Tempo di lettura: 5 minutiL’aria inquinata è responsabile di oltre 700mila decessi di bambini al di sotto dei cinque anni nel mondo (dati riferiti al 2021). Secondo le stime, l’inquinamento atmosferico è il secondo fattore principale di rischio di morte per questa fascia di età. Ogni giorno quasi 2 mila bambini con meno di cinque anni muoiono per gli impatti sulla salute. Nel complesso, l’aria inquinata è responsabile di 8,1 milioni di decessi a livello globale nel 2021. Inoltre, molti altri milioni di persone convivono con malattie croniche debilitanti, mettendo a dura prova i sistemi sanitari, le economie e le società.
Decessi e malattie croniche per l’aria inquinata, i nuovi dati
Secondo la quinta edizione del Rapporto State of Global Air (SoGA), cresce l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana. Oggi rappresenta il secondo principale fattore di rischio di morte a livello globale.
Il Rapporto, pubblicato oggi dall’Health Effects Institute (HEI- un’organizzazione di ricerca indipendente no-profit con sede negli Stati Uniti), realizzato per la prima volta in collaborazione con l’UNICEF, ha rilevato che l’inquinamento atmosferico è stato responsabile di 8,1 milioni di decessi a livello globale nel 2021. In aggiunta a questi decessi, molti altri milioni di persone convivono con malattie croniche debilitanti, mettendo a dura prova i sistemi sanitari, le economie e le società.
Particelle entrano nel flusso sanguigno e aumentano rischio di ictus, cancro e diabete
Oltre il 90% dei decessi dovuti all’inquinamento atmosferico – 7,8 milioni di persone – è attribuito all’inquinamento atmosferico da PM2,5, compreso quello ambientale e domestico. Queste minuscole particelle, che misurano meno di 2,5 micrometri di diametro, sono così piccole che rimangono nei polmoni e possono entrare nel flusso sanguigno, influenzando molti sistemi degli organi.
In particolare, aumentano il rischio di malattie non trasmissibili negli adulti come le malattie cardiache, l’ictus, il diabete, il cancro ai polmoni e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Secondo il rapporto, il PM2,5 è risultato essere il più costante e accurato indicatore di risultati negativi per la salute in tutto il mondo.
Bambini al di sotto dei 5 anni più vulnerabili
Il Rapporto rileva che i bambini al di sotto dei cinque anni sono particolarmente vulnerabili. Gli effetti sulla salute includono nascita prematura, basso peso alla nascita, asma e malattie polmonari. Nel 2021, l’esposizione all’inquinamento atmosferico è stata collegata a più di 700mila decessi di bambini al di sotto dei cinque anni, rendendolo il secondo fattore principale di rischio di morte a livello globale per questa fascia di età, dopo la malnutrizione. Ben 500 mila di questi decessi di bambini erano legati all’inquinamento atmosferico domestico dovuto alla cottura in casa con combustibili inquinanti, soprattutto in Africa e in Asia.
Preoccupazione per la salute globale
Il nuovo Rapporto SoGA offre un’analisi dettagliata dei dati recentemente pubblicati dallo studio Global Burden of Disease del 2021. In particolare, mostra il grave impatto sulla salute umana di inquinanti come il particolato fine esterno (PM2,5), l’inquinamento atmosferico domestico, l’ozono (O3) e il biossido di azoto (NO2) in tutto il mondo. Il rapporto include dati relativi a più di 200 Paesi e territori in tutto il mondo, indicando che quasi ogni persona sulla terra respira ogni giorno livelli malsani di inquinamento atmosferico, con implicazioni di vasta portata per la salute.
Inquinamento atmosferico e cambiamento climatico
L’inquinamento atmosferico da PM2,5 deriva dalla combustione di combustibili fossili e biomassa in settori quali i trasporti, le abitazioni, le centrali elettriche a carbone, le attività industriali e gli incendi boschivi. Queste emissioni non solo hanno un impatto sulla salute delle persone, ma contribuiscono anche ai gas serra che stanno riscaldando il pianeta. Le popolazioni più vulnerabili sono colpite in modo sproporzionato sia dai rischi climatici che dall’aria inquinata.
Nel 2021, l’esposizione a lungo termine all’ozono ha contribuito a 489.518 decessi stimati a livello globale, tra cui 14.000 decessi per BPCO legati all’ozono negli Stati Uniti, più alti rispetto ad altri Paesi ad alto reddito. Con il continuo riscaldamento del mondo dovuto agli effetti del cambiamento climatico, le aree con alti livelli di NO2 possono aspettarsi livelli più elevati di ozono, con effetti ancora più gravi sulla salute.
Paesi ad alto reddito: livelli più elevati di esposizione all’NO2 e di impatto sulla salute
Per la prima volta, il Rapporto di quest’anno include i livelli di esposizione e i relativi effetti sulla salute del biossido di azoto (NO2), compreso l’impatto dell’esposizione a NO2 sullo sviluppo dell’asma dei bambini. I gas di scarico del traffico sono una delle principali fonti di NO2, il che significa che le aree urbane densamente popolate, in particolare nei Paesi ad alto reddito, registrano spesso i livelli più elevati di esposizione all’NO2 e di impatto sulla salute.
“Questo nuovo Rapporto ci ricorda con chiarezza l’impatto significativo che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute umana, con un onere troppo elevato a carico dei bambini piccoli, delle popolazioni più anziane e dei Paesi a basso e medio reddito”, ha dichiarato Pallavi Pant, responsabile del settore Salute globale dell’HEI, che ha supervisionato la pubblicazione del rapporto SoGA. “Questo indica chiaramente l’opportunità per le città e i Paesi di considerare la qualità dell’aria e l’inquinamento atmosferico come fattori ad alto rischio quando si sviluppano politiche sanitarie e altri programmi di prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili”.
Salute dei bambini, danni già nel grembo materno
Alcuni dei maggiori impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico si registrano nei bambini. I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico e i suoi danni possono iniziare già nel grembo materno, con effetti sulla salute che possono durare tutta la vita. Ad esempio, i bambini inalano più aria per chilogrammo di peso corporeo e assorbono più inquinanti rispetto agli adulti mentre i loro polmoni, i loro corpi e i loro cervelli sono ancora in fase di sviluppo.
