La rivoluzione delle tecnologie digitali e della medicina di precisione, potenziata dall’intelligenza artificiale (AI), sta trasformando il settore sanitario. L’AI permette di identificare bersagli terapeutici specifici e di analizzare le malattie a livello molecolare, riducendo i tempi di sviluppo dei trattamenti e migliorando sicurezza ed efficacia delle terapie. Questo progresso offre nuove possibilità per migliorare la qualità della vita di milioni di persone e, per l’Italia, rappresenta un’opportunità per affermarsi come leader a livello globale.
Se n’è parlato nell’ultima giornata dell’Health Innovation show, l’evento promosso dalla Fondazione Mesit, in una sessione dal titolo: “Innovazione, IA e prevenzione. Immunoscience, l’ambizione di Sanofi”. L’obiettivo è creare un sistema sanitario integrato e sostenibile, dove innovazione e accessibilità procedano insieme.
Al dibattito hanno partecipato esponenti della comunità scientifica e istituzionale, discutendo strategie di partenariato pubblico- privato per una sanità moderna e orientata al futuro. Sanofi ha sottolineato il suo impegno nell’immunoscience e nella medicina di precisione, ambiti in cui ha quadruplicato il valore della propria pipeline di ricerca negli ultimi anni. Attualmente, l’azienda sta sviluppando 78 progetti in fase clinica, di cui 32 terapie avanzate o in attesa di approvazione, rivolte a patologie gravi come la BPCO, il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla e l’RSV.
Fare sistema con l’intelligenza artificiale
Durante la tavola rotonda “Fare Sistema: il contributo dell’Ia nella ricerca per affrontare le sfide future della salute”, diversi esperti hanno evidenziato l’importanza di un’integrazione tra pubblico e privato per accelerare i processi decisionali e normativi. Walter Ricciardi, del Mission Board for Cancer della Commissione Europea, ha spiegato che l’Europa è in ritardo nell’adozione dell’Ia rispetto a Paesi come Stati Uniti e Cina, dove la gestione dei dati è meno vincolata. “Rischiamo di creare colossi extraeuropei che gestiranno l’Ia in sanità”, ha avvertito Ricciardi.
Diana Ferro, membro del direttivo Siiam, ha sottolineato l’urgenza di ridurre i tempi di approvazione dei protocolli clinici per rendere l’Ia disponibile in tempi rapidi ai pazienti. “Se una tecnologia può migliorare le condizioni di un paziente domani, non possiamo aspettare vent’anni”, ha dichiarato.
Prevenzione e programmazione per l’accesso alle nuove tecnologie
La seconda tavola rotonda, “Coniugare Innovazione, prevenzione e programmazione per favorire l’accesso delle nuove tecnologie e terapie”, ha evidenziato il ruolo della prevenzione nella gestione della salute pubblica. Francesca Lecci, dell’Università Bocconi, ha affermato che “la prevenzione è programmabile: diventa urgente solo quando manca la programmazione”. Disporre di dati aggiornati permette di affrontare la prevenzione come priorità, non come emergenza.
Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), ha parlato dell’importanza di lavorare con le istituzioni per prevenire le complicanze del diabete. Nel 2023, l’Italia è diventata il primo Paese a introdurre uno screening pediatrico per identificare il rischio di diabete di tipo 1, con l’obiettivo di ridurre i casi di chetoacidosi tra i bambini e, in futuro, posticipare l’insorgenza della malattia. “Servono farmaci innovativi che possano ritardare la progressione del diabete”, ha concluso Buzzetti.
Intelligenza artificiale e medicina di precisione, il futuro della sanità
La combinazione di intelligenza artificiale e medicina di precisione rappresenta una svolta epocale per la sanità. Attraverso l’Ia, è possibile stratificare i pazienti e personalizzare le cure, rendendo i trattamenti più sicuri ed efficaci. L’Italia, puntando su innovazione, programmazione e governance, potrebbe diventare un modello di sanità integrata e sostenibile.
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/11/496ad233-2866-4b20-b024-db74d846865a.jpeg15731600Sofia Gorgonihttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngSofia Gorgoni2024-11-13 18:32:492024-11-19 11:50:54Futuro della ricerca: AI, medicina di precisione e immunoscience tra i temi dell’ultima giornata dell’Health Innovation Show
Alla vigilia della Giornata mondiale del diabete, l’ospedale Meyer di Firenze torna a illuminarsi di blu e ad organizzare un evento formativo tutto dedicato agli insegnanti delle scuole. Ma non solo: nei giorni scorsi la Diabetologia dell’Aou Meyer Irccs ha dato vita un campo scuola per i suoi pazienti a Suvignano, una tenuta un tempo appartenuta alla mafia che la Regione Toscana ha trasformato in azienda agricola: grazie a questa esperienza alcuni adolescenti hanno completato il percorso formativo per acquisire il ruolo di tutor e altri hanno iniziato il percorso. Tutto questo per poter aiutare altri bambini nella gestione della patologia. Azioni necessarie per affrontare una malattia, come il diabete, che è sempre in crescita.
Casi in aumento
“Anche quest’anno – spiega la dottoressa Sonia Toni, responsabile della Diabetologia pediatrica dell’AOU Meyer IRCCS – il trend in crescita è confermato. Le nuove diagnosi di diabete crescono del 3,6% e la Toscana non fa eccezione. Nella nostra regione, annualmente, si registrano circa 100 nuove diagnosi di diabete di tipo 1 e circa 10 nuove diagnosi di diabete di tipo 2. Fa riflettere il fatto che qualche decennio fa il tipo 2 nei bambini non esisteva”.
La giornata formativa
Se i bambini con questa patologia aumentano, diventa sempre più importante che la scuola riesca ad accogliere le loro necessità. Per questo, ogni anno, il Meyer organizza un evento formativo sulla gestione in sicurezza del bambino con diabete a scuola. Una giornata in presenza, a cui si aggiungono i corsi periodici effettuati online.
Diritto allo studio
La diagnosi di diabete ha un impatto molto forte per una famiglia, per le tante implicazioni pratiche che comporta (4-6 iniezioni al giorno, controllo della glicemia e dell’alimentazione, correzione dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia) e soprattutto per la necessità di trovare risorse per affrontare il riadattamento che il diabete richiede all’interno della famiglia e nella comunità con cui il bambino interagisce. In primis la scuola.
“Nostro compito – spiega la dottoressa Toni – è creare una rete di sicurezza che permetta l’inserimento a scuola e formare tutte le figure professionali con cui il bambino si relaziona. Una scuola accogliente e attenta mette il bambino a suo agio e lo aiuta nel percorso di accettazione della malattia. Un insegnante formato, inoltre, può allertare il genitore per una diagnosi precoce se un alunno chiede spesso di bere o di andare in bagno”.
Obiettivo accoglienza
La Toscana nell’ambito della rete regionale di diabetologia pediatrica ha organizzato corsi di formazione itineranti rivolti al personale scolastico, consolidando quella alleanza sanità-istruzione che permette accoglienza, ascolto e aiuto e che la nostra Regione, fra le prime in Italia, ha promosso con una legge specifica. Grazie ai corsi online gestiti con l’aiuto delle Associazioni dei genitori, sono stati formati migliaia di insegnanti provenienti da tutta la Toscana e non solo.
Il campo-scuola nella Tenuta di Suvignano
Alla fine di ottobre, nella tenuta di Suvignano, la Diabetologia del Meyer ha organizzato con alcune famiglie e conun gruppo di adolescenti con diabete un campo scuola mirato alla acquisizione di competenzecliniche e psicologiche per la gestione del quotidiano in una malattia cronica.
“Abbiamo scelto la tenuta di Suvignano – spiega la dottoressa Toni – per sostenere lo sforzo di chi tutti i giorni ha a che fare conuna malattia che fa sentire cronicamente diversi e che li porta a combattere una battaglia che deveessere per forza vinta: è la battaglia per la vita”. Gli adolescenti formati in questo primo corso per tutor potranno diventare un esempio ed un aiuto per i coetanei che affrontano una diagnosi per la prima volta e una proiezione del futuro per le famiglie di bambini più piccoli.
