Tempo di lettura: 5 minutiIn Italia le malattie delle valvole cardiache sono destinate ad aumentare. Colpiscono annualmente il 13 per cento degli individui di età superiore ai 65 anni. Lo studio Prevasc (PREvalenza delle malattie cardioVASColari) condotto dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) sugli over 65, ha rivelato che su oltre 800 persone esaminate, il 7 per cento di chi aveva più di 80 anni era affetto da stenosi aortica, il 10 per cento da insufficienza mitralica, il 15 per cento da fibrillazione atriale o scompenso cardiaco. L’Italia è il Paese più anziano d’Europa, con il 24,1 per cento della popolazione che supera i 65 anni, percentuale che si prevede supererà il 30 per cento entro il 2050. Un inarrestabile processo di invecchiamento della popolazione in cui l’impatto di queste malattie si prefigura come un problema crescente.
È partita anche in Italia la Settimana di sensibilizzazione sulle malattie delle valvole cardiache (16-22 settembre), promossa nel nostro Paese dall’Associazione Cuore Nostro, insieme a Fondazione Longevitas, in collaborazione con il Global Heart Hub, e presentata ieri al Senato della Repubblica in un evento realizzato su iniziativa della Senatrice Daniela Sbrollini, Vicepresidente della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città. All’evento ha partecipato lo schermidore Daniele Garozzo, Campione Olimpionico e medico.
I segnali delle malattie delle valvole cardiache
Le malattie delle valvole cardiache possono manifestarsi in modi diversi, ma i segni più comuni includono vertigini, stanchezza e affanno. Sintomi che possono sembrare banali, ma che spesso sono, invece, un segnale d’allarme che il cuore potrebbe non funzionare correttamente. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, molte di queste malattie sono curabili e gestibili: da qui l’importanza della campagna promossa per la Settimana di sensibilizzazione di quest’anno.
Una delle chiavi per il riconoscimento precoce delle malattie delle valvole cardiache è un controllo regolare con lo stetoscopio da parte del medico di medicina generale. Questo semplice esame può rivelare eventuali anomalie nelle valvole cardiache e fare la differenza nella vita delle persone, consentendo un trattamento tempestivo che può migliorare la loro qualità di vita e prevenire complicazioni gravi.
Le iniziative
In occasione della #settimanadellevalvole2024, Cuore Nostro promuove il messaggio #ascoltailtuocuore e ha presentato inoltre le attività del progetto #valorizzailtuocuore, che prevede iniziative di informazione, sensibilizzazione e screening, con 13 giornate di monitoraggio della salute del cuore nel 2024 promosse da Fondazione Longevitas e Cuore Nostro. Nel mese di settembre, in occasione della Settimana di sensibilizzazione, ai 13 eventi previsti, se ne aggiungono altri 5 di auscultazione cardiaca nei centri anziani di diverse regioni italiane: Frosinone 17 e 18 settembre, Roma 19 e 20 settembre, Tolve in Basilicata il 21 settembre. Entro la fine del 2024 si terranno eventi informativi e di screening a Civitanova Marche, Nuoro, Bassano del Grappa, Padova.
Tutti sono invitati a sostenere la campagna sui social media utilizzando gli hashtag #ascoltailtuocuore, #settimanadellevalvole2024 e #valorizzailtuocuore, a condividere informazioni importanti, storie personali di chi ha affrontato una malattia valvolare, per diffondere la consapevolezza sulle malattie delle valvole cardiache e il loro impatto sulla vita delle persone. I progetti di Cuore Nostro sono realizzati grazie al contributo non condizionato di Edwards Lifesciences.
Il progetto di ricerca sull’attività motoria preventiva
L’evento è stata occasione anche per presentare storie e progetti di successo. Nell’ambito dell’accordo quadro per collaborazione per fini di ricerca e didattica tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Università dello Sport-Foro Italico stipulato nel settembre 2023, ad aprile 2024 è iniziato un progetto di ricerca sull’Attività Motoria Preventiva e Adattata (AMPA) nei bambini e ragazzi affetti da cardiopatia o da altre malattie rare croniche.