L’esposizione all’inquinamento atmosferico nei bambini piccoli è legata alla polmonite, responsabile di 1 decesso su 5 di bambini a livello globale, e all’asma, la malattia respiratoria cronica più comune nei bambini più grandi. Inoltre pesano le disuguaglianze legate all’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini. Il tasso di mortalità legato all’inquinamento atmosferico nei bambini al di sotto dei cinque anni in Africa orientale, occidentale, centrale e meridionale è 100 volte più alto rispetto alle loro controparti nei Paesi ad alto reddito.
Ci sono anche buone notizie
Il rapporto SoGA contiene anche buone notizie. Dal 2000, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni è diminuito del 53%, grazie soprattutto agli sforzi volti ad ampliare l’accesso all’energia pulita per cucinare, oltre che ai miglioramenti nell’accesso all’assistenza sanitaria e alla nutrizione e a una maggiore consapevolezza dei danni associati all’esposizione all’inquinamento atmosferico domestico.
Molti Paesi, in particolare quelli che registrano i livelli più elevati di inquinamento atmosferico, stanno finalmente affrontando il problema di petto. Le azioni per la qualità dell’aria in regioni come l’Africa, l’America Latina e l’Asia, come l’installazione di reti di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, l’attuazione di politiche più severe sulla qualità dell’aria o la compensazione dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico con il passaggio a veicoli ibridi o elettrici, stanno avendo un impatto misurabile sull’inquinamento e sul miglioramento della salute pubblica.
Prospettive future
“Ci auguriamo che il nostro Rapporto State of Global Air fornisca sia le informazioni che l’ispirazione per un cambiamento”, ha dichiarato la presidente dell’HEI, Elena Craft. “L’inquinamento atmosferico ha enormi implicazioni per la salute. Sappiamo che migliorare la qualità dell’aria e la salute pubblica globale è pratico e realizzabile”.
“È indispensabile che i governi e le imprese prendano in considerazione queste stime e i dati disponibili a livello locale e li utilizzino per elaborare azioni significative e incentrate sui bambini per ridurre l’inquinamento atmosferico e proteggere la salute dei bambini”, ha dichiarato Kitty van der Heijden, vicedirettrice generale dell’UNICEF.
Melatonina contro l’insonnia: studio rivela nuove indicazioni
Benessere, News, Ricerca innovazioneLa melatonina è un ormone naturale prodotto dalla ghiandola pineale e regola il ciclo sonno-veglia. Viene spesso utilizzata come integratore per combattere l’insonnia. Un nuovo studio dell’Università di Pisa, pubblicato sul Journal of Pineal Research, offre nuove indicazioni precise su come utilizzarla per renderla efficace.
La ricerca
Lo studio è stato condotto dal team di Ugo Faraguna all’Università di Pisa. L’analisi ha esaminato 26 studi randomizzati, pubblicati tra il 1987 e il 2020. Questi studi hanno coinvolto un totale di 1689 osservazioni su pazienti con insonnia e volontari sani. La ricerca ha confrontato vari schemi di somministrazione della melatonina per valutare il suo effetto sul sonno.
Somministrazione: quando e come prendere la melatonina
La ricerca ha rilevato che la melatonina è più efficace se assunta tre ore prima di coricarsi, con una dose di 4 mg al giorno. Questa modalità differisce dalle indicazioni più comuni, che suggeriscono 2 mg 30 minuti prima di andare a letto. Faraguna spiega che la massima efficacia della melatonina si ottiene riproducendo il naturale rilascio dell’ormone nel corpo umano.
Risultati sull’efficacia
I risultati dello studio mostrano che il nuovo schema di somministrazione della melatonina migliora significativamente la qualità del sonno. Rispetto alle pratiche cliniche comuni, anticipare l’assunzione a tre ore prima di coricarsi e aumentare la dose a 4 mg produce effetti migliori. Il paziente, quindi, può personalizzare l’orario di somministrazione in base al ritmo sonno-veglia.
Implicazioni cliniche
Questi risultati possono cambiare le pratiche cliniche nella gestione dell’insonnia. I medici potrebbero considerare di modificare le raccomandazioni sull’uso della melatonina. Adattare l’orario di somministrazione e il dosaggio alle esigenze specifiche di ciascun paziente potrebbe migliorare notevolmente l’efficacia del trattamento.
Disturbi del sonno in Italia
Secondo i dati più recenti, circa 13,4 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno. Questa condizione colpisce in particolare le donne, che sono il 60% dei casi. La problematica non risparmia nemmeno i giovani, secondo un recente studio condotto dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) e dall’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AIMS).
Caldo torrido, il piano ministeriale
PrevenzioneCon l’aumento del caldo e l’imperversare dell’anticiclone Minosse, il Ministero della Salute si prepara a emanare una circolare mirata a prevenire gli effetti delle ondate di calore, soprattutto per le categorie più vulnerabili. La circolare, firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria Francesco Vaia, è indirizzata agli assessori alla Salute delle Regioni e delle Province autonome e contiene indicazioni cruciali per migliorare la risposta sanitaria durante i periodi di caldo estremo.
Azioni organizzative e codice per il caldo
Una delle principali raccomandazioni della circolare è l’attivazione del cosiddetto “codice calore”. Questo prevede la creazione di percorsi assistenziali preferenziali e differenziati nei pronto soccorso per gestire in maniera efficiente i pazienti colpiti dagli effetti del calore. Questo sistema è pensato per garantire un’assistenza tempestiva e adeguata, riducendo i tempi di attesa e migliorando la qualità delle cure.
Potenziati ambulatori e guardia medica
La circolare invita inoltre ad attivare gli ambulatori territoriali sette giorni su sette, con orari di apertura di 12 ore al giorno. Questa misura mira a decongestionare i pronto soccorso, offrendo alternative valide e immediate per le necessità sanitarie non urgenti. Un altro punto chiave è il potenziamento del servizio di guardia medica. Rafforzare questo servizio significa poter contare su un’assistenza medica continua e capillare, fondamentale durante le ondate di calore quando i soggetti vulnerabili possono necessitare di interventi urgenti.
Riattivazione delle USCAR
Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale Regionale (USCAR) saranno riattivate per favorire l’assistenza domiciliare. Questo approccio ha l’obiettivo di evitare accessi inappropriati al pronto soccorso, offrendo cure direttamente a casa dei pazienti. Le USCAR rappresentano un supporto indispensabile per gestire i casi di persone anziane o con patologie croniche che potrebbero aggravarsi a causa del caldo intenso.
