I benefici per la salute dell’attività fisica continuano a essere oggetto di studio della ricerca scientifica e i risultati allungano la lista di giorno in giorno. Secondo un ultimo studio, la camminata veloce è in grado di rallentare la degenerazione e aiutare la cartilagine. La ricerca è stata realizzata dall’Università di Verona e i risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Molecular Sciences. I marcatori del rischio di artrosi e di altre patologie osteoarticolari si riducono dopo appena un mese di allenamento.
Camminata veloce contrasta l’artrosi
Il ruolo dell’attività fisica si conferma determinante per la salute a tutte le età. Lo sport aiuta a mantenere un peso sano, fa bene al cuore e al cervello e allontana l’invecchiamento.
Lo studio, realizzato dall’Uoc di Recupero e Rieducazione Funzionale con la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’università di Verona, dimostra che è sufficiente una camminata veloce, a patto che sia svolta con regolarità. In altre parole, anche un esercizio semplice può influenzare positivamente almeno due marker molecolari dell’invecchiamento di ossa e cartilagini, proteggendo dall’insorgenza di patologie degenerative legate all’età, come l’artrosi.
Lo studio
Il team di scienziati ha preso in considerazione la molecola miR-146b-5p, coinvolta in diverse patologie degenerative, che vanno da tumori della tiroide e del colon-retto, all’ictus, a disturbi osteoarticolari. Per verificare in che modo i livelli di questa molecola vengano influenzati dall’attività fisica è stato reclutato un gruppo di volontari impegnati in un programma di esercizio che prevedeva tre sessioni di camminata veloce a settimana, per quattro settimane. Al termine del programma i ricercatori hanno prelevato il sangue dei partecipanti, analizzando la quantità di miR-146b-5p e confrontandola con i risultati delle analisi effettuate prima dell’inizio. I risultati hanno rivelato che la produzione di questa molecola di microRna era diminuita grazie all’attività fisica.
La molecola miR-146b è già stata esplorata in molte condizioni fisiopatologiche, lo studio pilota veronese ora ne ha evidenziato per la prima volta gli effetti sull’invecchiamento e i suoi processi degenerativi.
Aumenta la cartilagine
Lo studio dimostra che l’attività fisica personalizzata rallenta l’attività molecolare di invecchiamento, i processi degenerativi dell’età e aumenta l’autoproduzione di cartilagine. Per identificare questo marcatore di invecchiamento negli esseri umani, gli scienziati hanno indagato l’attività del miR-146b-5p circolante nel sangue.
Attraverso metodiche molecolari è stata osservata una riduzione dei livelli di miR-146b-5p circolanti in seguito al completamento del programma di attività fisica. Questa riduzione si associa alla diminuzione di cellule adipogeniche e aumento della componente cartilaginea.
Diminuiscono inoltre i livelli di marcatori associati alla degenerazione cartilaginea, mettendo in luce il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione delle patologie osteoarticolari.
Come fare la camminata veloce
In conclusione, per un invecchiamento in salute gli scienziati suggeriscono uno stile di vita sano che include l’allenamento, anche semplice, come quello testato dal programma Aoui. L’attività consiste in tre sessioni di camminata veloce a settimana per un totale di 4 settimane.
Ogni sessione è supervisionata da un fisioterapista e comprende 10 minuti di riscaldamento a bassa intensità, 30 minuti di camminata a 6-8,5 km/h e 5 minuti di defaticamento. Il prelievo ematico è stato effettuato prima e dopo il programma di 4 settimane.
Per essere efficace, la camminata deve essere rullata (appoggiando prima il tallone e poi la punta), con un passo allungato e il busto proteso in avanti, senza bastoncini ma con l’avambraccio piegato.