Tempo di lettura: 5 minutiLa rivoluzione digitale investe ogni ambito della sanità. Il fascicolo sanitario elettronico, la telemedicina, l’intelligenza artificiale e le terapie digitali trasformano l’organizzazione dei servizi sanitari, la cura, l’assistenza e il rapporto medico-paziente. La digitalizzazione, accelerata dal Pnrr, apre però molte questioni ancora irrisolte: dalla qualità dei dati alla protezione della privacy, dalla creazione di infrastrutture adeguate alla formazione dei professionisti del settore. A queste tematiche Altems Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, con il contributo non condizionante di Sanofi Italia, ha dedicato una giornata di studio dal titolo “Digitalizzazione Umana: Dati, economia ed etica per una visione futura del SSN“. L’evento si è focalizzato sull’approccio umano in un contesto sempre più digitalizzato.
L’importanza dei Dati
I dati sono al centro della digitalizzazione, necessari anche per fare una programmazione sanitaria efficace e per dare slancio la ricerca. Dati che, però, devono essere di qualità, ha sottolineato Giuseppe Arbia, direttore di Altems. “L’intelligenza artificiale, come qualunque altro modello previsivo o statistico, ha bisogno di dati. La qualità del dato è fondamentale per costruire modelli complessi che migliorano l’organizzazione del sistema sanitario nazionale”, ha detto Arbia. “L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di dati. Se i dati ‘in ingresso’ sono di bassa qualità anche i risultati finali lo saranno”.
Il dato affidabile è alla base di un SSN efficiente e moderno. Dario Sacchini, presidente di Altems Advisory, ha parlato della digitalizzazione come svolta epocale per il SSN. “La digitalizzazione rappresenta una svolta epocale per il miglioramento e la sostenibilità del SSN. I dati, l’economia, la programmazione, la governance e l’etica si intrecciano per rilanciare il SSN come bene comune, mettendo al centro la dignità della persona”, ha affermato Sacchini.
Dario Sacchini, Sofia Gorgoni
La prof. Teresa Petrangolini (direttrice PAL Altems) ha riportato un esempio di resilienza delle associazioni dei pazienti, durante la pandemia di COVID-19. La sospensione dei servizi non ha ridotto la loro capacità di supporto ai pazienti. Al contrario, grazie al web, molte associazioni hanno rapidamente digitalizzato le loro operazioni, migliorando le relazioni con pazienti e amministrazioni e organizzando varie attività online. Questo ha aumentato le loro competenze digitali e facilitato la produzione di dati, rendendole più credibili e resilienti di fronte ai cambiamenti.
Teresa Petrangolini (Altems)
Il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina
Il PNRR ha dato una forte accelerazione alla digitalizzazione della sanità. Entro il 2026 avremo il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina su tutto il territorio. Il Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale prima, e il DDL italiano rappresentano un altro passaggio epocale per promuovere l’innovazione, garantendo i diritti dei cittadini. “La digitalizzazione del SSN deve essere umana, promuovendo il rilancio del SSN come bene comune e mettendo al centro la dignità della persona”, ha ribadito Sacchini. Un concetto rafforzato anche da Eugenio Di Brino, co-fondatore di Altems Advisory, a margine dell’evento: “Non può esserci digitalizzazione senza la centralità della persona. La digitalizzazione deve partire dalla persona per verificare gli attuali andamenti del nostro SSN”.
Privacy e trasparenza
Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha parlato delle sfide etiche della digitalizzazione. “L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione richiedono cautele. È necessario garantire la privacy dei pazienti e la trasparenza delle decisioni prese sulla base di algoritmi”, ha affermato Bellantone. “Inoltre è necessario che il consenso venga ottenuto in maniera spontanea, convinta e non in modo coercitivo”. Altro tema decisivo, ha proseguito il presidente dell’Iss, “è la trasparenza: è necessario che le decisioni prese sulla base di algoritmi siano comprensibili e verificabili da ogni cittadino. Questo aspetto sarà anche utile a superare la diffidenza verso la ‘scatola nera’ dell’intelligenza artificiale”, ha concluso.
Governance delle tecnologie sanitarie
Durante la prima parte si è discusso della governance delle tecnologie sanitarie per rendere accessibile l’innovazione. La seconda parte della giornata si è concentrata sulle nuove competenze necessarie per fruttare le opportunità della digitalizzazione. Il PNRR ha messo a disposizione risorse significative per la digitalizzazione del SSN. “Per la prima volta abbiamo un Recovery plan europeo con un Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha messo 1,7 miliardi sul fascicolo sanitario elettronico, 1,5 miliardi sulla telemedicina, 57 milioni nell’implementazione intelligenza artificiale e 4 miliardi sugli ospedali digitali. Risorse che sono ancora non sufficienti, ma dobbiamo tenere presente il punto di partenza del Paese”, ha detto il presidente di Farmindustria Marcello Cattani.
Tuttavia, queste risorse devono essere utilizzate in modo equo per evitare diseguaglianze tra i cittadini, ha messo in guardia don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute. “Questi sistemi rischiano di ampliare le differenze che già oggi esistono tra Regioni”, sottolinea Angelelli. “Ogni innovazione ha una valenza nella misura in cui è capace di combattere queste diseguaglianze. L’auspicio è che si riesca a cogliere questa opportunità unica”.
AI per accelerare le terapie
L’innovazione trasforma le strategie anche all‘interno delle aziende. “L’IA è fondamentale per la nostra strategia e contribuisce già in modo significativo al nostro progresso, nell’accelerare la drug discovery, migliorare la progettazione di studi clinici e i processi che sottendono alla produzione e alla fornitura dei nostri farmaci e vaccini”, ha detto Fulvia Filippini, Country Public Affairs Head di Sanofi.
Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), ha parlato della trasformazione del ruolo del farmacista con la digitalizzazione. “La carenza di personale medico è un problema. La formazione e la retribuzione sono alcuni aspetti. La burocrazia sottrae tempo all’assistenza ai cittadini. La sanità deve investire sui professionisti”, ha detto Mandelli.
Andrea Causio (SIIAM) ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento a tutti i livelli, perché il cambio dei processi delle strutture gestionali non può gravare solo sulle nuove leve che hanno magari una digital literacy più sviluppata. Ha posto l’accento sulla parola “entusiasmo” come chiave per cambiare in meglio il nostro SSN, grazie alle nuove tecnologie.
Don Alessandro Mantini ha affrontato l’aspetto etico, proponendo di passare da “digitalizzazione umana” a “umana digitalizzazione”. La tecnologia riduce la complessità della realtà, ma noi, come esseri umani, dobbiamo affrontare questa complessità in modo realistico, ha spiegato. “L’intelligenza artificiale non è veramente intelligente; è un’elaborazione matematica complessa creata dall’uomo. Pertanto, dobbiamo mantenere un giusto equilibrio nel coinvolgimento e nell’uso di queste tecnologie in medicina”, ha concluso.
Andrea Mandelli (Fofi), Fulvia Filippini (Sanofi)
Credit: ANSA/FABIO CIMAGLIA (NPK)
Diete sbagliate costano a ogni italiano 289€ l’anno
Alimentazione, Benessere, Economia sanitaria, NewsLa salute nasce a tavola e il rischio di diete sbagliate incide sulla spesa sanitaria generando una contrazione del PIL europeo del 33%. Questo dato emerge dallo studio della Fondazione Aletheia “Malattie, cibo e salute”, realizzato con il patrocinio del ministero della salute.
Diete sbagliate pesano sulle tasche degli italiani
Diete e modelli nutrizionali errati costano a ogni italiano circa trecento euro in più̀ all’anno e incidono sulla probabilità̀ di insorgenza di malattie determinando un duplice rischio: in termini di impatto sulla salute e, più̀ in generale, incrementando i costi economico- sociali.
Le evidenze di questa correlazione sono state presentate di recente dalla Fondazione Aletheia – primo think thank scientifico italiano – con il patrocinio e nelle sedi del Ministero della Salute alla presenza del Ministro Orazio Schillaci. “Malattie, Cibo e Salute” è il titolo del rapporto illustrato dal Comitato Scientifico della Fondazione, presieduta da Stefano Lucchini e diretta da Riccardo Fargione, con il coordinamento delle attività̀ scientifiche del professore Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà̀ di Medicina e chirurgia dell’Università̀ Cattolica del Sacro Cuore.
Nonostante l’Italia presenti valori migliori per quanto riguarda il tasso di obesità (tra le principali malattie correlate agli stili nutrizionali errati incardinati spesso su prodotti cosiddetti ultra-processati con l’aggiunta di una molteplicità di additivi chimici) nel 2023 l’eccesso di peso ha interessato il 46,4% della popolazione di maggiore età̀, rilevando una crescita nell’ultimo ventennio dell’7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle affette da obesità. A questo si aggiunge anche un aumento dell’incidenza di diabete che passa dal 6,3% nel 2021 al 6,6% nel 2022 con una crescita negli ultimi venti anni del 65%.
Il prezzo delle diete dannose, compresi costi economici e sociali
I costi sanitari legati a queste malattie comportano oggi – secondo quanto rilevato dal rapporto – una contrazione annua del Pil europeo del 3,3%. Entrando nel dettaglio, l’incremento del sovrappeso legato a stili nutrizionali errati rappresenta il 9% della spesa sanitaria nazionale e ad ogni italiano costa un’extra “tassa” annuale di 289 euro.
In tal senso la dieta mediterranea, iscritta nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco ingloba ed esprime differenti valori di contrasto a questo fenomeno.
“La Dieta Mediterranea – ha specificato il prof. Claudio Franceschi (professore emerito di immunologia all’Università̀ di Bologna, tra gli autori della ricerca) – rappresenta indiscutibilmente un elemento cardine per la salute dei cittadini poiché́ ha una serie di effetti favorevoli sulla composizione corporea, lo stato infiammatorio cronico caratteristico dell’invecchiamento (“inflammaging”) ed anche su tutta una serie di parametri cognitivi”.
Da qui, dunque, i rischi di consumi elevati di cibi ultra-processati. Il rapporto evidenzia, infatti, come una riduzione del 20% delle calorie assunte da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688mila malattie croniche entro il 2050 e far risparmiare 278 milioni di euro l’anno di spesa sanitaria: circa 7 miliardi nei prossimi 25 anni.
Rendere il cittadino informato
“L’evento – spiega Riccardo Fargione, Direttore di Aletheia – consolida un percorso avviato con il Ministero della Salute. Assistiamo spesso a disinformazione e strumentalizzazioni che spingono verso modelli di consumo dannosi per i cittadini. Non possiamo permetterlo in una Paese, come l’Italia, che vanta una cultura ed un patrimonio enogastronomico di assoluta eccellenza. Ma non possiamo permetterlo neanche a livello globale, per il bene dei cittadini e dei nostri figli. Ed è per questo che con la Fondazione Aletheia ci siamo dotati di un team di medici e scienziati di altissimo profilo per provare a scardinare falsi miti e mettere ordine su un tema delicatissimo”.
La ricerca focalizza inoltre la garanzia del controllo di qualità̀ dei prodotti assunti sia in termini di composizione nutrizionale sia sotto l’aspetto della sicurezza alimentare. I prodotti italiani risultano infatti i più controllati dalle autorità̀ europee (oltre 11,3mila campioni analizzati), seguono quelli francesi (circa 10mila) e tedeschi (poco meno di 8,7 mila). Nel confronto circa il 10,3% dei campioni di origine extra Ue ha registrato livelli di contaminazione da fitofarmaci superiori ai limiti di legge, ben 5 volte superiore a quelli di origine Ue (2%).