Il diabete nel bambino
Il diabete mellito è la malattia cronica più frequente in età pediatrica e purtroppo spesso è diagnosticata in ritardo con gravi rischi per il bambino. Il diabete tipo 1 è una forma di diabete dovuto alla distruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina perciò è detto insulino-dipendente, perché l’organismo si trova ad essere senza questo ormone che è fondamentale per la vita.
Campanelli d’allarme
Il bambino, pertanto, all’esordio del diabete urina spesso (poliuria), beve più del solito (polidipsia), si sveglia di notte per bere e urinare, riprende a bagnare il letto (enuresi), ha più fame del solito (polifagia) ma dimagrisce, è stanco e ha meno energia (astenia), può avere infezioni nell’area genitale a causa della perdita di zucchero con le urine.
Nel bambino piccolo un segno caratteristico è la scarsa tenuta del pannolino per la poliuria, ma anche la voracità nel prendere il biberon (sete) e l’arresto della crescita. “In presenza di questi sintomi è importante intervenire subito, anche un giorno di attesa può essere troppo: se non possiamo contattare immediatamente il pediatra, rivolgiamoci al pronto soccorso. Questo quadro iniziale, infatti evolve rapidamente verso la chetoacidosi, che può portare al coma” spiega la specialista.
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/11/Screenshot-2024-11-13-alle-15.07.03.png6861184Raffaele Nespolihttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngRaffaele Nespoli2024-11-13 15:11:152024-11-13 15:11:15Diabete, il Meyer si tinge di blu
La diagnosi precoce del diabete di tipo 1 è essenziale nella prevenzione delle complicanze severe della malattia nei bambini. Non accorgersi dei campanelli d’allarme può infatti essere un errore pagato a caro prezzo negli anni a venire. In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, che ricorre il 14 novembre, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) sottolinea quanto è importante accorgersi del problema per ridurre i rischi associati. Gli studi più recenti, infatti, mettono in luce come uno screening preventivo possa ridurre fino al 94% il rischio di gravi complicazioni, come la chetoacidosi, che è una condizione potenzialmente letale.
Il ruolo dello screening
Due studi di internazionali, pubblicati su Diabetologia, hanno evidenziato l’impatto positivo dello screening precoce. Il primo studio, guidato dal professor Valentino Cherubini, presidente della SIEDP, ha analizzato la frequenza di chetoacidosi nei bambini italiani a cui viene diagnosticato il diabete solo al manifestarsi della complicanza. In Italia, dove la diagnosi spesso avviene con la comparsa dei primi sintomi, il tasso di chetoacidosi si attesta intorno al 41,2%, con un’incidenza maggiore nei bambini più piccoli e un secondo picco tra i 10 e i 12 anni.
Il secondo studio, condotto da un team di ricercatori tedeschi nell’ambito del progetto Fr1da, ha valutato l’efficacia di un programma di screening per la diagnosi precoce. I risultati hanno mostrato una frequenza di chetoacidosi solo del 2,5% nei bambini sottoposti a screening, con una riduzione del rischio di ben il 94% rispetto alla popolazione italiana non sottoposta a controllo. Questi dati confermano l’efficacia dello screening nell’identificazione precoce del diabete di tipo 1, riducendo drasticamente l’incidenza delle complicanze.
La Legge 130 e il programma nazionale di screening
In risposta a questi risultati, in Italia è stata approvata la Legge 130/2023, che istituisce un programma nazionale di screening pediatrico per il diabete di tipo 1. Questa legge rappresenta un passo fondamentale verso la tutela della salute infantile, poiché consente di identificare la malattia prima che si manifestino sintomi gravi, proteggendo così la qualità della vita dei bambini. Si stima che, grazie a questo programma, oltre 450 bambini all’anno potranno evitare la chetoacidosi, migliorando sensibilmente il decorso della loro condizione.
Diabete di tipo 1, aumentano le diagnosi
A livello globale, il diabete di tipo 1 colpisce circa 8,4 milioni di persone, con un’incidenza in continuo aumento. Ogni anno, mezzo milione di bambini riceve una diagnosi di diabete di tipo 1. La diagnosi precoce, oltre a prevenire complicanze immediate, permette anche di intervenire con nuove terapie che possono ritardare l’insorgenza dei sintomi, migliorando così la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia.
Alla base della prevenzione
La diagnosi precoce del diabete di tipo 1 rappresenta una strategia di prevenzione fondamentale. Grazie agli screening, i bambini hanno maggiori possibilità di evitare complicanze gravi, come la chetoacidosi, e di ricevere terapie che possono migliorare significativamente il loro futuro.
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2018/11/diabetebambini.jpg490800Raffaele Nespolihttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngRaffaele Nespoli2024-11-12 16:01:122024-11-12 16:01:12Diabete 1, salvare i bambini con la diagnosi precoce
Il reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Monaldi di Napoli si conferma come un centro di eccellenza per il trattamento del tumore della laringe. Questo prestigioso riconoscimento arriva grazie ai dati Agenas, che evidenziano come il reparto, guidato dal professor Giuseppe Tortoriello, sia il primo centro nel Sud Italia per la quantità e complessità dei casi trattati. È proprio grazie all’equipe e al lavoro messo in campo dal professor Tortoriello se moltissimi pazienti hanno potuto sconfiggere la malattia ritrovando la voce.
Innovazione chirurgica
Ma cosa distingue l’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del Monaldi? Certamente l’innovazione nella chirurgia laringea, in particolare nella standardizzazione della tecnica chirurgica per il posizionamento delle protesi che consentono ai pazienti operati di tornare a parlare con la propria voce. Grazie all’impiego della protesi fonatoria già durante l’intervento di laringectomia totale per i casi di tumori localmente avanzati, i pazienti possono infatti iniziare a recuperare l’uso della voce fin dal momento delle dimissioni. Questa “nuova voce” permette un recupero rapido e significativo, contribuendo a migliorare la qualità di vita e facilitando il reinserimento nella socialità, nell’ambiente di lavoro e nella vita quotidiana.
La formazione
Per consolidare e diffondere queste competenze, il reparto ospiterà il Corso di Chirurgia e Riabilitazione nei giorni 13 e 14 novembre 2024. Il programma del corso sarà articolato in lezioni teoriche tenute da esperti del settore e sessioni di chirurgia dal vivo (live surgery). Il corso è rivolto a circa 20 Medici Specialisti provenienti da tutta Italia, che avranno l’opportunità di apprendere le tecniche operatorie avanzate nella chirurgia laringea e di discutere le migliori pratiche per la gestione post-operatoria delle protesi fonatorie. Il corso rappresenta un’opportunità preziosa di aggiornamento professionale e mira a promuovere un approccio multidisciplinare integrato.
Secondo l’avvocato Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, “La U.O.C. di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Monaldi è un centro di eccellenza per il trattamento dei tumori della laringe, e con questo corso si propone di fornire strumenti preziosi per una gestione integrata e multidisciplinare. L’obiettivo finale è migliorare la qualità di vita, l’assistenza e il recupero dei pazienti sottoposti a laringectomia totale e al posizionamento di protesi fonatoria.
Tumore della laringe: sintomi e diagnosi
Del tumore della laringe, nonostante i numeri in crescita, si sente parlare poco. Ma quali sono i sintomi principali?
Raucedine o cambiamento della voce: una voce roca persistente, senza miglioramenti, è uno dei primi segnali.
Mal di gola persistente o dolore alle orecchie: dolore che non migliora nel tempo può indicare un problema alla laringe.
Difficoltà a deglutire: la sensazione di qualcosa che ostruisce la gola può essere un sintomo rilevante.
Tosse persistente: soprattutto se accompagnata da sangue, deve essere monitorata.
Noduli nel collo: presenza di masse palpabili può segnalare un avanzamento della malattia.
Diagnosi del tumore della laringe
La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la prognosi del tumore alla laringe. Il percorso diagnostico include diversi passaggi:
Esame obiettivo: il medico esamina la gola, spesso con laringoscopia, per osservare l’interno della laringe.
Esami di imaging: la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) sono utili per valutare l’estensione del tumore.
Biopsia: è essenziale per confermare la presenza del tumore e per determinarne la tipologia.
