Tempo di lettura: 2 minutiInizia da Firenze ad aprile ‘L’arte risveglia l’anima’, la mostra itinerante con opere di pittori e ceramisti autistici. Per tutto il 2017 sarà visitabile in altri musei italiani. La rassegna, spiegano gli ideatori, ha il compito di mostrare le grandi potenzialità delle persone con disturbi dello spettro autistico.
“Vogliamo andare oltre la patologia – spiega la coordinatrice del progetto Anna Maria Kozarzewska – queste persone hanno molti punti di forza, talenti nascosti che a causa della mancata vita sociale non vengono fuori. E’ il momento di fare sapere al mondo cosa sono in grado di fare”.
L’arte risveglia l’anima sarà inaugurata sabato a Palazzo Davanzati a Firenze con una selezione di lavori che, in collaborazione con il Museo Nazionale del Bargello – Museo di Palazzo Davanzati, reinterpretano alcune opere della collezione permanente dell’antica magione fiorentina e altri capolavori. In contemporanea, presso l’edificio dell’Ex-Stato Maggiore del Museo Ermitage, il Centro Anton’s Right Here di San Pietroburgo per il lavoro creativo, l’apprendimento e l’abilitazione sociale di persone adulte affette da autismo guidato da Zoya Popova e partner fondamentale dell’intero progetto, inaugura la mostra Coi soli colori (Odnimi kraskami) curata da Ilia Ermolaev, in collegamento streaming con Firenze. Fra le altre sedi che ospiteranno le opere ci sono Musei di San Salvatore in Lauro a Roma (Giugno), la Fondazione Conservatorio di San Giovanni Battista a Pistoia (Ottobre), il Museo Omero ad Ancona (Dicembre).
L’arte risveglia l’anima è un progetto internazionale di inclusione culturale e sociale elaborato e promosso dall’Associazione Autismo Firenze, l’Associazione culturale L’immaginario e l’Associazione Amici del Museo Ermitage Italia) con l’obiettivo di contribuire a sensibilizzare la società e a modificare l’atteggiamento nei confronti delle persone con disturbi dello spettro autistico, valorizzandone le potenzialità creative.
Ogni persona con autismo possiede abilità nascoste che possono essere di natura diversa. Per far emergere queste qualità che rendono la vita delle persone autistiche più piena e dignitosa, indipendentemente dalla gravità del disturbo, è necessario l’aiuto di ognuno di noi. Per questo la mostra L’arte risveglia l’anima intende mostrare, attraverso le loro opere, il mondo interiore degli artisti che per mezzo di esse si esprimono, valorizzare il loro talento, creare un’occasione di incontro con la loro anima, attraverso la concretezza dei loro lavori. La mostra espone i lavori di 18 pittori e 6 ceramisti provenienti da varie città della Toscana, del Piemonte, della Lombardia, di Roma e delle Marche.
Le tappe della mostra:
– Firenze e Fiesole (1–25 /4/17)
– Roma (giugno 2017)
– Milano (settembre 2017)
– Pistoia (ottobre 2017)
– Ancona (dicembre 2017?)
Inoltre, il progetto prevede un collegamento internazionale tra la mostra L’arte risveglia l’anima a Palazzo Davanzati e la mostra “In the same colors” presso il Museo Ermitage di San Pietroburgo
Preview e piccole iniziative promozionali:
– Mostra alla Villa Medicea di Artimino (20-24 marzo 2017)
– Mostra in occasione della Florence Biennale (ottobre 2017)
Campagne di raccolta fondi:
– Cena e concerto di beneficenza 24 marzo 2017
– Campagna televisiva sulle reti Mediaset con numero di telefonia solidale dal 2 all’8 marzo 2017
– Ulteriore campagna televisiva sulle reti Mediaset con numero di telefonia solidale
– Asta di beneficenza delle opere esposte nelle mostre (data da individuare)
Laboratori e attività museali per giovani e adulti con disturbi dello spettro autistico:
– Palazzo Davanzati, Firenze (marzo 2017)
– Museo Mastroianni, Roma (marzo/aprile 2017)
– Museo Pezzoli, Milano
Naturopata inietta curcuma per curare eczema, muore donna a San Diego
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneVoleva guarire dalla sua infiammazione alla pelle senza usare farmaci, ma ha trovato la morte. Jade Erick, aveva 30 anni, si è rivolta a una naturopata della sua zona che le ha iniettato in vena della curcuma per trattare un eczema. La spezia, a cui probabilmente la donna era allergica, deriva da una pianta erbacea originaria dell’Asia sud-orientale ed è largamente impiegata soprattutto nella cucina indiana.
