Tumori del sangue. L’innovazione e la ricerca scientifica hanno rivoluzionato le terapie per i tumori del sangue negli ultimi vent’anni, cambiando la vita a milioni di persone. Se alla fine degli anni Novanta guariva appena il 30 per cento dei pazienti con malattie ematologiche, oggi guarisce oltre il 70 per cento. La“cronicizzazione” ha trasformato alcuni tipi di tumori da letali a innocui, restituendo un’aspettativa di vita comparabile a quella di una persona senza tumore. Grazie alla medicina personalizzata, le cure sono mirate per ciascun paziente, infatti le caratteristiche genomiche della malattia variano per ogni caso.
“Oggi possiamo dire che non c’è tumore del sangue che non abbia avuto un sostanziale miglioramento delle terapie negli ultimi dieci anni. In campo ematologico l’immunoterapia, dalle CAR-T agli anticorpi monoclonali fino all’ultima frontiera degli anticorpi bi-specifici, ha avuto un impatto ancora più sostanziale che nei tumori solidi”. Lo ha affermato il professor Armando Santoro, Direttore del Cancer Center di Humanitas e responsabile dell’Unità di Oncologia e di Ematologia. “Credo che mai prima nella storia della medicina si sia visto un così rapido progresso su così tante patologie diverse. Quando si parla di innovazione clinica in ematologia, usare il termine ‘rivoluzione’ non è affatto un’esagerazione”.
Tumori del sangue. Svolta nella cura dei tumori del sangue
Linfomi, mielomi, leucemie
I linfomi sono tumori del sangue causati da una crescita incontrollata di alcune cellule del sistema immunitario (i linfociti o i loro precursori). Queste cellule fuori controllo si accumulano nei linfonodi o in altri organi, dando vita ai linfomi di vario tipo. I mielomi sono invece tumori del sangue che nascono nel midollo osseo, a partire dalle plasmacellule, un tipo di linfociti deputati alla produzione degli anticorpi.
“Nella cura dei linfomi le principali novità sono legate all’immunoterapia”, ha evidenziato il professor Carmelo Carlo-Stella, responsabile Linfomi e Mieloma del Cancer Center di Humanitas. Si tratta degli inibitori dei check-point immunitari e dei farmaci ancora più innovativi, come gli anticorpi bi-specifici (farmaci che si legano a due target terapeutici anziché uno). Humanitas è stato il primo centro italiano a ottenere il nuovo accreditamento da parte di AIFA per condurre studi clinici di fase precoce e ha creato una Clinical Trial Unit, ovvero un’Unità con personale e spazi completamente dedicata alla conduzione di sperimentazioni cliniche innovative.
Linfoma di Hodgkin, mieloma e leucemia
Oggi, grazie alle nuove immunoterapie, la maggioranza dei pazienti con Linfoma di Hodgkin, guarisce in modo definitivo. Anche la cura del mieloma multiplo è stata rivoluzionata, grazie all’anticorpo monoclonale che riconosce il recettore CD38, altamente espresso dalle plasmacellule malate e consente di tenere la malattia sotto controllo. Nelle leucemie, la ricerca ha scritto allo stesso modo nuove pagine di storia nella medicina degli ultimi vent’anni. Si tratta dei tumori che nascono dalle cellule staminali del midollo osseo e che producono tutte le cellule del sangue (ovvero i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine).
“A metà degli anni novanta la leucemia acuta promielocitica era la forma di tumore del sangue con il tasso di mortalità più alto”, ha continuato il professor Carmelo Carlo-Stella. “Ora una persona con questa patologia, grazie ai farmaci innovativi a disposizione (terapie mirate che hanno eliminato l’uso della chemioterapia), ha una probabilità di cura definitiva maggiore del 95%”. Gli anticorpi bi-specifici hanno rivoluzionato per esempio anche il trattamento della leucemia acuta linfoblastica, un’altra forma di leucemia insidiosa ed aggressiva. Oggi anche i pazienti più anziani possono essere trattati grazie agli avanzamenti tecnologici e la disponibilità di nuovi farmaci
Tumori del sangue, dal trapianto alle CAR-T
Oltre ai nuovi farmaci a base di anticorpi, efficaci sulle tre aree – mielomi, linfomi e leucemie – ci sono le terapie cellulari. Queste ultime vanno dalle più antiche, come il trapianto di midollo alle più moderne, come le CAR-T. Si basano sull’ingegnerizzazione genetica dei globuli bianchi del paziente al fine di renderli in grado di riconoscere e sconfiggere le cellule tumorali. Humanitas porta avanti molti studi clinici che prevedono la somministrazione di CAR-T per indicazioni solitamente orfane: come il mieloma multiplo in prima linea; il linfoma in prima linea. “O ancora per la leucemia linfoblastica acuta come seconda linea di trattamento” – ha spiegato la dottoressa Stefania Bramanti, responsabile CAR-T e Trapianti presso il Cancer Center di Humanitas.”L’obiettivo di questi studi – ha sottolineato la specialista – è, da un lato, quello di testare le CAR-T in fasi precoci di malattia invece che come soluzioni di ultima linea e dall’altro quello di sperimentare le nuove CAR-T allogeniche e a doppio target. Si tratta di terapie in grado cioè di riconoscere due recettori tumorali invece che uno solo, riducendo così il rischio di recidiva”.