Altri test: possono includere ecografia del collo e PET per individuare eventuali metastasi.
È chiaro che il trattamento del tumore della laringe varia a seconda della fase di avanzamento e può servire la chirurgia, ma anche la radioterapia o la chemioterapia, spesso integrate da percorsi riabilitativi per il recupero della voce e della deglutizione. Ecco perché è di fondamentale importanza riferirsi ad un centro d’eccellenza che possa garantire i trattamenti più innovativi, che consentano anche un rapido recupero della voce.
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/10/Una-giovane-donna-ha-il-mal-di-gola.jpg10011500Redazione PreSahttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngRedazione PreSa2024-11-12 10:00:482024-11-12 10:00:48Tumore della laringe, Monaldi di Napoli eccellenza del Sud
L’innovazione come risposta alle esigenze di salute e come strategia per una sanità sostenibile. Questi i temi centrali della seconda edizione dell’Health Innovation Show 2024, organizzato dalla Fondazione Mesit (Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica).
Trabucco: innovazione per garantire equità
“L’innovazione è il motore della transizione sanitaria”, afferma Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit. “I progressi della ricerca scientifica hanno trasformato le cure per molte patologie, riducendo sia la mortalità che il carico invalidante per i pazienti. La sfida attuale è l’equità: assicurare che l’innovazione sia accessibile a tutti i cittadini, ovunque risiedano”. Trabucco Aurilio sottolinea l’importanza dell’Health Innovation Show 2024 per generare proposte concrete in merito all’innovazione e all’accesso a queste nuove tecnologie, in un momento cruciale in cui si discute la legge di bilancio.
Schillaci: con AI accelerazione straordinaria nella diagnosi e nella cura
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio rivolto ai partecipanti, evidenzia i benefici delle tecnologie avanzate nella sanità. “Come medico nucleare, ho visto migliorare l’assistenza sanitaria e la qualità delle cure grazie a dispositivi che distinguono in modo dettagliato tra lesioni benigne e maligne e a radiofarmaci sempre più specifici. L’intelligenza artificiale in campo prognostico offre prospettive di sviluppo significative, consentendo di prevedere l’evoluzione delle malattie attraverso modelli basati sui dati di imaging”. Schillaci sottolinea come il costo delle innovazioni, nel lungo termine, possano generare risparmi importanti per il sistema, oltre che migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Cattani: l’innovazione arriva se l’industria farmaceutica investe in ricerca
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha ricordato il ruolo cruciale dell’industria farmaceutica nel processo di innovazione. “Health Innovation Show 2024 è un’occasione fondamentale per fare il punto sul percorso di innovazione del nostro Paese. L’industria farmaceutica è al centro di questo processo e sostiene il Pil, l’export e la capacità di innovare in tutte le fasi: dal sviluppo di nuovi farmaci, alla produzione e alle assunzioni. Tuttavia, questo percorso potrà proseguire solo se accompagnato dalle necessarie riforme”, conclude Cattani.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Ceis-Eehta (Centro di Studi Economici e Internazionali: Valutazione Economica e HTA, Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e il Centro di Ricerca Interdipartimentale “Innovazione & Salute” dell’Università Roma Tre, con il sostegno non condizionante di Sanofi e Gilead.
Durante la prima giornata è stato presentato il nuovo aggiornamento del report “Innovation Starting Point: Prospettive passate e future in Sanità”, realizzato dalla Fondazione Mesit con il supporto delle università coinvolte. Il report offre una panoramica delle innovazioni che hanno avuto un impatto rilevante sul sistema sanitario italiano, orientando il dibattito su come implementare ulteriori strumenti innovativi nella sanità pubblica.
L’evento si svolge a Roma e si concluderà domani. Si pone come luogo di confronto tra istituzioni, industria e professionisti della salute, al fine di promuovere iniziative che possano sostenere una sanità più equa, efficiente e all’avanguardia.
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/11/IMG_6144-scaled.jpeg19192560Sofia Gorgonihttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngSofia Gorgoni2024-11-11 19:56:572024-11-19 11:51:24Innovazione in Sanità, parte l’Health Innovation Show 2024: dialogo tra stakeholder per una salute equa
Se ne parla ancora poco e in pochi la conoscono, eppure la broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia respiratoria che colpisce i polmoni di tre milioni e mezzo di italiani. In Europa è la terza causa di morte. Si tratta di una malattia cronica che oggi, dopo diversi anni senza innovazioni terapeutiche di rilievo, vede nuove prospettive dalla ricerca. Per saperne di più, conoscerla meglio e scoprire come affrontarla, ne parleremo sabato 16 novembre ai microfoni di Radio Kiss Kiss con la dottoressa Giulia Scioscia, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio e ricercatrice presso l’Università di Foggia. Appuntamento alle 8.15 circa. Stay Tuned!
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/11/BPCO-una-dottoressa.jpg10001500Raffaele Nespolihttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngRaffaele Nespoli2024-11-11 08:53:472024-11-11 08:53:47Cos’è e come si gestisce la BPCO
La lotta contro il cancro al seno metastatico si arricchisce di una nuova arma, frutto della ricerca italiana. Un nanofarmaco sviluppato da scienziati dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le Università di Siena e Bologna e con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, ha dimostrato un grande potenziale nel bloccare le metastasi in modelli animali di tumore al seno. Questo studio, pubblicato sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, è stato finanziato dalla Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro.
Innovazione italiana
Il team di ricerca, guidato dalla dottoressa Ann Zeuner del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sviluppato una nuova formulazione di un farmaco già utilizzato, ma che in passato non aveva mostrato risultati significativi a causa di problemi di scarso assorbimento. La nuova formulazione sfrutta la tecnologia delle nanoparticelle, che permettono al farmaco di essere assorbito con maggiore efficacia dal corpo.
In studi preclinici su modelli animali, il nanofarmaco ha mostrato un effetto antitumorale particolarmente marcato nel trattamento delle metastasi di tumore alla mammella, senza evidenziare effetti collaterali significativi. Una svolta, insomma, nella ricerca contro il cancro al seno metastatico. La capacità del nanofarmaco di rallentare la progressione delle metastasi o addirittura di prevenirne la formazione apre infatti a nuove prospettive per la terapia di questa grave malatta.
Un nuovo strumento per la lotta al cancro al seno metastatico
Ogni anno, il cancro al seno metastatico colpisce migliaia di donne in Italia, e si stima che circa 37.000 pazienti convivano attualmente con questa forma avanzata della malattia. Proprio per questo la ricerca di trattamenti innovativi è fondamentale, anche perché le terapie esistenti spesso non riescono a bloccare la diffusione delle cellule tumorali a distanza (metastasi), una delle principali sfide nel trattamento del cancro al seno metastatico.
La campagna “Nastro Rosa” dell’Airc, che mira a sensibilizzare e raccogliere fondi per la ricerca sul cancro al seno, ha come obiettivo proprio quello di individuare cure più efficaci per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita delle donne affette da questa malattia. Nel 2024, grazie alla generosità dei donatori e al lavoro dei volontari, la Fondazione ha investito oltre 14 milioni di euro nella ricerca, finanziando borse di studio e progetti focalizzati sul cancro al seno.
L’importanza della prevenzione e degli stili di vita
Oltre a sviluppare nuove terapie, è essenziale promuovere la prevenzione e l’adozione di uno stile di vita sano, soprattutto per le donne che hanno superato un tumore al seno. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità raccomandano controlli periodici e monitoraggio continuo per rilevare eventuali recidive in fase precoce. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che alcune modifiche nello stile di vita possono ridurre il rischio di ricaduta. Tra le buone abitudini:
Alimentazione sana: una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e povera di grassi saturi può migliorare la salute generale e ridurre il rischio di recidive.
Attività fisica regolare: l’esercizio fisico aiuta a mantenere il peso forma e migliora il sistema immunitario, contribuendo a ridurre le possibilità di ripresentazione del tumore.
Riduzione dello stress: pratiche come la meditazione, lo yoga o semplicemente dedicare del tempo a passioni personali aiutano a mantenere un equilibrio mentale, fondamentale per affrontare al meglio la vita dopo la malattia.