La vicenda è avvenuta a San Diego, in California. La donna è morta dopo aver avuto un attacco cardiaco causato da una reazione avversa alla soluzione somministrata per via endovenosa. Le analisi post mortem hanno confermato che la spezia è in parte responsabile del decesso.
La vicenda, che rimbalza da giorni sulla stampa internazionale, riferisce come la paziente avrebbe cercato di combattere un eczema attraverso un approccio naturale, ma invasivo.
In naturopatia, la curcuma è considerata una sostanza dalle proprietà anti-infiammatorie ed è anche al centro di alcuni studi per accertare potenziali utilizzi nell’ambito dei trattamenti anti-tumorali, le ricerche però sono ancora ferme alla fase sperimentale. Se, infatti, alcune ricerche hanno mostrato effetti anti-cancro legati al composto, comunque ricorda Cancer Research Uk sull’Independent, occorrono più trial clinici per trarre conclusioni certe. «La curcuma usata in cucina è molto sicura, ma non sappiamo quanto lo sia la curcumina utilizzata a scopi medici», afferma l’associazione. Esistono solo studi preliminari sulla curcuma somministrata per via endovenosa in combinazione con la chemioterapia tradizionale, ma nessuna conclusione concreta sull’effettiva utilità. Secondo un’indagine di Forbes a San Diego un’ infusione endovenosa di curcumina costerebbe 200 dollari. Il professor Fabio Firenzuoli, direttore del Centro di riferimento in Fitoterapia della Regione Toscana, all’ospedale Careggi di Firenze, ha detto al Corriere della Sera:
«non mi risulta che la somministrazione di un preparato del genere sia autorizzato ed è un prodotto anomalo per qualità e sicurezza. Invece la curcuma come spezia in cucina e come fitoterapico da assumere per bocca ha un livello di sicurezza elevato e viene comunemente utilizzato come antinfiammatorio e antiossidante».
Nasce la rete oncologica della Campania
News Presa, PrevenzioneLa Campania si è finalmente dotata di una rete oncologica. L’avvio ufficiale del coordinamento della Rete Oncologica Campana (R.O.C.) arriva dal Pascale, Istituto assume i compiti della cabina di regia di questa rete che mira a determinare una svolta nell’assistenza sanitaria ai malati di tumore. In Campania si è scelto il modello operativo chiamato «Comprensive Cancer Center Network» che tende a includere le strutture presenti sul territorio e a vario titolo competenti per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del cancro. Insomma, una griglia completa che definisce tempi certi e tempi giusti per un accesso alle cure più adeguate, sia per migliorare gli esiti, sia per intercettare una fetta consistente di pazienti che, per questa patologia, emigrano dalla Campania.
Un ruolo chiave
I CORP, acronimo di Centro Oncologico di Riferimento Polispecialistico, hanno riconosciuto nel Pascale la funzione di coordinatore della Rete, individuando proprio nell’Istituto di Napoli il luogo dove definire le modalità di cooperazione per l’immediato avvio delle attività. Gli obiettivi che la rete si è proposta nell’immediato sono diversi: in primo luogo approvare Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), disporre di adeguate risorse economiche, i Progetti Obiettivi di Piano rappresentano infatti un’opportunità significativa di cui viene richiesta immediata disponibilità. Ogni mese i rappresentanti dei CORP della rete oncologica: Pascale, Federico II, Luigi Vanvitelli, Cardarelli, Ospedali dei Colli, Moscati, Rummo e San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, si incontreranno per discutere sulle azioni da mettere in campo.
