Tempo di lettura: 3 minutiIl cambiamento climatico influisce sulla qualità di vita dei pazienti affetti da malattie respiratorie. Un peso che incide non solo sulla salute fisica, ma anche sul benessere generale. Lo dimostra un sondaggio, parte di un report pubblicato dall’Economist Impact e supportato da Chiesi.
Il report spiega l’influenza degli effetti negativi della scarsa qualità dell’aria sulle persone affette da patologie respiratorie. Infatti i fattori legati al clima hanno un impatto significativo sulla salute dei polmoni. Secondo i risultati, la scarsa qualità dell’aria può costituire un ostacolo alle attività che agevolando il benessere dei pazienti. In particolare, più della metà dei pazienti che vivono in aree con scarsa qualità dell’aria evita attività fisica e interazioni sociali. Le patologie respiratorie, indipendentemente dalle disparità di reddito, sono causa di preoccupazione per la sicurezza del lavoro e dell’occupazione.
Il nuovo report sull’impatto del clima
In occasione della Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu, un nuovo report dell’Economist Impact intitolato Cleaner air, clearer lungs, better lives: exploring the intersection of air quality, health inequalities and lung health fa luce sull’interazione tra qualità dell’aria, salute polmonare e disparità socioeconomiche.
I risultati sono stati presentati oggi a Milano in un panel di professionisti sanitari, scienziati ambientali e associazioni di pazienti in un evento intitolato Patient Perspectives on the Impact of Climate Change on Respiratory Wellbeing. I riflettori sono puntati su coloro che subiscono, sulla propria salute, gli effetti della crisi climatica.
Il sondaggio dell’Economist Impact e l’analisi della letteratura che l’accompagna, analizzando a fondo le esperienze di persone affette da malattie polmonari in cinque Paesi chiave (Regno Unito, Italia, Spagna, Germania e Francia), suggeriscono che i fattori legati al clima hanno un impatto significativo sulla qualità di vita, non solo in termini di salute fisica, ma anche di benessere complessivo. Il sondaggio esplora, inoltre, il modo in cui questo impatto possa interagire con altri parametri sociali, come l’istruzione, il reddito e lo stato socioeconomico complessivo, richiedendo soluzioni olistiche di politica sanitaria.
Attraverso un documento sono state messe in luce le questioni della salute polmonare, della qualità dell’aria e delle disuguaglianze sanitarie attraverso gli occhi dei pazienti affetti da patologie polmonari. Il fine è “contribuire alla definizione di politiche più efficaci in materia di salute polmonare“, ha spiegato Gerard Dunleavy, Senior Consultant dell’Economist Impact.
La percezione dei pazienti affetti da malattie respiratorie
Nonostante i miglioramenti complessivi della qualità dell’aria registrati nei cinque Paesi, l’inquinamento atmosferico rimane una delle principali preoccupazioni per la salute degli europei.
È quanto emerge dalla percezione degli intervistati, il 69 per cento dei quali ha dichiarato di ritenere che la situazione sia peggiorata negli ultimi cinque anni. Quando è stato chiesto di indicare le principali cause dell’inquinamento atmosferico, oltre il 40 per cento ha sottolineato i fattori legati al cambiamento climatico, in particolare gli eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore e l’aumento delle concentrazioni di pollini.
Città sotto accusa
La percezione dell’impatto della cattiva qualità dell’aria è sensibilmente più alta nelle città che nelle campagne. Il 35 per cento degli intervistati nei centri urbani afferma che la cattiva qualità dell’aria ha influito molto sui sintomi e solo il 5 per cento ha affermato che non ha influito per nulla. Ci sono, inoltre, maggiori probabilità che gli intervistati residenti nelle aree urbane ritengano che gli spostamenti per andare al lavoro, l’attività fisica all’aperto e al chiuso e la semplice permanenza in casa peggiorino la loro condizione polmonare.
“La Ella Roberta Foundation crede in un mondo in cui tutti possano respirare aria priva di inquinamento nocivo, indipendentemente dal luogo in cui vivono, dalla loro condizione economica o dalla loro origine etnica. In Europa stiamo registrando livelli di inquinamento atmosferico fuori dalle norme e il report ribadisce ancora una volta perché dobbiamo fare pressioni affinché questo aspetto rientri nell’agenda politica. L’inquinamento atmosferico uccide, ma non è inevitabile che sia così. Nel caso di Ella, il medico legale è stato chiaro: se il governo non ripulisce l’aria, i bambini come Ella continueranno a morire“, ha aggiunto Rosamund Adoo-Kissi-Debrah, Presidente della Ella Roberta Foundation, uno dei relatori dell’evento di oggi.
I pazienti che vivono in aree con scarsa qualità dell’aria hanno maggiori probabilità di temere un peggioramento della propria salute rispetto a quelli che vivono in aree con buona qualità dell’aria (rispettivamente il 44 per cento vs il 28 per cento). Oltre la metà degli intervistati in contesti con bassa qualità dell’aria riferisce di aver evitato attività all’aperto, sia di tipo fisico che sociale, che avrebbero potuto avere un impatto positivo sulla loro salute.
Malattie respiratorie, morti evitabili
“È sorprendente come in questo secolo le cause di morte evitabili continuino a mietere vittime. Il peso delle malattie polmonari e respiratorie croniche (CRD) è in aumento a causa del peggioramento della qualità dell’aria provocato dall’inquinamento atmosferico, a sua volta aggravato dai cambiamenti climatici. È fondamentale affrontare le implicazioni più vaste della crisi climatica sulla qualità dell’aria. Il dialogo sarà fondamentale per diagnosticare, trattare e prevenire le malattie respiratorie. Prevenire queste malattie è più importante che curarle“, ha concluso Arzu Yorgancıoğlu, Presidente della Global Initiative for Asthma (GINA).