Piano di comunicazione e sensibilizzazione
Il potenziamento del piano di comunicazione è un altro pilastro della strategia del Ministero della Salute. La circolare sottolinea l’importanza di promuovere la campagna informativa predisposta dal ministero e dalle autorità regionali, garantendone la massima diffusione possibile. Una corretta informazione può prevenire molte situazioni di emergenza, educando i cittadini su come comportarsi durante le ondate di calore.
Numero di pubblica utilità 1500 e bollettini meteo
Un’ulteriore misura prevista è la riattivazione del numero di pubblica utilità 1500. Questo servizio fornirà indicazioni e informazioni ai cittadini su come affrontare le ondate di calore, diventando un punto di riferimento per chiunque necessiti di assistenza o consigli pratici.
Il Ministero della Salute metterà inoltre a disposizione, sul proprio sito web, bollettini giornalieri sulle ondate di calore per 27 città italiane. Questi bollettini offriranno raccomandazioni specifiche per affrontare l’emergenza caldo, permettendo ai cittadini di prepararsi adeguatamente e prendere le necessarie precauzioni.
Proteggersi è decisivo
Le misure previste dal Ministero della Salute sono fondamentali per proteggere la popolazione, in particolare i soggetti più vulnerabili. L’attivazione del codice calore, il potenziamento degli ambulatori territoriali e del servizio di guardia medica, insieme alla riattivazione delle USCAR e alla promozione di una campagna informativa capillare, rappresentano interventi cruciali per gestire al meglio gli effetti del caldo estremo.
Ridurre i rischi
L’attivazione del numero di pubblica utilità 1500 e la pubblicazione dei bollettini meteo quotidiani offriranno un supporto costante ai cittadini, permettendo loro di affrontare le ondate di calore con maggiore sicurezza e consapevolezza. Queste iniziative sottolineano l’impegno del Ministero della Salute nel garantire un’assistenza sanitaria efficace e tempestiva, riducendo i rischi legati alle temperature elevate e proteggendo la salute pubblica.
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Sclerodermia, cinque azioni per la qualità di vita dei pazienti
Associazioni pazienti, PrevenzioneSono circa 30mila le persone in Italia affette da sclerosi sistemica (sclerodermia). La malattia, patologia autoimmune rara, cronica e progressiva, colpisce la cute, i vasi sanguigni, nonché gli organi, come cuore, polmoni, reni, e gli apparati digerente e muscoloscheletrico.
Giornata mondiale della sclerodermia
In occasione della Giornata mondiale della sclerodermia (29 giugno), la Italian World Scleroderma Foundation (IWSF) e il Gruppo Italiano per la lotta alla sclerodermia (GILS Odv Ets), sotto l’Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica, promuovono due appuntamenti per fare luce sulla malattia, migliorare la diagnosi precoce, la presa in carico, la cura e la terapia. Il primo a Montecitorio e il secondo presso l’Auditorium dell’Ara Pacis, promosso dalla IWSF, la Gils Odv Ets, e la Systemic sclerosis progression investigation (Spring), con il sostegno della European scleroderma trials and research group (Eustar), ed il patrocinio della Società italiana di Reumatologia (Sir) e della Società Italiana di Medicina interna (Simi).
Obiettivo degli incontri, identificare le criticità organizzative. In particolare, in Italia sono cinque le azioni identificate per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da sclerodermia:
– una maggiore sensibilizzazione dei medici di medicina generale, sui segni e sintomi;
– la creazione di una rete dei centri specializzati sul territorio nazionale, per avere una diagnosi precoce, facilitare l’accesso alle terapie e abbattere i costi sul Ssn;
– il supporto di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) omogeneo sul territorio nazionale;
– la disponibilità di supporto e cure domiciliari;
– la promozione della ricerca di base e la sperimentazione clinica.
Diagnosi precoce della sclerodermia
“Identificare quali siano i passi da proporre per giungere ad una precoce diagnosi per migliorare la condizione dei pazienti, razionalizzando e omogeneizzando le prestazioni erogate può portare anche a una riduzione della spesa pubblica”, spiega il professor Marco Matucci Cerinic, ordinario di reumatologia dell’Università di Vita Salute San Raffaele di Milano e Presidente dell’Italian World Scleroderma Foundation (IWSF).
Il ruolo della politica. A raccogliere le istanze della comunità scientifica e delle organizzazioni, sono i rappresentanti delle istituzioni, in qualità di relatori durante il primo appuntamento.
“Le cinque azioni avanzate dai promotori del convegno sono uno stimolo per la politica e le istituzioni che condividono la necessità di migliorare l’assistenza e la gestione della malattia nella vita quotidiana. La sclerodermia è una patologia rara che incide notevolmente sulla sfera privata della persona e dei suoi familiari e merita l’attenzione necessaria affinché sia destinataria dei Percorsi diagnostici terapeutici adeguati e delle strutture sul territorio, dotate di personale formato ed esperto riguardo alla malattia rara”, sostiene Luciano Ciocchetti, vice presidente della Commissione XII Affari Sociali, che ha promosso l’iniziativa a Montecitorio.
La voce dei pazienti
Da parte delle Associazioni che rappresentano le esigenze di coloro che sono affetti dalla malattia, emerge la necessità di aumentare la sensibilità dell’opinione pubblica sui sintomi e sugli effetti sulla vita quotidiana. “La fibrosi polmonare è una complicanza che può avere un impatto serio sia sulla salute e sul decorso della patologia, sia sulla qualità di vita del paziente. La mancanza di fiato rende ogni cosa della vita quotidiana più complessa e faticosa”, ricorda Ilaria Galetti, vice presidente della Federation of European Scleroderma Associations (FESCA)
“Nei casi più seri – continua – ne possono risentire anche la sfera lavorativa, sociale e sessuale. Non sono molti i farmaci che servono a prevenire un peggioramento e la fibrosi non è reversibile. I pazienti con una fibrosi importante debbono fare ossigenoterapia; il problema, in questo caso, è il poter vivere una vita sociale, in quanto se la bombola si esaurisce (dura infatti poche ore) non vi è la possibilità di ricaricarla, nemmeno nelle farmacie”.
Altra esigenza espressa dalle Associazioni è l’istituzione di Percorsi diagnostico terapeutici multidisciplinari riservati. “Il Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia – afferma Paola Canziani, presidente del Gruppo Italiano per la lotta alla sclerodermia (GILS) – ribadisce il suo impegno ad affrontare, con il sostegno delle istituzioni pubbliche e in dialogo con loro, tutte le problematiche connesse alla gestione socio sanitaria della patologia.
