Obesità, ecco il reality made in Campania
L’obesità va in prima serata con le vite al limite di Rosarita (242 kg), Pasquale (312 kg), Maria Elena (252 kg), Giovanni (277 kg), Costanza (248 kg) e Raffaele (256 kg). Sono loro i sei protagonisti de «La clinica per rinascere -Obesity center Caserta», nuovo format originale prodotto da Endemol Shine Italy S.p.A con la collaborazione di Pesci Combattenti S.r.l per Discovery Italia. La serie ha preso il via lunedì 7 maggio, alle 21:10 su Real Time e non è un caso che sia girata a Caserta. Visto che proprio il dipartimento di chirurgia della clinica Pineta Grande di Castel Volturno è oggi un polo di riferimento per gli interventi di chirurgia bariatrica, e visto che la Campania è tra le regioni più «grasse» d’Italia.
Sei episodi
Ogni puntata è dedicata ad un protagonista, la storia di una persona obesa che ha deciso di prendere in mano la propria vita e cambiarla, tornando a un peso normale. Per questo si affidano al dottor Cristiano Giardiello, direttore del dipartimento di Chirurgia. Durante il percorso la vita dei protagonisti verrà costantemente documentata dalle telecamere e loro stessi racconteranno il loro percorso attraverso i videoselfie che invieranno al dottor Giardiello, il chirurgo che offrirà loro la possibilità di rinascere con un intervento di riduzione dello stomaco, e alla sua équipe, composta anche da una psicologa e da una dietista.
I dati
Dall’80 ad oggi l’obesità è triplicata e nei prossimi dieci anni si prevede un ulteriore aumento, verificando i dati di ‘Okkio alla Salute’ che già indicano in Campania il 46% di sovrappeso e obesi è facile prevedere che entro il 2020 più di un campano su due sarà a rischio andando ad aggravare la situazione già disastrosa per i cittadini campani che detengono il record negativo sia tra gli adulti che tra i minori e si può prevedere una mortalità maggiore per questi motivi. E ad aggravare la situazione diventa sempre più difficile curarsi perché l’ultimo decreto regionale (decreto n° 4 del 17/01/2018) ha contribuito a rendere ancora più difficile la fruibilità di pacchetti ambulatoriali complessi per l’obesità.