Il raffreddore non viene per il freddo. Le vere cause
Il raffreddore è un’infezione virale. In sostanza dipende dalla presenza di un virus e non dall’aver preso freddo. Un legame con quest’ultimo tuttavia esiste. Con le basse temperature, infatti, diminuisce l’attività del sistema immunitario e i virus trovano più facile accesso.
Le cause del raffreddore
Il raffreddore può essere causato da oltre 200 differenti virus, ma i più comuni sono i rhinovirus. La trasmissione è facile: basta stare a contatto con una persona raffreddata. Si tratta di una patologia virale a carico delle prime vie respiratorie che interessa in particolare naso e gola. L’infezione viene trasmessa prevalentemente per via aerea – spiega il dottor Giovanni Colombo, otorinolaringoiatra di Humanitas e responsabile di otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X –il virus si diffonde attraverso minuscole gocce di secreto nasale o saliva emesse attraverso tosse, starnuti o parlando. Molti virus del raffreddore resistono fino a 18 ore fuori da un organismo, quindi un ambiente può restare infetto per lungo tempo; invece, in media, una persona raffreddata è più contagiosa nei primi tre giorni in cui sviluppa la sintomatologia.
Chi è più a rischio contagio
I bambini di età inferiore ai sei anni, soprattutto se frequentano asili nido e scuole dell’infanzia, sono più a rischio di contrarre il raffreddore. Questo vale anche per le persone con un sistema immunitario fragile, per esempio per via di una malattia cronica o di un deficit del sistema immunitario anche lieve. Rischiano di contrarre più facilmente il raffreddore anche le persone che fumano.
Sintomi del raffreddore
In genere i sintomi del raffreddore si manifestano dopo pochi giorni dal contagio. I più comuni sono: naso chiuso, mal di gola, tosse, starnuti, presenza di muco, voce rauca, sensazione di malessere e stanchezza. In alcuni casi, ai sintomi si possono aggiungere febbre, mal di testa e dolori muscolari, riduzione o perdita dell’olfatto e del gusto. In alcuni casi anche irritazioni a occhi e orecchie.
In generale, spiega l’esperto, i sintomi sono più forti nei primi due o tre giorni, per poi affievolirsi e risolversi nell’arco di 7-10 giorni. La tosse può persistere per due o tre settimane. Nei bambini sotto i cinque anni, i sintomi possono rimanere fino a 14 giorni.
Raffreddore o influenza?
Influenza e raffreddore hanno sintomi simili, ma sono causate da agenti virali differenti. Nel caso dell’influenza tra i sintomi possono manifestarsi anche forti dolori muscolari ed astenia. “Il raffreddore, di solito, si risolve da solo senza particolari strascichi –spiega l’esperto. A volte, però, l’infezione può diffondersi alle basse vie aeree, alle orecchie o ai seni paranasali e causare complicazioni”. Possono insorgere: sinusiti per sovrainfezione batterica (con la presenza di secrezioni giallo-verdi); otite media, frequente nei bambini sotto i cinque anni (con mal d’orecchio e febbre alta sopra 38 °C); infezioni delle basse vie aeree come bronchiti o polmoniti con tosse persistente e mancanza di respiro.
Luoghi chiusi più a rischio
La qualità dell’aria che si respira fa la differenza. Quando fa freddo, si tende a stare molto tempo al chiuso, magari in ambienti condivisi con altre persone. Questo aumenta il rischio di contrarre malattie respiratorie. “L’aria fredda che entra dall’esterno è meno dannosa per la salute delle vie respiratorie di quella viziata che si trova all’interno – sottolinea l’esperto di Humanitas. Adenovirus e Rhinovirus, che per riprodursi hanno bisogno di temperature inferiori a quella interna dell’organismo umano (tra i 36 e i 37 °C), si diffondono attraverso l’aria e possono resistere al di fuori del corpo umano fino a 18 ore. Per prevenire il contagio è importante lavare spesso le mani e usare la mascherina in luoghi affollati. Per quanto riguarda la cura, conclude l’esperto, il riposo e l’isolamento sono i migliori rimedi per aiutare il corpo a guarire, evitando che il virus colpisca altre persone.