In cosa consiste la rete oncologica?
La Rete Oncologica Campana prevede l’istituzione da parte delle Aziende individuate quali CORP, dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM), specifici per la singola patologia neoplastica. Le figure professionali fondamentali che compongono il GOM sono l’oncologo medico con il ruolo di coordinatore, il chirurgo, il radioterapista e l’infermiere Case manager, essenziale per la presa in carico del paziente e per l’attuazione delle procedure di integrazione con gli altri punti della rete e con il territorio. Possono far parte dei GOM anche specialisti provenienti da altre strutture del territorio regionale campano, con specifiche e qualificate competenze in ambito oncologico ed individuati dalle proprie direzioni generali. Spetta ai GOM indirizzare i cittadini e i pazienti presso i centri della Rete abilitati all’erogazione delle cure del caso. Un aspetto determinante della Rete oncologica, inoltre, è la definizione della tempistica con cui dovranno essere effettuate le procedure previste dal piano diagnostico terapeutico assistenziale.
Aggressioni ai medici, parte la campagna social degli Ordini
News PresaCon una media di cinquanta aggressioni al giorno, la professione medica sta diventando più rischiosa di quella delle forze dell’ordine. L’allarme arriva ancora una volta dall’Ordine dei Medici di Napoli che, assieme all’Ordine di Bari ha deciso di lanciare una campagna social destinata ai camici bianchi, ma anche ai pazienti. Lo slogan è: «Chi aggredisce un medico aggredisce se stesso», ma a dare forza alla campagna è una foto molto esplicita che sta già diventando virale: una dottoressa con lo sguardo basso e il volto tumefatto per i colpi subiti.
Allarme sociale
«Abbiamo deciso di lanciare questa campagna – spiega Silvestro Scotti il leader dei medici partenopei, – perché siamo ormai ad un punto di non ritorno. Ogni giorno leggiamo di aggressioni e atti di violenza nei confronti di colleghi. Il nostro appello è rivolto a tutti, medici e cittadini: sostituite la vostra immagine di copertina sui social e fate sentire così la vostra voce». Da tempo il presidente Silvestro Scotti si spende a sostegno di questa causa, sua negli anni passati l’iniziativa di portare nei pronto soccorso di frontiera a Napoli pettorine con una grafica che richiamava quella dei giubbotti antiproiettile. «Sono convinto – conclude – che servano anche degli adeguamenti normativi. Il fatto che la vittima sia un medico dovrebbe essere un aggravante nel corso di un procedimento penale. E sarebbe anche il caso che le denunce partissero d’ufficio, esattamente come avviene nel caso che ad essere aggredito sia un pubblico ufficiale. Solo così possiamo sperare di arginare un fenomeno che sta diventando ormai dilagante».
Responsabilità politiche
Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, spiega che “nella rivoluzione della sanità campana una delle priorità deve essere quella di «garantire la necessaria sicurezza ai lavoratori che non possono offrire un servizio sanitario di qualità se non hanno la tranquillità e la certezza di non essere picchiati dai pazienti o dai loro familiari e amici, come, purtroppo, accade sempre più spesso”. Il dato che denuncia Borrelli riguarda l’ennesimo episodio di violenza che si è verificato all’ospedale Loreto Mare. «A tutto il personale – conclude Borrelli – esprimiamo piena solidarietà perché troppo spesso nel compiere il loro dovere devono fronteggiare violenti, incivili, vandali, teppisti e alcune volte anche camorristi pericolosi e violenti».
Studiare il primo soccorso a scuola. Legge c’è, i corsi non decollano
Associazioni pazienti, Bambini, News Presa, PrevenzioneNel nostro Paese c’è una legge che prevede l’inserimento di corsi per imparare a prestare il primo soccorso già a 12 anni. Gli insegnamenti però stentano a decollare. Ad oggi, solo in 5 Paesi l’insegnamento delle manovre salvavita agli studenti è previsto da una legge, tra questi l’Italia. Ma per l’Italian Resuscitation Council (Irc) “si riscontrano diversi problemi organizzativi, la cui soluzione richiede un maggiore supporto da parte delle istituzioni”.