Presa Weekly 12 Luglio 2024
PreSa WeeklyIl 17 luglio torna la Partita del Cuore
NewsÈ proprio il caso di dire che la solidarietà scende in campo. La Nazionale Cantanti e la Nazionale della Politica si affronteranno nel corso di un match amichevole che avrà come unico scopo quello di raccogliere fondi da donare all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e al Reparto Pediatrico dell’Ospedale San Salvatore de l’Aquila. Allo stadio Gran Sasso – Italo torna di scena la Partita del Cuore, giunta ormai alla sua 33esima edizione. Un’evento che si svolgerà il 16 luglio e sarà trasmesso in prima serata su Rai 1 mercoledì 17 luglio, con la conduzione di Eleonora Daniele, la telecronaca di Alberto Rimedio e la partecipazione di tanti artisti del mondo della musica e dello spettacolo.
Il numero solidale della Partita del Cuore
Alla serata è legato il numero solidale 45585, attivo già da ora, attraverso il quale è possibile sostenere il progetto Accoglienza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che offre alloggio e sostegno gratuito alle famiglie che da tutte le regioni e da molti paesi nel mondo raggiungono la capitale per le cure dei propri figli affetti da gravi patologie. Il 30% dei pazienti ricoverati al Bambino Gesù proviene infatti da fuori Regione o dall’estero. Per le famiglie più bisognose l’Ospedale mette a disposizione una rete di accoglienza che garantisce ogni anno oltre 140mila notti gratuite, presso le case di accoglienza, a circa 3000 famiglie che trattenersi nella capitale per un lungo periodo di cura.
In campo per i politici
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sarà l’allenatore d’eccezione della Nazionale politici. La Russa avrà il compito di guidare dalla panchina il gruppo di parlamentari selezionato per questo match: tra questi, come svelato da Marco Furfaro nel corso della conferenza stampa, il ministro Giancarlo Giorgetti, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte (“ci ha chiamati, vuole partecipare”), la segretaria del Pd Elly Schlein, che assicurano sia molto brava a calciare. Il capitano della Nazionale politici sarà il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Poi si va sul sicuro con un grande campione: l’ex calciatore Damiano Tommasi, oggi sindaco di Verona. In panchina Pier Ferdinando Casini, rappresentante di quella storica partita che vide il gol di Massimo D’Alema e l’abbraccio con Gianfranco Fini. “Questi alcuni nomi, non possiamo spoilerare tutta la squadra”, ha detto Furfaro.
In campo per i cantanti
A guidare dalla panchina i cantanti sarà mister Al Bano (in panchina) hanno confermato la propria presenza il presidente e capitano Enrico Ruggeri, Rocco Hunt, Il Tre, Rkomi, Paolo Vallesi, Leo Gassmann, Dolcenera, Moreno il Biondo, Serena Brancale, Petit, Bugo, LDA, Maninni, Pier Paolo Pretelli, Mida, Bnkr44, Ubaldo Pantani, Moreno Donadoni e Aka 7even.
Sentirsi a casa
Il costo medio a carico dell’Ospedale per ogni famiglia ospitata è pari a circa 800 euro, con una previsione di costo complessivo per l’anno 2024 pari a 2,4 milioni di euro, che comprendono le spese per le case di accoglienza, i mediatori culturali, i buoni pasto, i viaggi e trasferimenti, il personale dedicato. L’iniziativa ha ottenuto il sostegno di RAI Per la Sostenibilità-ESG attraverso il supporto informativo dei canali editoriali RAI dal 12 al 17 luglio.
La prima volta
La prima Partita del Cuore si è disputata il 3 giugno 1992 allo Stadio Olimpico di Roma. La partita è terminata col punteggio di 5-6 ed ha visto opposta la Nazionale italiana cantanti ad una squadra denominata Nazionale Radio Telecronisti RAI. La partita è stata però trasmessa su Rai 1 in differita il 5 giugno alle ore 20.40. La conduzione è stata affidata a Fabrizio Frizzi e Red Ronnie con la collaborazione di Gianfranco De Laurentiis e Massimo De Luca, ai quali è stato affidato il commento. In tribuna c’erano invece personaggi della televisione, come Giancarlo Magalli, Milly Carlucci, Sydne Rome, Sandra Milo, Andy Luotto, Michele Mirabella, Rita dalla Chiesa, Marisa Laurito e Luciano De Crescenzo.
La squadra dei cantanti era composta, tra gli altri, da Gianni Morandi, Luca Barbarossa, Luca Carboni, Enrico Ruggeri, Paolo Mengoli e Francesco Baccini; quella dei radiotelecronisti, invece, da Aldo Agroppi, Carlo Nesti, Silvio Sarta, Gianni Cerqueti, Amedeo Goria e Giancarlo Trapanese.
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Donare il sangue, gesto di solidarietà ma anche di prevenzione
Digitalizzazione umana: dati, economia ed etica per il futuro SSN
NewsLa rivoluzione digitale investe ogni ambito della sanità. Il fascicolo sanitario elettronico, la telemedicina, l’intelligenza artificiale e le terapie digitali trasformano l’organizzazione dei servizi sanitari, la cura, l’assistenza e il rapporto medico-paziente. La digitalizzazione, accelerata dal Pnrr, apre però molte questioni ancora irrisolte: dalla qualità dei dati alla protezione della privacy, dalla creazione di infrastrutture adeguate alla formazione dei professionisti del settore. A queste tematiche Altems Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, con il contributo non condizionante di Sanofi Italia, ha dedicato una giornata di studio dal titolo “Digitalizzazione Umana: Dati, economia ed etica per una visione futura del SSN“. L’evento si è focalizzato sull’approccio umano in un contesto sempre più digitalizzato.
