Tempo di lettura: 2 minutiLa IX edizione del Premio PreSa si è svolta ieri a Palazzo Wedekind di Roma. Il riconoscimento viene conferito ogni anno ad accademici, istituzioni, ricercatori, professionisti, associazioni o singoli cittadini che con la loro attività si sono distinti nella tutela delle disabilità.
L’evento di quest’anno ha voluto porre al centro del dibattito i temi dell’innovazione come mezzo di inclusione sociale e per abbattere le discriminazioni e la violenza di genere. Il Presidente della Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio ha sottolineato: “Troppo spesso le persone fragili o marginalizzate sono vittime di violenza. È il caso delle donne disabili che spesso subiscono una doppia discriminazione, e quindi una doppia violenza. Il Premio PreSa 2023, che rappresenta ormai per noi una felice tradizione annuale, vuole contribuire a sensibilizzare sui temi delle discriminazioni e della violenza di genere, dando voce a chi troppo spesso vede il suo grido ignorato”.
Il premio PreSa è organizzato dalla Fondazione MESIT (Medicina Sociale e innovazione Tecnologica) e dal network editoriale di promozione della salute PreSa (Prevenzione e Salute), in collaborazione con il CEIS dell’Università di Tor Vergata, l’ALTEMS Advisory dell’Università Cattolica e il centro “Innovazione&Salute” dell’Università di Roma Tre.
I vincitori del Premio PreSa 2023
1. Associazione Differenza Donna
MOTIVAZIONE: Il premio viene conferito all’associazione Differenza Donna nella persona di Rosalba Taddeini, Responsabile dell’Osservatorio Nazionale sulla Violenza contro le Donne con disabilità, per l’attività di accoglienza, sostegno e informazione, ma anche di monitoraggio per la rilevazione e l’emersione della violenza su donne con disabilità.
2. Prof.ssa Paola Rogliani, Ordinaria di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Direttrice UOC (Unità Operativa Complessa) della Fondazione Policlinico Tor Vergata & Presidente Eletta SIP.
MOTIVAZIONE: Il premio viene conferito alla prof.ssa Paola Rogliani per la prestigiosa e innovativa attività di ricerca e divulgazione, che ha contributo al miglioramento della salute respiratoria e alla promozione dell’uguaglianza di genere in campo clinico.
3. Associazione Distrofia Facio-Scapolo-Omerale Italia Onlus
MOTIVAZIONE: Il premio viene assegnato all’Associazione Distrofia Facio-Scapolo-Omerale Italia Onlus, nella persona di Liliana Ianulardo, Presidente onoraria, per l’attività di supporto e divulgazione, e per la partecipazione a progetti di ricerca sulla distrofia Facio-Scapolo-Omerale.
4. Maurizio Castelli, Calciatore Professionista
MOTIVAZIONE: Il premio viene conferito a Maurizio Castelli per l’esempio di perseveranza e professionalità nel conseguimento di risultati sportivi di alta levatura.
5. Cetty Ummarino, Ideatrice del Progetto di imprenditoria inclusiva “Like Your Home”
MOTIVAZIONE: Il Premio Presa2023 viene assegnato a Cetty Ummarino per i suoi modelli innovativi di imprenditoria inclusiva e sociale, che mirano a riconoscere il contributo delle persone con disabilità nello sviluppo della società.
6. Graziella Saverino, Presidente Entusiasmabili APS
MOTIVAZIONE: Il Premio Presa2023 viene conferito a Graziella Saverino per l’entusiasmo contagioso nel promuovere preziose attività di sensibilizzazione, comunicazione e inclusione sociale.
Tiroide, una nuova tecnica non lascia cicatrici
News PresaOperare la tiroide senza incidere la pelle. È una chirurgia innovativa, per alcuni versi addirittura rivoluzionaria, quella proposta al Gemelli di Roma per intervenire sulla ghiandola senza lasciare alcun segno visibile. La tecnica, definita tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare (Toetva) consente infatti l’asportazione della tiroide senza lacerare la pelle ed è stata usata per la prima al Policlinico Gemelli su una giovane paziente.