La prevenzione e la creazione di Percorsi diagnostico terapeutici multidisciplinari dedicati sono la nostra priorità, così come la garanzia dell’uniformità delle cure. Facendo nostre le esigenze dei pazienti e dei loro familiari, siamo come associazione facilitatori nella creazione di nuove ed efficienti dinamiche”.
Presa Weekly 21 Giugno 2024
PreSa WeeklyAllarme per la polmonite da mycoplasma
Adolescenti, Bambini, NewsBambini a rischio per colpa del forte aumento di un batterio chiamato mycoplasma pneumoniae che è alla base di casi severi di polmoniei. Il sistema di sorveglianza attivato dal Laboratorio di immunologia dell’A.O.U. Meyer Irccs ha infatti rilevato una impennata di casi di polmonite, determinata da questo batterioche colpisce in prevalenza le vie respiratorie.
I dati
Da febbraio a oggi sono stati riscontrati ben 50 casi di polmonite da mycoplasma pneumoniae: 1 a gennaio, 4 a febbraio, 6 a marzo, 9 ad aprile, 12 a maggio e 19 ad oggi nel mese di giugno. Negli ultimi quattro anni i casi erano stati molto rari, basti pensare che per trovare un numero cospicuo di casi è necessario andare a ritroso fino al 2019. Al momento il trend è ancora in crescita e tra i pazienti colpiti dall’infezione, circa il 50% necessita di un ricovero.
Polmonite da Mycoplasma pneumoniae
Il mycoplasma può colpire a qualunque età, ma è più evidente nei bambini e negli adolescenti. Provoca per lo più polmonite, che si manifesta con febbre e tosse secca persistente. Normalmente, la polmonite da mycoplasma pneumoniae è meno grave di quella provocata da germi conosciuti per essere più invasivi, come lo pneumococco. Talvolta, però, anche il mycoplasma può causare complicanze gravi come anemia emolitica, o infiammazioni del cuore e del cervello.
L’importanza della diagnosi precoce
È importante fare una diagnosi corretta e rapida, perché la malattia deve essere curata con antibiotici specifici; non tutti gli antibiotici, infatti, sono efficaci contro questo germe. La diagnosi si può fare rapidamente con metodiche molecolari specifiche su tampone faringeo; è quello che fa il Meyer, per i suoi piccoli pazienti, ricercando la presenza di mycoplasma pneumoniae e molti altri patogeni respiratori.
Il sistema di sorveglianza dell’A.O.U. Meyer Irccs
Da tempo il Meyer dispone di un sistema di sorveglianza attiva che cerca con attenzione la causa di tutte le malattie infettive circolanti, non solo quelle che sappiamo circolare comunemente, ma anche quelle più rare, quelle che non ci aspetteremmo. I risultati sono utilizzati immediatamente per fare le più corrette scelte: sia quelle cliniche, indirizzate al singolo paziente che quelle di sanità pubblica, rivolte a tutta la popolazione.
L’età è un rischio
“Individuare prontamente i casi è fondamentale – spiega la professoressa Chiara Azzari, responsabile del Laboratorio – immaginiamo ad esempio quanto sia importante sapere che un bambino ha la pertosse: non è soltanto per dare al piccolo la giusta terapia antibiotica, ma è anche per consigliare ai genitori di tenere il bambino lontano da una sorellina appena nata. Sappiamo bene infatti che la pertosse può essere mortale in bambini sotto l’anno di vita. È sufficiente essere piccoli per correre questo grave rischio; non importa avere patologie concomitanti. La diagnosi rapida e la sorveglianza “accanto al letto del paziente” significano quindi anche casi gravi evitati, bambini salvati”.
Fotografare la situazione attuale
Classicamente, il concetto di sorveglianza si associa a una revisione dei dati del passato, a un conteggio del numero di casi di malattie infettive. Si pensa a dati accumulati nei registri, utili per stabilire strategie nel futuro. Questo è certamente vero, ed è altresì molto importante. Ma è solo una delle potenzialità che la sorveglianza può offrire. Per essere davvero efficace la sorveglianza deve avere anche un’altra missione, deve essere capace di fotografare la situazione in tempo reale in modo da sapere giorno per giorno quali sono i germi che “girano” in quel dato territorio. Questo nuovo modo di utilizzare la sorveglianza permette di riorganizzare gli ospedali e predisporli in tempo reale al momento dell’inizio di una epidemia dovuta a qualunque germe. Per accogliere e separare immediatamente i percorsi di pazienti con quella malattia infettiva.
Il caso del virus sinciziale
“Attuando nel concreto questa precisa strategia al Meyer si è riusciti a contrastare attivamente l’epidemia di virus respiratorio sinciziale che tanto si è fatto sentire nelle scorse stagioni. Ai primi segnali, il laboratorio di immunologia, che effettua la sorveglianza per le malattie infettive pediatriche, ha allertato la direzione aziendale che si è attivata immediatamente, in tempo reale, con percorsi dedicati.
Grazie all’utilizzo “bedside” della sorveglianza è stato possibile non solo a riorganizzare prontamente l’attività dell’ospedale, ma anche a prevenire un numero molto elevato di contagi intraospedalieri che inevitabilmente, nel caso fossero coinvolti bambini piccoli, si sarebbero tradotti in casi gravi.
Approccio innovativo
Il laboratorio in questo modo è diventato un attore fondamentale non solo nella diagnostica, ma anche nella prevenzione di nuovi casi. Un utilizzo moderno e diffuso della sorveglianza, in questa accezione e con questo approccio innovativo, può farci prendere decisioni quotidiane, oggi per oggi, in grado di cambiare in meglio la salute dei pazienti.
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Sarcomi, tumori rari difficili da riconoscere
Associazioni pazienti, Economia sanitaria, Prevenzione, Ricerca innovazionePossono insorgere in qualsiasi parte del corpo e colpire a ogni età: i sarcomi sono difficili da riconoscere. Non hanno sintomi specifici in fase iniziale e programmi di screening facilmente attuabili. Diagnosi tardive, totalmente errate o inaccurate, trattamenti spesso non appropriati, interventi chirurgici non adeguati sono causa di un elevato burden – fisico, psicologico ed economico – per i pazienti e di costi evitabili per il Servizio Sanitario.
Sarcomi, tumori rari senza sintomi specifici
I sarcomi sono una famiglia eterogenea di tumori rari che originano in muscoli, tendini, sinovie, tessuto adiposo e tessuti connettivi in genere, con un’incidenza pari a meno di 6 persone su 100.000 all’anno. Per la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti è essenziale la presa in carico all’interno di reti dedicate, basate su Centri di riferimento dotati di competenze specialistiche e di un insieme di requisiti specifici a partire dalla presenza di un team multidisciplinare.
