Tempo di lettura: 3 minutiLa Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici, promossa per il secondo anno dalla Fondazione Mesit a Roma, ha messo al centro del dibattito la necessità di migliorare la governance dei dispositivi medici in Italia. Tutti gli attori coinvolti, dalle aziende alle istituzioni, dai clinici ai pazienti, hanno concordato sull’importanza di accelerare i processi di valutazione e di introduzione nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il Programma Nazionale HTA
Al centro delle discussioni, l’attivazione del Programma Nazionale HTA per i dispositivi medici come mezzo per un accesso più efficiente e equo. Tuttavia, senza il sostegno finanziario delle aziende produttrici, il programma rischia di arenarsi. Attualmente, si attende la sentenza della Corte costituzionale sul payback, che pesa sulla competitività. “Questo incontro va nella direzione di migliorare la regolamentazione sui dispositivi medici, occorre apportare nuove conoscenze e riflessioni” ha ribadito il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele.
Istituzioni in campo
Francesco Saverio Mennini, capo del dipartimento della Programmazione sanitaria dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del SSN, sottolinea l’impegno delle istituzioni nel creare un assetto concreto per le innovazioni. Secondo Mennini, questa nuova governance rappresenta un percorso virtuoso, supportato dalla direzione generale del Ministero della Salute e dall’Agenas.
Achille Iachino, direttore della direzione generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Sanitario Farmaceutico, ha evidenziato la necessità di intervenire seriamente sulle modalità di accesso nel Sud Italia per evitare inefficienze e disparità. “Il payback è figlio di un passato governato per tetti, ma stiamo dimostrando con atti concreti di poter migliorare la qualità delle spese sanitarie”, ha affermato.
Ruolo chiave delle aziende verso una governance certa
Le aziende spingono per avviare una nuova governance basata su regole certe e trasparenti. Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria Dispositivi Medici, ha esaltato gli early feasibility studies (EFS) come strumento cruciale per migliorare la competitività in Italia e per ottimizzare le tempistiche di accesso ai dispositivi medici nel mercato nazionale.
Rete di stakeholder. Il Programma HTA
Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, il Programma Nazionale HTA è già dotato di una rete di stakeholder e di un albo di 21 centri collaborativi. Marco Marchetti, dirigente dell’unità di HTA dell’Agenas, ha sottolineato l’importanza di creare una connessione tempestiva con i processi di rimborso dei dispositivi medici, individuando strategie innovative per garantire una rimborsabilità equa e sostenibile.
Sostenibilità economica, la proposta di un fondo ad hoc
Pietro Derrico, past president della Società Italiana di Health Technology Assessment (Sihta), ha proposto l’istituzione di un fondo ad hoc per finanziare la valutazione HTA dei dispositivi medici. “È essenziale definire un valore blindato per garantire la sostenibilità economica nel lungo periodo”, ha suggerito Derrico, evidenziando l’importanza di adottare approcci simili a quelli adottati in Germania per integrare i dati di real world evidence.
Integrare politiche sanitarie, il Programma italiano
Rosanna Tarricone, associate Dean della Sda Bocconi School of Management, ha enfatizzato il collegamento unico del Programma Nazionale HTA con le politiche sanitarie del SSN. “Il programma deve mettere in risalto gli aspetti distintivi che caratterizzano l’approccio italiano alla valutazione HTA”, ha affermato Tarricone, sottolineando l’importanza di sviluppare metodi di valutazione allineati alla natura specifica delle tecnologie mediche.
Monitoraggio della performance, ruolo chiave dei registri
Antonella Campanale, dirigente medico dell’Ufficio 5 di vigilanza sugli incidenti con dispositivi medici, sottolinea l’importanza dei registri dei dispositivi medici come strumento strategico per valutare la performance. “La raccolta dati degli impianti protesici mammari nel 2023 è un esempio di come i registri possano migliorare la trasparenza e l’efficacia nell’uso dei dispositivi medici”, ha affermato Campanale.
Focus sul paziente, impatto dell’HTA
Andrea Rappagliosi, chair dell’HTA committee della Medtech Europe, chiude sottolineando l’importanza di misurare l’impatto delle tecnologie mediche sul paziente. “L’HTA offre una piattaforma per valutare tutte le dimensioni che influenzano il beneficio del paziente”, ha concluso Rappagliosi, mettendo in evidenza il ruolo determinante dell’industria nel migliorare continuamente l’assistenza sanitaria.