Alternativa
La Toetva rappresenta un’alternativa all’avanguardia rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali e alle procedure mini-invasive video-assistite. Ideata in Thailandia, dove le cicatrici sul collo sono culturalmente significative, questa procedura si è rapidamente diffusa in tutto il mondo per rispondere alle esigenze dei pazienti che desiderano evitare cicatrici visibili.
Cicatrici
Secondo Marco Raffaelli, direttore della Unità di Chirurgia endocrina e metabolica presso il Policlinico Gemelli, la Toetva è stata introdotta per soddisfare la crescente domanda di interventi chirurgici senza cicatrici visibili, in particolare per i tumori della tiroide che colpiscono anche persone giovani. La procedura si è dimostrata particolarmente utile per le giovani donne, che spesso ritardano l’intervento tradizionale per paura delle cicatrici sul collo.
Recupero rapido
La Toetva si distingue per la sua tecnica avanzata, che coinvolge piccole incisioni praticate all’interno della bocca, sotto il labbro inferiore, permettendo agli strumenti chirurgici di accedere alla tiroide senza danneggiare la pelle esterna. Questo approccio minimamente invasivo riduce significativamente il rischio di cicatrici visibili e offre ai pazienti un recupero più rapido e una maggiore soddisfazione post-operatoria.
I rischi
Nonostante la Toetva rappresenti un’opzione promettente per molti pazienti, è importante notare che è ancora una procedura relativamente nuova, eseguita solo in pochi centri in Italia e nel mondo. Richiede un’attenta selezione dei pazienti e viene eseguita in anestesia generale. Come ogni procedura chirurgica, possono verificarsi complicazioni, tra cui la lesione del nervo mentoniero con conseguente perdita di sensibilità del mento. Insomma, una tecnica veramente innovativa che, come sempre quando si tratta di chirurgia, non va presa sottogamba e deve essere praticata nei migliori centri.
Allarme aviaria, potenziale rischio per gli esseri umani
News PresaLe autorità sanitarie europee lanciano un avvertimento sulla possibile trasmissione su larga scala del virus dell’influenza aviaria A/H5N1 agli esseri umani. Un rapporto congiunto dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e della European Food Safety Authority (Efsa) mette in luce la crescente preoccupazione dovuta all’intensa diffusione e alla continua evoluzione del virus.
Il rapporto
Il rapporto evidenzia che, se il virus A/H5N1 acquisisse la capacità di diffondersi tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala. Fortunatamente, per ora il virus ha mostrato una limitata capacità di infettare gli esseri umani, ma il suo costante adattamento nei mammiferi e la sua capacità di combinarsi con altri virus circolanti potrebbero portare a mutazioni che migliorano la sua trasmissibilità nell’uomo.
Rischio attuale
Nonostante il rischio attuale di infezione per la popolazione generale sia considerato basso, le preoccupazioni non mancano. Dal punto di vista strettamente tecnico, quanti sono esposti professionalmente o in altro modo ad animali infetti da influenza aviaria sono esposti a un rischio da basso a moderato. Ciò non significa che si possa abbassare la guardia, e la recente esperienza con il Covid in questo senso ha insegnato molto.
Implicazioni e misure preventive
Ecco perché le autorità sanitarie raccomandano il rafforzamento della biosicurezza negli allevamenti e la limitazione dell’esposizione dei mammiferi, compreso l’uomo. È essenziale intensificare la sorveglianza sugli animali e sull’uomo, insieme all’analisi genomica e alla condivisione dei dati di sequenza, al fine di monitorare e prevenire eventuali futuri focolai. Quindi, nonostante al momento non ci siano prove di una maggiore capacità di infettare gli esseri umani, è fondamentale rimanere vigili e adottare misure preventive per mitigare il rischio potenziale di trasmissione del virus A/H5N1 agli esseri umani.
Obesità, ecco perché siamo malati di cibo
News PresaIniezioni da migliaia di dollari da fare ogni mese, per sempre, con la promessa di perdere decine e decine di chili. È la rivoluzione dei nuovi farmaci dimagranti che è ormai esplosa negli Stati Uniti e che sta arrivando anche in Europa. Un tema che sta dividendo l’opinione pubblica, tra favorevoli e contrari, ma che soprattutto rischia di mandare in tilt i servizi sanitari pubblici finché si adotteranno linee guida chiare sulla prescrivibilità.