Sono trascorsi due anni dall’approvazione da parte dell’Oms della dichiarazione “Kids Save Lives”, il documento, proposto congiuntamente da diverse associazioni europee tra le quali Irc (Italian Resuscitation Council), che raccomanda l’inserimento nei programmi di tutte le scuole del mondo di due ore di formazione all’anno sulla rianimazione cardiopolmonare per i ragazzi dall’età di 12 anni. Ad oggi, però, la situazione europea, per quanto riguarda l’educazione in tema di rianimazione cardiopolmonare e primo soccorso nelle scuole, è ancora molto disomogenea.
A presentare la mappa europea dell’insegnamento delle manovre di primo soccorso nelle scuole è, appunto, l’Italian Resuscitation Council, che spiega come i bambini siano maggiormente recettivi alle istruzioni che vengono loro fornite rispetto ai grandi. Possono, quindi, apprendere più facilmente come aiutare una persona in arresto cardiaco. “Iniziare a formarsi in giovane età – sottolinea l’associazione -significa far sì che la rianimazione cardiopolmonare possa diventare un’abilità permanente come andare in bicicletta o nuotare: non dimenticheranno più come si salva una vita”.
Oggi, in soli 5 stati (Belgio, Danimarca, Francia, Italia e Portogallo) è presente una legislazione che regola quest’insegnamento. In Italia lo prevede il comma 10, art. 3, della Riforma della Scuola Legge n. 107 del 13 luglio 2015. In altri 16 Stati è stato dato soltanto un suggerimento all’insegnamento, mentre in tutti gli altri Paesi europei al momento non è previsto nessun intervento in materia.
L’arresto cardiaco è ancora oggi la terza causa di morte nei Paesi industrializzati, con un totale, secondo i dati forniti dall’Irc, di oltre 700.000 decessi ogni anno in Europa e di oltre 400.00 negli Stati Uniti. “Un numero spaventoso – osserva l’Irc – che potrebbe essere dimezzato se un maggior numero di soccorritori, i testimoni dell’evento, fosse in grado di intervenire tempestivamente praticando immediatamente la rianimazione cardiopolmonare”.
Una formazione obbligatoria dei bambini in età scolare a livello nazionale, secondo l’Icr, avrebbe un impatto decisamente positivo sulla percentuale di applicazione della rianimazione cardiopolmonare, “che ora si attesta intorno al 60-80% solo in pochi Paesi del mondo, mentre nella maggior parte degli Stati è ben al di sotto del 20%”.
Da venerdì a domenica tornano le uova di Pasqua Ail
News Presa, Ricerca innovazionePer tre giorni tutti abbiamo la possibilità di lottare assieme a chi si batte contro le leucemie, i linfomi e il mieloma. L’Ail torna infatti a scendere in piazza con un appuntamento che è ormai diventato una tradizione e da venerdì 31 marzo, sino al 2 aprile offrirà a chi vorrà sostenere questa battaglia la possibilità prendere delle Uova di Pasqua molto speciali. Per rendere possibile la raccolta fondi è stato necessario l’impegno di migliaia di volontari dell’associazione. Giovani e meno giovani che hanno risposto ancora una volta «presente» e saranno pronti ad offrire un uovo di cioccolato a chi farà una donazione minima di 12 euro. E attenzione, le Uova di Pasqua dell’Ail sono tutte caratterizzate dal logo dell’associazione. Quest’anno 6 grandi chef hanno sposato la causa dell’Ail e donato una ricetta realizzata con la cioccolata delle uova pasquali.