Il Covid mette a rischio le vacanze
Covid, NewsPensavamo che il Covid fosse ormai un lontano ricordo, non è così. Fortunatamente la nuova variante che sta facendo aumentare i casi non è paragonabile per effetti a quelle che ci costrinsero al lockdown, ma di certo può rovinare le vacanze. Ecco perché è bene conoscere i sintomi e cercare di proteggersi nelle situazioni a rischio contagio.
L’aumento di casi di Covid
Né il caldo, né tantomeno la stagione estiva riescono a rallentare questa nuova ondata di contagi. Gli esperti affermano, tuttavia, che i sintomi sono facilmente riconoscibili, il che consente di affrontare la situazione con maggiore preparazione. Ma, veniamo ai dati. Secondo l’ultimo bollettino di monitoraggio del ministero della Salute-Iss (settimana 27 giugno al 3 luglio), in Italia i nuovi positivi sono stati 3.855, in crescita rispetto ai 2.505 del 20-26 giugno. Scendono i morti, da 21 a 18. I tamponi aumentano da 79.339 a 81.900 e il tasso di positività passa dal 3,2% al 4,7%.
Sintomi da tenere d’occhio
Come spiegato dall’epidemiologo del Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi, i sintomi principali sono febbre, raffreddore e mal di testa. Questi sintomi, sebbene generalmente lievi, possono variare da persona a persona a causa delle diverse reazioni del sistema immunitario.
La nuova variante KP.3
La variante KP3 è stata identificata per la prima volta lo scorso ottobre negli Stati Uniti ed è attualmente la più diffusa negli USA, con un’incidenza del 25% sulla totalità dei casi registrati. La sua velocità di diffusione suggerisce che questa percentuale è destinata ad aumentare ulteriormente.
Poco aggressiva ma capace di eludere le difese
Nonostante la rapida diffusione e i sintomi simili a quelli causati da altre varianti, la KP3 ricorda alcune delle varianti più contagiose ma non ha mostrato una grande aggressività. Tuttavia, secondo gli infettivologi avrebbe la capacità di eludere almeno in parte le difese del sistema immunitario.
Come proteggersi dal rischio di contagio
In questa fase, soprattutto se si è in procinto di partire per le vacanze, è fondamentale adottare misure di prevenzione efficaci per proteggersi e proteggere gli altri dal rischio di contagio. Ecco alcuni consigli pratici (che un po’ tutti ricordiamo dai tempi della pandemia):
La nuova ondata di contagi in Italia, spinta dalla variante KP3, richiede un’attenzione particolare e l’adozione di misure preventive efficaci. Riconoscere i sintomi e seguire i consigli degli esperti può aiutare a proteggersi e a limitare la diffusione del virus. Nonostante la stagione estiva, è fondamentale non abbassare la guardia e continuare a seguire le linee guida sanitarie per salvaguardare la propria salute e quella della comunità.
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Dispositivi Medici, nuova governance e HTA al centro della Conferenza Nazionale promossa da Mesit
Eventi PreSa-Mesit, News, Ricerca innovazioneLa Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici, promossa per il secondo anno dalla Fondazione Mesit a Roma, ha messo al centro del dibattito la necessità di migliorare la governance dei dispositivi medici in Italia. Tutti gli attori coinvolti, dalle aziende alle istituzioni, dai clinici ai pazienti, hanno concordato sull’importanza di accelerare i processi di valutazione e di introduzione nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il Programma Nazionale HTA
Al centro delle discussioni, l’attivazione del Programma Nazionale HTA per i dispositivi medici come mezzo per un accesso più efficiente e equo. Tuttavia, senza il sostegno finanziario delle aziende produttrici, il programma rischia di arenarsi. Attualmente, si attende la sentenza della Corte costituzionale sul payback, che pesa sulla competitività. “Questo incontro va nella direzione di migliorare la regolamentazione sui dispositivi medici, occorre apportare nuove conoscenze e riflessioni” ha ribadito il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele.
Istituzioni in campo
Francesco Saverio Mennini, capo del dipartimento della Programmazione sanitaria dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del SSN, sottolinea l’impegno delle istituzioni nel creare un assetto concreto per le innovazioni. Secondo Mennini, questa nuova governance rappresenta un percorso virtuoso, supportato dalla direzione generale del Ministero della Salute e dall’Agenas.
