante la vecchiaia incidendo in modo decisamente positivo”.
Epigenetica, segreto della longevità
L’epigenetica è una branca della genetica che si occupa dei cambiamenti ereditabili da una cellula o da un organismo in cui non si osserva una variazione del genotipo. Lo stato di salute prima del concepimento è strettamente correlata all’esito della gravidanza; ricerche relative a tutto il corso della vita indicano il pre-concepimento come il periodo più critico per la salute tra generazioni.
“I segnali ambientali epigenetici sono molteplici: dal cibo che ingeriamo, da come e quanto muoviamo il corpo, da come ci relazioniamo con l’ambiente e con le persone, come gestiamo le nostre emozioni, i nostri pensieri, dall’aria che respiriamo. Gli stili di vita, gli stressors, le condizioni psico-emozionali dei futuri genitori – continua Pecorelli – hanno il potenziale di influenzare il rischio delle malattie croniche. La nostra salute e il nostro benessere quando cresciamo, da adulti e anche da anziani, dipende da ciò che succede prima del concepimento e durante i primi 1.000 giorni di vita”.
Investimento pre-natale per longevità
L’esposizione a stress durante la gravidanza è stata più volte associata all’insorgenza nei figli di determinate condizioni cardiovascolari, metaboliche, neurologiche e condizioni mentali e cognitive.
“Identificare le persone che intendono pianificare una gravidanza, fornisce una finestra di opportunità per migliorare la salute prima del concepimento – conclude Folco – mentre iniziative per ridurre i determinanti dei rischi pre-concezionali, come ad esempio obesità, fumo, uso di sostanze stupefacenti, abuso di alcol, sono essenziali per migliorare gli esiti. Investire nella salute pre-concezionale e prenatale non solo contribuisce al benessere a breve termine, ma offre anche una solida base per un invecchiamento migliore e più attivo nel lungo periodo. Comprendere e affrontare consapevolmente la gravidanza non solo può migliorare la salute dei figli fin dall’inizio della vita, ma può anche favorire un invecchiamento più sano e resiliente”.
Consumo di uova e colesterolo: uno studio sfata il mito
AlimentazioneUno studio presentato al congresso dell’American College of Cardiology, condotto dal Duke Clinical Research Institute di Durham (North Carolina), ha sollevato una questione importante riguardo al consumo di uova e il loro impatto sul colesterolo. Contrariamente alle credenze comuni, sembra che il consumo regolare di uova non aumenti i livelli di colesterolo nel sangue, come evidenziato dallo studio chiamato Prosperity.
Lo studio
Lo studio Prosperity si è concentrato sull’analisi degli effetti del consumo di 12 o più uova a settimana rispetto a una dieta senza uova, su 140 pazienti affetti da malattie cardiovascolari o con un elevato rischio cardiovascolare. Durante il periodo di quattro mesi di studio, i ricercatori hanno osservato che i livelli di colesterolo sono rimasti pressoché simili tra coloro che consumavano uova regolarmente e coloro che non le assumevano affatto.
Nuovo punto di vista
La coordinatrice della ricerca, Nina Nouhravesh, ha sottolineato l’importanza di queste scoperte, soprattutto considerando le preoccupazioni precedentemente sollevate riguardo alla sicurezza del consumo di uova, specialmente per le persone a rischio di malattie cardiache. Nouhravesh ha enfatizzato che, nonostante le dimensioni limitate dello studio, fornisce rassicurazioni significative sull’accettabilità del consumo di uova per quanto riguarda gli effetti sui lipidi nel sangue.
Omega 3
Particolare attenzione è stata dedicata alle uova fortificate, che contengono meno grassi saturi e una gamma più ampia di vitamine e minerali essenziali, come iodio, vitamine del gruppo B, vitamina D, selenio e acidi grassi omega-3. I pazienti coinvolti nello studio sono stati assegnati casualmente a consumare 12 uova fortificate a settimana o meno di due uova di qualsiasi tipo a settimana. Tutti i pazienti, con un’età media di 66 anni e affetti da precedenti eventi cardiovascolari o almeno due fattori di rischio cardiovascolare, sono stati sottoposti a controlli regolari mediante visite periodiche ed esami del sangue.
