Rosolia Congenita: l’eradicazione è possibile. Lo dice una ricerca della Federico II di Napoli. Ormai da un decennio il Ministero della Salute ha formulato un piano nazionale di eradicazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRC). Purtroppo, verificando regione per regione il livello della copertura vaccinale per queste due malattie ci si rende conto che sul registro del Ministero i dati riguardanti la Campania sono fermi al 2008. Per dare un’inversione di tendenza a questa situazione preoccupante il professor Raffaele Orlando (direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Virali della Federico II di Napoli) assieme alla sua équipe di infettivologi, ha intrapreso un’indagine avvalendosi della preziosa collaborazione del reparto di Ostetricia. Il progetto ha coinvolto 131 donne in gravidanza alle quali è stato sottoposto un questionario in forma anonima volto a rilevare se fosse presente uno stato di protezione nei confronti della rosolia. IN pratica se avessero fatto il vaccino o se avessero già avuto la rosolia. Le domande sono anche servite a comprendere se queste donne fossero consapevoli dei rischi che questa malattia, se contratta in gravidanza, può causare al nascituro.
I risultati dell’indagine
L’esito della ricerca ha dato un’indicazione inequivocabile: la scarsa copertura vaccinale è la diretta conseguenza dell’inadeguata conoscenza dei rischi associati alla rosolia congenita, dal momento che le donne ignare dei rischi non si preoccupano di rimediare al pericolo vaccinandosi. Per questo motivo le pazienti “arruolate” sono state adeguatamente informate dal personale della Federico II rispetto alle possibili conseguenze per il nascituro. Il risultato? Quasi tutte hanno chiesto di essere sottoposte al vaccino subito dopi il parto.
I rischi e le esperienze pregresse
Tra i pericoli connessi alla rosolia in gravidanza c’è una maggiore incidenza di aborti, la possibile cecità del bimbo o la sordità neurosensoriale e malformazioni cardiache. Già nel 2015 l’equipe del professor Orlando aveva condotto uno studio legato agli studenti di Infermieristica, Infermieristica Pediatrica e Ostetricia della “Federico II”, mirato alla valutazione della percezione del rischio di morbillo e rosolia tra i giovani. Anche in quel caso lo studio aveva incentivato gli studenti alla vaccinazione.
La strada giusta
«Direi un buon esempio – spiega il professor Orlando – di come formazione e informazione siano la chiave di volta per raggiungere certi risultati. Un esperimento da estendere senz’altro nel territorio campano per tenerci al passo con le altre Regioni e rispettare gli impegni presi con il Ministero della Salute in merito alla vaccinazione per rosolia». Si può dire che sulle direttive nazionali per l’eradicazione della rosolia congenita, la Regione Campania, grazie all’attiva collaborazione della Federico II, può rispondere “presente”.