Achille Iachino, direttore della direzione generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Sanitario Farmaceutico, ha evidenziato la necessità di intervenire seriamente sulle modalità di accesso nel Sud Italia per evitare inefficienze e disparità. “Il payback è figlio di un passato governato per tetti, ma stiamo dimostrando con atti concreti di poter migliorare la qualità delle spese sanitarie”, ha affermato.
Ruolo chiave delle aziende verso una governance certa
Le aziende spingono per avviare una nuova governance basata su regole certe e trasparenti. Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria Dispositivi Medici, ha esaltato gli early feasibility studies (EFS) come strumento cruciale per migliorare la competitività in Italia e per ottimizzare le tempistiche di accesso ai dispositivi medici nel mercato nazionale.
Rete di stakeholder. Il Programma HTA
Nonostante sia ancora in fase di sviluppo, il Programma Nazionale HTA è già dotato di una rete di stakeholder e di un albo di 21 centri collaborativi. Marco Marchetti, dirigente dell’unità di HTA dell’Agenas, ha sottolineato l’importanza di creare una connessione tempestiva con i processi di rimborso dei dispositivi medici, individuando strategie innovative per garantire una rimborsabilità equa e sostenibile.
Sostenibilità economica, la proposta di un fondo ad hoc
Pietro Derrico, past president della Società Italiana di Health Technology Assessment (Sihta), ha proposto l’istituzione di un fondo ad hoc per finanziare la valutazione HTA dei dispositivi medici. “È essenziale definire un valore blindato per garantire la sostenibilità economica nel lungo periodo”, ha suggerito Derrico, evidenziando l’importanza di adottare approcci simili a quelli adottati in Germania per integrare i dati di real world evidence.
Integrare politiche sanitarie, il Programma italiano
Rosanna Tarricone, associate Dean della Sda Bocconi School of Management, ha enfatizzato il collegamento unico del Programma Nazionale HTA con le politiche sanitarie del SSN. “Il programma deve mettere in risalto gli aspetti distintivi che caratterizzano l’approccio italiano alla valutazione HTA”, ha affermato Tarricone, sottolineando l’importanza di sviluppare metodi di valutazione allineati alla natura specifica delle tecnologie mediche.
Monitoraggio della performance, ruolo chiave dei registri
Antonella Campanale, dirigente medico dell’Ufficio 5 di vigilanza sugli incidenti con dispositivi medici, sottolinea l’importanza dei registri dei dispositivi medici come strumento strategico per valutare la performance. “La raccolta dati degli impianti protesici mammari nel 2023 è un esempio di come i registri possano migliorare la trasparenza e l’efficacia nell’uso dei dispositivi medici”, ha affermato Campanale.
Focus sul paziente, impatto dell’HTA
Andrea Rappagliosi, chair dell’HTA committee della Medtech Europe, chiude sottolineando l’importanza di misurare l’impatto delle tecnologie mediche sul paziente. “L’HTA offre una piattaforma per valutare tutte le dimensioni che influenzano il beneficio del paziente”, ha concluso Rappagliosi, mettendo in evidenza il ruolo determinante dell’industria nel migliorare continuamente l’assistenza sanitaria.
Guarito dalla talassemia con l’editing genomico
Ricerca innovazione, NewsAddio alle trasfusioni continue grazie all’editing genomico. Sembra un sogno e per molti pazienti affetti da beta-talassemia lo è, ma non per il giovane Michele. Per lui no, perché è guarito per sempre dalla malattia proprio grazie allo studio clinico internazionale Climb-111 che usa la terapia basata su Crispr-Cas9 e che in Italia ha coinvolto l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Spegnere il gene difettoso
La terapia alla quale si è sottoposto il ragazzo punta a “spegnere” un gene difettoso; questo consente il ripristino della sintesi di emoglobina da parte delle staminali del sangue. Si tratta di una procedura che solo di recente è stata autorizzata in Europa e il piccolo Michele è stato uno di quei ragazzi che, testandola su di sé, ha permesso che si arrivasse a questo successo.
Le difficoltà quotidiane della talassemia
Uno dei grandi problemi di Michele era il fatto di essere intollerante ai ferrochelanti, le terapie necessarie per chi si sottopone a trasfusioni, che eliminano l’eccesso di ferro risultante. L’Ota – Osservatorio Terapie Avanzate ha raccolto la testimonianza di Maria, la mamma: Michele era seguito al Cardarelli di Napoli e, oltre alle complicanze quotidiane della malattia, gestire le allergie specifiche era diventato estremamente difficile.