Per fotografare la realtà italiana dei sarcomi, far emergere le criticità e suggerire le prospettive future, Fondazione Paola Gonzato – Rete Sarcoma ETS ha ideato e realizzato “Sarcomi dalle esperienze alle proposte. Libro Bianco su stato dell’arte e prospettive future”, il primo lavoro del genere mai realizzato in Italia, presentato ieri alla Camera dei Deputati a Roma, nell’ambito di un evento istituzionale organizzato su iniziativa dell’Onorevole Walter Rizzetto.
La voce dei pazienti
Il Libro Bianco parte dall’ascolto della voce dei pazienti, integrato con approfondimenti clinico-organizzativi di esperti, per portare all’attenzione delle Istituzioni le principali criticità e proposte/raccomandazioni di miglioramento e rendere al più presto operativa la Rete Nazionale Tumori Rari.
«Il Governo è intensamente impegnato su tanti fronti della Sanità pubblica, a cominciare dal reperimento di risorse sempre maggiori per offrire servizi adeguati ai cittadini, in particolare alle persone con malattie rare. L’opera di volontariato italiano rappresenta un patrimonio immenso e irrinunciabile per il tessuto sociale ed economico di questa Nazione ed un tassello fondamentale nella collaborazione sinergica con le Istituzioni, la comunità scientifica e il mondo della ricerca» – con questo messaggio di saluto del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è aperto l’evento.
Il Libro Bianco
«Le ragioni e finalità alla base di questo Libro Bianco sui sarcomi sono molteplici e interdipendenti – ha dichiarato Ornella Gonzato, Presidente Fondazione Paola Gonzato – Rete Sarcoma ETS – Per dar voce a pazienti con sarcoma e ai loro familiari/accudenti che sperimentano sulla propria vita percorsi ancora troppo pieni di ostacoli, a causa della rarità e complessità di queste neoplasie. Per generare evidenze attraverso i dati raccolti a livello nazionale, sia dell’area pediatrica e adolescenziale sia dell’adulto. Per diffondere cultura e consapevolezza su questa famiglia di tumori, grazie anche alla preziosa integrazione dei numerosi approfondimenti specialistici di clinici e ricercatori.
Per fornire una fotografia sullo stato attuale e sulle proposte per il futuro, individuando alcune tra le principali criticità. Per concorrere a portare all’attenzione istituzionale la necessità di potenziare al più presto la collaborazione tra i Centri di riferimento e la piena operatività della Rete Nazionale Tumori Rari, per garantire ai pazienti qualità e sicurezza delle cure, per stimolare e rafforzare sinergie tra tutti gli attori del sistema salute, sviluppando “reti virtuose” e affrontare le molte sfide in uno scenario con potenzialità tecnologiche del tutto nuove ed al contempo bisognoso di umanizzazione delle cure, nel rispetto della dignità di ogni persona, evitando che i numeri sostituiscano il nome proprio.
Al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, al Presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga e al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Rocco Bellantone va un sentito ringraziamento per la vicinanza istituzionale espressa nella prefazione al volume».
Il Libro Bianco sui sarcomi si colloca all’interno di un percorso di advocacy che la Fondazione Paola Gonzato – Rete Sarcoma ETS porta avanti da più di 15 anni con una crescente informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei clinici e delle Istituzioni, che nel 2023 è culminato nella campagna “Pazienti esperti e Istituzioni insieme nella sfida ai sarcomi. Verso una nuova umanizzazione delle cure”, cui ha fatto seguito la realizzazione di “Vivere con il sarcoma in Italia”, la prima indagine a livello nazionale condotta su queste patologie dall’Istituto di ricerca AstraRicerche, rivolta ai pazienti e ai loro caregiver.
L’indagine ha costituito la base per la stesura ed è stata incorporata come primo capitolo del Libro Bianco, che, anche attraverso un insieme di approfondimenti sul piano clinico-organizzativo, ha consentito di delineare lo stato dell’arte nel nostro Paese e le istanze per il futuro.
I risultati dell’indagine sui sarcomi
I risultati fanno emergere due elementi significativi: da un lato, una gestione ancora sub-ottimale dei pazienti e della malattia, sebbene per alcuni aspetti molto migliorata nel complesso rispetto al passato, dall’altro il pesante burden della patologia e dei trattamenti sulla vita dei pazienti, l’85% dei quali dichiara di aver subito un impatto importante, sia dal punto di vista psicologico che sulla sfera economica-professionale e affettiva-relazionale.
Il dato più rilevante riguarda le diagnosi tardive, non corrette o inaccurate. Quasi la metà del campione (49,4%) prima della diagnosi di sarcoma ha ricevuto diagnosi differenti, poi rivelatesi errate o non accurate. Rispetto alla comparsa dei primi sintomi (dolore e/o tumefazione), il 17,5% ha dovuto attendere per la diagnosi dai 6 ai 12 mesi, il 6,5% dai 13 ai 24 mesi e il 4,8% anche più di 2 anni.
La chirurgia, trattamento principale nei sarcomi, che necessita di competenze e Centri specialistici, rappresenta una criticità. La biopsia non sempre risulta effettuata correttamente, con conseguente impatto sia sulla diagnosi sia sulla prognosi. Inoltre, circa nel 25% dei casi, l’intervento chirurgico viene eseguito anche in ospedali locali. Il supporto psicologico è offerto gratuitamente soltanto al 32,6% dei pazienti, laddove l’impatto psicologico negativo è dichiarato da quasi il 90% degli intervistati. La comunicazione medico-paziente è un’altra area di criticità: meno di 2/3 del campione ritiene di essere informato. Solo al 26,8% è stato chiesto di donare campioni biologici per la ricerca e solo al 23% offerta la possibilità di partecipare ad una sperimentazione clinica.
Prospettive future
Il Libro Bianco si chiude con un elenco di proposte/raccomandazioni rivolte alle Istituzioni, da interventi volti a migliorare l’appropriatezza diagnostica e chirurgica, nonché la qualità e sicurezza complessiva dei percorsi di cura e assistenza, alla necessità di maggiori investimenti nella ricerca. Obiettivo ultimo è superare iniquità e disparità di accesso ai trattamenti dovute alla rarità e complessità di queste neoplasie: traguardo raggiungibile principalmente attraverso il potenziamento della collaborazione dei Centri di riferimento e la piena operatività della Rete Nazionale Tumori Rari.