L’importanza dei Dati
I dati sono al centro della digitalizzazione, necessari anche per fare una programmazione sanitaria efficace e per dare slancio la ricerca. Dati che, però, devono essere di qualità, ha sottolineato Giuseppe Arbia, direttore di Altems. “L’intelligenza artificiale, come qualunque altro modello previsivo o statistico, ha bisogno di dati. La qualità del dato è fondamentale per costruire modelli complessi che migliorano l’organizzazione del sistema sanitario nazionale”, ha detto Arbia. “L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di dati. Se i dati ‘in ingresso’ sono di bassa qualità anche i risultati finali lo saranno”.
Il dato affidabile è alla base di un SSN efficiente e moderno. Dario Sacchini, presidente di Altems Advisory, ha parlato della digitalizzazione come svolta epocale per il SSN. “La digitalizzazione rappresenta una svolta epocale per il miglioramento e la sostenibilità del SSN. I dati, l’economia, la programmazione, la governance e l’etica si intrecciano per rilanciare il SSN come bene comune, mettendo al centro la dignità della persona”, ha affermato Sacchini.
Dario Sacchini, Sofia Gorgoni
La prof. Teresa Petrangolini (direttrice PAL Altems) ha riportato un esempio di resilienza delle associazioni dei pazienti, durante la pandemia di COVID-19. La sospensione dei servizi non ha ridotto la loro capacità di supporto ai pazienti. Al contrario, grazie al web, molte associazioni hanno rapidamente digitalizzato le loro operazioni, migliorando le relazioni con pazienti e amministrazioni e organizzando varie attività online. Questo ha aumentato le loro competenze digitali e facilitato la produzione di dati, rendendole più credibili e resilienti di fronte ai cambiamenti.
Teresa Petrangolini (Altems)
Il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina
Il PNRR ha dato una forte accelerazione alla digitalizzazione della sanità. Entro il 2026 avremo il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina su tutto il territorio. Il Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale prima, e il DDL italiano rappresentano un altro passaggio epocale per promuovere l’innovazione, garantendo i diritti dei cittadini. “La digitalizzazione del SSN deve essere umana, promuovendo il rilancio del SSN come bene comune e mettendo al centro la dignità della persona”, ha ribadito Sacchini. Un concetto rafforzato anche da Eugenio Di Brino, co-fondatore di Altems Advisory, a margine dell’evento: “Non può esserci digitalizzazione senza la centralità della persona. La digitalizzazione deve partire dalla persona per verificare gli attuali andamenti del nostro SSN”.
Privacy e trasparenza
Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha parlato delle sfide etiche della digitalizzazione. “L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione richiedono cautele. È necessario garantire la privacy dei pazienti e la trasparenza delle decisioni prese sulla base di algoritmi”, ha affermato Bellantone. “Inoltre è necessario che il consenso venga ottenuto in maniera spontanea, convinta e non in modo coercitivo”. Altro tema decisivo, ha proseguito il presidente dell’Iss, “è la trasparenza: è necessario che le decisioni prese sulla base di algoritmi siano comprensibili e verificabili da ogni cittadino. Questo aspetto sarà anche utile a superare la diffidenza verso la ‘scatola nera’ dell’intelligenza artificiale”, ha concluso.
Governance delle tecnologie sanitarie
Durante la prima parte si è discusso della governance delle tecnologie sanitarie per rendere accessibile l’innovazione. La seconda parte della giornata si è concentrata sulle nuove competenze necessarie per fruttare le opportunità della digitalizzazione. Il PNRR ha messo a disposizione risorse significative per la digitalizzazione del SSN. “Per la prima volta abbiamo un Recovery plan europeo con un Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha messo 1,7 miliardi sul fascicolo sanitario elettronico, 1,5 miliardi sulla telemedicina, 57 milioni nell’implementazione intelligenza artificiale e 4 miliardi sugli ospedali digitali. Risorse che sono ancora non sufficienti, ma dobbiamo tenere presente il punto di partenza del Paese”, ha detto il presidente di Farmindustria Marcello Cattani.
Tuttavia, queste risorse devono essere utilizzate in modo equo per evitare diseguaglianze tra i cittadini, ha messo in guardia don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute. “Questi sistemi rischiano di ampliare le differenze che già oggi esistono tra Regioni”, sottolinea Angelelli. “Ogni innovazione ha una valenza nella misura in cui è capace di combattere queste diseguaglianze. L’auspicio è che si riesca a cogliere questa opportunità unica”.
AI per accelerare le terapie
L’innovazione trasforma le strategie anche all‘interno delle aziende. “L’IA è fondamentale per la nostra strategia e contribuisce già in modo significativo al nostro progresso, nell’accelerare la drug discovery, migliorare la progettazione di studi clinici e i processi che sottendono alla produzione e alla fornitura dei nostri farmaci e vaccini”, ha detto Fulvia Filippini, Country Public Affairs Head di Sanofi.
Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), ha parlato della trasformazione del ruolo del farmacista con la digitalizzazione. “La carenza di personale medico è un problema. La formazione e la retribuzione sono alcuni aspetti. La burocrazia sottrae tempo all’assistenza ai cittadini. La sanità deve investire sui professionisti”, ha detto Mandelli.
Andrea Causio (SIIAM) ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento a tutti i livelli, perché il cambio dei processi delle strutture gestionali non può gravare solo sulle nuove leve che hanno magari una digital literacy più sviluppata. Ha posto l’accento sulla parola “entusiasmo” come chiave per cambiare in meglio il nostro SSN, grazie alle nuove tecnologie.