La speranza e la nuova avventura
“Per fortuna ci hanno parlato di questo studio clinico e abbiamo deciso di provarci, Michele per primo ovviamente – racconta la madre -. La scelta è stata la sua, con il nostro supporto. Dopo un colloquio preliminare con Franco Locatelli, Coordinatore del trial sulla talassemia presso il Bambin Gesù, l’avventura è cominciata”.
Infusione di cellule staminali
La procedura per il prelievo delle cellule staminali del sangue da sottoporre ad editing genomico con Crispr è stata fatta nel 2020: “ci siamo trasferiti a Roma per dieci mesi con tutta la famiglia – ricorda Maria -. E il 16 febbraio 2021 è stata per noi la data della svolta”. Dopo l’infusione delle cellule modificate e 86 giorni in camera sterile, per evitare infezioni e tutte le possibili complicanze della procedura, i risultati sono arrivati dopo più di un anno dalla somministrazione.
La lunga attesa
Dopo la terapia sono serviti molti mesi per arrivare al risultato sperato. Una lunga attesa, ripagata dai valori migliorati degli esami del sangue. Dal mese di settembre 2023 il ragazzo è completamente libero dalle trasfusioni. “Noi raccontiamo sempre la nostra storia. È importante parlarne, spiegare cosa comporta, come si convive con la talassemia, come la terapia può cambiare le cose”, conclude mamma Maria.
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L’I.A. può selezionare gli embrioni
NewsL’intelligenza artificiale è già pronta a selezionare agli embrioni prodotti attraverso un ciclo di Procreazione medicalmente assistita (PMA) e destinati al trasferimento nell’utero materno. Benché questo sia un compito riservato oggi agli embriologi, l’I.A. è oggi in grado di eguagliare occhio ed esperienza degli operatori umani. Questo è quanto emerge da uno studio del gruppo Genera presentato al 40° Congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (ESHRE).
Incubatori per gli embrioni
Il dottor Danilo Cimadomo, responsabile Ricerca del gruppo Genera, spiega che la morfologia e il ritmo di sviluppo dell’embrione sono associati alla competenza cromosomica e riproduttiva, ma la loro valutazione rimane soggettiva e poco riproducibile. L’introduzione di incubatori che consentono di filmare gli embrioni in vitro (tecnologia Time-Lapse) ha fornito preziose informazioni sul loro sviluppo preimpianto, ma non ha migliorato la riproducibilità del giudizio dell’occhio umano, quello degli esperti embriologi che nei laboratori studiano e classificano gli embrioni a seconda della loro morfologia. Per questo, ad oggi, il test genetico pre-impianto (PGT) è ancora l’indicatore più attendibile e validato per predire la capacità dell’embrione di dare luogo a una gravidanza.
Nuovo modello di apprendimento
I nuovi modelli di intelligenza artificiale integrati con time-lapse fanno però ipotizzare che sia concreta la possibilità di arrivare ad automatizzare e standardizzare le valutazioni. Per il nuovo studio è stata eseguita un’analisi retrospettiva in cieco di 786 cicli di PGT e 2.184 blastocisti. Sono stati confrontati un approccio di valutazione standard, un approccio di valutazione con time-lapse e un approccio di valutazione mediante intelligenza artificiale. Ebbene l’intelligenza artificiale e le classificazioni tradizionali hanno dato la priorità agli embrioni euploidi con prestazioni comparabili.
Tecnologie cooperanti
“Attualmente gli strumenti di intelligenza artificiale – prosegue Cimadomo – sono oggetto di studio per valutare se possano prevedere in modo non invasivo l’euploidia (lo stato di salute a livello cromosomico) degli embrioni, ma prima di poterli utilizzare in clinica a tal fine avremo bisogno di ulteriori analisi. Soprattutto, se un centro applica quotidianamente il test genetico pre-impianto, che è il miglior indicatore di competenza embrionale, non credo sia così prossimo il momento in cui esso possa essere sostituito da uno strumento di AI. Vedo più probabile, a breve termine, una cooperazione delle due tecnologie nella predizione dell’impianto embrionale”.
