La sindrome orale allergica è una delle allergie alimentari più comuni. In genere inizia in età prescolare, può peggiorare con l’età e talvolta permane anche da adulti. Si tratta di una reazione allergica agli alimenti, specialmente quando gli allergeni sono presenti sia nelle piante che nella frutta o nella verdura. Spesso i sintomi si manifestano sulla lingua, nel palato e nella faringe. I frutti che danno maggiori allergie sono, per esempio: mele, pere, pesche, kiwi o frutta a guscio. Questo fenomeno è noto come allergia crociata.
I dati
Secondo i dati epidemiologici, la sindrome orale allergica è tra le più comuni forme di allergia alimentare e colpisce circa il 2-3% della popolazione generale. Tuttavia, si tratta di una percentuale sottostimata poiché molte persone non riportano i segnali al proprio medico.
Allergie e polline
“Il polline rappresenta un fattore di rischio nello sviluppo delle allergie alimentari a causa della presenza di proteine comuni tra il polline stesso e alcuni alimenti, come frutta e verdura”. A fare chiarezza è la dottoressa Chiara Ghelli, allergologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presso i centri medici Humanitas Medical Care.
“Queste proteine – si legge nell’approfondimento – appartenenti alla famiglia PR10, sono utilizzate dalle piante come meccanismo di difesa contro infezioni, insetti e altre condizioni ambientali sfavorevoli. Esse si trovano in diverse varietà di vegetali. Un esempio noto è la proteina Betv1, presente nel polline delle betulle e anche in vari tipi di frutta e verdura.
Le persone con sindrome orale allergica, con reazioni crociate tra pollini e determinati frutti e verdure, possono manifestare una sintomatologia più grave sia che soffrano di oculorinite sia che siano colpiti da asma bronchiale”.
Allergia al polline incide su allergie alimentari
Secondo alcuni studi, le persone che hanno sofferto di allergie respiratorie al polline da bambini avrebbero più rischio di sviluppare allergie alimentari. Per esempio, l’allergia al polline di betulla aumenterebbe il rischio di allergie ad alimenti come frutta e verdura. Così come le allergie al polline delle graminacee predisporrebbero ad allergiche verso alcuni cibi.
I sintomi
I sintomi dell’allergia tendono a manifestarsi pochi minuti dopo aver ingerito gli alimenti. La reazione è scatenata “dall’interazione tra le proteine degli alimenti e il sistema immunitario del paziente, tramite una reazione allergica IgE mediata”, spiega la specialista. I sintomi più comuni sono: prurito delle labbra, prurito al palato, prurito alla gola, gonfiore (edema) localizzato alle labbra, alla lingua o alla gola.
“Le persone con allergia alimentare esprimono specifici anticorpi chiamati Immunoglobuline E (IgE) e manifestano sintomi dopo aver ingerito alcuni alimenti – chiarisce la specialista. “Questi pazienti – prosegue – devono evitare gli alimenti responsabili della sindrome orale allergica. Alcuni pazienti possono esprimere IgE specifiche per alcuni alimenti, ma non manifestano sintomi dopo l’ingestione di tali cibi. È importante continuare a consumarli, se ben tollerati, al fine di mantenere la tolleranza ed evitare lo sviluppo di allergie. Quindi, la valutazione dello specialista allergologo è fondamentale per comprendere quali alimenti devono essere effettivamente eliminati per evitare conseguenze derivanti da restrizioni alimentari eccessive”.
Le allergie crociate più comuni
Le allergie crociate più frequenti includono: polline, alimenti, frutta secca, semi, acari e crostacei. “Le persone allergiche al polline di betulla possono sviluppare reazioni allergiche a frutta e verdura come mele, pere, carote e sedano. Allo stesso modo, coloro che sono allergici al polline di graminacee possono avere reazioni allergiche a cereali come grano e riso, ma anche frutta esotica (kiwi). Le persone allergiche alle noci possono anche sviluppare reazioni allergiche a semi come semi di girasole, semi di zucca e semi di sesamo. Infine, le persone allergiche agli acari, possono sviluppare reazioni allergiche alla famiglia dei crostacei, tramite proteine comuni come la tropomiosina”.
In generale, le allergie crociate sono più comuni tra alimenti che condividono proteine simili con altre sostanze che possono causare allergie, come il polline, le noci e i semi. Tuttavia – conclude la specialista – ogni individuo può avere una combinazione diversa di allergie crociate, quindi è importante consultare uno specialista allergologo per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato”.