Don Alessandro Mantini ha affrontato l’aspetto etico, proponendo di passare da “digitalizzazione umana” a “umana digitalizzazione”. La tecnologia riduce la complessità della realtà, ma noi, come esseri umani, dobbiamo affrontare questa complessità in modo realistico, ha spiegato. “L’intelligenza artificiale non è veramente intelligente; è un’elaborazione matematica complessa creata dall’uomo. Pertanto, dobbiamo mantenere un giusto equilibrio nel coinvolgimento e nell’uso di queste tecnologie in medicina”, ha concluso.
Andrea Mandelli (Fofi), Fulvia Filippini (Sanofi)
Credit: ANSA/FABIO CIMAGLIA (NPK)
Il Covid mette a rischio le vacanze
Covid, NewsPensavamo che il Covid fosse ormai un lontano ricordo, non è così. Fortunatamente la nuova variante che sta facendo aumentare i casi non è paragonabile per effetti a quelle che ci costrinsero al lockdown, ma di certo può rovinare le vacanze. Ecco perché è bene conoscere i sintomi e cercare di proteggersi nelle situazioni a rischio contagio.
L’aumento di casi di Covid
Né il caldo, né tantomeno la stagione estiva riescono a rallentare questa nuova ondata di contagi. Gli esperti affermano, tuttavia, che i sintomi sono facilmente riconoscibili, il che consente di affrontare la situazione con maggiore preparazione. Ma, veniamo ai dati. Secondo l’ultimo bollettino di monitoraggio del ministero della Salute-Iss (settimana 27 giugno al 3 luglio), in Italia i nuovi positivi sono stati 3.855, in crescita rispetto ai 2.505 del 20-26 giugno. Scendono i morti, da 21 a 18. I tamponi aumentano da 79.339 a 81.900 e il tasso di positività passa dal 3,2% al 4,7%.
Sintomi da tenere d’occhio
Come spiegato dall’epidemiologo del Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi, i sintomi principali sono febbre, raffreddore e mal di testa. Questi sintomi, sebbene generalmente lievi, possono variare da persona a persona a causa delle diverse reazioni del sistema immunitario.
La nuova variante KP.3
La variante KP3 è stata identificata per la prima volta lo scorso ottobre negli Stati Uniti ed è attualmente la più diffusa negli USA, con un’incidenza del 25% sulla totalità dei casi registrati. La sua velocità di diffusione suggerisce che questa percentuale è destinata ad aumentare ulteriormente.
Poco aggressiva ma capace di eludere le difese
Nonostante la rapida diffusione e i sintomi simili a quelli causati da altre varianti, la KP3 ricorda alcune delle varianti più contagiose ma non ha mostrato una grande aggressività. Tuttavia, secondo gli infettivologi avrebbe la capacità di eludere almeno in parte le difese del sistema immunitario.
Come proteggersi dal rischio di contagio
In questa fase, soprattutto se si è in procinto di partire per le vacanze, è fondamentale adottare misure di prevenzione efficaci per proteggersi e proteggere gli altri dal rischio di contagio. Ecco alcuni consigli pratici (che un po’ tutti ricordiamo dai tempi della pandemia):
La nuova ondata di contagi in Italia, spinta dalla variante KP3, richiede un’attenzione particolare e l’adozione di misure preventive efficaci. Riconoscere i sintomi e seguire i consigli degli esperti può aiutare a proteggersi e a limitare la diffusione del virus. Nonostante la stagione estiva, è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a seguire le linee guida sanitarie per salvaguardare la propria salute e quella della comunità.
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Dispositivi Medici, nuova governance e HTA al centro della Conferenza Nazionale promossa da Mesit
Eventi PreSa-Mesit, News, Ricerca innovazioneLa Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici, promossa per il secondo anno dalla Fondazione Mesit a Roma, ha messo al centro del dibattito la necessità di migliorare la governance dei dispositivi medici in Italia. Tutti gli attori coinvolti, dalle aziende alle istituzioni, dai clinici ai pazienti, hanno concordato sull’importanza di accelerare i processi di valutazione e di introduzione nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il Programma Nazionale HTA
Al centro delle discussioni, l’attivazione del Programma Nazionale HTA per i dispositivi medici come mezzo per un accesso più efficiente e equo. Tuttavia, senza il sostegno finanziario delle aziende produttrici, il programma rischia di arenarsi. Attualmente, si attende la sentenza della Corte costituzionale sul payback, che pesa sulla competitività. “Questo incontro va nella direzione di migliorare la regolamentazione sui dispositivi medici, occorre apportare nuove conoscenze e riflessioni” ha ribadito il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele.
Istituzioni in campo
Francesco Saverio Mennini, capo del dipartimento della Programmazione sanitaria dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del SSN, sottolinea l’impegno delle istituzioni nel creare un assetto concreto per le innovazioni. Secondo Mennini, questa nuova governance rappresenta un percorso virtuoso, supportato dalla direzione generale del Ministero della Salute e dall’Agenas.
Achille Iachino, direttore della direzione generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Sanitario Farmaceutico, ha evidenziato la necessità di intervenire seriamente sulle modalità di accesso nel Sud Italia per evitare inefficienze e disparità. “Il payback è figlio di un passato governato per tetti, ma stiamo dimostrando con atti concreti di poter migliorare la qualità delle spese sanitarie”, ha affermato.
Ruolo chiave delle aziende verso una governance certa
Le aziende spingono per avviare una nuova governance basata su regole certe e trasparenti. Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria Dispositivi Medici, ha esaltato gli early feasibility studies (EFS) come strumento cruciale per migliorare la competitività in Italia e per ottimizzare le tempistiche di accesso ai dispositivi medici nel mercato nazionale.