Contributo importante
Lo studio Prosperity rappresenta un passo avanti significativo nel comprendere l’effetto del consumo di uova sulla salute cardiovascolare. Le sue conclusioni suggeriscono che il consumo abituale di uova, specialmente quelle fortificate, può essere considerato sicuro e potenzialmente benefico per individui a rischio cardiovascolare elevato. Tuttavia, ulteriori ricerche su scala più ampia sono necessarie per confermare e approfondire queste conclusioni. In ogni caso, questo studio offre un contributo importante nel dissipare le preoccupazioni riguardanti il consumo di uova e il colesterolo.
Donne in sanità, costrette a scegliere tra famiglia e carriera
News Presa«Al Sud le donne che lavorano nel SSN devono scegliere tra famiglia e carriera e per le famiglie dei camici bianchi non c’è quasi nessun aiuto. Una situazione inaccettabile alla quale occorre porre rimedio». A denunciarlo è il segretario regionale dell’Anaao Assomed Bruno Zuccarelli, sulla base dei di un’indagine prodotta dal Gruppo Donne del sindacato della dirigenza medica e sanitaria ; gruppo che vede come responsabile la dottoressa Marlene Giugliano. «Nelle strutture sanitarie italiane abbiamo 220 asili aziendali, di cui 208 sono al Nord (23 solo in Lombardia).
La Campania
In Campania gli asili nido su 16 aziende ospedaliere sono solo 2: Cardarelli e Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II. Il Moscati di Avellino aveva un asilo nido che è stato chiuso con la pandemia pandemia. Una condizione vergognosa e desolante», aggiunge Zuccarelli. Ma i dati raccolti dal sindacato dicono anche altro: se si guarda al personale del servizio sanitario nazionale, il 68% è costituito da donne, quasi 7 operatori su 10, con un forte sbilanciamento verso il Nord dove le donne sono il 76%, mentre al Sud solo il 50%.
Gap
«Un divario tra Nord e Sud, quello della sanità, che si lega alle condizioni di difficoltà che le donne devono affrontare – aggiunge Giugliano -, del resto in Campania il costo medio della retta mensile di un asilo è di 300 euro, con cifre che in alcuni casi arrivano anche a 600 euro. E nella nostra regione c’è un posto in asili nido solo ogni 10 bambini». Per questo le donne campane dell’Anaao chiedono di essere ascoltate dalle Istituzioni regionali, così come dalle Aziende ospedaliere e Sanitarie.
Proposte
Tre i punti chiave sui quali intervenire: creazione di asili nido aziendali che rappresentano una forma di attenzione per le esigenze dei propri dipendenti e consentono una migliore conciliazione dei tempi casa-lavoro; sostituzione dei dirigenti in astensione obbligatoria per maternità o paternità e applicazione delle norme già esistenti, come flessibilità oraria; nomina, costituzione e funzionamento dei Comitati unici di garanzia (Cug). «Sono organismi che prevedono compiti propositivi, consultivi e di verifica in materia di pari opportunità e di benessere organizzativo per contribuire all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, agevolando l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni e favorendo l’affezione al lavoro, garantendo un ambiente lavorativo nel quale sia contrastata qualsiasi forma di discriminazione», spiega Giugliano. In regioni come la nostra questi organismi hanno solo un ruolo formale cosa che non siamo più disposte ad accettare».
Prostata, screening per diagnosi precoce del tumore
News Presa, PrevenzioneIn Europa oltre 2 milioni di uomini convivono con il tumore alla prostata. Nel nostro Paese rappresenta il 20 per cento dei tumori maschili con 41 mila nuove diagnosi ogni anno. L’innovazione ha portato nuove possibilità di cura riducendo la mortalità, ma a fare la differenza è sempre la diagnosi precoce. Oggi per la diagnosi di questo tumore è previsto l’esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico). Viene indicato per uomini sopra i 40 anni in caso di familiarità per tumore alla prostata e uomini sopra i 50 anni come screening. Tuttavia, i numeri suggeriscono la necessità di considerare una nuova strategia di prevenzione.