Le passate edizioni
L’iniziativa ha permesso negli anni di raccogliere fondi importanti destinati al sostegno di progetti di ricerca, ma anche all’assistenza e ha inoltre contribuito a far conoscere i progressi della ricerca scientifica nel campo dei tumori del sangue. Proprio grazie a questi risultati e quindi a terapie sempre più efficaci hanno determinato un grande miglioramento nella diagnosi e nella cura dei pazienti ematologici. Tuttavia non ci si può fermare un solo attimo, è necessario continuare su questa strada per raggiungere altr importanti traguardi e fare in modo che le leucemie, i linfomi e il mieloma siano sempre più guaribili. I fondi raccolti saranno usati per sostenere la ricerca scientifica e per collaborare al servizio di assistenza domiciliare per adulti e bambini. L’Ail finanzia oggi, su tutto il territorio, 51 servizi di cure domiciliari, di cui 22 anche pediatrici. Il servizio consente ai malati di essere seguiti da équipe multispecialistiche nella propria abitazione, riducendo così i tempi di degenza ospedaliera e assicurando nel contempo la continuità terapeutica dopo la dimissione.
Cellule staminali
l trapianto autologo di cellule staminali consiste nella somministrazione di chemioterapia o radioterapia, a volte anche entrambe, seguita poi da una reinfusione delle cellule staminali del autotrapiantate. Quindi il paziente è allo stesso tempo donatore e ricevente. Il principio su cui si basa questa tecnica è legato alla spiccata chemio sensibilità di molti tumori del sangue, che hanno la capacità di rispondere e quindi andare incontro ad eradicazione, dopo somministrazione di dosaggi elevati di chemioterapia. Tuttavia, la somministrazione di tali dosaggi, pur avendo la capacità di eradicare la malattia, è gravata da una serie di tossicità, la più importante delle quali è quella midollare. In altre parole, il condizionamento può assicurare un buon controllo della malattia ma con una grave tossicità sul midollo osseo, e distruzione dei precursori delle cellule del sangue. La reinfusione di cellule staminali precedentemente raccolte e conservate è in grado di determinare una rigenerazione del midollo osseo e quindi di superare questo grave effetto collaterale di condizionamento.
Procreazione assistita, ecco cosa c’è da sapere
News Presa, Ricerca innovazioneSi dice che ad una certa età ogni donna inizi a sentire il ticchettio del suo orologio biologico. Solo un modo di dire, o l’orologio biologico esiste veramente? Secondo i medici di 9.baby, network specializzato in medicina della riproduzione, «conoscere bene il proprio corpo e reagire prontamente ai segnali è importante. Una donna che desidera diventare mamma dopo circa un anno di tentativi infruttuosi, specialmente se ha un’età superiore ai 30, dovrebbe considerare la possibilità di rivolgersi ad uno specialista. In caso di difficoltà nel concepimento è sicuramente indicato sottoporsi quanto prima ad indagini più approfondite, per entrambi i futuri genitori». Il discorso è che in alcune situazioni la riserva ovarica, vale a dire il patrimonio follicolare e ovocitario di una donna, potrebbe essere ridotta. Questo può succedere anche in donne più giovani e ci sono alcuni campanelli d’allarme da non sottovalutare, ad esempio familiarità di menopausa precoce. In questi casi è bene fare delle indagini ecografiche e di laboratorio che permettono di ottenere informazioni sul probabile stato di fertilità e sulla previsione di risposta ai trattamenti. Tra gli esami che possono tracciare un primo quadro e offrire una «fotografia» dello stato della riserva ovarica di una donna c’è quello del sangue, che consiste nel dosare l’FSH, ormone follicolo stimolante, e l’ormone antimulleriano, AMH. Oltre a questo si può procedere con un esame ecografico della conta dei follicoli antrali e del calcolo del volume ovarico.
Culle vuote
Il fenomeno dell’infertilità è così diffuso che in Italia si assiste ogni anno alla costante e progressiva diminuzione delle nascite, le culle sono sempre più vuote e l’età media per il primo (e spesso unico) parto va oltre la soglia dei 30anni. Molti fattori contribuiscono a spiegare questo fenomeno. Tra questi, il potenziale riproduttivo che la donna porta con sé dal momento in cui è concepita, che diminuisce con l’avanzare dell’età: alla nascita, una donna possiede circa 1-2 milioni di follicoli ma, attorno ai 35 anni il numero è già sceso a 25.000, riducendosi progressivamente fino al momento della menopausa.