Rete di stakeholder. Il Programma HTA
Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, il Programma Nazionale HTA è già dotato di una rete di stakeholder e di un albo di 21 centri collaborativi. Marco Marchetti, dirigente dell’unità di HTA dell’Agenas, ha sottolineato l’importanza di creare una connessione tempestiva con i processi di rimborso dei dispositivi medici, individuando strategie innovative per garantire una rimborsabilità equa e sostenibile.
Sostenibilità economica, la proposta di un fondo ad hoc
Pietro Derrico, past president della Società Italiana di Health Technology Assessment (Sihta), ha proposto l’istituzione di un fondo ad hoc per finanziare la valutazione HTA dei dispositivi medici. “È essenziale definire un valore blindato per garantire la sostenibilità economica nel lungo periodo”, ha suggerito Derrico, evidenziando l’importanza di adottare approcci simili a quelli adottati in Germania per integrare i dati di real world evidence.
Integrare politiche sanitarie, il Programma italiano
Rosanna Tarricone, associate Dean della Sda Bocconi School of Management, ha enfatizzato il collegamento unico del Programma Nazionale HTA con le politiche sanitarie del SSN. “Il programma deve mettere in risalto gli aspetti distintivi che caratterizzano l’approccio italiano alla valutazione HTA”, ha affermato Tarricone, sottolineando l’importanza di sviluppare metodi di valutazione allineati alla natura specifica delle tecnologie mediche.
Monitoraggio della performance, ruolo chiave dei registri
Antonella Campanale, dirigente medico dell’Ufficio 5 di vigilanza sugli incidenti con dispositivi medici, sottolinea l’importanza dei registri dei dispositivi medici come strumento strategico per valutare la performance. “La raccolta dati degli impianti protesici mammari nel 2023 è un esempio di come i registri possano migliorare la trasparenza e l’efficacia nell’uso dei dispositivi medici”, ha affermato Campanale.
Focus sul paziente, impatto dell’HTA
Andrea Rappagliosi, chair dell’HTA committee della Medtech Europe, chiude sottolineando l’importanza di misurare l’impatto delle tecnologie mediche sul paziente. “L’HTA offre una piattaforma per valutare tutte le dimensioni che influenzano il beneficio del paziente”, ha concluso Rappagliosi, mettendo in evidenza il ruolo determinante dell’industria nel migliorare continuamente l’assistenza sanitaria.
Guarito dalla talassemia con l’editing genomico
Ricerca innovazione, NewsAddio alle trasfusioni continue grazie all’editing genomico. Sembra un sogno e per molti pazienti affetti da beta-talassemia lo è, ma non per il giovane Michele. Per lui no, perché è guarito per sempre dalla malattia proprio grazie allo studio clinico internazionale Climb-111 che usa la terapia basata su Crispr-Cas9 e che in Italia ha coinvolto l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Spegnere il gene difettoso
La terapia alla quale si è sottoposto il ragazzo punta a “spegnere” un gene difettoso; questo consente il ripristino della sintesi di emoglobina da parte delle staminali del sangue. Si tratta di una procedura che solo di recente è stata autorizzata in Europa e il piccolo Michele è stato uno di quei ragazzi che, testandola su di sé, ha permesso che si arrivasse a questo successo.
Le difficoltà quotidiane della talassemia
Uno dei grandi problemi di Michele era il fatto di essere intollerante ai ferrochelanti, le terapie necessarie per chi si sottopone a trasfusioni, che eliminano l’eccesso di ferro risultante. L’Ota – Osservatorio Terapie Avanzate ha raccolto la testimonianza di Maria, la mamma: Michele era seguito al Cardarelli di Napoli e, oltre alle complicanze quotidiane della malattia, gestire le allergie specifiche era diventato estremamente difficile.
La speranza e la nuova avventura
“Per fortuna ci hanno parlato di questo studio clinico e abbiamo deciso di provarci, Michele per primo ovviamente – racconta la madre -. La scelta è stata la sua, con il nostro supporto. Dopo un colloquio preliminare con Franco Locatelli, Coordinatore del trial sulla talassemia presso il Bambin Gesù, l’avventura è cominciata”.
Infusione di cellule staminali
La procedura per il prelievo delle cellule staminali del sangue da sottoporre ad editing genomico con Crispr è stata fatta nel 2020: “ci siamo trasferiti a Roma per dieci mesi con tutta la famiglia – ricorda Maria -. E il 16 febbraio 2021 è stata per noi la data della svolta”. Dopo l’infusione delle cellule modificate e 86 giorni in camera sterile, per evitare infezioni e tutte le possibili complicanze della procedura, i risultati sono arrivati dopo più di un anno dalla somministrazione.
La lunga attesa
Dopo la terapia sono serviti molti mesi per arrivare al risultato sperato. Una lunga attesa, ripagata dai valori migliorati degli esami del sangue. Dal mese di settembre 2023 il ragazzo è completamente libero dalle trasfusioni. “Noi raccontiamo sempre la nostra storia. È importante parlarne, spiegare cosa comporta, come si convive con la talassemia, come la terapia può cambiare le cose”, conclude mamma Maria.
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Un regalo per i bimbi del Meyer
L’I.A. può selezionare gli embrioni
NewsL’intelligenza artificiale è già pronta a selezionare agli embrioni prodotti attraverso un ciclo di Procreazione medicalmente assistita (PMA) e destinati al trasferimento nell’utero materno. Benché questo sia un compito riservato oggi agli embriologi, l’I.A. è oggi in grado di eguagliare occhio ed esperienza degli operatori umani. Questo è quanto emerge da uno studio del gruppo Genera presentato al 40° Congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (ESHRE).