Qualità morfologica
Un ulteriore studio del gruppo Genera in collaborazione con due banche di ovociti (Ginefiv e Ginemed), ha inoltre validato in maniera preliminare un test basato sull’intelligenza artificiale per valutare la qualità morfologica di ovociti freschi ottenuti da donatrici e predirne lo sviluppo a blastocisti, cioè la loro capacità, dopo fecondazione, di dar luogo a un embrione all’ultimo stadio di sviluppo possibile prima del trasferimento in utero. Ad oggi, infatti, per massimizzare il successo nei trattamenti di fecondazione assistita con donazione di ovociti ci si basa esclusivamente sul loro numero. Il tool oggetto di studio da parte del gruppo Genera potrebbe fornire informazioni importanti anche sulla loro qualità.
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Sempre più attratti dal sexting
Adolescenti, Genitorialità, NewsFoto e video sexy pubblicati in rete, senza preoccuparsi delle conseguenze. Nonostante gli adolescenti italiani siano consapevoli dei pericoli legati alla pubblicazione di contenuti sessualmente espliciti o “provocanti” sui social network e all’invio di foto intime ai partner, il fenomeno del sexting dilaga. Questo è uno degli aspetti più rilevanti emersi dall’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti italiani, condotta dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard e pubblicata di recente.
Sexting, un fenomeno diffuso
Secondo l’indagine, il 15% delle ragazze e il 10% dei ragazzi ammettono di aver postato almeno una volta sui propri profili social foto o video dal contenuto sessualmente provocante. Questa percentuale sale al 18% nella fascia di età compresa tra i 17 e i 19 anni. Ancora più frequente è l’invio di foto intime al proprio partner: il 55% delle ragazze e il 52% dei ragazzi dichiarano di averlo fatto almeno una volta, con un picco del 75% nella fascia di età più alta.
Contraddizioni
Nonostante questa diffusione, la consapevolezza dei rischi è elevata: il 45% degli intervistati afferma che “non andrebbe mai fatto”, mentre il 34% riconosce che “non è prudente, ma è comprensibile che si faccia”. Questo dato sottolinea una contraddizione tra consapevolezza e comportamento, indicando una forte pressione sociale e la ricerca di approvazione tra pari.
Cambiamenti nelle abitudini social
Al di là del sexting, certo è che la fruizione dei social media tra gli adolescenti sta subendo significativi cambiamenti. Instagram e TikTok rimangono le piattaforme più utilizzate, mentre Facebook è quasi scomparso dal panorama giovanile. Tuttavia, un dato nuovo e preoccupante è l’utilizzo di OnlyFans, frequentato dal 10% delle ragazze e dal 20% dei ragazzi. OnlyFans è una piattaforma nota per la possibilità di pubblicare e visualizzare contenuti a esplicito riferimento sessuale, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e l’esposizione dei giovani a contenuti inappropriati.
Ragazzi voyeur
L’indagine rivela che il ruolo dei ragazzi su OnlyFans è prevalentemente quello di “voyeur”, mentre le ragazze tendono ad essere le protagoniste attive. Questo fenomeno evidenzia una dinamica di genere che merita un’attenzione particolare, sia per quanto riguarda la tutela della privacy sia per le implicazioni psicologiche e sociali.
Preferenze di navigazione
Oltre ai social media, l’indagine esplora anche i tipi di siti web maggiormente frequentati dagli adolescenti. I siti che trattano di salute sono molto popolari, con il 56,3% delle ragazze e il 43,7% dei ragazzi che li visitano regolarmente. Tuttavia, i siti pornografici sono altrettanto frequentati, con il 42,8% delle ragazze e il 64,3% dei ragazzi che dichiarano di visitarli. Questa duplice preferenza indica un interesse verso la salute e la sessualità, temi che spesso non trovano adeguata risposta nei contesti educativi tradizionali.
Educazione sessuale: un bisogno inascoltato
Il tema della sessualità emerge anche nei desideri educativi degli adolescenti. Il 78,4% degli intervistati esprime la volontà di una maggiore presenza dell’educazione sessuale a scuola, considerata attualmente troppo ingessata sui programmi. Gli adolescenti chiedono un’educazione più pratica e meno teorica, che affronti temi come i comportamenti a rischio, il rispetto tra i generi, il bullismo e la Costituzione.