La sfida
Il tema è così sentito perché l’obesità è ormai in tutto il mondo una vera piaga. Ma quand’è che un sovrappeso può essere considerato obesità? Dal punto di vista strettamente clinico si tratta di una condizione medica che si verifica quando una persona ha accumulato tanto tessuto adiposo da poter avere un impatto negativo sulla salute. Un individuo si può definire obeso quando l’ indice di massa corporea (BMI) è superiore a 30 kg/m².
Aspettativa di vita
Studi recenti hanno dimostrato che l’obesità può ridurre significativamente l’aspettativa di vita. Le persone affette da obesità grave hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie croniche come il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione e alcuni tipi di cancro. Il trattamento delle complicanze legate all’obesità comporta costi sanitari elevati. Si stima che i sistemi sanitari globali spendano miliardi ogni anno per affrontare le conseguenze dirette e indirette dell’obesità.
Prevenzione e interventi
La prevenzione dell’obesità richiede un approccio multifattoriale che include una dieta equilibrata e attività fisica regolare. L’obiettivo dovrebbe essere di fare almeno 150 minuti di attività cardiovascolare moderata o 75 minuti di attività intensa ogni settimana. Un buon esercizio può essere fatto con pesi leggeri che aumenta la resistenza e può aiutare a costruire muscoli, aumentare il metabolismo e bruciare calorie anche a riposo. Molto utile anche yoga, pilates e altre forme di allenamento che migliorano la forza, la flessibilità e l’equilibrio possono essere utili nell’aumentare la consapevolezza del corpo e nel migliorare la postura. In alcuni casi, soprattutto se l’obesità è grave o se ci sono altre condizioni di salute coinvolte, potrebbe essere utile lavorare con un professionista dell’esercizio fisico, come un personal trainer o un fisioterapista, per sviluppare un programma di allenamento sicuro ed efficace.
Over 60: prebiotici allontanano demenza. Lo studio
Alimentazione, Anziani, News Presa, PrevenzioneUn nuovo studio, pubblicato su Nature Communications, dimostra la correlazione tra l’assunzione di prebiotici e il miglioramento delle prestazioni cognitive negli anziani. In particolare, l’integrazione di un prebiotico è stata associata a miglioramenti significativi nei test di memoria in soli 12 settimane. Un risultato significativo alla luce dell’invecchiamento della popolazione e l’incidenza di malattie neurodegenerative in costante aumento.
Microbioma intestinale e invecchiamento
Gli studi dimostrano il ruolo cruciale del microbioma intestinale nel mantenimento delle funzioni cognitive e fisiche durante l’invecchiamento. Tuttavia, con l’avanzare dell’età, il microbioma diventa più vulnerabile a diversi fattori, tra cui malattie, farmaci e cambiamenti dello stile di vita. Questo porta a una diminuzione della resilienza del microbioma intestinale.
Lo studio sul ruolo dei prebiotici
Lo studio ha coinvolto 36 coppie di gemelli di età superiore ai 60 anni. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto un placebo e l’altro un prebiotico (inulina e frutto-oligosaccaridi) ogni giorno per 12 settimane. Né i partecipanti né gli analisti erano a conoscenza del tipo di trattamento ricevuto fino al termine dello studio. Durante il periodo di studio, i partecipanti sono stati monitorati da remoto attraverso video, questionari online e test cognitivi. I risultati hanno mostrato che il gruppo che ha assunto il prebiotico ha registrato un miglioramento significativo nelle prestazioni cognitive rispetto al gruppo placebo. In particolare, il test Paired Associates Learning, utilizzato come indicatore precoce della malattia di Alzheimer, ha mostrato risultati promettenti.
Ruolo del microbiota intestinale
Esistono prove sempre più consistenti dell’esistenza di un asse intestino-cervello. È un sistema di comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso centrale e quello enterico, in cui il microbiota intestinale svolge un ruolo centrale e influente. In questo contesto, i risultati dello studio hanno evidenziato una correlazione positiva tra l’assunzione di prebiotici e l’abbondanza relativa di Bifidobacterium. Inoltre suggeriscono il ruolo benefico dei prebiotici nel miglioramento delle funzioni cognitive negli anziani.