Una scoperta che accende nuove speranze
La realizzazione del nanofarmaco rappresenta un passo importante nella lotta contro il cancro al seno metastatico. Grazie all’impegno dei ricercatori e al sostegno della Fondazione Airc, si intravede ora la possibilità di trattamenti più efficaci, mirati a migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita delle pazienti. Questa ricerca sottolinea l’importanza del sostegno alla scienza e all’innovazione, fondamentali per dare alle pazienti nuove speranze e ai medici nuovi strumenti nella lotta contro una delle malattie oncologiche più diffuse al mondo.
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in un’intervista al Sole 24 Ore ha lanciato un allarme sulla nuova legge di bilancio che potrebbe penalizzare l’industria farmaceutica in Italia. Secondo Cattani, la manovra, se confermata, rischia di compromettere l’innovazione e la sostenibilità delle imprese, riducendo la disponibilità di nuove terapie sul mercato nazionale.
Ma cosa potrebbe significare per l’Italia?
1. Mancato rialzo del tetto della spesa farmaceutica
Un punto critico della manovra è il mancato adeguamento del tetto di spesa farmaceutica alla domanda effettiva di farmaci, che continua a crescere, soprattutto per quanto riguarda le cure innovative. Cattani sottolinea l’importanza di considerare la spesa sanitaria come un investimento e non come un costo.
L’invecchiamento della popolazione implica un fabbisogno sempre maggiore di farmaci, spesso costosi perché frutto di nuove scoperte scientifiche. Secondo il presidente, senza un adeguamento del tetto di spesa, il sistema sanitario non potrà sostenere l’accesso alle terapie di ultima generazione, riducendo le possibilità di cura per i cittadini.
2. Effetti del doppio payback sulle aziende Farmaceutiche
Il mancato rialzo del tetto di spesa si riflette direttamente sul meccanismo del payback, che impone alle aziende farmaceutiche di rimborsare alle Regioni metà del disavanzo. Cattani chiarisce che il payback non è unico: oltre alla spesa farmaceutica ospedaliera, riguarda anche la spesa convenzionata (farmaci dispensati attraverso le farmacie).
Nel 2024 le aziende dovranno pagare circa 2 miliardi di euro alle Regioni in base a questi due payback, cifra che salirà a 2,5 miliardi nel 2025. Per Cattani, questo sistema è insostenibile perché impatta direttamente sui ricavi delle imprese, riducendone la capacità di investimento in ricerca e sviluppo. In altre parole, riducendo la competitività del settore, si limita anche la possibilità di portare sul mercato nuove cure.
3. Redistribuzione dei margini ai grossisti: un “attacco” all’industria
La manovra introduce una misura che Cattani definisce “assurda”: un trasferimento dell’1% dei ricavi delle aziende farmaceutiche ai grossisti e alle farmacie, con un aumento dello 0,65% della loro remunerazione. Questo taglio dei margini si traduce in un costo di circa 150 milioni di euro per le industrie, che vedono ridursi ulteriormente i profitti. Cattani considera questa decisione un “attacco” alla competitività del settore, chiedendo che venga eliminata dalla legge. L’industria farmaceutica oggi rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e vanta un primato mondiale per crescita dell’export.
4. Conseguenze dirette per la competitività e la sostenibilità dell’industria
Il presidente di Farmindustria sottolinea come questi tagli e redistribuzioni si aggiungano a un quadro di aumento dei costi di produzione, che rende il mercato italiano meno attrattivo per le stesse imprese farmaceutiche. La minore competitività e sostenibilità rischia di tradursi in carenze di farmaci e in una riduzione dell’offerta di nuove cure per i cittadini. Inoltre, la compressione dei margini influirebbe anche sui bilanci fiscali, con una perdita di gettito per lo Stato e possibili ripercussioni sui prezzi di riferimento internazionali dei farmaci, consolidando una percezione di scarsa attrattività del mercato italiano.
5. Luci e ombre sui fondi per l’innovazione
Tra le poche misure positive della manovra, Cattani cita l’inclusione di nuovi farmaci innovativi e antibiotici di riserva nel Fondo per i farmaci innovativi, con una disponibilità tra gli 80 e i 100 milioni di euro. I cosiddetti “di riserva” (reserve), sono antibiotici di nuova generazione per la cura delle infezioni da germi multi resistenti. Tuttavia, Cattani osserva come questa misura, pur positiva, sia limitata da un vincolo temporale: l’accesso al fondo è consentito solo entro il sesto anno dalla prima indicazione del farmaco. Questo, secondo Cattani, costituisce un freno all’innovazione, penalizzando quei farmaci che continuano a sviluppare nuove indicazioni e che potrebbero offrire ulteriori benefici terapeutici.
L’appello di Farmindustria: “consideriamo la spesa in salute un investimento”
In conclusione, Cattani lancia un appello al Governo e al Parlamento affinché rivedano la manovra, allineando il tetto di spesa farmaceutica alle reali necessità del Paese e abolendo le nuove disposizioni di redistribuzione dei margini. Farmindustria chiede che la salute e la spesa in farmaci vengano finalmente considerate come un investimento strategico per lo sviluppo economico e sociale, e non solo come una voce di costo da ridurre.
Al via la seconda fase di “One Health: i tanti volti della sostenibilità”, il progetto di educazione civica digitale dedicata agli insegnanti e agli studenti dai 13 ai 18 anni, che ha l’obiettivo di educare a una maggiore consapevolezza sulla correlazione tra salute, cambiamenti climatici, stili di vita sostenibili, innovazione e inclusione sociale.
Il progetto promosso e ideato da Medtronic, è in collaborazione con ALTIS Graduate School of Sustainable Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’associazione LEADS – Donne Leader in Sanità, Cittadinanzattiva e Civicamente, società benefit che ha creato la piattaforma educazionedigitale.it, riconosciuta quale ente accreditato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per la formazione del personale della scuola, con esperti in sociologia, pedagogia e comunicazione digitale, specializzati in progetti educativi per scuole e società.
Dal mese di ottobre gli insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori italiane possono accedere gratuitamente a risorse didattiche per approfondire con le loro classi il percorso formativo iniziato a febbraio dello scorso anno, includendo due nuovi focus: “Salute e Innovazione” e “Diversità e Inclusione” oltre a un format “Prima della lezione” che aiuta i docenti a collegare i contenuti del modulo “Salute e Ambiente” al programma curricolare.
Parità di genere e importanza della diversità
I due nuovi moduli mirano a sensibilizzare gli studenti sulla parità di genere e sull’importanza della diversità, evidenziando come una maggiore inclusione possa stimolare l’innovazione, nuove soluzioni anche nel settore sanitario e lavorativo più in generale. L’obiettivo è portare un contributo concreto alle nuove generazioni, affinché possano prendere in futuro scelte consapevoli che abbiano un impatto positivo sulla loro salute e sulla società.
Nella prima fase, avviata lo scorso febbraio, sono state affrontate tematiche importanti attraverso i moduli “Salute & ambiente”, “Stili di vita sostenibili”. Da quest’anno sono disponibili anche i nuovi contenuti “Salute e Innovazione” e “Diversità e Inclusione”. Ogni modulo didattico riserva agli insegnanti iscritti strumenti multimediali e approfondimenti loro dedicati, ideati per promuovere l’apprendimento attivo e la rielaborazione critica dei contenuti. Inoltre, ad esclusivo uso degli insegnanti, sono fruibili due guide didattiche e una scheda per i collegamenti curriculari al fine di rendere il percorso più integrato possibile con le altre materie di insegnamento.
“Il World Economic Forum nel 2021 ha posto l’Italia al 63° posto a livello mondiale per la parità di genere in ambito salute e istruzione politica. Inoltre, una recente ricerca Deloitte ha sottolineato che la diversità culturale determina un incremento dell’innovazione del 20%. Questi sono concetti cardine per cui all’interno di questo progetto abbiamo voluto porre l’accento sulla diversità e sull’inclusione” spiega Paola Testori Coggi, Vicepresidente LEADS – Donne Leader in Sanità Onlus.