Da qui nasce Let’s Talk Prostate Cancer Expert Group, gruppo che riunisce gli stakeholder delle principali organizzazioni in Europa nel campo del tumore della prostata ed è presieduto da membri del Parlamento europeo. L’obiettivo è incentivare i protocolli di screening organizzati e basati sul rischio del tumore della prostata in tutti gli Stati membri dell’UE. Istituzioni, clinici e associazioni europee hanno fatto il punto in un incontro virtuale, in cui è intervenuta anche la Fondazione Onda, portando l’esperienza italiana.
Tumore prostata, modello italiano
Ogni anno sono 41 mila le nuove diagnosi di tumore della prostata in Italia. Il Piano europeo di lotta contro il cancro, presentato nel 2021, e la pubblicazione nel dicembre 2022 dell’aggiornamento delle Raccomandazioni sugli screening oncologici invitano a prendere in considerazione lo screening organizzato, oltre che per altri tipi di tumore, anche per il tumore della prostata. L’obiettivo è sollecitare una maggiore attenzione verso la diagnosi precoce riducendo la mortalità e le diseguaglianze.
In Italia, dove un programma di screening organizzato per questo tumore non è attivo, si stanno però facendo passi avanti. Il Ministero della Salute ha recentemente stanziato 500.000 euro per la realizzazione di un progetto pilota per un programma di screening organizzato basato sul rischio del tumore della prostata nella Regione Toscana. Questo progetto ha l’obiettivo di valutare l’accettabilità, l’accuratezza e la fattibilità di protocolli di screening che utilizzano il PSA con risonanza magnetica come test di triage per i soggetti positivi al fine di ridurre la sovradiagnosi e migliorare la diagnosi precoce nella popolazione target.
«Il tumore della prostata è diventato parte integrante delle nostre campagne a partire dall’inizio del 2022 quando abbiamo creato il network degli ospedali con il Bollino Azzurro, riconoscimento assegnato ai centri che garantiscono un approccio multiprofessionale e interdisciplinare dei percorsi diagnostici e terapeutici per questo tumore e abbiamo poi avviato un progetto di ampio respiro in risposta alle Raccomandazioni del Consiglio europeo sullo screening del tumore della prostata», dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda. «A seguito della pubblicazione del nostro Libro bianco sul tema, abbiamo realizzato un progetto di sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore della prostata».
«Sono onorata di aver potuto portare questa importante esperienza e il nostro impegno come best practice a livello europeo», conclude la Dott.ssa Merzagora.
Quando il singhiozzo nasconde altro
News PresaSi dice che uno spavento improvviso possa far passare il singhiozzo, o che ci possano riuscire alcune parole che agiscono sulla glottide e sul diaframma. Che sia vero o meno resta da capire perché in alcune persone questo disturbo si presenta con frequenza e, quando questo accade, cosa si può fare per uscirne. Diciamo subito si tratta di un disturbo comune che, sebbene spesso innocuo, può diventare fastidioso o indicare problemi più seri se persiste per un lungo periodo. Ecco perché comprendere le cause sottostanti e sapere come gestirlo correttamente è fondamentale per mantenere il benessere.
Il diaframma
Il singhiozzo è causato da contrazioni involontarie del diaframma, il muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale. Durante queste contrazioni, la rapida chiusura della glottide provoca il tipico suono “hic”. Mentre i casi brevi di singhiozzo sono generalmente innocui e possono essere causati da fattori come un pasto abbondante, bevande estreme o ingoiare aria in eccesso, la persistenza del singhiozzo potrebbe essere sintomo di problemi più gravi.
Il cuore o la pancia
Condizioni come pericardite, disturbi dell’apparato digerente o alterazioni nei centri nervosi possono causare singhiozzo prolungato. Se il singhiozzo dura più del normale o è associato a sintomi preoccupanti, è consigliabile consultare un medico.