Prebiotici e demenza, prospettive future
Gli autori dello studio sottolineano l’importanza di condurre ulteriori ricerche per confermare e approfondire i risultati. In particolare, è necessario valutare se gli effetti positivi siano sostenuti nel tempo e in gruppi più ampi di persone. La comprensione dei meccanismi alla base dell’asse intestino-cervello potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per migliorare la salute mentale e la qualità della vita degli anziani.
Premio PreSa 2023, l’innovazione per abbattere le discriminazioni. I vincitori
News Presa, Premi PreSaLa IX edizione del Premio PreSa si è svolta ieri a Palazzo Wedekind di Roma. Il riconoscimento viene conferito ogni anno ad accademici, istituzioni, ricercatori, professionisti, associazioni o singoli cittadini che con la loro attività si sono distinti nella tutela delle disabilità. L’evento di quest’anno ha voluto porre al centro del dibattito i temi dell’innovazione come mezzo di inclusione sociale e per abbattere le discriminazioni e la violenza di genere. Il Presidente della Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio ha sottolineato: “Troppo spesso le persone fragili o marginalizzate sono vittime di violenza. È il caso delle donne disabili che spesso subiscono una doppia discriminazione, e quindi una doppia violenza. Il Premio PreSa 2023, che rappresenta ormai per noi una felice tradizione annuale, vuole contribuire a sensibilizzare sui temi delle discriminazioni e della violenza di genere, dando voce a chi troppo spesso vede il suo grido ignorato”.
Il premio PreSa è organizzato dalla Fondazione MESIT (Medicina Sociale e innovazione Tecnologica) e dal network editoriale di promozione della salute PreSa (Prevenzione e Salute), in collaborazione con il CEIS dell’Università di Tor Vergata, l’ALTEMS Advisory dell’Università Cattolica e il centro “Innovazione&Salute” dell’Università di Roma Tre.
I vincitori del Premio PreSa 2023
1. Associazione Differenza Donna
MOTIVAZIONE: Il premio viene conferito all’associazione Differenza Donna nella persona di Rosalba Taddeini, Responsabile dell’Osservatorio Nazionale sulla Violenza contro le Donne con disabilità, per l’attività di accoglienza, sostegno e informazione, ma anche di monitoraggio per la rilevazione e l’emersione della violenza su donne con disabilità.
2. Prof.ssa Paola Rogliani, Ordinaria di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Direttrice UOC (Unità Operativa Complessa) della Fondazione Policlinico Tor Vergata & Presidente Eletta SIP.
MOTIVAZIONE: Il premio viene conferito alla prof.ssa Paola Rogliani per la prestigiosa e innovativa attività di ricerca e divulgazione, che ha contributo al miglioramento della salute respiratoria e alla promozione dell’uguaglianza di genere in campo clinico.
3. Associazione Distrofia Facio-Scapolo-Omerale Italia Onlus
MOTIVAZIONE: Il premio viene assegnato all’Associazione Distrofia Facio-Scapolo-Omerale Italia Onlus, nella persona di Liliana Ianulardo, Presidente onoraria, per l’attività di supporto e divulgazione, e per la partecipazione a progetti di ricerca sulla distrofia Facio-Scapolo-Omerale.
4. Maurizio Castelli, Calciatore Professionista
MOTIVAZIONE: Il premio viene conferito a Maurizio Castelli per l’esempio di perseveranza e professionalità nel conseguimento di risultati sportivi di alta levatura.
5. Cetty Ummarino, Ideatrice del Progetto di imprenditoria inclusiva “Like Your Home”
MOTIVAZIONE: Il Premio Presa2023 viene assegnato a Cetty Ummarino per i suoi modelli innovativi di imprenditoria inclusiva e sociale, che mirano a riconoscere il contributo delle persone con disabilità nello sviluppo della società.
6. Graziella Saverino, Presidente Entusiasmabili APS
MOTIVAZIONE: Il Premio Presa2023 viene conferito a Graziella Saverino per l’entusiasmo contagioso nel promuovere preziose attività di sensibilizzazione, comunicazione e inclusione sociale.