Diretta streaming
«Visto che sono tante le domande e i dubbi che le coppie si pongono quando iniziano il percorso di ricerca di un bimbo tramite la fecondazione assistita – dice Andrea Borini, responsabile medico-scientifico del network – abbiamo deciso di organizzare un evento in live streaming nel quale affrontare i temi legati alla fertilità: per partecipare direttamente e sottoporre le proprie domande è sufficiente accedere alla diretta web con un PC collegato a internet o un qualsiasi strumento di navigazione».
Autismo, insegnanti e genitori: «Insieme si può»
News PresaAutismo, il 2 aprile sarà la Giornata mondiale. L’occasione per accendere un faro in un oceano nel quale troppo spesso le famiglie vengono lasciate in balia delle correnti. In vista della giornata mondiale a Napoli prende vita un’iniziativa che ha il sapore del cambiamento e per questo è intitolata «Insieme si può». Al di là di ogni forma di retorica, per dirla con le parole di Aldo Rivieccio, docente all’Istituto Giacomo Leopardi di Torre del Grecom: «l’obiettivo è quello di evitare che la scuola non è più un parcheggio per i bambini autistici, grazie all’aggiornamento degli insegnati e al rapporto forte con terapisti e famiglie si può lavorare sulle loro abilità». L’appuntamento è per giovedì 30 marzo dalle 15 al Teatro «Ugo Marzullo» dell’Istituto scolastico di Torre del Greco.
Assieme
L’incontro è destinato agli insegnanti e alle famiglie dei bambini e vedrà la partecipazione di esperti del settore a partire da Aniello De Vito, neuropsichiatra infantile impegnato al Centro Don Orione di Napoli. Tra gli interventi anche quello di Maria Luisa De Nigris, pedagogista e terapista della riabilitazione, che approfondirà il tema della didattica inclusiva. «Per gli insegnanti – spiega Rivieccio – l’aggiornamento è fondamentale per poter attuare strategie adatte all’autismo e attuare appieno quanto previsto dalla legge del 2012 che istituisce i Bes, i Bisogni educativi speciali, che prevedono delle strategie specifiche per ogni alunno».
I programmi
Una delle strade da intraprendere è quella che vede il coinvolgimento dei bambini attraverso l’iconografia e l’integrazione con i compagni di classe: «Il bambino autistico dà l’impressione di non partecipare mai a quello che accade in classe – spiega ancora il docente – ma invece è partecipe, solo che non sa esprimerlo. Per questo si usano strategie che superino il deficit di comunicazione, attraverso le immagini e interfacciandosi sempre con le famiglie e con i terapisti e i neuropsichiatri infantili che lo seguono. Noi insegnanti non dobbiamo lavorare sul riabilitazione di qualcosa che il bambino non ha, ma sulle sue abilità, per esaltarle. In questo è fondamentale anche l’integrazione con compagni, in momenti importanti come la ricreazione, un bambino con autismo difficilmente si relaziona agli altri alunni ma questo si può superare coinvolgendolo in attività di gruppo e assegnandogli un compito in cui eccelle, ad esempio il disegno, così si integrerà più facilmente con i compagni». Questa una delle esperienze di Napoli, ma gli appuntamenti in programma per la Giornata mondiale dell’autismo sono tantissimi in tutte le Regioni d’Italia. Per il calendario completo CLICCA QUI
Incidenti: 100 psicologi in aiuto delle vittime e dei familiari
Associazioni pazienti, News Presa, PsicologiaLe vittime di incidenti stradali e ai loro familiari, non rimarranno più soli, ma verranno assistiti fin dal primo momento dagli psicologi. Cento professionisti, infatti, con turni che coprono le 24 ore, garantiranno assistenza alle vittime di incidenti e alle loro famiglie, grazie al progetto Ania Cares, che ora sbarca a Milano grazie all’Ospedale Niguarda e al suo Trauma Team, dove opera un’equipe altamente specializzata per la gestione dell’emergenza-urgenza.