Rimedi
Per alleviare il singhiozzo, ci sono vari rimedi casalinghi come bere acqua a piccoli sorsi, starnutire, mangiare un cucchiaio di zucchero o assumere succo di limone. Tuttavia, se il disturbo persiste in modo significativo, è importante cercare assistenza medica.
Da non sottovalutare
Il singhiozzo, sebbene spesso innocuo, può indicare problemi sottostanti se persiste per un lungo periodo. È essenziale conoscere le cause e i rimedi appropriati. Se il disturbo non migliora o è associato a sintomi preoccupanti, consultare un medico è fondamentale per una valutazione accurata e un trattamento adeguato. Prestare attenzione alla durata e alla gravità del singhiozzo può aiutare a garantire il benessere generale e prevenire complicazioni future.
Aggressioni, si procede d’ufficio
News PresaContro chi aggredisce un medico o un infermiere si può procedere d’ufficio. Un cambiamento fondamentale, perché sino ad oggi i camici bianchi dovevano presentare denuncia per sperare che un aggressore venisse perseguito. In altre parole il povero aggredito doveva anche rischiare ritorsioni e esporsi ad alla possibilità di minacce o peggio. Ora nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari, sia che si tratti di lesioni lievi, gravi o gravissime, so va avanti indipendentemente dalla volontà della vittima di sporgere querela.
Il decreto
Per il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, si tratta di un “ulteriore passo in avanti a tutela dei colleghi vittime di aggressioni e violenze nell’esercizio delle loro funzioni. La dimostrazione che la nostra pressante azione inizia a dare i frutti concreti”. Il cambiamento di rotta è legato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 19 marzo 2024, n. 31 che modifica il codice penale in tema di procedibilità d’Ufficio per il reato di lesioni personali e di procedibilità a querela del reato di danneggiamento.
Sanzioni
L’intervento si è reso necessario per coordinare le modifiche già introdotte al regime di procedibilità del delitto di lesioni nel 2022 con la riforma del processo penale, alla sopravvenuta modifica, voluta da Anaao, e apportata dal legislatore al Codice penale, dal cosiddetto decreto bollette. Già con il decreto bollette del 2023, infatti, era intervenuto a rafforzare il sistema normativo penale a tutela del personale sanitario nell’esercizio delle proprie funzioni e attività, in considerazione degli episodi di violenza più volte verificatisi nelle strutture sanitarie, con l’introduzione di un inasprimento delle sanzioni con riguardo alle lesioni semplici per le quali si prevede oggi la pena della reclusione da due a cinque anni.
Malattia carnivora, allerta in Giappone per nuova infezione batterica
News Presa, PrevenzioneTokyo ha sollevato un allarme riguardo alla crescita dei casi di un’infezione batterica rara ma grave. Secondo quanto riportato dal The Japan Times, i casi segnalati hanno superato più della metà del conteggio dello scorso anno, con 88 casi solo nella capitale e 517 infezioni a livello nazionale. La sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), nota anche come la “malattia carnivora”, ha suscitato preoccupazioni tali da spingere la Corea del Nord a cancellare una partita di calcio con il Giappone, programmata a Pyongyang. Si tratta di un’infezione grave che, nei casi più estremi, può provocare la necrosi dei tessuti connettivi muscolari. Il tasso di mortalità ha raggiunto circa il 30% degli individui infettati nel 2023, definibile come “estremamente alto”.
Numeri e sintomi della malattia carnivora
Durante una riunione sul controllo delle malattie infettive, tenutasi venerdì, è emerso che Tokyo ha registrato 88 pazienti entro il 17 marzo. Nel corso del 2023, la capitale ha riportato un totale di 141 casi e 42 decessi associati all’infezione. Le autorità hanno invitato la popolazione a consultare subito un medico in presenza di sintomi quali dolore e gonfiore agli arti o febbre, segni indicativi di questa particolare infezione.