Il processo per l’istituzionalizzazione della RNTR sancito dall’intesa Stato-Regioni nel 2017, quale modello organizzativo-gestionale per l’assistenza ad alta specializzazione in patologie rare e complesse, ha fatto un passo avanti con il recente Accordo della Conferenza Stato-Regioni del 2023. Ora spetta alle Regioni e alle Provincie Autonome recepire questo documento, mettendo in atto una collaborazione operativa tra singole Regioni e livello nazionale.
I sarcomi, inoltre, sono tra i primi tumori rari solidi dell’adulto per cui il modello della Rete dovrebbe essere applicato come richiamato dal Piano Oncologico Nazionale 2023-2027. Un passaggio cruciale perché solo la collaborazione tra Centri di riferimento ad alta specializzazione consente di realizzare sinergie nella ricerca e migliorare la presa in carico dei pazienti a vantaggio della qualità delle cure e della loro vita.
I 6 step della dieta contro le zanzare
Alimentazione, News, Stili di vitaEsiste una dieta antizanzare? Uno stile alimentare che possa modificare il nostro odore e renderci, per così dire, meno “appetibili” per le zanzare? Secondo alcuni studi sì. In particolare ci sarebbero delle categorie di alimenti che, combinati con specifici stili di vita, avrebbero il potere di influenzare l’odore della nostra pelle attivando una sorta di repellente naturale. Ma, è importante notare che l’efficacia di questi metodi può variare da persona a persona.
I 6 step in tavola
Di tutti i rimedi naturali oggi disponibili, l’alimentazione è certamente quella che può incidere di più e portare a benefici concreti. Proviamo allora a tracciare i 6 step degli alimenti che si possono e non si possono mangiare se di vuole realizzare una dieta antizanzare. In primis, aglio e cipolla. Consumare aglio e cipolla può alterare l’odore della pelle, rendendola meno attraente per le zanzare. Questi alimenti contengono infatti composti solforati che possono essere emessi attraverso i pori della pelle. Bene anche assumere la giusta dose di vitamina B1 (tiamina): alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di vitamina B1 potrebbe rendere l’odore della pelle meno appetibile per le zanzare. Ma non servono integratori, meglio assumere la vitamina B1 in alimenti come cereali integrali, fagioli, semi di girasole e carne di maiale.
Acido citrico, spezie e aceto di mele
Altro composto che ha il potere di tenere lontane questi insetti è l’acido citrico, che si trova negli agrumi, come limoni, arance e lime. Inoltre, le spezie, sono veri e propri repellenti naturali. Il basilico, il pepe nero e il peperoncino, contengono oli essenziali che possono respingere le zanzare. Ancora, aceto di mele: anche bere una piccola quantità di aceto di mele diluito con acqua può alterare l’odore della pelle. Tuttavia, è importante limitarsi a poche gocce per evitare problemi di salute.
Zuccheri e all’alcool attirano le zanzare
Ciò che si deve assolutamente evitare sono i cibi ricchi di zucchero e alcool. Questo perché l’alcool e gli alimenti zuccherati possono aumentare l’attrazione delle zanzare verso di noi.
Ridurre il consumo di queste sostanze potrebbe aiutare a diminuire la loro attrattiva. È bene anche ricordare che oltre a questi consigli alimentari, ci sono altre strategie efficaci per proteggersi dalle zanzare, come l’uso di repellenti per insetti, zanzariere e indossare abiti coprenti. Inoltre, sono diversi i tipi di zanzara che si possono incontrare nel nostro paese e non tutte rispondono allo stesso modo agli stimoli esterni.
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HIV, oggi gravidanza sicura con nuove terapie
Associazioni pazienti, Bambini, NewsLe conquiste scientifiche degli ultimi anni hanno reso l’HIV un’infezione cronica. La terapia antiretrovirale, se assunta regolarmente, è in grado di azzerare la viremia fino a rendere il virus non trasmissibile nel rapporto sessuale. Ciò permette dunque di azzerare il rischio di trasmissione del virus nella coppia sierodiscordante. Questo progresso ha i suoi effetti anche sulla trasmissione materno-fetale.
Oggi la gravidanza di una donna con HIV è un percorso possibile e sicuro. Il rischio di trasmissione del virus è ormai prossimo allo zero se vengono seguite tutte le indicazioni nella gravidanza. Se ne è parlato nella 16° edizione di ICAR – Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, iniziata oggi a Roma, all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Madri con HIV, sull’allattamento al seno pochi dati
“Prima della terapia antiretrovirale il rischio di trasmissione dell’HIV dalla madre al feto era del 25%, mentre ad oggi, in chi assume regolarmente la terapia e ha la carica virale soppressa, siamo quasi allo zero – sottolinea la Prof.ssa Cristina Mussini, Vicepresidente SIMIT –. La terapia è efficace, ben tollerata dalla donna, non dannosa per il feto e può accompagnare la paziente in tutti i cambiamenti fisiologici che avvengono durante la gravidanza.
Non è più necessario che una donna con HIV ricorra necessariamente all’inseminazione artificiale e diventa possibile anche un parto per via naturale. Resta ancora aperto il dibattito attorno all’ allattamento al seno, anche perché mancano dati certi. In ogni caso, il risultato raggiunto rappresenta un cambiamento epocale e un’ulteriore normalizzazione dell’infezione da HIV”.
Gravidanza di una donna con HIV si può definire sicura se la terapia è regolare
“La terapia antiretrovirale abbatte il rischio che la donna in gravidanza trasmetta HIV al bambino – spiega Lucia Taramasso, infettivologa presso IRCCS Policlinico San Martino, Genova –Il rischio di trasmissione nella coppia madre-bambino è prossimo allo zero. La gravidanza di una donna con HIV si può definire sicura. Condizione imprescindibile è naturalmente che la madre segua con regolarità la terapia.
Il continuo aggiornamento dei registri osservazionali ed i dati derivati dai trials clinici ci hanno permesso un ulteriore passo avanti, consentendo di dimostrare che la maggior parte dei moderni farmaci antiretrovirali oggi disponibili, caratterizzati da alta efficacia e tollerabilità, sono sicuri anche in gravidanza. La donna con HIV non deve avere timore di intraprendere una gravidanza, che può invece vivere serenamente e con entusiasmo, come tutte le donne”.
