L’Italia ha scelto di vietare la produzione e la vendita di carne sintetica (anche detta carne coltivata). La decisione è diventata ufficiale con la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha promulgato la legge che contiene le disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati, nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.
Favorevoli e contrari
La promulgazione della legge sembra aver riacceso un dibattito che sembrava sopito, ma che in realtà è sempre rimasto più che vivo. I consumatori, gli agricoltori e gli ambientalisti guardano con dubbio a questa nuova frontiera alimentare, prodotta in laboratorio attraverso tecniche di ingegneria cellulare. Le domande che solleva molte, di carattere etico, ambientali ed economico. Uno dei principali dubbi riguarda la sicurezza alimentare e la salute umana. Mentre i sostenitori della carne sintetica enfatizzano la possibilità di ridurre il rischio di malattie trasmesse dagli animali e l’impatto ambientale negativo dell’allevamento intensivo, ci sono preoccupazioni riguardo alla possibile presenza di sostanze chimiche e alla mancanza di studi a lungo termine sulla salute umana.
I dubbi
Inoltre, la transizione verso la carne sintetica potrebbe minacciare l’industria tradizionale della carne, con conseguenze economiche e sociali. Gli allevatori italiani, già colpiti da sfide come il cambiamento climatico e le crisi sanitarie degli animali, temono la perdita di posti di lavoro e la scomparsa delle loro tradizioni centenarie. Dal punto di vista ambientale, la carne sintetica può sembrare una soluzione più sostenibile, riducendo le emissioni di gas serra e l’utilizzo di terreni agricoli. Tuttavia, alcuni esperti avvertono che il processo di produzione della carne sintetica richiede ancora notevoli quantità di energia e risorse, sollevando dubbi sulla sua reale eco-sostenibilità. Infine, la questione etica è un altro nodo cruciale. Molti consumatori sono divisi tra la consapevolezza degli impatti ambientali dell’allevamento animale e ‘’insicurezza di accettare un prodotto che, nonostante sia “carne” nel nome, è il risultato di processi tecnologici avanzati.
L’Europa
Chiaramente, la decisione dell’Italia ha subito suscitato una reazione dell’Europa. La portavoce della Commissione per il Mercato interno, Johanna Bernsel, ha confermato la ricezione dalla notifica relativa alla legge italiana che vieta la vendita della carne coltivata in laboratorio. La nuova notifica – ha spiegato Bernsel – verrà analizzata nel merito, nella sostanza, a prescindere dalla procedura legislativa. La compatibilità con il diritto Ue non è influenzata dalla procedura. Per quanto riguarda la tempistica, l’obbligo è di notificare i progetti di legge. A quanto ne sappiamo, la legge non è ancora vigente in Italia. L’obiettivo è che i progetti vengano notificati, in modo che le leggi in contrasto con il diritto Ue non entrino in vigore negli Stati membri.