Contagio
Lo streptococco di gruppo A, responsabile della trasmissione della malattia, si diffonde attraverso le goccioline respiratorie e il contatto diretto, ma anche attraverso ferite alle mani o ai piedi. Le autorità sanitarie raccomandano di seguire le misure preventive, tra cui il lavaggio regolare delle mani e una corretta cura delle ferite.
Si presume che una variante chiamata ceppo M1UK, altamente trasmissibile tra i batteri streptococco del gruppo A, sia correlata ai recenti casi. Secondo il National Institute of Infectious Diseases, persone di tutte le età possono essere colpite, sottolineando l’importanza di adottare misure di vigilanza per la salute pubblica.
Un robot prepara farmaci e dispositivi medici
News Presa, Ricerca innovazioneDa un lato “armadi intelligenti” che monitorano le scorte e ordinano farmaci e dispositivi medici in relazione alle prescrizioni di reparto e alle esigenze di sala operatoria, dall’altra un robot che in autonomia prepara le cassette che andranno a rifornire i reparti e, quando necessario, dispensa la terapia direttamente ai pazienti in dimissione sulla base delle prescrizioni ricevute. Sono questi i due pilastri della farmacia ospedaliera 3.0, il progetto pilota più all’avanguardia a livello italiano ed europeo per la gestione integrata del farmaco realizzato all’ospedale Monaldi di Napoli e inaugurato questa mattina alla presenza, tra gli altri, del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Anna Iervolino; dell’Assessore al Bilancio della Regione Campania, Ettore Cinque e del direttore generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale della Regione Campania, Antonio Postiglione.
Innovazione
Un progetto che rende l’ospedale dell’AO dei Colli tra i più avanzati d’Europa in questo campo, al punto da farlo diventare un modello di esempio per farmacisti ospedalieri di tutta Europa. In ambito ospedaliero l’Unità Operativa di Farmacia ha il compito di assicurarsi che i dispositivi medici e i farmaci necessari all’assistenza dei pazienti siano sempre presenti e disponibili. Un compito estremamente complesso, trattandosi di prodotti del valore di milioni di euro che, se non gestiti correttamente, potrebbero restare inutilizzati e scadere.
Il software
«Questo nuovo sistema consente di automatizzare interamente il processo, azzerando il rischio di errori a beneficio della salute dei pazienti e generando anche un risparmio concreto della spesa. Il software è infatti capace di analizzare il contenuto degli armadi e avvertire la Farmacia di eventuali carenze prima ancora che possano prodursi. In base alla prescrizione medica o alla programmazione operatoria, infatti, il software riesce a tenere sempre scorte ottimali», spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Farmacia Adriano Cristinziano.
Sicurezza
Se il primo fattore è l’azzeramento di possibili errori materiali, visto che il ciclo viene ora gestito da software e robot, non da meno è il risparmio economico. Si stima, solo a titolo di esempio, che il nuovo sistema consentirà in un solo anno un risparmio di 400 mila euro derivante dalla corretta gestione delle scorte, riduzione dei consumi e degli scaduti di Dispositivi Medici. A cui si aggiunge il risparmio di tempo degli operatori e una sensibile riduzione dei consumi e degli scaduti. Inoltre, è previsto un risparmio di circa 150 mila euro con l’automatizzazione della preparazione di monodose o dosi personalizzate di farmaci destinati ai pazienti oncologici. Non meno importante è l’automazione della distribuzione diretta ai pazienti in dimissione.
Tracciabilità
Grazie al software e all’automazione robotica il paziente può tornare a casa con il farmaco necessario ai primi giorni di terapia, senza doversi preoccupare di prescrizioni mediche o di spostarsi verso farmacie del territorio. «Realizzare questo progetto ci ha consentito di automatizzare un settore strategico della complessa gestione ospedaliera con ricadute dirette sulla qualità dei percorsi clinico assistenziali in termini di prevenzione, gestione degli eventi avversi, standardizzazione dei processi, tracciabilità e ottimizzazione dei flussi, riduzione degli sprechi, monitoraggio e controllo della spesa. Un percorso che non è stato semplice, ma che siamo riusciti a realizzare grazie all’impegno del nostro personale e con il sostegno della Regione», spiega il Direttore Generale Anna Iervolino. Il sistema consentirà in futuro anche un’integrazione con software di intelligenza artificiale.
