Alimentazione vegana e prevenzione dei tumori: quanto conta davvero
In tutto il mondo, cresce costantemente l’interesse per la dieta vegana, vegetariana o flexitariana. A maggio 2024, la rivista PLOS One ha pubblicato una revisione della letteratura scientifica sull’impatto delle diete vegetali sulla salute. Gli autori hanno analizzato numerosi studi per valutare l’effetto di queste diete sui fattori di rischio per malattie cardiometaboliche e tumori. I risultati confermano che diete vegane e vegetariane sono associate a un profilo lipidico migliore, un miglior controllo della glicemia, un indice di massa corporea più favorevole e una minore infiammazione. Inoltre, emerge un ridotto rischio di cardiopatia ischemica e tumori. Tuttavia, non sono state rilevate differenze significative nel rischio di sviluppare diabete gestazionale e ipertensione nelle donne in gravidanza che seguivano queste diete.
Limiti degli studi: eterogeneità e fattori confondenti
Nonostante i risultati positivi, gli autori della revisione hanno evidenziato alcuni limiti della ricerca. Uno dei principali problemi riguarda l’eterogeneità delle popolazioni studiate. I campioni analizzati variano per dimensioni, fattori demografici, origini geografiche e stili di vita. Questa diversità rende difficile trarre conclusioni definitive e generalizzabili. Inoltre, i fattori confondenti, come le abitudini di vita e la genetica, possono influenzare i risultati. Questi limiti indicano che i risultati devono essere interpretati con cautela.
L’importanza di un’alimentazione equilibrata
Una dieta a base vegetale può essere benefica, ma solo se è bilanciata. Spesso, le diete vegane proposte online non sono equilibrate e possono portare a carenze nutrizionali. Inoltre, non tutte le diete onnivore sono uguali. La quantità e la qualità dei prodotti di origine animale consumati possono fare la differenza. Ad esempio, una dieta onnivora ricca di grassi saturi può aumentare l’infiammazione e il rischio di malattie croniche, mentre una dieta equilibrata che include una moderata quantità di prodotti animali può essere altrettanto salutare.
Definizioni vaghe e incoerenti complicano la ricerca
Un altro problema riguarda la definizione stessa di “dieta a base vegetale”. In un articolo del 2022 pubblicato su Nature, si è evidenziato come i termini “vegetale”, “vegetariano” e “vegano” siano utilizzati in modo incoerente nella letteratura scientifica. Questa mancanza di coerenza rende difficile confrontare i risultati di diversi studi e trarre conclusioni chiare. La scienza ha bisogno di definizioni precise per poter fornire indicazioni utili.
Ruolo del microbiota nella salute
Negli ultimi anni, la ricerca ha messo in luce l’importanza del microbiota, l’insieme di microbi che abitano il nostro organismo, nella salute generale. Il microbiota è unico per ciascuna persona, il che significa che una dieta efficace per una persona potrebbe non esserlo per un’altra. La Professoressa Maria Rescigno, esperta di microbiota, sottolinea in un approfondimento di Airc, l’importanza di personalizzare la dieta in base all’analisi del microbiota individuale. Solo così si può ottenere un reale beneficio per la salute.
I dati statistici ed epidemiologici: associazioni non sempre chiare
I dati disponibili finora sono principalmente statistici ed epidemiologici. Mostrano delle associazioni tra abitudini alimentari e sviluppo di malattie, ma non sempre riescono a dimostrare un rapporto di causa ed effetto. Ad esempio, si osserva che nelle popolazioni che seguono una dieta ricca di grassi saturi l’incidenza di tumori è più elevata. Tuttavia, non è sempre possibile affermare con certezza che sia la dieta a causare direttamente il cancro. Altri fattori, come la genetica o lo stile di vita, possono influire.
Infiammazione: un possibile collegamento con la dieta
L’infiammazione è un fattore chiave nello sviluppo di molte malattie croniche, incluso il cancro. Alcuni studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra l’assunzione di grassi saturi e un aumento dell’infiammazione. Questo potrebbe spiegare perché una dieta ricca di grassi sia associata a un maggiore rischio di tumore al colon-retto. D’altra parte, alcuni alimenti, come l’olio extravergine di oliva, contengono sostanze antinfiammatorie che potrebbero ridurre il rischio di cancro. Tuttavia, nessuno studio ha dimostrato che ridurre solo i grassi possa prevenire completamente l’insorgenza dei tumori.
La complessità della prevenzione dei tumori
La prevenzione dei tumori è un campo complesso. Sebbene i dati suggeriscano che una dieta a basso contenuto di derivati animali possa essere benefica, non esiste una soluzione universale. Ogni persona ha esigenze nutrizionali diverse, determinate da fattori genetici, ambientali e di stile di vita. Prima di adottare cambiamenti radicali nell’alimentazione, è consigliabile consultare un medico nutrizionista.
Le diete a base vegetale possono offrire benefici per la salute, a patto che siano ben bilanciate e adattate alle esigenze individuali.