Inquinamento e polmoni: riconoscere sintomi e proteggersi
Benessere, News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazione, Stili di vitaL’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2021 ha abbassato i limiti di inquinamento atmosferico, suggerendo azioni più incisive per la qualità dell’aria. Una mossa supportata da diversi studi che evidenziano i danni alla salute causati dagli inquinanti. A fare il punto sui rischi e sulla prevenzione è la dottoressa Paola Scarano, pneumologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, in un approfondimento. I polmoni sono vulnerabili, con un rischio di sviluppare o aggravare malattie respiratorie o tumori.
Inquinanti, danni polmonari e sintomi
Studi scientifici sempre più numerosi confermano la correlazione tra inquinamento atmosferico, condizioni climatiche e malattie respiratorie. Gas di scarico, fumi industriali e condizioni climatiche avverse mettono in pericolo l’apparato respiratorio, favorendo patologie come asma bronchiale, bronchite e BPCO. C’è anche un aumento del rischio di allergie respiratorie. In particolare, le polveri sottili sono tra i principali responsabili del legame tra inquinamento atmosferico e rischio di tumori polmonari. Tuttavia, il fumo di sigaretta rimane il primo fattore di rischio per il tumore al polmone.
In generale, una tosse persistente, dispnea (fiato corto), stanchezza cronica o infezioni respiratorie ricorrenti richiedono una valutazione specialistica pneumologica.
Inquinamento e asma
L’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici influenzano le malattie respiratorie e allergiche, inclusa l’asma. Monitorare la qualità dell’aria tramite app sugli smartphone aiuta a limitare l’esposizione nei giorni peggiori. Proteggere naso e bocca con mascherine o sciarpe riduce l’inalazione di particelle inquinanti. La specialista inoltre suggerisce a chi soffre di asma di preferire attività all’aperto in zone meno inquinate come montagna o mare, oltre ad avere con sé farmaci di emergenza.
Inquinamento atmosferico in Italia
Il report di Legambiente “Mal’Aria di città 2024” analizza i livelli di polveri sottili (PM10, PM2,5) e biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia italiani. Nel 2023, 18 città su 98 hanno superato i limiti normativi per gli sforamenti di PM10. Le città italiane mostrano ancora ritardi nei confronti dei valori proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che entreranno in vigore dal 2030. Attualmente è in corso una campagna per promuovere la mobilità sostenibile e ridurre l’inquinamento, al fine di rendere le città più salubri e vivibili.
Dengue, la peggiore epidemia di sempre
News PresaL’America si trova ad affrontare una delle peggiori epidemie di febbre Dengue nella sua storia, con oltre 3,5 milioni di casi confermati e almeno mille morti. Un fenomeno preoccupante quello evidenziato nel rapporto pubblicato dall’Organizzazione panamericana della Sanità (Paho), che sottolinea un aumento esponenziale dei casi rispetto agli anni precedenti.
Dati shock
Secondo i dati riportati dalla Paho, nei primi tre mesi del 2024, l’incidenza della febbre Dengue è aumentata del 249% rispetto all’anno precedente e del 354% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Questo incremento vertiginoso ha colpito principalmente il Brasile, l’Argentina e il Paraguay, che insieme concentrano l’80% dei casi mondiali.
Incremento
In particolare, il Brasile ha segnalato oltre 2,3 milioni di casi confermati fino al 27 marzo, con un’incidenza di 1.144 casi per centomila abitanti. Nel Paese sudamericano, almeno 830 persone hanno perso la vita a causa della febbre Dengue, mettendo in luce una condizione divenuta ormai molto grave.
Paraguay e Argentina
Anche il Paraguay ha registrato un aumento significativo dei casi, con un balzo di 23 volte rispetto all’anno precedente, passando da circa 6.900 casi nel 2023 a oltre 160.900 nel 2024. Inoltre, il numero di decessi nel Paese è salito a 43, mettendo in luce l’impatto letale della malattia. Analogamente, l’Argentina ha visto un notevole aumento dei casi, passando da 8.300 nel 2023 a oltre 102.800 nel 2024. In Argentina sono stati segnalati 69 decessi causati dalla febbre Dengue, evidenziando la gravità della situazione sanitaria.