Il progetto è stato avviato a Firenze lo scorso marzo, per sbarcare dal 1° aprile a Milano e successivamente anche a Roma e a Campobasso. Si tratta, spiegano i realizzatori, di “un supporto qualificato gestito da professionisti formati grazie alla Fondazione Ania dai più illustri esperti mondiali di psicologia del trauma”. In questa formazione hanno avuto un ruolo centrale anche i neuropsicologi di Niguarda per la formazione teorica, “mentre per quella pratica gli psicologi avranno l’occasione di specializzarsi direttamente sul campo nel pronto soccorso dell’ospedale milanese, dove è alta l’expertise per questo tipo di casi”. In questo modo sarà possibile affiancare “alle più avanzate tecniche chirurgiche anche il supporto precoce, necessario per contrastare in maniera efficace le ‘cicatrici della psiche’ che rischiano di lasciare conseguenze indelebili e di difficile gestione”.
Il servizio è gratuito e sarà attivabile dal 1 aprile: componendo il numero verde 800 893 510 sarà possibile richiedere il sostegno di uno psicologo in un ciclo di incontri finalizzati a rielaborare il trauma. Oltre al personale attivo al pronto soccorso di Niguarda, collaboreranno al servizio anche gli operatori della Polizia Stradale e della Polizia Municipale, che orienteranno le vittime di incidenti stradali o i loro familiari verso Ania Cares.
In 4.500 piazze le uova di Pasqua AIL firmate da grandi chef
Associazioni pazienti, Eventi d'interesse, News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneIn attesa della Pasqua, torna in piazza la solidarietà. Quest’anno saranno 6 tra i più grandi chef, da Heinz Beck a Cristina Bowerman che scenderanno in campo nella lotta ai tumori del sangue. Nei giorni 31 marzo, 1 e 2 aprile è in programma, in oltre 4.500 piazze italiane, la 24/ma edizione dell’iniziativa Uova di Pasqua AIL, organizzata dall’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma.
La manifestazione, ormai entrata nella tradizione, è realizzata grazie all’impegno di migliaia di volontari che offriranno un uovo di cioccolato a chi farà una donazione minima di 12 euro. La novità di quest’anno è che anche sei importanti chef hanno deciso di donare una speciale ricetta di pasticceria in cui l’ingrediente d’eccezione sarà proprio il cioccolato delle Uova Ail. A firmare le 6 ricette d’autore sono Heinz Beck, Gabriele Bonci, Cristina Bowerman, Gianluca Forino, Maurizio Santin e Giulio Terrinoni.
Ogni anno oltre 32mila italiani si ammalano di tumori del sangue, ma terapie sempre più efficaci e mirate, hanno determinato, negli ultimi anni, un grande miglioramento nella cura dei pazienti ematologici. Oltre che per proseguire sulla strada della ricerca scientifica, i fondi raccolti da Ail saranno impiegati, anche per collaborare al servizio di Assistenza Domiciliare per adulti e bambini, che consente ai malati di essere seguiti da équipe multidisciplinari direttamente a casa propria, riducendo così i tempi di degenza ospedaliera. O per sostenere le Case alloggio Ail, strutture situate nei pressi dei Centri Ematologici di 36 città italiane, che accolgono 3.258 tra malati e familiari costretti a spostarsi dal luogo di residenza per le cure. Nella scorsa edizione dell’iniziativa Uova di Pasqua Ail sono state distribuite oltre 535 mila uova in 4.539 piazze, grazie alle quali sono stati raccolti oltre 7 milioni di euro.
