Tumore del rene, addio al bisturi con la crioablazione
Nel pieno della pandemia da coronavirus pare quasi che tutte le altre patologie, anche ben più letali, siano passate in secondo piano. Non è così, ed è importante ribadirlo con forza. Ecco perché la Giornata Nazionale del Malato Oncologico, celebrata ogni anno nella terza domenica di maggio, vuole ricordare che i tumori sono purtroppo tra le prime cause di morte ma, anche, una delle grandi sfide che la scienza e la medicina moderna sono impegnate a vincere. E qui torna centrale il valore della prevenzione, perché grazie alla diagnosi precoce, almeno un paziente su quattro guarisce.
CARCINOMA A CELLULE RENALI
Una neoplasia della quale si sente parlare spesso è il carcinoma a cellule renali (RCC), il più comune tipo di carcinoma renale negli adulti e il terzo tumore maligno più frequente del tratto urinario. Secondo i più recenti dati di prevalenza, in Italia ci sono circa 130.000 pazienti con diagnosi di carcinoma renale, con 11.800 nuovi casi ogni anno. Questa malattia colpisce prevalentemente gli uomini tra i 60 e 70 anni, con un tasso di mortalità del 2% sul totale delle morti per tumore. Un nemico subdolo perché spesso asintomatico, anche se talvolta dei campanelli d’allarme ci sono. A metterci in guardia può essere la presenza di sangue nelle urine, l’ipertensione, o l’ipercalcemia. Di questo tumore non si conoscono le, ma può esistere una certa familiarità; altri fattori di rischio possono essere il fumo, l’obesità o l’ipertensione.
CHIRURGIA
Il più delle volte il carcinoma renale viene affrontato con trattamenti chirurgici per la rimozione parziale del rene (nefrectomia parziale), effettuati per via laparoscopica o robotica. Ma il trattamento chirurgico, comunque associato a possibili complicanze (intorno al 20%), prevede un lungo ricovero ospedaliero, che di questi tempi non è il massimo. In piena pandemia si punta infatti ad alleggerire le strutture ospedaliere e contenere ogni possibile forma di contagio.
CRIOABLAZIONE
Ecco perché per questo tipo di tumore molti ospedali stanno optando per la crioablazione, (tra i sistemi più avanzati quelli di Boston Scientific) una procedura mininvasiva ed efficace per trattare lesioni tumorali libere da diffusione metastatica. Si procede dunque senza ricorrere alla chirurgia, ma attraverso semplici “punture cutanee”, guidate da tecnologie ecografiche o radiologiche. Attraverso l’applicazione di diversi aghi e in base alla dimensione della lesione da trattare è possibile congelare diverse aree dell’organo colpito, generando la morte delle cellule malate attraverso frequenti cicli alternati di congelamento e riscaldamento.