Alla ricerca di una guida
Questa richiesta di maggiore educazione sessuale riflette una necessità di strumenti e conoscenze che possano aiutare i giovani a navigare le complessità della loro vita sociale e personale in modo sicuro e consapevole. Gli adolescenti riconoscono l’importanza di una guida educativa che possa fornire loro le competenze necessarie per affrontare le sfide della sessualità e delle relazioni interpersonali.
Educazione e sostegno
Questa nuova indagine sulle abitudini degli adolescenti e sul sexting svela un quadro preoccupante dei comportamenti sessuali e delle tendenze sui social media tra i giovani. Nonostante la consapevolezza dei rischi, molti adolescenti continuano a pubblicare e inviare contenuti sessualmente provocanti, spinti da dinamiche sociali e da una ricerca di approvazione tra pari. L’aumento dell’uso di piattaforme come OnlyFans e la frequenza dei siti pornografici sollevano importanti questioni sulla tutela dei giovani e sulla necessità di una maggiore educazione sessuale.
Ecco perché le scuole e le istituzioni dovrebbero rispondere a queste esigenze con programmi educativi adeguati che affrontino in modo pratico e realistico i temi della sessualità, del rispetto e della sicurezza online. Solo attraverso un’educazione efficace e mirata sarà possibile fornire agli adolescenti gli strumenti necessari per una navigazione consapevole e sicura nel mondo digitale e reale.
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Ecco perché il peso incide sull’infertilità
Alimentazione, NewsTra infertilità e grasso corporeo esiste un legame diretto e una corretta valutazione del peso è essenziale per le donne che non riescono ad ottenere una gravidanza. La novità è che oggi, grazie ad una semplice radiografia di tutto il corpo si può valutare la composizione corporea di una donna con problemi di infertilità e creare per lei un percorso personalizzato di nutrizione finalizzato a ottimizzare le chance di concepimento.
Esperti riuniti ad Amsterdam
Questo protocollo è stato testato dagli esperti nutrizionisti del gruppo Genera, guidati dalla biologa Gemma Fabozzi, responsabile del centro B-Woman per la salute della donna, in collaborazione con il gruppo di Laura di Renzo, professore ordinario di Nutrizione Clinica dell’Università Tor Vergata di Roma, che hanno presentato i risultati del loro test pilota al 40° Congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (ESHRE) in corso ad Amsterdam.
Non basta l’indice di massa corporea
La dottoressa Fabozzi, prima firma dello studio, spiega che i dati di letteratura dimostrano che essere sottopeso, sovrappeso o obese aumenta il rischio di ripetuti fallimenti d’impianto dell’embrione o di aborto spontaneo, probabilmente a causa del ruolo chiave che il tessuto adiposo esercita nella riproduzione. L’indice di massa corporea (BMI) è l’indicatore più utilizzato per definire le caratteristiche antropometriche; tuttavia, rappresenta un indicatore inadeguato della composizione corporea, con il rischio di calcolare erroneamente la percentuale di massa grassa e di sottostimare il rischio di fallimento riproduttivo.
Piani nutrizionali personalizzati
Il nuovo studio ha voluto analizzare la composizione corporea dei pazienti infertili mediante assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), il gold standard per il calcolo e la localizzazione della massa magra, fornendo un’immagine tridimensionale delle densità degli organi corporei. Una strada che si può percorrere soprattutto al fine di elaborare piani nutrizionali personalizzati per le pazienti con problemi di infertilità.
Lo studio su infertilità e composizione corporea
La sperimentazione ha coinvolto 66 donne, di cui 50 già con figli e 16 con una storia di ripetuti fallimenti di impianto (RIF) di embrioni prodotti tramite fecondazione assistita. È stata eseguita una caratterizzazione della composizione corporea mediante DXA ed è stato scoperto che tale composizione differisce tra pazienti fertili e infertili: rispetto alle donne fertili, le donne infertili con storia di RIF mostrano differenze nella distribuzione dei tessuti soprattutto nella parte inferiore del corpo, e nella mineralizzazione ossea.
La distinzione tra muscoli, grasso e ossa
La professoressa Di Renzo spiega poi che è fondamentale la determinazione della massa corporea, distinta in muscolare, grassa e ossea. La condizione di infertilità è infatti caratterizzata da una riduzione della massa magra con conseguente aumento ed espansione proporzionale della massa grassa, non solo a livello viscerale ma anche periferico. Inoltre, rispetto alle donne fertili, quelle con problemi di infertilità presentano una minore massa ossea a livello del tronco. Una condizione che si presenta a prescindere dal BMI della paziente.