La ricerca è finanziata dalla ONLUS La Stella di Lorenzo (Presidente Ing. Maurizio Fabbri) ed è sotto la guida del Dr. Fabrizio Drago, Direttore della UOC di Cardiologia S. Paolo, Palidoro-S. Marinella e Aritmologia, che ha illustrato l’iniziativa nel corso dell’evento, e del Rettore dell’Università, Prof. Attilio Parisi. L’obiettivo della ricerca è quello di far svolgere ai pazienti, dopo accurata valutazione medica, un programma di addestramento fisico della durata di 3 mesi svolto negli spazi dell’Università, per il miglioramento della capacità aerobica, della forza, dell’elasticità e della mobilità articolare per poi valutarne l’efficacia. Tale attività motoria adattata e monitorata, che potrebbe poi essere prescritta come terapia, permette di spostare al di fuori del percorso Ospedaliero il trattamento a lungo termine del paziente, portandolo in un contesto meno “medicalizzato” e favorendo il superamento della percezione di malattia e un miglioramento del grado di socializzazione.
«Le persone spesso non conoscono le malattie valvolari cardiache o associano sintomi come stanchezza e fiato corto al semplice processo di invecchiamento. – dichiara la Presidente di Cuore Nostro e di Fondazione Longevitas, Eleonora Selvi – Con le iniziative messe in campo per la Settimana di sensibilizzazione e con il progetto #valorizzailtuocuore vogliamo, aiutare le persone a riconoscere segni e sintomi, ascoltare i bisogni di chi sta vivendo l’esperienza della malattia, dare voce alle testimonianze di coloro che l’hanno superata, e soprattutto promuovere il monitoraggio e la diagnosi precoce, che rappresentano la chiave per poter affrontare tempestivamente e adeguatamente queste malattie».
Sbrollini: percorsi per migliorare la qualità della vita
«È fondamentale che le Istituzioni ascoltino le associazioni dei pazienti, supportandole nei loro percorsi per migliorare la qualità della vita delle persone, ed è per questo che sono al fianco di Cuore Nostro nell’impegno al contrasto delle malattie valvolari cardiache. – dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Vicepresidente della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città – Le istituzioni possono essere vicine alle persone che soffrono di patologie valvolari cardiache e alle loro famiglie in modo concreto, soprattutto lavorando per un più rapido accesso alla diagnosi, abbattendo le liste d’attesa anche per gli interventi e lavorando assieme alle associazioni dei pazienti e alla comunità medico scientifica per diffondere la consapevolezza rispetto a queste malattie in tutte le sedi. È un obiettivo importante ed è per questo che il mio impegno è rivolto a portare questo tema alla dovuta attenzione delle Istituzioni e della politica».
Importanza degli screening
«I dati di Real Life relativi all’incidenza delle malattie valvolari cardiache, emersi dallo studio Prevasc, sono più alti rispetto alla letteratura scientifica attualmente disponibile. Da qui la necessità di uno screening cardiologico differenziato per età, in modo da poter disporre di dati aggiornati su cui basare le politiche per un piano nazionale cardiologico – dichiara Alessandro Boccanelli, cardiologo, Vice Presidente SICGe, Professore di Medicina Narrativa presso l’Università Unicamillus e componente del Comitato Scientifico di Cuore Nostro – La valenza davvero unica dello studio Prevasc è quella di aver fatto emergere vizi valvolari latenti che, se non diagnosticati precocemente e seguiti nel tempo, nel 10 per cento dei casi rischiano di evolvere, nell’arco di 4-5 anni, in forme gravi che possono diventare fatali nella metà dei pazienti. Tutto questo ha gravi conseguenze, con una stima di 150mila decessi evitabili grazie all’adozione di programmi strutturati di screening “salvavita” come per i tumori mammario, colon-rettale e della cervice uterina. Ciò permetterebbe un aumento del numero delle diagnosi dall’attuale 25 per cento al 60 per cento, consentendo di intervenire precocemente in modo da aumentare la probabilità di sopravvivenza».