Parte da Firenze la mostra itinerante di pittori e ceramisti autistici
Associazioni pazienti, News PresaInizia da Firenze ad aprile ‘L’arte risveglia l’anima’, la mostra itinerante con opere di pittori e ceramisti autistici. Per tutto il 2017 sarà visitabile in altri musei italiani. La rassegna, spiegano gli ideatori, ha il compito di mostrare le grandi potenzialità delle persone con disturbi dello spettro autistico.
“Vogliamo andare oltre la patologia – spiega la coordinatrice del progetto Anna Maria Kozarzewska – queste persone hanno molti punti di forza, talenti nascosti che a causa della mancata vita sociale non vengono fuori. E’ il momento di fare sapere al mondo cosa sono in grado di fare”.
L’arte risveglia l’anima sarà inaugurata sabato a Palazzo Davanzati a Firenze con una selezione di lavori che, in collaborazione con il Museo Nazionale del Bargello – Museo di Palazzo Davanzati, reinterpretano alcune opere della collezione permanente dell’antica magione fiorentina e altri capolavori. In contemporanea, presso l’edificio dell’Ex-Stato Maggiore del Museo Ermitage, il Centro Anton’s Right Here di San Pietroburgo per il lavoro creativo, l’apprendimento e l’abilitazione sociale di persone adulte affette da autismo guidato da Zoya Popova e partner fondamentale dell’intero progetto, inaugura la mostra Coi soli colori (Odnimi kraskami) curata da Ilia Ermolaev, in collegamento streaming con Firenze. Fra le altre sedi che ospiteranno le opere ci sono Musei di San Salvatore in Lauro a Roma (Giugno), la Fondazione Conservatorio di San Giovanni Battista a Pistoia (Ottobre), il Museo Omero ad Ancona (Dicembre).
L’arte risveglia l’anima è un progetto internazionale di inclusione culturale e sociale elaborato e promosso dall’Associazione Autismo Firenze, l’Associazione culturale L’immaginario e l’Associazione Amici del Museo Ermitage Italia) con l’obiettivo di contribuire a sensibilizzare la società e a modificare l’atteggiamento nei confronti delle persone con disturbi dello spettro autistico, valorizzandone le potenzialità creative.
Ogni persona con autismo possiede abilità nascoste che possono essere di natura diversa. Per far emergere queste qualità che rendono la vita delle persone autistiche più piena e dignitosa, indipendentemente dalla gravità del disturbo, è necessario l’aiuto di ognuno di noi. Per questo la mostra L’arte risveglia l’anima intende mostrare, attraverso le loro opere, il mondo interiore degli artisti che per mezzo di esse si esprimono, valorizzare il loro talento, creare un’occasione di incontro con la loro anima, attraverso la concretezza dei loro lavori. La mostra espone i lavori di 18 pittori e 6 ceramisti provenienti da varie città della Toscana, del Piemonte, della Lombardia, di Roma e delle Marche.
Le tappe della mostra:
– Firenze e Fiesole (1–25 /4/17)
– Roma (giugno 2017)
– Milano (settembre 2017)
– Pistoia (ottobre 2017)
– Ancona (dicembre 2017?)
Inoltre, il progetto prevede un collegamento internazionale tra la mostra L’arte risveglia l’anima a Palazzo Davanzati e la mostra “In the same colors” presso il Museo Ermitage di San Pietroburgo
Preview e piccole iniziative promozionali:
– Mostra alla Villa Medicea di Artimino (20-24 marzo 2017)
– Mostra in occasione della Florence Biennale (ottobre 2017)
Campagne di raccolta fondi:
– Cena e concerto di beneficenza 24 marzo 2017
– Campagna televisiva sulle reti Mediaset con numero di telefonia solidale dal 2 all’8 marzo 2017
– Ulteriore campagna televisiva sulle reti Mediaset con numero di telefonia solidale
– Asta di beneficenza delle opere esposte nelle mostre (data da individuare)
Laboratori e attività museali per giovani e adulti con disturbi dello spettro autistico:
– Palazzo Davanzati, Firenze (marzo 2017)
– Museo Mastroianni, Roma (marzo/aprile 2017)
– Museo Pezzoli, Milano