Incubatori per gli embrioni
Il dottor Danilo Cimadomo, responsabile Ricerca del gruppo Genera, spiega che la morfologia e il ritmo di sviluppo dell’embrione sono associati alla competenza cromosomica e riproduttiva, ma la loro valutazione rimane soggettiva e poco riproducibile. L’introduzione di incubatori che consentono di filmare gli embrioni in vitro (tecnologia Time-Lapse) ha fornito preziose informazioni sul loro sviluppo preimpianto, ma non ha migliorato la riproducibilità del giudizio dell’occhio umano, quello degli esperti embriologi che nei laboratori studiano e classificano gli embrioni a seconda della loro morfologia. Per questo, ad oggi, il test genetico pre-impianto (PGT) è ancora l’indicatore più attendibile e validato per predire la capacità dell’embrione di dare luogo a una gravidanza.
Nuovo modello di apprendimento
I nuovi modelli di intelligenza artificiale integrati con time-lapse fanno però ipotizzare che sia concreta la possibilità di arrivare ad automatizzare e standardizzare le valutazioni. Per il nuovo studio è stata eseguita un’analisi retrospettiva in cieco di 786 cicli di PGT e 2.184 blastocisti. Sono stati confrontati un approccio di valutazione standard, un approccio di valutazione con time-lapse e un approccio di valutazione mediante intelligenza artificiale. Ebbene l’intelligenza artificiale e le classificazioni tradizionali hanno dato la priorità agli embrioni euploidi con prestazioni comparabili.
Tecnologie cooperanti
“Attualmente gli strumenti di intelligenza artificiale – prosegue Cimadomo – sono oggetto di studio per valutare se possano prevedere in modo non invasivo l’euploidia (lo stato di salute a livello cromosomico) degli embrioni, ma prima di poterli utilizzare in clinica a tal fine avremo bisogno di ulteriori analisi. Soprattutto, se un centro applica quotidianamente il test genetico pre-impianto, che è il miglior indicatore di competenza embrionale, non credo sia così prossimo il momento in cui esso possa essere sostituito da uno strumento di AI. Vedo più probabile, a breve termine, una cooperazione delle due tecnologie nella predizione dell’impianto embrionale”.
Qualità morfologica
Un ulteriore studio del gruppo Genera in collaborazione con due banche di ovociti (Ginefiv e Ginemed), ha inoltre validato in maniera preliminare un test basato sull’intelligenza artificiale per valutare la qualità morfologica di ovociti freschi ottenuti da donatrici e predirne lo sviluppo a blastocisti, cioè la loro capacità, dopo fecondazione, di dar luogo a un embrione all’ultimo stadio di sviluppo possibile prima del trasferimento in utero. Ad oggi, infatti, per massimizzare il successo nei trattamenti di fecondazione assistita con donazione di ovociti ci si basa esclusivamente sul loro numero. Il tool oggetto di studio da parte del gruppo Genera potrebbe fornire informazioni importanti anche sulla loro qualità.
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Sempre più attratti dal sexting
Adolescenti, Genitorialità, NewsFoto e video sexy pubblicati in rete, senza preoccuparsi delle conseguenze. Nonostante gli adolescenti italiani siano consapevoli dei pericoli legati alla pubblicazione di contenuti sessualmente espliciti o “provocanti” sui social network e all’invio di foto intime ai partner, il fenomeno del sexting dilaga. Questo è uno degli aspetti più rilevanti emersi dall’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti italiani, condotta dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard e pubblicata di recente.
Sexting, un fenomeno diffuso
Secondo l’indagine, il 15% delle ragazze e il 10% dei ragazzi ammettono di aver postato almeno una volta sui propri profili social foto o video dal contenuto sessualmente provocante. Questa percentuale sale al 18% nella fascia di età compresa tra i 17 e i 19 anni. Ancora più frequente è l’invio di foto intime al proprio partner: il 55% delle ragazze e il 52% dei ragazzi dichiarano di averlo fatto almeno una volta, con un picco del 75% nella fascia di età più alta.
Contraddizioni
Nonostante questa diffusione, la consapevolezza dei rischi è elevata: il 45% degli intervistati afferma che “non andrebbe mai fatto”, mentre il 34% riconosce che “non è prudente, ma è comprensibile che si faccia”. Questo dato sottolinea una contraddizione tra consapevolezza e comportamento, indicando una forte pressione sociale e la ricerca di approvazione tra pari.
Cambiamenti nelle abitudini social
Al di là del sexting, certo è che la fruizione dei social media tra gli adolescenti sta subendo significativi cambiamenti. Instagram e TikTok rimangono le piattaforme più utilizzate, mentre Facebook è quasi scomparso dal panorama giovanile. Tuttavia, un dato nuovo e preoccupante è l’utilizzo di OnlyFans, frequentato dal 10% delle ragazze e dal 20% dei ragazzi. OnlyFans è una piattaforma nota per la possibilità di pubblicare e visualizzare contenuti a esplicito riferimento sessuale, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e l’esposizione dei giovani a contenuti inappropriati.
Ragazzi voyeur
L’indagine rivela che il ruolo dei ragazzi su OnlyFans è prevalentemente quello di “voyeur”, mentre le ragazze tendono ad essere le protagoniste attive. Questo fenomeno evidenzia una dinamica di genere che merita un’attenzione particolare, sia per quanto riguarda la tutela della privacy sia per le implicazioni psicologiche e sociali.
Preferenze di navigazione
Oltre ai social media, l’indagine esplora anche i tipi di siti web maggiormente frequentati dagli adolescenti. I siti che trattano di salute sono molto popolari, con il 56,3% delle ragazze e il 43,7% dei ragazzi che li visitano regolarmente. Tuttavia, i siti pornografici sono altrettanto frequentati, con il 42,8% delle ragazze e il 64,3% dei ragazzi che dichiarano di visitarli. Questa duplice preferenza indica un interesse verso la salute e la sessualità, temi che spesso non trovano adeguata risposta nei contesti educativi tradizionali.