“Siamo convinti che conoscenza e consapevolezza siano essenziali per promuovere il cambiamento sostenibile e che l’innovazione, così come il dialogo e l’alleanza intergenerazionale, siano leve imprescindibili per trovare soluzioni condivise e concrete a problemi complessi assicurandoci, quindi, un futuro più responsabile” – afferma AlessiaCoeli, General Manager di ALTIS.
“Con il progetto ‘One Health’, vogliamo supportare le nuove generazioni alla conoscenza e consapevolezza di quanto la sostenibilità, nelle diverse sfaccettature, è chiave per la salute umana, del pianeta e il futuro di tutti e tutte – afferma Elena Busetto, Corporate Sustainability Program Manager Medtronic.
https://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2020/09/140950475-883e34cd-5cbc-47b1-89d3-59d556b6d0a4.jpg315560Sofia Gorgonihttps://prevenzione-salute.com/wp-content/uploads/2024/04/prevenzione-e-salute-1.pngSofia Gorgoni2024-11-08 06:54:382024-11-19 11:51:57A scuola di “One Health”, riparte il progetto di educazione civica digitale per insegnanti e ragazzi
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Futuro della ricerca: AI, medicina di precisione e immunoscience tra i temi dell’ultima giornata dell’Health Innovation Show
Economia sanitaria, Eventi PreSa-Mesit, Farmaceutica, Medicina Sociale, News, Prevenzione, Ricerca innovazioneLa rivoluzione delle tecnologie digitali e della medicina di precisione, potenziata dall’intelligenza artificiale (AI), sta trasformando il settore sanitario. L’AI permette di identificare bersagli terapeutici specifici e di analizzare le malattie a livello molecolare, riducendo i tempi di sviluppo dei trattamenti e migliorando sicurezza ed efficacia delle terapie. Questo progresso offre nuove possibilità per migliorare la qualità della vita di milioni di persone e, per l’Italia, rappresenta un’opportunità per affermarsi come leader a livello globale.
Se n’è parlato nell’ultima giornata dell’Health Innovation show, l’evento promosso dalla Fondazione Mesit, in una sessione dal titolo: “Innovazione, IA e prevenzione. Immunoscience, l’ambizione di Sanofi”. L’obiettivo è creare un sistema sanitario integrato e sostenibile, dove innovazione e accessibilità procedano insieme.
Al dibattito hanno partecipato esponenti della comunità scientifica e istituzionale, discutendo strategie di partenariato pubblico- privato per una sanità moderna e orientata al futuro. Sanofi ha sottolineato il suo impegno nell’immunoscience e nella medicina di precisione, ambiti in cui ha quadruplicato il valore della propria pipeline di ricerca negli ultimi anni. Attualmente, l’azienda sta sviluppando 78 progetti in fase clinica, di cui 32 terapie avanzate o in attesa di approvazione, rivolte a patologie gravi come la BPCO, il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla e l’RSV.
Fare sistema con l’intelligenza artificiale
Durante la tavola rotonda “Fare Sistema: il contributo dell’Ia nella ricerca per affrontare le sfide future della salute”, diversi esperti hanno evidenziato l’importanza di un’integrazione tra pubblico e privato per accelerare i processi decisionali e normativi. Walter Ricciardi, del Mission Board for Cancer della Commissione Europea, ha spiegato che l’Europa è in ritardo nell’adozione dell’Ia rispetto a Paesi come Stati Uniti e Cina, dove la gestione dei dati è meno vincolata. “Rischiamo di creare colossi extraeuropei che gestiranno l’Ia in sanità”, ha avvertito Ricciardi.
Diana Ferro, membro del direttivo Siiam, ha sottolineato l’urgenza di ridurre i tempi di approvazione dei protocolli clinici per rendere l’Ia disponibile in tempi rapidi ai pazienti. “Se una tecnologia può migliorare le condizioni di un paziente domani, non possiamo aspettare vent’anni”, ha dichiarato.
Prevenzione e programmazione per l’accesso alle nuove tecnologie
La seconda tavola rotonda, “Coniugare Innovazione, prevenzione e programmazione per favorire l’accesso delle nuove tecnologie e terapie”, ha evidenziato il ruolo della prevenzione nella gestione della salute pubblica. Francesca Lecci, dell’Università Bocconi, ha affermato che “la prevenzione è programmabile: diventa urgente solo quando manca la programmazione”. Disporre di dati aggiornati permette di affrontare la prevenzione come priorità, non come emergenza.
Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), ha parlato dell’importanza di lavorare con le istituzioni per prevenire le complicanze del diabete. Nel 2023, l’Italia è diventata il primo Paese a introdurre uno screening pediatrico per identificare il rischio di diabete di tipo 1, con l’obiettivo di ridurre i casi di chetoacidosi tra i bambini e, in futuro, posticipare l’insorgenza della malattia. “Servono farmaci innovativi che possano ritardare la progressione del diabete”, ha concluso Buzzetti.
Intelligenza artificiale e medicina di precisione, il futuro della sanità
La combinazione di intelligenza artificiale e medicina di precisione rappresenta una svolta epocale per la sanità. Attraverso l’Ia, è possibile stratificare i pazienti e personalizzare le cure, rendendo i trattamenti più sicuri ed efficaci. L’Italia, puntando su innovazione, programmazione e governance, potrebbe diventare un modello di sanità integrata e sostenibile.
Diabete, il Meyer si tinge di blu
Bambini, PrevenzioneAlla vigilia della Giornata mondiale del diabete, l’ospedale Meyer di Firenze torna a illuminarsi di blu e ad organizzare un evento formativo tutto dedicato agli insegnanti delle scuole. Ma non solo: nei giorni scorsi la Diabetologia dell’Aou Meyer Irccs ha dato vita un campo scuola per i suoi pazienti a Suvignano, una tenuta un tempo appartenuta alla mafia che la Regione Toscana ha trasformato in azienda agricola: grazie a questa esperienza alcuni adolescenti hanno completato il percorso formativo per acquisire il ruolo di tutor e altri hanno iniziato il percorso. Tutto questo per poter aiutare altri bambini nella gestione della patologia. Azioni necessarie per affrontare una malattia, come il diabete, che è sempre in crescita.
Casi in aumento
“Anche quest’anno – spiega la dottoressa Sonia Toni, responsabile della Diabetologia pediatrica dell’AOU Meyer IRCCS – il trend in crescita è confermato. Le nuove diagnosi di diabete crescono del 3,6% e la Toscana non fa eccezione. Nella nostra regione, annualmente, si registrano circa 100 nuove diagnosi di diabete di tipo 1 e circa 10 nuove diagnosi di diabete di tipo 2. Fa riflettere il fatto che qualche decennio fa il tipo 2 nei bambini non esisteva”.
La giornata formativa
Se i bambini con questa patologia aumentano, diventa sempre più importante che la scuola riesca ad accogliere le loro necessità. Per questo, ogni anno, il Meyer organizza un evento formativo sulla gestione in sicurezza del bambino con diabete a scuola. Una giornata in presenza, a cui si aggiungono i corsi periodici effettuati online.
Diritto allo studio
La diagnosi di diabete ha un impatto molto forte per una famiglia, per le tante implicazioni pratiche che comporta (4-6 iniezioni al giorno, controllo della glicemia e dell’alimentazione, correzione dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia) e soprattutto per la necessità di trovare risorse per affrontare il riadattamento che il diabete richiede all’interno della famiglia e nella comunità con cui il bambino interagisce. In primis la scuola.
“Nostro compito – spiega la dottoressa Toni – è creare una rete di sicurezza che permetta l’inserimento a scuola e formare tutte le figure professionali con cui il bambino si relaziona. Una scuola accogliente e attenta mette il bambino a suo agio e lo aiuta nel percorso di accettazione della malattia. Un insegnante formato, inoltre, può allertare il genitore per una diagnosi precoce se un alunno chiede spesso di bere o di andare in bagno”.
Obiettivo accoglienza
La Toscana nell’ambito della rete regionale di diabetologia pediatrica ha organizzato corsi di formazione itineranti rivolti al personale scolastico, consolidando quella alleanza sanità-istruzione che permette accoglienza, ascolto e aiuto e che la nostra Regione, fra le prime in Italia, ha promosso con una legge specifica. Grazie ai corsi online gestiti con l’aiuto delle Associazioni dei genitori, sono stati formati migliaia di insegnanti provenienti da tutta la Toscana e non solo.
