Nel 2021 quasi otto milioni di italiani di età superiore a 11 anni ha avuto un consumo di alcol a rischio per la salute. In particolare, si tratta di 7,7 milioni, di cui tre milioni e mezzo hanno bevuto per ubriacarsi. Invece, 750 mila sono stati i consumatori che hanno provocato un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale.
Se è vero che molti valori sono diminuiti tornando ai livelli pre-pandemici, è altrettanto vero che questi erano comunque elevati. I decrementi, registrati quasi sempre per gli uomini e non per le donne, sono distanti dal raggiungimento degli Obiettivi di salute sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Iss, che ha rielaborato i dati Istat in occasione dell’Alcohol prevention day (Apd). I dati sono stati illustrati nel corso di un workshop internazionale presso la sede dell’Iss.
“I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione di ritorno ai livelli pre-pandemia Covid-19, anche se cresce l’esposizione al rischio da parte delle donne, tanto giovanissime, quanto anziane – afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’Ona-Iss -. Al fine di delineare la roadmap di una prevenzione nazionale ma anche mirata, il più efficace possibile, è necessario intercettare tutti i consumatori a rischio, a sostegno oltretutto degli obiettivi delle strategie europee e globali”.
I numeri in Italia
Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia – 20 milioni gli uomini e 16 le donne, pari al 77% dei maschi e al 56% delle femmine – è ricco di dettagli. Dieci milioni e mezzo di italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente.
Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.370.000 tra 11 e 25 anni, di cui 620.000 minorenni), le donne (circa 2,5 milioni, in crescita dal 2014, con punte massime di consumatrici a rischio del 29% tra le minorenni 16-17enni), gli anziani (2,6 milioni, di cui uno su 3 e quasi una su 10 over65 sono a rischio: eccedono su base quotidiana e consumano fuori pasto).
Spiccano i 3,5 milioni di binge drinker, soprattutto maschi di tutte le età (83.000 sono minori). Anche qui si registra una diminuzione in direzione dei livelli del 2020, ma non per le donne. Queste ultime sono stabili, senza alcun accenno dunque al calo dei consumi tesi all’intossicazione.
Inoltre, i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono stati 750.000, anche qui in diminuzione rispetto agli 830.000 del 2020. Tuttavia a decrescere sono ancora una volta gli uomini ma non le donne, per le quali si continua a registrare un incremento che ha condotto a quota 300.000 le consumatrici con danno da alcol.
Dei 750.000 consumatori dannosi con Disturbi da uso di alcol (Dua) in necessità di trattamento, solo l’8,5% è stato intercettato. Un totale di 63.490 alcoldipendenti in carico ai servizi del Sistema sanitario nazionale (Ssn), con costante e preoccupante decrescita.
La situazione negli ospedali, infine, testimonia quanto descritto finora. Nel 2021, si sono registrati 35.307 accessi ai Pronto soccorso (Ps) – di cui il 10 % circa richiesto da minori, per le ragazze in proporzione doppia rispetto ai coetanei – e 45.270 dimissioni ospedaliere, causati entrambi dall’alcol, segnando in un anno un incremento, rispettivamente, del 20.2% e del 4.2%.
Alcol e tumori, cosa dicono gli esperti
Secondo la letteratura scientifica, tutti i tipi di bevande alcoliche, vino incluso, aumentano il rischio di tumore. Lo ha chiarito di recente William Klein, direttore del Programma di ricerca comportamentale del National Cancer Institute (NCI) di Bethesda, Maryland, e coordinatore di un recente studio.
In particolare, ribadiscono anche gli esperti di AIRC, l’alcol non aumenta solo la probabilità di sviluppare un tumore del fegato negli alcolisti cronici. La pericolosità aumenta anche per molti altri tipi di tumore, tra cui quello del seno, nelle donne e negli uomini.
Il rischio di sviluppare un tumore è proporzionale all’esposizione: più si beve e per più tempo si beve, e più elevato è il rischio. La probabilità aumenta ancora di più per chi beve e fuma: alcol e tabacco hanno infatti un effetto sinergico.
Inoltre, l’alcol è cancerogeno indipendentemente dalla tipologia di bevanda. Il vino, rispetto alla birra e ai liquori, non ha effetti positivi sulle coronarie. Gli esperti ribadiscono che si tratta di un falso mito e che non ci sono dosi sicure o aspetti positivi che possano sopperire al danno. Anche a dosi moderate, il vino aumenta il rischio di andare incontro ad altri eventi cardiovascolari, per cui non può in ogni caso essere considerato salutare – mette in guardia Airc.