Una fotografia dettagliata
L’obiettivo è dunque quello di arrivare a rendere più oggettivo il modo in cui siamo in grado di valutare la composizione corporea di una donna infertile. Oggi ci si basa sulla BIA (bioimpedenziometria), sul BMI e sul peso, che sono indici di analisi abbastanza imprecisi, ma anche di facile utilizzo.
Con la DXA, una sorta di radiografia full body, si può studiare quanta massa magra e grassa sono presenti, come si distribuiscono, insieme a una fotografia della composizione ossea e lipidica che a quanto pare varia fra chi è fertile e chi è infertile. Gli studi dovranno però proseguire per capire meglio queste differenze e arrivare a elaborare per ogni paziente una terapia nutrizionale e di stili di vita mirata per ogni paziente.
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Labbro leporino, al fianco di famiglie e bimbi
Bambini, Genitorialità, NewsNon far sentire sole le famiglie nelle quali ci sono bambini affetti da labbro leporino. Questo è il messaggio principale dell’Open Day promosso dall’associazione BA.BI.S. Odv insieme al Centro per le Malformazioni Craniofacciali dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. L’evento, dedicato alle famiglie e ai pazienti con labiopalatoschisi, si è tenuto sabato 6 luglio presso la sede dell’Ospedale di Roma-San Paolo, coinvolgendo oltre 150 persone tra bambini, ragazzi, genitori, medici, infermieri e volontari. È stata una giornata di condivisione, di consulenze mediche gratuite, approfondimenti scientifici, laboratori e attività ludiche per i più piccoli, con momenti di confronto tra famiglie e testimonianze di ex pazienti.
Open day: un’iniziativa a doppio impatto
“L’Open Day è una iniziativa che cura in due direzioni”, spiega il professor Mario Zama, responsabile del Centro per le Malformazioni Craniofacciali del Bambino Gesù. “Per le famiglie dei bambini con labiopalatoschisi è un’occasione per non farle sentire sole, per testimoniare che si è parte di una più ampia famiglia acquisita in cui tutti condividono la stessa esperienza di vita. Per il personale sanitario, l’ascolto della voce dei pazienti, dei loro bisogni e delle loro aspettative sui trattamenti, è un patrimonio da trasferire a chi dovrà iniziare il percorso di cura”.
Labiopalatoschisi o labbro leporino: un percorso complesso
La labiopalatoschisi, conosciuta come “labbro leporino,” è la più comune anomalia congenita del cranio e del volto, caratterizzata da una comunicazione diretta tra naso e bocca. In Italia, colpisce circa 600 nuovi nati l’anno. Le cause della malformazione non sono ancora note, ma si ritiene che siano multifattoriali, riconducibili a una combinazione di fattori genetici e ambientali.
Disagio e sofferenza
L’impatto estetico-funzionale e psicologico è significativo, e il percorso terapeutico è molto impegnativo, durando 18-20 anni e, nelle situazioni più complesse, includendo una lunga serie di interventi chirurgici. Nei centri specializzati come quello del Bambino Gesù, anche in età pediatrica, è possibile utilizzare tecniche di microchirurgia ad altissima precisione per ricostruire difetti molto complessi e di grandi dimensioni.
Un percorso condiviso
Per affrontare le difficoltà del percorso terapeutico, è essenziale che le famiglie e i pazienti siano sostenuti e accompagnati dalla diagnosi prenatale fino al termine delle cure presso un unico Centro di riferimento e da un team di specialisti – dal chirurgo plastico allo psicologo – che si occupi di ogni aspetto della patologia.
Punto di riferimento
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù gestisce la più ampia casistica nazionale di pazienti con labiopalatoschisi, prendendo in carico circa 150 nuovi casi ogni anno e seguendo 2.200 bambini e ragazzi in follow-up. Questo impegno continuo è supportato dall’associazione BA.BI.S. Odv – La Banda dei Bimbi Speciali, un’organizzazione di genitori accreditata presso il Bambino Gesù che accoglie famiglie e pazienti adulti, fungendo da punto di riferimento per i pazienti più piccoli.
Il ruolo cruciale dell’Open Day
Durante l’evento presso la sede di San Paolo, sono state tante le consulenze mediche gratuite, gli approfondimenti scientifici sulla labiopalatoschisi e sulla microchirurgia in età pediatrica a cura degli specialisti del Bambino Gesù, oltre a momenti di confronto tra famiglie, medici e infermieri, e racconti delle esperienze di genitori ed ex pazienti.
