La rimborsabilità della PrEP decretata da AIFA nel 2023 – attesa da sei anni – ha rappresentato una svolta nella prevenzione dell’HIV. Tuttavia, la comunità scientifica e la Community dei pazienti auspicano l’approvazione da parte di AIFA della Long Acting PrEP, che permetterebbe due mesi di copertura preventiva. Questi sono alcuni dei messaggi emersi dalla Conferenza Stampa “PrEP e Innovazione” nell’ambito della 16° edizione di ICAR – Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, appena conclusa all’Università Cattolica di Roma.
Dati HIV 2022
Nel 2022, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a 3,2 nuovi casi per 100mila residenti. In particolare, la proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale era del 43% (25,1% maschi e 17,9% femmine), quella in maschi che fanno sesso con maschi 40,9% e quella attribuibile a persone che usano sostanze stupefacenti 4,3%.
La Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) previene l’infezione del virus hiv. Si tratta di un mezzo di protezione efficace soprattutto per le fasce più esposte al virus secondo i dati epidemiologici: Maschi che fanno Sesso con Maschi (MSM), donne ad alto rischio, transgender, sex worker. La PrEP orale, l’unica disponibile oggi, si può assumere in modo continuativo, con una pillola al giorno, oppure on demand, al bisogno, in caso di episodio a rischio.
Bilancio a un anno dalla PrEP
A un anno dalla rimborsabilità della PrEP orale nel nostro Paese, l’indagine PrIDE – che ha coinvolto 62 centri ICONA e 3 checkpoint tra dicembre ’23 e gennaio ’24 – certifica che gli assuntori di PrEP orale sono stati 11.675 persone, di cui il 50,1% in Lombardia e il 17,9% nel Lazio. In particolare, emerge che il rapporto tra le persone con HIV e gli utilizzatori di PrEP orale non è omogeneo nelle varie regioni italiane (Lombardia 6,84; Lazio 9,60). Difatti, la diffusione della PrEP orale presenta vari ostacoli, tra cui i pochi centri di riferimento, la limitata erogazione sul territorio, i rischi legati all’aderenza e allo stigma, sottolineano gli specialisti.
Tre ricerche italiane sul bisogno della Long acting PrEP
A ottobre 2023, un secondo presidio di prevenzione dell’HIV, la cosiddetta Long Acting PrEP, ha ricevuto il via libera dall’EMA. Le sue potenzialità sono state confermate da diversi studi italiani.
Un’indagine diffusa su canali digitali specifici della popolazione LGBTQIA+ ha raggiunto 1419 persone: solo il 27% di queste ha dichiarato di assumere PrEP orale, facendo così emergere un margine ampio in cui l’offerta preventiva di HIV ancora stenta a penetrare.
La ricerca ha inoltre evidenziato due caratteristiche dei rispondenti correlate all’interesse per la Long ActingPrEP: l’assunzione della PrEP orale e la conoscenza dell’equazione preventiva U=U. Oggi, dunque, Long Acting PrEP nella popolazione LGBTQIA+ si associa un profilo di persona ben informata e proattiva nella volontà di prevenire HIV.
Una seconda indagine, svolta a marzo 2024 sugli utilizzatori di PrEP orale nel checkpoint di Milano, ha messo in evidenza come dei 419 rispondenti (98% maschi e 70% laureati) ben il 74,9% abbia mostrato interesse per la Long Acting PrEP. Di questi, oltre la metà ha dichiarato di averne scarsa informazione. La stanchezza per l’assunzione delle compresse e anche per l’approvvigionamento delle stesse, così come il sentirsi dipendente da una compressa per fare attività sessuale in libertà sono gli aspetti che hanno caratterizzato gli interessati alla Long Acting PrEP in questa indagine.
Infine, una ricerca su 1056 utenti utilizzatori di PrEP orale di Milano, in centri in cui la community è presente, ha riscontrato che il 27,8% di persone potrebbe beneficiare della Long Acting PrEP a causa di problemi con la PrEP orale principalmente legati all’aderenza, ma anche alla tossicità.
Aderenza e stigma tra gli ostacoli
“La PrEP rappresenta una strategia centrale per vincere la battaglia della prevenzione delle nuove infezioni da HIV – commenta la Prof.ssa Antonella Cingolani, copresidente ICAR -. L’importanza della rimborsabilità decretata da AIFA nel 2023 è riscontrabile nei numeri, con gli utenti che sono più che raddoppiati. Tuttavia, a causa del ritardo accumulato e degli ostacoli che permangono nell’accesso alla PrEP, siamo ancora molto lontani dagli standard di altri Paesi europei. In virtù dei diversi studi che ne confermano la validità, sarà pertanto auspicabile poter disporre anche della Long Acting PrEP a fianco della PrEP orale”.
“Attualmente vi sono ancora problemi di diverso tipo – commenta Massimo Farinella, copresidente ICAR –. Anzitutto, persistono i costi di monitoraggi, visite e controlli contestuali alla PrEP; vi è poi un problema di aderenza, di stigma e di scarso coinvolgimento del territorio, visto che è accessibile solo nelle farmacie ospedaliere. Pertanto, con la Long Acting PrEP si potrebbero colmare alcune di queste lacune, completando così l’offerta di una strategia preventiva per combattere la diffusione dell’HIV come già approvato a livello europeo”.
“La PrEP, in tutte le sue forme, orale e Long Acting, è un elemento chiave di sanità pubblica per la lotta alla diffusione dell’HIV – aggiunge il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT –. In particolare, la Long ActingPrEP è uno strumento di prevenzione dell’HIV, riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per le persone a rischio sostanziale di infezione, che amplia l’offerta complessiva delle diverse modalità di prevenzione per un virus per cui non esiste un vaccino”.