Educazione sessuale: un bisogno inascoltato
Il tema della sessualità emerge anche nei desideri educativi degli adolescenti. Il 78,4% degli intervistati esprime la volontà di una maggiore presenza dell’educazione sessuale a scuola, considerata attualmente troppo ingessata sui programmi. Gli adolescenti chiedono un’educazione più pratica e meno teorica, che affronti temi come i comportamenti a rischio, il rispetto tra i generi, il bullismo e la Costituzione.
Alla ricerca di una guida
Questa richiesta di maggiore educazione sessuale riflette una necessità di strumenti e conoscenze che possano aiutare i giovani a navigare le complessità della loro vita sociale e personale in modo sicuro e consapevole. Gli adolescenti riconoscono l’importanza di una guida educativa che possa fornire loro le competenze necessarie per affrontare le sfide della sessualità e delle relazioni interpersonali.
Educazione e sostegno
Questa nuova indagine sulle abitudini degli adolescenti e sul sexting svela un quadro preoccupante dei comportamenti sessuali e delle tendenze sui social media tra i giovani. Nonostante la consapevolezza dei rischi, molti adolescenti continuano a pubblicare e inviare contenuti sessualmente provocanti, spinti da dinamiche sociali e da una ricerca di approvazione tra pari. L’aumento dell’uso di piattaforme come OnlyFans e la frequenza dei siti pornografici sollevano importanti questioni sulla tutela dei giovani e sulla necessità di una maggiore educazione sessuale.
Ecco perché le scuole e le istituzioni dovrebbero rispondere a queste esigenze con programmi educativi adeguati che affrontino in modo pratico e realistico i temi della sessualità, del rispetto e della sicurezza online. Solo attraverso un’educazione efficace e mirata sarà possibile fornire agli adolescenti gli strumenti necessari per una navigazione consapevole e sicura nel mondo digitale e reale.
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Ecco perché il peso incide sull’infertilità
Alimentazione, NewsTra infertilità e grasso corporeo esiste un legame diretto e una corretta valutazione del peso è essenziale per le donne che non riescono ad ottenere una gravidanza. La novità è che oggi, grazie ad una semplice radiografia di tutto il corpo si può valutare la composizione corporea di una donna con problemi di infertilità e creare per lei un percorso personalizzato di nutrizione finalizzato a ottimizzare le chance di concepimento.
Esperti riuniti ad Amsterdam
Questo protocollo è stato testato dagli esperti nutrizionisti del gruppo Genera, guidati dalla biologa Gemma Fabozzi, responsabile del centro B-Woman per la salute della donna, in collaborazione con il gruppo di Laura di Renzo, professore ordinario di Nutrizione Clinica dell’Università Tor Vergata di Roma, che hanno presentato i risultati del loro test pilota al 40° Congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (ESHRE) in corso ad Amsterdam.
Non basta l’indice di massa corporea
La dottoressa Fabozzi, prima firma dello studio, spiega che i dati di letteratura dimostrano che essere sottopeso, sovrappeso o obese aumenta il rischio di ripetuti fallimenti d’impianto dell’embrione o di aborto spontaneo, probabilmente a causa del ruolo chiave che il tessuto adiposo esercita nella riproduzione. L’indice di massa corporea (BMI) è l’indicatore più utilizzato per definire le caratteristiche antropometriche; tuttavia, rappresenta un indicatore inadeguato della composizione corporea, con il rischio di calcolare erroneamente la percentuale di massa grassa e di sottostimare il rischio di fallimento riproduttivo.
Piani nutrizionali personalizzati
Il nuovo studio ha voluto analizzare la composizione corporea dei pazienti infertili mediante assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), il gold standard per il calcolo e la localizzazione della massa magra, fornendo un’immagine tridimensionale delle densità degli organi corporei. Una strada che si può percorrere soprattutto al fine di elaborare piani nutrizionali personalizzati per le pazienti con problemi di infertilità.
Lo studio su infertilità e composizione corporea
La sperimentazione ha coinvolto 66 donne, di cui 50 già con figli e 16 con una storia di ripetuti fallimenti di impianto (RIF) di embrioni prodotti tramite fecondazione assistita. È stata eseguita una caratterizzazione della composizione corporea mediante DXA ed è stato scoperto che tale composizione differisce tra pazienti fertili e infertili: rispetto alle donne fertili, le donne infertili con storia di RIF mostrano differenze nella distribuzione dei tessuti soprattutto nella parte inferiore del corpo, e nella mineralizzazione ossea.
La distinzione tra muscoli, grasso e ossa
La professoressa Di Renzo spiega poi che è fondamentale la determinazione della massa corporea, distinta in muscolare, grassa e ossea. La condizione di infertilità è infatti caratterizzata da una riduzione della massa magra con conseguente aumento ed espansione proporzionale della massa grassa, non solo a livello viscerale ma anche periferico. Inoltre, rispetto alle donne fertili, quelle con problemi di infertilità presentano una minore massa ossea a livello del tronco. Una condizione che si presenta a prescindere dal BMI della paziente.
Una fotografia dettagliata
L’obiettivo è dunque quello di arrivare a rendere più oggettivo il modo in cui siamo in grado di valutare la composizione corporea di una donna infertile. Oggi ci si basa sulla BIA (bioimpedenziometria), sul BMI e sul peso, che sono indici di analisi abbastanza imprecisi, ma anche di facile utilizzo.
Con la DXA, una sorta di radiografia full body, si può studiare quanta massa magra e grassa sono presenti, come si distribuiscono, insieme a una fotografia della composizione ossea e lipidica che a quanto pare varia fra chi è fertile e chi è infertile. Gli studi dovranno però proseguire per capire meglio queste differenze e arrivare a elaborare per ogni paziente una terapia nutrizionale e di stili di vita mirata per ogni paziente.
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