Allattamento al seno
I punti su cui il dibattito resta aperto sono l’allattamento al seno e la somministrazione della profilassi antiretrovirale al bambino. “Le attuali linee guida internazionali ci dicono che l’utilizzo del latte artificiale elimina il rischio di trasmissione postnatale dell’HIV al neonato. In caso di allattamento al seno, il raggiungimento ed il mantenimento della soppressione virologica durante la gravidanza e il post-partum riducono il rischio di trasmissione a meno dell’1%, ma non a zero.– evidenzia Lucia Taramasso.
La difficoltà nella gestione dell’allattamento materno dipende dalla mancanza di dati sicuri in una fase di vita così delicata. I dati disponibili ad oggi riportano sporadici casi di trasmissione del virus dalla madre al bambino anche in caso di carica virale soppressa ed adeguatamente controllata dalla terapia, il rischio è tuttavia stimato al di sotto dell’1% in queste situazioni”.
Terapia al neonato
“L’altro tema analizzato a ICAR 2024 è la somministrazione di una profilassi antivirale al neonato – aggiunge Taramasso – Le Linee Guida europee e americane consigliano di somministrare un farmaco antiretrovirale al neonato per aumentare la protezione nei confronti dell’acquisizione dell’HIV, anche nel bambino nato a termine da madre con viremia stabilmente undetectable e che non riceve l’allattamento materno. Tuttavia, non mancano modelli, come quello svizzero, che hanno eliminato questa raccomandazione nei casi in cui il rischio di trasmissione sia considerato basso e la madre sia stata aderente alla terapia per tutta la gravidanza”.
Una verruca non rovinerà l’estate
AdolescentiLe verruche sono un comune disturbo della pelle, spesso associato all’esposizione a ambienti umidi e poco igienici. Tra gli inestetismi della pelle sono forse i più resistenti ad andare via e se non trattati adeguatamente possono causare problemi. Ma, ad ogni modo, non sarà di certo una verruca a rovinare l’estate.
Cos’è una verruca?
Una verruca è un’escrescenza cutanea causata dal papillomavirus umano (HPV). Si presenta come papula sulla pelle, talvolta pigmentata e ispessita. Può comparire in diverse zone del corpo, tra cui mani, piedi e viso. Sebbene le verruche siano generalmente innocue, possono essere esteticamente sgradevoli e causare fastidi o dolore.
È possibile contagiarsi
Le verruche sono contagiose e possono trasmettersi attraverso il contatto con il sangue. È importante sfatare il mito che le verruche si contraggano esclusivamente in piscina o in palestra. Infatti, individui che non frequentano questi ambienti possono comunque sviluppare verruche. Questo accade perché alcuni soggetti, come i bambini affetti da dermatite atopica, possono sviluppare verruche virali e molluschi contagiosi più frequentemente a causa di un sistema immunitario indebolito e deficitario.
Cerotti contro le verruche: sono utili?
I cerotti contro le verruche, disponibili in commercio, contengono acido salicilico che aiuta a rimuovere le verruche. Questo trattamento può essere efficace per eliminare le verruche più superficiali. Tuttavia, se il problema persiste, è consigliabile considerare altre opzioni terapeutiche come la crioterapia.
Che cos’è la crioterapia
La crioterapia è un trattamento che prevede l’applicazione di azoto liquido a temperature estremamente basse, circa -180 gradi centigradi, per congelare la verruca.
Questo processo provoca la formazione di una bolla che successivamente stacca la verruca. Dopo circa un mese, la lesione viene controllata nuovamente e, se necessario, si può effettuare un’altra seduta. Questo metodo è efficace ma può richiedere più di un trattamento per eliminare completamente la verruca.
Come funziona il laser
Il laser rappresenta un’alternativa alla crioterapia per il trattamento delle verruche. Utilizzando il laser CO2, la verruca viene carbonizzata e bruciata, creando una piccola ferita che guarisce rapidamente. A differenza della crioterapia, il laser è solitamente sufficiente in una sola seduta poiché riesce a penetrare in profondità. Questo trattamento richiede una leggera anestesia locale per minimizzare il dolore.
fare prevenzione
La prevenzione delle verruche è essenziale per evitare la diffusione del virus. Ecco alcuni consigli utili:
Tante possibili soluzioni
Le verruche sono un problema cutaneo comune che può essere gestito efficacemente con i giusti trattamenti. Dai cerotti contenenti acido salicilico alla crioterapia e al trattamento laser, esistono diverse opzioni per rimuovere le verruche. È importante consultare un dermatologo per determinare il trattamento più adatto alle proprie esigenze e adottare misure preventive per evitare la diffusione del virus.
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Bambini, aria inquinata 2° fattore di rischio morte
Bambini, Economia sanitaria, News, News, PrevenzioneL’aria inquinata è responsabile di oltre 700mila decessi di bambini al di sotto dei cinque anni nel mondo (dati riferiti al 2021). Secondo le stime, l’inquinamento atmosferico è il secondo fattore principale di rischio di morte per questa fascia di età. Ogni giorno quasi 2 mila bambini con meno di cinque anni muoiono per gli impatti sulla salute. Nel complesso, l’aria inquinata è responsabile di 8,1 milioni di decessi a livello globale nel 2021. Inoltre, molti altri milioni di persone convivono con malattie croniche debilitanti, mettendo a dura prova i sistemi sanitari, le economie e le società.
Decessi e malattie croniche per l’aria inquinata, i nuovi dati
Secondo la quinta edizione del Rapporto State of Global Air (SoGA), cresce l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana. Oggi rappresenta il secondo principale fattore di rischio di morte a livello globale.
Il Rapporto, pubblicato oggi dall’Health Effects Institute (HEI- un’organizzazione di ricerca indipendente no-profit con sede negli Stati Uniti), realizzato per la prima volta in collaborazione con l’UNICEF, ha rilevato che l’inquinamento atmosferico è stato responsabile di 8,1 milioni di decessi a livello globale nel 2021. In aggiunta a questi decessi, molti altri milioni di persone convivono con malattie croniche debilitanti, mettendo a dura prova i sistemi sanitari, le economie e le società.
Particelle entrano nel flusso sanguigno e aumentano rischio di ictus, cancro e diabete
Oltre il 90% dei decessi dovuti all’inquinamento atmosferico – 7,8 milioni di persone – è attribuito all’inquinamento atmosferico da PM2,5, compreso quello ambientale e domestico. Queste minuscole particelle, che misurano meno di 2,5 micrometri di diametro, sono così piccole che rimangono nei polmoni e possono entrare nel flusso sanguigno, influenzando molti sistemi degli organi.