Dermatite atopica, tornano le visite gratuite in tutta Italia
News PresaLa dermatite atopica colpisce il 20% della popolazione infantile e il 2-5% degli adulti. Provoca secchezza, arrossamento, escoriazioni e ispessimento della pelle. Il prurito è il sintomo più persistente. I dermatologi della SIDeMaST anche quest’anno sono scesi in campo per l’iniziativa giunta alla quarta edizione. Da nord a Sud del Paese, fino al 15 aprile 2024 sono disponibili consulti gratuiti in più di 40 centri universitari-ospedalieri.
Dermatite atopica, screening gratuiti in tutta Italia
Si estende la campagna di sensibilizzazione sulla Dermatite Atopica dell’adulto “Dalla parte della tua pelle”, promossa dalla SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse. Quest’anno saranno 40 i centri disponibili in tutta Italia. Nel 2023 erano 28 e hanno coinvolto 1300 pazienti. La campagna è realizzata con il Patrocinio di ADOI (Associazione Dermatologi-Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica) e ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica), con il contributo non condizionante di Sanofi. Grazie ai consulti realizzati durante gli “Open Day” sarà possibile, in caso di diagnosi positiva, indirizzare i pazienti verso i Centri di riferimento SIDeMaST sul territorio per avere una presa in carico tempestiva.
“La campagna ‘Dalla parte della tua pelle’ – spiega il Prof. Giuseppe Argenziano, Presidente SIDeMaST – ha un immenso valore etico e strategico per la nostra società. Si tratta non solo di avvicinare sempre di più le persone che soffrono di questa malattia invalidante ai dermatologi che hanno il compito di curarla al meglio, ma anche di sensibilizzare la popolazione tutta alle misure di prevenzione della dermatite atopica.”
Terapie innovative per i pazienti
La campagna è anche un mezzo per informare sulle possibilità disponibili oggi e migliorare la qualità di vita. “Questa nuova edizione della campagna, rispetto agli anni precedenti, estende in modo significativo il progetto ad altri centri dermatologici italiani, al fine di raggiungere il maggior numero possibile di pazienti sul territorio nazionale”. Così ha evidenziato il Prof. Marco Ardigò, Membro del Consiglio Direttivo SIDeMaST e Responsabile per le Campagne di sensibilizzazione. “L’obiettivo è sia di sensibilizzare i cittadini al tema della dermatite atopica, sia di avvicinare i pazienti ai centri specializzati italiani in grado di offrire assistenza diagnostica e proposte terapeutiche innovative”.
“La dermatite atopica – conclude la Prof. Maria Concetta Fargnoli, Vicepresidente SIDeMaST – interessa circa il 20% dei bambini ed il 2-5% degli adulti. Nell’adulto, si manifesta con secchezza, arrossamento, escoriazioni ed ispessimento della pelle, accompagnati da intenso prurito. Si localizza prevalentemente a livello del volto e del collo, pieghe antecubitali (piega del gomito), cavi poplitei (dietro al ginocchio) e mani ma può interessare anche zone più estese del corpo. Il prurito è il sintomo più importante, può essere molto intenso ed interferire con il sonno, le attività quotidiane, lo studio e le capacità lavorative. Le manifestazioni cliniche spesso localizzate in zone visibili ed il prurito condizionano negativamente la vita personale e le relazioni sociali del paziente con importanti ricadute sulla loro qualità di vita e sulla sfera psicologica”.
Per accedere ai consulti la prenotazione è obbligatoria al numero verde 800086875, attivo 7 giorni su 7 dalle 10 alle 18. Tutte le informazioni e i centri aderenti sono disponibili sul sito.