Salute pubblica
L’epidemia di febbre Dengue che sta colpendo l’America nel 2024 è fonte di grande preoccupazione per le autorità sanitarie. L’aumento esponenziale dei casi, soprattutto nei Paesi come il Brasile, l’Argentina e il Paraguay, richiede un intervento urgente per contenere la diffusione della malattia e proteggere la salute pubblica. La collaborazione internazionale e gli sforzi congiunti delle comunità scientifiche sono fondamentali per affrontare questa sfida sanitaria e mitigarne gli effetti devastanti sulla popolazione.
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Patologie neurologiche, perché aumentano. Come ridurre ictus e demenza
Ricerca innovazione, News Presa, Prevenzione, Stili di vitaIl 43% della popolazione mondiale, pari a 3,4 miliardi di individui, convive con una condizione neurologica. Lo ha svelato uno studio recente pubblicato su The Lancet Neurology. Tra queste patologie neurologiche spiccano l’ictus, l’encefalopatia neonatale (lesione cerebrale), l’emicrania cronica, la demenza, la neuropatia diabetica (danno ai nervi), meningite, epilessia, complicazioni neurologiche da parto pretermine, disturbo dello spettro autistico e altre ancora.
I dati, provenienti dal Global Burden of Disease, Injuries, and Risk Factor Study (GBD), rivelano un aumento del 18,2% nei Disability-Adjusted Life Years (DALY: anni di vita in salute persi a causa della disabilità) attribuiti a queste patologie nel periodo 1990-2021. Tuttavia, i tassi di mortalità standardizzati per età sono diminuiti del 33,6%, mentre i tassi di DALY standardizzati per età hanno registrato un calo del 27%. Questo suggerisce che, nonostante l’aumento numerico, l’efficienza nei trattamenti e nelle cure è migliorata.
Patologie neurologiche, come fare prevenzione
L’ampio spettro delle patologie neurologiche considerate in questo studio, ora estese a 37 condizioni, apre nuove prospettive sulla loro prevenzione e gestione. Tuttavia, la ricerca evidenzia una mancanza di conoscenze sui fattori di rischio, un’area critica per la pianificazione delle politiche sanitarie.
Un focus particolare è stato posto sulla valutazione degli effetti della riduzione dei fattori di rischio. L’identificazione di 20 fattori modificabili, come l’ipertensione e l’inquinamento atmosferico, evidenzia il potenziale di prevenzione fino all’84% degli anni persi in salute per ictus.
Inoltre, i numeri mostrano come prevenire l’esposizione al piombo ridurrebbe la disabilità intellettiva idiopatica del 63%. Prevenire i livelli elevati di glucosio plasmatico a digiuno, invece, ridurrebbe la demenza del 14%.
Il fumo è un altro fattore di rischio che impatta in modo significativo sul rischio di ictus, demenza e sclerosi multipla.
Dalla Neuropatia Diabetica al COVID-19
La neuropatia diabetica rappresenta una delle condizioni in più rapida crescita, triplicando il numero di casi dal 1990 al 2021. Allo stesso tempo, il COVID-19 ha introdotto nuove complicazioni neurologiche, rappresentando oltre 23 milioni di casi.
Disuguaglianze Socio-Economiche
Le disuguaglianze nell’accesso alle cure emergono come un’ombra su questo panorama. Oltre l’80% dei decessi e delle perdite di salute neurologiche si verificano nei paesi a basso e medio reddito, evidenziando la necessità di interventi mirati e di equità nell’accesso alle cure.
L’Assemblea Mondiale della Sanità del 2022 ha adottato l’Azione Globale Intersettoriale sulle Epilessie e Altre Condizioni Neurologiche 2022-2031, delineando una roadmap per affrontare questa sfida crescente. Investimenti in ricerca, supporto al personale sanitario e accesso equo alle cure sono prioritari.
Linfonodi ingrossati, un campanello d’allarme
PrevenzioneI linfonodi, che sono anche conosciuti come ghiandole linfatiche, sono una parte fondamentale del sistema linfatico. Sono dei piccoli noduli che hanno una forma arrotondata e si trovano distribuiti lungo le vie linfatiche. Il loro compito è quello di generare una risposta immunitaria contro sostanze dannose trasportate dalla linfa. In media, ogni individuo ospita circa 600 “stazioni linfonodali” nel proprio corpo.
