Per molti genitori con figli diabetici la scuola è una preoccupazione costante. Lo è perché le scuole non sono quasi mai pronte a gestire la terapia ed eventuali crisi. Eppure, in questi giorni compie 10 anni il documento strategico che fornisce le procedure di intervento per la somministrazione di farmaci a scuola attraverso la definizione di un percorso assistenziale. Il documento contiene, inoltre, i protocolli relativi all’inserimento del bambino, adolescente e giovane nei momenti scolastici e informazioni sulla gestione delle emergenze.
I RUOLI
Il documento è un po’ come un manuale operativo, che coordina famiglia, Sistema sanitario (inteso come servizio di diabetologia pediatrica, pediatra di libera scelta, medico di medicina generale), scuola, associazioni per l’aiuto ai giovani con diabete, organizzazioni di volontariato ed enti locali. E nell’ambito scolastico, accanto al personale docente e non docente, emerge la figura del dirigente scolastico, fondamentale nel coordinare le condizioni di tutela del bambino rispetto alla sua piena integrazione e garanzia del diritto alla salute.
I NUMERI DEL DIABETE
La forma di diabete che più colpisce bambini e adolescenti è quello di tipo 1. Nel nostro Paese sono circa 200.000 le persone con diabete di tipo 1, molte delle quali con esordio in età pediatrica, e il 10 per cento (circa 20.000) è under 18. Il tasso di incidenza del diabete giovanile è in continuo aumento e sempre più precoce è l’età della diagnosi. Nella gestione terapeutica un ruolo determinante è svolto dalla famiglia, oltre che dal team diabetologico, ma molto importante è anche il ruolo del personale scolastico. Ecco perché, già nel 2013 da Agd Italia, coordinamento tra le associazioni italiane giovani con diabete, in collaborazione con i ministeri della Salute e dell’Istruzione aveva promosso il documento strategico per la gestione della malattia.
INTEGRAZIONE
Per il presidente di Agd Italia, l’esperienza di questi dieci anni, nella non piena attuazione di questo modello, ha fatto emergere il ruolo cruciale che possono avere figure quali soprattutto quella del dirigente scolastico, quale vero motore di questo percorso. È opportuno promuovere la centralità di questo ruolo, le sue prerogative di coordinamento del processo, capaci di dare una risposta al bisogno di una adeguata integrazione scolastica. Integrazione che, dopo 10 anni, dovrebbe già essere pienamente completata. Perché per molti genitori la gestione della malattia è giustamente molto complessa e in questo compito si trovano spesso troppo soli.