In particolare, aumentano il rischio di malattie non trasmissibili negli adulti come le malattie cardiache, l’ictus, il diabete, il cancro ai polmoni e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Secondo il rapporto, il PM2,5 è risultato essere il più costante e accurato indicatore di risultati negativi per la salute in tutto il mondo.
Bambini al di sotto dei 5 anni più vulnerabili
Il Rapporto rileva che i bambini al di sotto dei cinque anni sono particolarmente vulnerabili. Gli effetti sulla salute includono nascita prematura, basso peso alla nascita, asma e malattie polmonari. Nel 2021, l’esposizione all’inquinamento atmosferico è stata collegata a più di 700mila decessi di bambini al di sotto dei cinque anni, rendendolo il secondo fattore principale di rischio di morte a livello globale per questa fascia di età, dopo la malnutrizione. Ben 500 mila di questi decessi di bambini erano legati all’inquinamento atmosferico domestico dovuto alla cottura in casa con combustibili inquinanti, soprattutto in Africa e in Asia.
Preoccupazione per la salute globale
Il nuovo Rapporto SoGA offre un’analisi dettagliata dei dati recentemente pubblicati dallo studio Global Burden of Disease del 2021. In particolare, mostra il grave impatto sulla salute umana di inquinanti come il particolato fine esterno (PM2,5), l’inquinamento atmosferico domestico, l’ozono (O3) e il biossido di azoto (NO2) in tutto il mondo. Il rapporto include dati relativi a più di 200 Paesi e territori in tutto il mondo, indicando che quasi ogni persona sulla terra respira ogni giorno livelli malsani di inquinamento atmosferico, con implicazioni di vasta portata per la salute.
Inquinamento atmosferico e cambiamento climatico
L’inquinamento atmosferico da PM2,5 deriva dalla combustione di combustibili fossili e biomassa in settori quali i trasporti, le abitazioni, le centrali elettriche a carbone, le attività industriali e gli incendi boschivi. Queste emissioni non solo hanno un impatto sulla salute delle persone, ma contribuiscono anche ai gas serra che stanno riscaldando il pianeta. Le popolazioni più vulnerabili sono colpite in modo sproporzionato sia dai rischi climatici che dall’aria inquinata.
Nel 2021, l’esposizione a lungo termine all’ozono ha contribuito a 489.518 decessi stimati a livello globale, tra cui 14.000 decessi per BPCO legati all’ozono negli Stati Uniti, più alti rispetto ad altri Paesi ad alto reddito. Con il continuo riscaldamento del mondo dovuto agli effetti del cambiamento climatico, le aree con alti livelli di NO2 possono aspettarsi livelli più elevati di ozono, con effetti ancora più gravi sulla salute.
Paesi ad alto reddito: livelli più elevati di esposizione all’NO2 e di impatto sulla salute
Per la prima volta, il Rapporto di quest’anno include i livelli di esposizione e i relativi effetti sulla salute del biossido di azoto (NO2), compreso l’impatto dell’esposizione a NO2 sullo sviluppo dell’asma dei bambini. I gas di scarico del traffico sono una delle principali fonti di NO2, il che significa che le aree urbane densamente popolate, in particolare nei Paesi ad alto reddito, registrano spesso i livelli più elevati di esposizione all’NO2 e di impatto sulla salute.
“Questo nuovo Rapporto ci ricorda con chiarezza l’impatto significativo che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute umana, con un onere troppo elevato a carico dei bambini piccoli, delle popolazioni più anziane e dei Paesi a basso e medio reddito”, ha dichiarato Pallavi Pant, responsabile del settore Salute globale dell’HEI, che ha supervisionato la pubblicazione del rapporto SoGA. “Questo indica chiaramente l’opportunità per le città e i Paesi di considerare la qualità dell’aria e l’inquinamento atmosferico come fattori ad alto rischio quando si sviluppano politiche sanitarie e altri programmi di prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili”.
Salute dei bambini, danni già nel grembo materno
Alcuni dei maggiori impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico si registrano nei bambini. I bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico e i suoi danni possono iniziare già nel grembo materno, con effetti sulla salute che possono durare tutta la vita. Ad esempio, i bambini inalano più aria per chilogrammo di peso corporeo e assorbono più inquinanti rispetto agli adulti mentre i loro polmoni, i loro corpi e i loro cervelli sono ancora in fase di sviluppo.
L’esposizione all’inquinamento atmosferico nei bambini piccoli è legata alla polmonite, responsabile di 1 decesso su 5 di bambini a livello globale, e all’asma, la malattia respiratoria cronica più comune nei bambini più grandi. Inoltre pesano le disuguaglianze legate all’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini. Il tasso di mortalità legato all’inquinamento atmosferico nei bambini al di sotto dei cinque anni in Africa orientale, occidentale, centrale e meridionale è 100 volte più alto rispetto alle loro controparti nei Paesi ad alto reddito.
Ci sono anche buone notizie
Il rapporto SoGA contiene anche buone notizie. Dal 2000, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni è diminuito del 53%, grazie soprattutto agli sforzi volti ad ampliare l’accesso all’energia pulita per cucinare, oltre che ai miglioramenti nell’accesso all’assistenza sanitaria e alla nutrizione e a una maggiore consapevolezza dei danni associati all’esposizione all’inquinamento atmosferico domestico.
Molti Paesi, in particolare quelli che registrano i livelli più elevati di inquinamento atmosferico, stanno finalmente affrontando il problema di petto. Le azioni per la qualità dell’aria in regioni come l’Africa, l’America Latina e l’Asia, come l’installazione di reti di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, l’attuazione di politiche più severe sulla qualità dell’aria o la compensazione dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico con il passaggio a veicoli ibridi o elettrici, stanno avendo un impatto misurabile sull’inquinamento e sul miglioramento della salute pubblica.
Prospettive future
“Ci auguriamo che il nostro Rapporto State of Global Air fornisca sia le informazioni che l’ispirazione per un cambiamento”, ha dichiarato la presidente dell’HEI, Elena Craft. “L’inquinamento atmosferico ha enormi implicazioni per la salute. Sappiamo che migliorare la qualità dell’aria e la salute pubblica globale è pratico e realizzabile”.
“È indispensabile che i governi e le imprese prendano in considerazione queste stime e i dati disponibili a livello locale e li utilizzino per elaborare azioni significative e incentrate sui bambini per ridurre l’inquinamento atmosferico e proteggere la salute dei bambini”, ha dichiarato Kitty van der Heijden, vicedirettrice generale dell’UNICEF.