Cause dell’ingrossamento
A volte può capitare che i linfonodi si ingrossino e che si crei una “linfoadenopatia”, condizione che può derivare da diverse cause. Va anche detto che alcune persne possono avere questi noduli naturalmente più grandi rispetto alla media. Tuttavia, l’ingrossamento dei linfonodi non è mai un buon segnale. Spesso è spesso associato a infezioni, sia virali (come mononucleosi, varicella zoster, citomegalovirus e Hiv), batteriche (come streptococco, sifilide e tubercolosi) o parassitarie (toxoplasmosi e leishmaniosi). Anche malattie sistemiche, autoimmuni o neoplastiche possono provocare l’ingrossamento dei linfonodi.
Sintomi e manifestazioni
L’infiammazione del sistema linfatico può essere superficiale, localizzata al collo, aòle ascelle o all’inguine, facilmente rilevabili durante un esame fisico, o essere concentrata in profondità, ad esempio nel torace o nell’addome, dove servono tecniche di imaging come ecografia o Tac per fare una diagnosi. La presenza di linfonodi ingrossati può manifestarsi con sintomi come febbre, affaticamento, perdita di peso o sudorazione notturna. Inoltre, l’autoesame dei linfonodi superficiali è cruciale per individuare precocemente eventuali cambiamenti.
Quando rivolgersi al medico
Se l’ingrossamento dei linfonodi persiste per diverse settimane o se si accompagna a sintomi preoccupanti, è consigliabile consultare un medico. L’osservazione della velocità di crescita e della consistenza del linfonodo è cruciale per valutare la sua natura. Linfonodi che crescono rapidamente sono spesso legati a processi infiammatori, mentre una crescita graduale può essere associata a patologie neoplastiche. La consistenza del linfonodo, inoltre, può fornire indicazioni sulla sua natura, con linfonodi duri e indolori che sollevano sospetti di neoplasie, mentre quelli elastici e dolenti suggeriscono più comunemente cause infettive o infiammatorie. La cosa essenziale è, in presenza di sintomi, non perdere mai tempo e rivolgersi ad uno specialista.
Prestazioni sanitarie in farmacia con Ddl Semplificazioni
Anziani, Farmaceutica, News Presa, PrevenzioneDalla scelta del medico al ritiro dei farmaci per i pazienti assistiti a domicilio. Con il via libera del Consiglio dei Ministri al Disegno di legge per la Semplificazione e la digitalizzazione arrivano nuove prestazioni in farmacia. Per migliorare l’accesso ai servizi sanitari, vengono ampliati i vaccini somministrabili, i test diagnostici e viene introdotta la telemedicina. L’erogazione di prestazioni, in locali separati da quelli principali, deve avere la denominazione di “farmacia dei servizi”.
Test diagnostici e vaccini sotto casa
Il Ddl amplia anche le competenze. I farmacisti formati dovranno essere in grado di somministrare i vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale e di eseguire test diagnostici, compreso il prelievo di campioni biologici. Una delle principali modifiche riguarda l’eliminazione degli oneri a carico degli assistiti e il superamento del requisito dell’autocontrollo per l’effettuazione di prestazioni analitiche di prima istanza. Questo snellimento delle procedure potrebbe contribuire a rendere più efficienti i servizi offerti dalle farmacie. Inoltre, il disegno di legge propone l’introduzione di nuove prestazioni, come l’effettuazione di test diagnostici per contrastare l’antibiotico-resistenza, a supporto dei medici di medicina generale e dei pediatri. Inoltre, i farmacisti potrebbero fornire servizi di telemedicina nel rispetto dei requisiti funzionali e delle linee guida nazionali. Un’altra modifica significativa riguarda la dispensazione dei farmaci e dei dispositivi medici necessari ai pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale.
Spazi separati in farmacia
Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi, si prevede l’utilizzo di locali separati per le attività della farmacia dei servizi. Il ritiro delle prescrizioni mediche e qualsiasi dispensazione o vendita di farmaci sarebbe quindi vietato in tali locali. Infine, per garantire un’identificazione immediata dei servizi offerti, i titolari di farmacia devono apporre un’insegna con la denominazione “Farmacia dei servizi”. Questo dovrebbe facilitare l’accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie offerte dalle farmacie.