Il campo-scuola nella Tenuta di Suvignano
Alla fine di ottobre, nella tenuta di Suvignano, la Diabetologia del Meyer ha organizzato con alcune famiglie e con un gruppo di adolescenti con diabete un campo scuola mirato alla acquisizione di competenze cliniche e psicologiche per la gestione del quotidiano in una malattia cronica.
“Abbiamo scelto la tenuta di Suvignano – spiega la dottoressa Toni – per sostenere lo sforzo di chi tutti i giorni ha a che fare con una malattia che fa sentire cronicamente diversi e che li porta a combattere una battaglia che deve essere per forza vinta: è la battaglia per la vita”. Gli adolescenti formati in questo primo corso per tutor potranno diventare un esempio ed un aiuto per i coetanei che affrontano una diagnosi per la prima volta e una proiezione del futuro per le famiglie di bambini più piccoli.
Il diabete nel bambino
Il diabete mellito è la malattia cronica più frequente in età pediatrica e purtroppo spesso è diagnosticata in ritardo con gravi rischi per il bambino. Il diabete tipo 1 è una forma di diabete dovuto alla distruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina perciò è detto insulino-dipendente, perché l’organismo si trova ad essere senza questo ormone che è fondamentale per la vita.
Campanelli d’allarme
Il bambino, pertanto, all’esordio del diabete urina spesso (poliuria), beve più del solito (polidipsia), si sveglia di notte per bere e urinare, riprende a bagnare il letto (enuresi), ha più fame del solito (polifagia) ma dimagrisce, è stanco e ha meno energia (astenia), può avere infezioni nell’area genitale a causa della perdita di zucchero con le urine.
Nel bambino piccolo un segno caratteristico è la scarsa tenuta del pannolino per la poliuria, ma anche la voracità nel prendere il biberon (sete) e l’arresto della crescita. “In presenza di questi sintomi è importante intervenire subito, anche un giorno di attesa può essere troppo: se non possiamo contattare immediatamente il pediatra, rivolgiamoci al pronto soccorso. Questo quadro iniziale, infatti evolve rapidamente verso la chetoacidosi, che può portare al coma” spiega la specialista.
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Diabete 1, salvare i bambini con la diagnosi precoce
Bambini, PrevenzioneLa diagnosi precoce del diabete di tipo 1 è essenziale nella prevenzione delle complicanze severe della malattia nei bambini. Non accorgersi dei campanelli d’allarme può infatti essere un errore pagato a caro prezzo negli anni a venire. In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, che ricorre il 14 novembre, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) sottolinea quanto è importante accorgersi del problema per ridurre i rischi associati. Gli studi più recenti, infatti, mettono in luce come uno screening preventivo possa ridurre fino al 94% il rischio di gravi complicazioni, come la chetoacidosi, che è una condizione potenzialmente letale.
Il ruolo dello screening
Due studi di internazionali, pubblicati su Diabetologia, hanno evidenziato l’impatto positivo dello screening precoce. Il primo studio, guidato dal professor Valentino Cherubini, presidente della SIEDP, ha analizzato la frequenza di chetoacidosi nei bambini italiani a cui viene diagnosticato il diabete solo al manifestarsi della complicanza. In Italia, dove la diagnosi spesso avviene con la comparsa dei primi sintomi, il tasso di chetoacidosi si attesta intorno al 41,2%, con un’incidenza maggiore nei bambini più piccoli e un secondo picco tra i 10 e i 12 anni.
Il secondo studio, condotto da un team di ricercatori tedeschi nell’ambito del progetto Fr1da, ha valutato l’efficacia di un programma di screening per la diagnosi precoce. I risultati hanno mostrato una frequenza di chetoacidosi solo del 2,5% nei bambini sottoposti a screening, con una riduzione del rischio di ben il 94% rispetto alla popolazione italiana non sottoposta a controllo. Questi dati confermano l’efficacia dello screening nell’identificazione precoce del diabete di tipo 1, riducendo drasticamente l’incidenza delle complicanze.
La Legge 130 e il programma nazionale di screening
In risposta a questi risultati, in Italia è stata approvata la Legge 130/2023, che istituisce un programma nazionale di screening pediatrico per il diabete di tipo 1. Questa legge rappresenta un passo fondamentale verso la tutela della salute infantile, poiché consente di identificare la malattia prima che si manifestino sintomi gravi, proteggendo così la qualità della vita dei bambini. Si stima che, grazie a questo programma, oltre 450 bambini all’anno potranno evitare la chetoacidosi, migliorando sensibilmente il decorso della loro condizione.
Diabete di tipo 1, aumentano le diagnosi
A livello globale, il diabete di tipo 1 colpisce circa 8,4 milioni di persone, con un’incidenza in continuo aumento. Ogni anno, mezzo milione di bambini riceve una diagnosi di diabete di tipo 1. La diagnosi precoce, oltre a prevenire complicanze immediate, permette anche di intervenire con nuove terapie che possono ritardare l’insorgenza dei sintomi, migliorando così la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia.
Alla base della prevenzione
La diagnosi precoce del diabete di tipo 1 rappresenta una strategia di prevenzione fondamentale. Grazie agli screening, i bambini hanno maggiori possibilità di evitare complicanze gravi, come la chetoacidosi, e di ricevere terapie che possono migliorare significativamente il loro futuro.
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Tumore della laringe, Monaldi di Napoli eccellenza del Sud
News, News, Ricerca innovazioneIl reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Monaldi di Napoli si conferma come un centro di eccellenza per il trattamento del tumore della laringe. Questo prestigioso riconoscimento arriva grazie ai dati Agenas, che evidenziano come il reparto, guidato dal professor Giuseppe Tortoriello, sia il primo centro nel Sud Italia per la quantità e complessità dei casi trattati. È proprio grazie all’equipe e al lavoro messo in campo dal professor Tortoriello se moltissimi pazienti hanno potuto sconfiggere la malattia ritrovando la voce.
Innovazione chirurgica
Ma cosa distingue l’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del Monaldi? Certamente l’innovazione nella chirurgia laringea, in particolare nella standardizzazione della tecnica chirurgica per il posizionamento delle protesi che consentono ai pazienti operati di tornare a parlare con la propria voce. Grazie all’impiego della protesi fonatoria già durante l’intervento di laringectomia totale per i casi di tumori localmente avanzati, i pazienti possono infatti iniziare a recuperare l’uso della voce fin dal momento delle dimissioni. Questa “nuova voce” permette un recupero rapido e significativo, contribuendo a migliorare la qualità di vita e facilitando il reinserimento nella socialità, nell’ambiente di lavoro e nella vita quotidiana.
La formazione
Per consolidare e diffondere queste competenze, il reparto ospiterà il Corso di Chirurgia e Riabilitazione nei giorni 13 e 14 novembre 2024. Il programma del corso sarà articolato in lezioni teoriche tenute da esperti del settore e sessioni di chirurgia dal vivo (live surgery). Il corso è rivolto a circa 20 Medici Specialisti provenienti da tutta Italia, che avranno l’opportunità di apprendere le tecniche operatorie avanzate nella chirurgia laringea e di discutere le migliori pratiche per la gestione post-operatoria delle protesi fonatorie. Il corso rappresenta un’opportunità preziosa di aggiornamento professionale e mira a promuovere un approccio multidisciplinare integrato.
Secondo l’avvocato Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, “La U.O.C. di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Monaldi è un centro di eccellenza per il trattamento dei tumori della laringe, e con questo corso si propone di fornire strumenti preziosi per una gestione integrata e multidisciplinare. L’obiettivo finale è migliorare la qualità di vita, l’assistenza e il recupero dei pazienti sottoposti a laringectomia totale e al posizionamento di protesi fonatoria.
Tumore della laringe: sintomi e diagnosi
Del tumore della laringe, nonostante i numeri in crescita, si sente parlare poco. Ma quali sono i sintomi principali?
