«Siamo lieti di annunciare che i risultati dello studio di fase III ALUR avvalorano ulteriormente l’uso di alectinib nel trattamento dei pazienti colpiti da carcinoma polmonare ALK-positivo che hanno bisogno di nuove opzioni terapeutiche dopo essere andati incontro ad una progressione con chemioterapia e crizotinib». A parlare di quella che è più di una speranza per moltissimi pazienti è Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. «I risultati di questo studio – aggiunge – saranno alla base delle discussioni che sosterremo con le autorità sanitarie mondiali, per poter rendere alectinib disponibile ai pazienti il più velocemente possibile». Dai risultati dello studio di fase III «ALUR» è emerso infatti che alectinib ha determinato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti colpiti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato (metastatico) ALK-positivo, andati incontro a una progressione dopo la chemioterapia a base di platino e crizotinib, rispetto al trattamento con la sola chemioterapia.
Un nemico da sconfiggere
Non è un coso che una notizia così importante arrivi dal colosso farmaceutico svizzero, infatti il tumore del polmone è una delle principali aree di interesse e investimento per Roche, che è da sempre impegnata nello sviluppo di nuovi approcci, farmaci e test che possano essere di aiuto per chi è colpito da questa grave malattia. L’obiettivo è dunque quello di fornire un’opzione terapeutica efficace a tutti coloro che ricevano una diagnosi di tumore del polmone e ad oggi Roche dispone di quattro farmaci approvati per il trattamento di alcuni tipi di tumore del polmone, oltre ad avere in fase di sviluppo più di dieci farmaci che hanno come target le più comuni cause genetiche che scatenano le diverse forme di tumore del polmone o che potenziano il sistema immunitario per indurlo a combattere la malattia.
Alectinib
Quanto all’alectinib si tratta di un farmaco da assumere per via orale in fase di sviluppo ideato da Chugai Kamakura Research Laboratories ed è pensato per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non microcitico (NSCLC) i cui tumori vengono definiti ALK-positivi. Il NSCLC ALK-positivo si sviluppa spesso nei pazienti più giovani che hanno un passato da fumatori leggeri o addirittura che non hanno mai fumato. Viene quasi sempre riscontrato in coloro che presentano una forma specifica di NSCLC chiamata adenocarcinoma. Alectinib è attualmente approvato negli Stati Uniti, in Kuwait, Israele, Hong Kong, Canada, Corea del Sud, Svizzera e India per il trattamento dei pazienti con NSCLC ALK-positivo avanzato (metastatico) che siano andati incontro a progressione dopo la terapia con crizotinib o intolleranti a questo farmaco, e in Giappone per i pazienti con NSCLC ALK-positivo metastatico, recidivante o non completamente asportabile mediante chirurgia (non resecabili).
Risultati importanti
In un’analisi dei dati aggregati relativi agli endpoint degli studi NP28673 e NP28761, alectinib si è dimostrato attivo nelle metastasi cerebrali, questo sta ad indicare la possibilità che il farmaco riesca a penetrare la barriera ematoencefalica. Il cervello, infatti, è protetto da una rete di cellule strettamente giunte tra loro che rivestono le pareti interne dei vasi sanguigni presenti nel cervello e nel midollo spinale. Per impedire alle molecole di agire sul cervello, la barriera ematoencefalica mette in atto una serie di espedienti, tra cui l’espulsione attiva delle stesse attraverso un processo noto come efflusso attivo. Il sistema di efflusso attivo non riconosce alectinib, il quale può quindi attraversare liberamente il tessuto cerebrale. Lo studio globale di fase III ALEX prevede l’utilizzo di un test sviluppato da Roche Diagnostics.