Il ruolo del gioco
I più piccoli hanno partecipato a momenti di intrattenimento, animazione e spettacoli. Nei laboratori, attraverso il gioco, alcuni pazienti hanno potuto comprendere meglio le terapie che devono affrontare. “L’obiettivo dell’iniziativa è quello di essere accanto a chi vive periodi di difficoltà a causa di patologie complesse,” sottolinea Paola Cascione, presidente di BA.BI.S. “È un momento di vicinanza che favorisce la relazione tra famiglie e personale sanitario, in un clima di vero e concreto sostegno reciproco”.
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I sintomi
Diagnosi precoce
Presa Weekly 5 Luglio 2024
PreSa WeeklySanità digitale, AI e comunicazione al centro dell’evento Mesit
Eventi PreSa-Mesit, Economia sanitaria, News, Ricerca innovazioneLa sanità digitale sta rivoluzionando ogni ambito, inclusi i modi di comunicare. Le opportunità e le sfide sono state discusse nell’evento”Talking Health: La sanità del futuro tra comunicazione digitale, AI e innovazione tecnologica“, promosso dalla Fondazione Mesit, con il supporto non condizionante di Sanofi Italia, nella sede di Confitarma a Roma.
Dai primi dati dell’indagine che sta portando avanti Presa, emerge l’apertura dei cittadini verso l’innovazione, sebbene il medico rimanga la fonte più affidabile. Il presidente della Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio, aprendo il dibattito ha sottolineato l’importanza della componente umana a completamento delle nuove tecnologie.
La Sanità digitale in Italia
In Italia, il PNRR sta spingendo verso la sanità digitale: entro 2 anni adotteremo il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina su tutto il territorio. Saranno necessarie, quindi, nuove infrastrutture per gestire i dati in modo sicuro, modelli organizzativi e competenze per integrare il digitale alla cura e l’assistenza. La senatrice Elena Murelli, intervenendo al dibattito, ha fatto il punto sulle ultime audizioni sul Decreto liste d’attesa e su quelle previste per il Decreto intelligenza artificiale. “Sono due decreti importantissimi – ha affermato – il Governo sta mettendo molta attenzione sulla digitalizzazione nel sistema sanitario. Anche perché il nostro Governo parte da un principio cardine per cui i soldi utilizzati in sanità sono un investimento e non un costo”, ha concluso.
Sen. Elena Murelli
Spazio europeo dei dati sanitari entro il 2028
Al centro del dibattito, l’importanza dei dati e la loro gestione sicura. Il presidente di Netgroup, Giuseppe Mocerino ha ribadito la necessità di una visione politica e una “sovranità europea dei dati”, ricordando che il 20% degli attacchi informatici avviene in ambito sanitario.
Entro il 2028, l’Europa avrà uno Spazio europeo dei dati sanitari, essenziali per migliorare la ricerca, le cure e la qualità di vita dei cittadini, come ha ricordato il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, appena riconfermato presidente dell’Associazione delle imprese farmaceutiche per il biennio 2024-2026. Sulla proposta di legislazione farmaceutica europea ha ribadito la necessità di un cambio di rotta per non continuare a perdere terreno in un contesto globale sempre più competitivo.
In Italia la spesa per la sanità pubblica aumentata nell’ultimo anno del 22%
La spesa per la sanità digitale nel 2023 è aumentata del 22% rispetto al 2022, come rilevato dall’analisi di Deborah De Cesare, direttrice dell’Osservatorio Sanità Digitale. L’Intelligenza Artificiale avanza rapidamente, accelerando anche lo sviluppo di nuove terapie, sebbene linee guida e normative spesso la rincorrano, ha spiegato De Cesare.
Al dibattito è intervenuto anche il direttore generale di Confitarma Luca Sisto, ribadendo come innovazione tecnologica e digitale siano al centro della salute anche a bordo delle navi e di come siano necessarie regole chiare e tempi ridotti.
Il contrasto alle fake news
Una delle sfide principali legata alle nuove tecnologie, è quella di rendere il cittadino informato, contrastando il fenomeno delle fake news che minacciano la salute e la sicurezza. L’attenzione dell’utente è precipitata rendendo sempre più difficile conciliare l’approfondimento scientifico con i nuovi criteri di immediatezza.
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