Diagnosi del tumore della laringe
La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la prognosi del tumore alla laringe. Il percorso diagnostico include diversi passaggi:
È chiaro che il trattamento del tumore della laringe varia a seconda della fase di avanzamento e può servire la chirurgia, ma anche la radioterapia o la chemioterapia, spesso integrate da percorsi riabilitativi per il recupero della voce e della deglutizione. Ecco perché è di fondamentale importanza riferirsi ad un centro d’eccellenza che possa garantire i trattamenti più innovativi, che consentano anche un rapido recupero della voce.
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Innovazione in Sanità, parte l’Health Innovation Show 2024: dialogo tra stakeholder per una salute equa
Economia sanitaria, Eventi PreSa-Mesit, Medicina Sociale, News, Prevenzione, Ricerca innovazioneL’innovazione come risposta alle esigenze di salute e come strategia per una sanità sostenibile. Questi i temi centrali della seconda edizione dell’Health Innovation Show 2024, organizzato dalla Fondazione Mesit (Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica).
Trabucco: innovazione per garantire equità
“L’innovazione è il motore della transizione sanitaria”, afferma Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit. “I progressi della ricerca scientifica hanno trasformato le cure per molte patologie, riducendo sia la mortalità che il carico invalidante per i pazienti. La sfida attuale è l’equità: assicurare che l’innovazione sia accessibile a tutti i cittadini, ovunque risiedano”. Trabucco Aurilio sottolinea l’importanza dell’Health Innovation Show 2024 per generare proposte concrete in merito all’innovazione e all’accesso a queste nuove tecnologie, in un momento cruciale in cui si discute la legge di bilancio.
Schillaci: con AI accelerazione straordinaria nella diagnosi e nella cura
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio rivolto ai partecipanti, evidenzia i benefici delle tecnologie avanzate nella sanità. “Come medico nucleare, ho visto migliorare l’assistenza sanitaria e la qualità delle cure grazie a dispositivi che distinguono in modo dettagliato tra lesioni benigne e maligne e a radiofarmaci sempre più specifici. L’intelligenza artificiale in campo prognostico offre prospettive di sviluppo significative, consentendo di prevedere l’evoluzione delle malattie attraverso modelli basati sui dati di imaging”. Schillaci sottolinea come il costo delle innovazioni, nel lungo termine, possano generare risparmi importanti per il sistema, oltre che migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Cattani: l’innovazione arriva se l’industria farmaceutica investe in ricerca
Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha ricordato il ruolo cruciale dell’industria farmaceutica nel processo di innovazione. “Health Innovation Show 2024 è un’occasione fondamentale per fare il punto sul percorso di innovazione del nostro Paese. L’industria farmaceutica è al centro di questo processo e sostiene il Pil, l’export e la capacità di innovare in tutte le fasi: dal sviluppo di nuovi farmaci, alla produzione e alle assunzioni. Tuttavia, questo percorso potrà proseguire solo se accompagnato dalle necessarie riforme”, conclude Cattani.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Ceis-Eehta (Centro di Studi Economici e Internazionali: Valutazione Economica e HTA, Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e il Centro di Ricerca Interdipartimentale “Innovazione & Salute” dell’Università Roma Tre, con il sostegno non condizionante di Sanofi e Gilead.
Durante la prima giornata è stato presentato il nuovo aggiornamento del report “Innovation Starting Point: Prospettive passate e future in Sanità”, realizzato dalla Fondazione Mesit con il supporto delle università coinvolte. Il report offre una panoramica delle innovazioni che hanno avuto un impatto rilevante sul sistema sanitario italiano, orientando il dibattito su come implementare ulteriori strumenti innovativi nella sanità pubblica.
L’evento si svolge a Roma e si concluderà domani. Si pone come luogo di confronto tra istituzioni, industria e professionisti della salute, al fine di promuovere iniziative che possano sostenere una sanità più equa, efficiente e all’avanguardia.
Cos’è e come si gestisce la BPCO
RubricheSe ne parla ancora poco e in pochi la conoscono, eppure la broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia respiratoria che colpisce i polmoni di tre milioni e mezzo di italiani. In Europa è la terza causa di morte. Si tratta di una malattia cronica che oggi, dopo diversi anni senza innovazioni terapeutiche di rilievo, vede nuove prospettive dalla ricerca. Per saperne di più, conoscerla meglio e scoprire come affrontarla, ne parleremo sabato 16 novembre ai microfoni di Radio Kiss Kiss con la dottoressa Giulia Scioscia, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio e ricercatrice presso l’Università di Foggia. Appuntamento alle 8.15 circa. Stay Tuned!
Un nanofarmaco ferma le metastasi
Ricerca innovazione, News, NewsLa lotta contro il cancro al seno metastatico si arricchisce di una nuova arma, frutto della ricerca italiana. Un nanofarmaco sviluppato da scienziati dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le Università di Siena e Bologna e con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, ha dimostrato un grande potenziale nel bloccare le metastasi in modelli animali di tumore al seno. Questo studio, pubblicato sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, è stato finanziato dalla Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro.
Innovazione italiana
Il team di ricerca, guidato dalla dottoressa Ann Zeuner del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sviluppato una nuova formulazione di un farmaco già utilizzato, ma che in passato non aveva mostrato risultati significativi a causa di problemi di scarso assorbimento. La nuova formulazione sfrutta la tecnologia delle nanoparticelle, che permettono al farmaco di essere assorbito con maggiore efficacia dal corpo.
In studi preclinici su modelli animali, il nanofarmaco ha mostrato un effetto antitumorale particolarmente marcato nel trattamento delle metastasi di tumore alla mammella, senza evidenziare effetti collaterali significativi. Una svolta, insomma, nella ricerca contro il cancro al seno metastatico. La capacità del nanofarmaco di rallentare la progressione delle metastasi o addirittura di prevenirne la formazione apre infatti a nuove prospettive per la terapia di questa grave malatta.
Un nuovo strumento per la lotta al cancro al seno metastatico
Ogni anno, il cancro al seno metastatico colpisce migliaia di donne in Italia, e si stima che circa 37.000 pazienti convivano attualmente con questa forma avanzata della malattia. Proprio per questo la ricerca di trattamenti innovativi è fondamentale, anche perché le terapie esistenti spesso non riescono a bloccare la diffusione delle cellule tumorali a distanza (metastasi), una delle principali sfide nel trattamento del cancro al seno metastatico.
La campagna “Nastro Rosa” dell’Airc, che mira a sensibilizzare e raccogliere fondi per la ricerca sul cancro al seno, ha come obiettivo proprio quello di individuare cure più efficaci per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita delle donne affette da questa malattia. Nel 2024, grazie alla generosità dei donatori e al lavoro dei volontari, la Fondazione ha investito oltre 14 milioni di euro nella ricerca, finanziando borse di studio e progetti focalizzati sul cancro al seno.
L’importanza della prevenzione e degli stili di vita
Oltre a sviluppare nuove terapie, è essenziale promuovere la prevenzione e l’adozione di uno stile di vita sano, soprattutto per le donne che hanno superato un tumore al seno. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità raccomandano controlli periodici e monitoraggio continuo per rilevare eventuali recidive in fase precoce. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che alcune modifiche nello stile di vita possono ridurre il rischio di ricaduta. Tra le buone abitudini:
Una scoperta che accende nuove speranze
La realizzazione del nanofarmaco rappresenta un passo importante nella lotta contro il cancro al seno metastatico. Grazie all’impegno dei ricercatori e al sostegno della Fondazione Airc, si intravede ora la possibilità di trattamenti più efficaci, mirati a migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita delle pazienti. Questa ricerca sottolinea l’importanza del sostegno alla scienza e all’innovazione, fondamentali per dare alle pazienti nuove speranze e ai medici nuovi strumenti nella lotta contro una delle malattie oncologiche più diffuse al mondo.
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Presa Weekly 8 Novembre 2024
PreSa WeeklyCattani: “manovra penalizza l’industria farmaceutica”. Rischio carenze, meno ricerca e cure innovative
Benessere, Economia sanitaria, Farmaceutica, News, News, Prevenzione, Ricerca innovazioneMarcello Cattani, presidente di Farmindustria, in un’intervista al Sole 24 Ore ha lanciato un allarme sulla nuova legge di bilancio che potrebbe penalizzare l’industria farmaceutica in Italia. Secondo Cattani, la manovra, se confermata, rischia di compromettere l’innovazione e la sostenibilità delle imprese, riducendo la disponibilità di nuove terapie sul mercato nazionale.
Ma cosa potrebbe significare per l’Italia?
1. Mancato rialzo del tetto della spesa farmaceutica
Un punto critico della manovra è il mancato adeguamento del tetto di spesa farmaceutica alla domanda effettiva di farmaci, che continua a crescere, soprattutto per quanto riguarda le cure innovative. Cattani sottolinea l’importanza di considerare la spesa sanitaria come un investimento e non come un costo.
L’invecchiamento della popolazione implica un fabbisogno sempre maggiore di farmaci, spesso costosi perché frutto di nuove scoperte scientifiche. Secondo il presidente, senza un adeguamento del tetto di spesa, il sistema sanitario non potrà sostenere l’accesso alle terapie di ultima generazione, riducendo le possibilità di cura per i cittadini.
2. Effetti del doppio payback sulle aziende Farmaceutiche
Il mancato rialzo del tetto di spesa si riflette direttamente sul meccanismo del payback, che impone alle aziende farmaceutiche di rimborsare alle Regioni metà del disavanzo. Cattani chiarisce che il payback non è unico: oltre alla spesa farmaceutica ospedaliera, riguarda anche la spesa convenzionata (farmaci dispensati attraverso le farmacie).
Nel 2024 le aziende dovranno pagare circa 2 miliardi di euro alle Regioni in base a questi due payback, cifra che salirà a 2,5 miliardi nel 2025. Per Cattani, questo sistema è insostenibile perché impatta direttamente sui ricavi delle imprese, riducendone la capacità di investimento in ricerca e sviluppo. In altre parole, riducendo la competitività del settore, si limita anche la possibilità di portare sul mercato nuove cure.
3. Redistribuzione dei margini ai grossisti: un “attacco” all’industria
La manovra introduce una misura che Cattani definisce “assurda”: un trasferimento dell’1% dei ricavi delle aziende farmaceutiche ai grossisti e alle farmacie, con un aumento dello 0,65% della loro remunerazione. Questo taglio dei margini si traduce in un costo di circa 150 milioni di euro per le industrie, che vedono ridursi ulteriormente i profitti. Cattani considera questa decisione un “attacco” alla competitività del settore, chiedendo che venga eliminata dalla legge. L’industria farmaceutica oggi rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e vanta un primato mondiale per crescita dell’export.
4. Conseguenze dirette per la competitività e la sostenibilità dell’industria
Il presidente di Farmindustria sottolinea come questi tagli e redistribuzioni si aggiungano a un quadro di aumento dei costi di produzione, che rende il mercato italiano meno attrattivo per le stesse imprese farmaceutiche. La minore competitività e sostenibilità rischia di tradursi in carenze di farmaci e in una riduzione dell’offerta di nuove cure per i cittadini. Inoltre, la compressione dei margini influirebbe anche sui bilanci fiscali, con una perdita di gettito per lo Stato e possibili ripercussioni sui prezzi di riferimento internazionali dei farmaci, consolidando una percezione di scarsa attrattività del mercato italiano.
5. Luci e ombre sui fondi per l’innovazione
Tra le poche misure positive della manovra, Cattani cita l’inclusione di nuovi farmaci innovativi e antibiotici di riserva nel Fondo per i farmaci innovativi, con una disponibilità tra gli 80 e i 100 milioni di euro. I cosiddetti “di riserva” (reserve), sono antibiotici di nuova generazione per la cura delle infezioni da germi multi resistenti. Tuttavia, Cattani osserva come questa misura, pur positiva, sia limitata da un vincolo temporale: l’accesso al fondo è consentito solo entro il sesto anno dalla prima indicazione del farmaco. Questo, secondo Cattani, costituisce un freno all’innovazione, penalizzando quei farmaci che continuano a sviluppare nuove indicazioni e che potrebbero offrire ulteriori benefici terapeutici.
L’appello di Farmindustria: “consideriamo la spesa in salute un investimento”
In conclusione, Cattani lancia un appello al Governo e al Parlamento affinché rivedano la manovra, allineando il tetto di spesa farmaceutica alle reali necessità del Paese e abolendo le nuove disposizioni di redistribuzione dei margini. Farmindustria chiede che la salute e la spesa in farmaci vengano finalmente considerate come un investimento strategico per lo sviluppo economico e sociale, e non solo come una voce di costo da ridurre.
A scuola di “One Health”, riparte il progetto di educazione civica digitale per insegnanti e ragazzi
Adolescenti, Benessere, Eventi e premi, NewsAl via la seconda fase di “One Health: i tanti volti della sostenibilità”, il progetto di educazione civica digitale dedicata agli insegnanti e agli studenti dai 13 ai 18 anni, che ha l’obiettivo di educare a una maggiore consapevolezza sulla correlazione tra salute, cambiamenti climatici, stili di vita sostenibili, innovazione e inclusione sociale.
Il progetto promosso e ideato da Medtronic, è in collaborazione con ALTIS Graduate School of Sustainable Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’associazione LEADS – Donne Leader in Sanità, Cittadinanzattiva e Civicamente, società benefit che ha creato la piattaforma educazionedigitale.it, riconosciuta quale ente accreditato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per la formazione del personale della scuola, con esperti in sociologia, pedagogia e comunicazione digitale, specializzati in progetti educativi per scuole e società.
Dal mese di ottobre gli insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori italiane possono accedere gratuitamente a risorse didattiche per approfondire con le loro classi il percorso formativo iniziato a febbraio dello scorso anno, includendo due nuovi focus: “Salute e Innovazione” e “Diversità e Inclusione” oltre a un format “Prima della lezione” che aiuta i docenti a collegare i contenuti del modulo “Salute e Ambiente” al programma curricolare.
Parità di genere e importanza della diversità
I due nuovi moduli mirano a sensibilizzare gli studenti sulla parità di genere e sull’importanza della diversità, evidenziando come una maggiore inclusione possa stimolare l’innovazione, nuove soluzioni anche nel settore sanitario e lavorativo più in generale. L’obiettivo è portare un contributo concreto alle nuove generazioni, affinché possano prendere in futuro scelte consapevoli che abbiano un impatto positivo sulla loro salute e sulla società.
Nella prima fase, avviata lo scorso febbraio, sono state affrontate tematiche importanti attraverso i moduli “Salute & ambiente”, “Stili di vita sostenibili”. Da quest’anno sono disponibili anche i nuovi contenuti “Salute e Innovazione” e “Diversità e Inclusione”. Ogni modulo didattico riserva agli insegnanti iscritti strumenti multimediali e approfondimenti loro dedicati, ideati per promuovere l’apprendimento attivo e la rielaborazione critica dei contenuti. Inoltre, ad esclusivo uso degli insegnanti, sono fruibili due guide didattiche e una scheda per i collegamenti curriculari al fine di rendere il percorso più integrato possibile con le altre materie di insegnamento.
“Il World Economic Forum nel 2021 ha posto l’Italia al 63° posto a livello mondiale per la parità di genere in ambito salute e istruzione politica. Inoltre, una recente ricerca Deloitte ha sottolineato che la diversità culturale determina un incremento dell’innovazione del 20%. Questi sono concetti cardine per cui all’interno di questo progetto abbiamo voluto porre l’accento sulla diversità e sull’inclusione” spiega Paola Testori Coggi, Vicepresidente LEADS – Donne Leader in Sanità Onlus.
“Siamo convinti che conoscenza e consapevolezza siano essenziali per promuovere il cambiamento sostenibile e che l’innovazione, così come il dialogo e l’alleanza intergenerazionale, siano leve imprescindibili per trovare soluzioni condivise e concrete a problemi complessi assicurandoci, quindi, un futuro più responsabile” – afferma Alessia Coeli, General Manager di ALTIS.
“Con il progetto ‘One Health’, vogliamo supportare le nuove generazioni alla conoscenza e consapevolezza di quanto la sostenibilità, nelle diverse sfaccettature, è chiave per la salute umana, del pianeta e il futuro di tutti e tutte – afferma Elena Busetto, Corporate Sustainability Program Manager Medtronic.