Tempo di lettura: 2 minutiLe malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel nostro Paese. Nelle donne gli eventi cardiovascolari spesso sono più gravi, ma hanno una percezione molto basse dei pericoli correlati a queste patologie. Il 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del Cuore, un occasione per accrescere la consapevolezza sull’importanza della prevenzione. Fondazione Onda, per il terzo anno consecutivo, organizza dal 26 settembre al 2 ottobre l’(H) Open Week per promuovere la diagnosi precoce.
In particolare il focus di quest’anno è su aneurisma aortico addominale, infarto cardiaco e patologie valvolari. Inoltre è attiva la campagna di sensibilizzazione #TRISDICUORE VINCE LA PREVENZIONE per un’informazione corretta sulle malattie cardiovascolari più comuni. Sarà inoltre affisso un poster informativo in tutti gli ospedali aderenti all’iniziativa. Sui canali social della fondazione, invece, verranno pubblicati post e video interviste a pazienti e specialisti in ambito cardiovascolare.
Numeri delle malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono responsabili del 35,8 per cento di tutti i decessi in Italia: 38,8 per cento nelle donne e 32,5 per cento negli uomini. Nella popolazione femminile si manifestano con un ritardo di almeno dieci anni rispetto agli uomini. Fino alla menopausa, infatti, le donne sono protette dallo “scudo” ormonale degli estrogeni, tuttavia, in seguito hanno un rischio maggiore degli uomini. Nelle donne gli eventi cardiovascolari spesso sono più gravi, anche se si manifestano con un quadro clinico meno evidente.
Per entrambi i sessi resta cruciale il ruolo della prevenzione primaria (legata soprattutto agli stili di vita) e della diagnosi precoce. Il rischio cardiovascolare aumenta soprattutto per coloro che presentano fattori quali: familiarità, età avanzata, fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, sovrappeso, obesità, stress.
Donne protette fino alla menopausa, ma dopo colpite più gravemente
“Questa iniziativa ha un alto valore sociale con l’obiettivo di sottolineare l’importanza della prevenzione primaria e facilitare l’accesso alla diagnosi precoce. In particolare rendendo direttamente fruibili anche prestazioni che in molti casi sono gravate da lunghe liste di attesa. Inoltre, vogliamo aiutare a sfatare l’errata convinzione che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto gli uomini, con la grande maggioranza delle donne che ha una percezione molto bassa dei pericoli correlati a queste patologie. Dato il grande successo e l’alto numero di richieste degli anni scorsi, abbiamo deciso di replicare e quest’anno il focus della settimana di servizi gratuiti è su problematiche cardiache molto diffuse e ancora spesso sottovalutate o non conosciute dalla popolazione come l’aneurisma aortico addominale, l’infarto cardiaco e le patologie valvolari”, commenta Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda.
Visite gratuite in 140 ospedali
Sono circa 140 le strutture del network Bollino Rosa che hanno aderito all’iniziativa e che offriranno gratuitamente servizi clinici, diagnostici e informativi, in presenza e a distanza, nelle aree specialistiche di cardiologia e chirurgia vascolare. Tutte le indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione sono consultabili sul sito. Selezionando la propria regione e provincia è possibile visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti e consultare i servizi offerti.
Fondazione Onda dal 2007 attribuisce agli ospedali che erogano servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili il riconoscimento ”Bollino Rosa”. Il network, composto da 354 ospedali dislocati sul territorio nazionale, sostiene Fondazione Onda nel promuovere un approccio “di genere”, indispensabile per garantire il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini. L’iniziativa è realizzata con il contributo incondizionato di Medtronic.
BraYn, Napoli capitale delle neuroscienze
Ricerca innovazione«La ricerca nelle neuroscienze ha compiuto negli ultimi 15 anni progressi eccezionali. Grazie alle tecniche di optogenetica, per esempio, è possibile controllare l’attività di specifici neuroni, stimolandoli o inibendoli. Questo ha portato alla scoperta di circuiti che gestiscono comportamenti anche complessi come l’appetito». A parlare è Giovanni Ferrara, PhD e ricercatore presso l’Experimental Neurosciences lab dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Proprio Ferrara è il principale promotore di BraYn, un format unico in Europa esclusivamente dedicato ai ricercatori under 40 nel campo delle neuroscienze: l’età più proficua per contribuire al progresso delle scoperte.
Dalla ricerca alla pratica
In programma a Napoli dal 27 al 29 settembre, BraYn, aprirà una porta su 3 aree di cruciale importanza: ricerca di base, ricerca applicata e ricerca clinica. Con la partecipazione di due ‘giganti’ internazionali delle neuroscienze, vale a dire Michal Schwartz e Richard Morris. «La sempre maggiore interazione fra macchina e uomo – prosegue Ferrara – aiutata dai progressi nell’ambito dell’intelligenza artificiale ha portato inoltre alla genesi di impianti e tecnologie capaci sia di trasformare stimoli sensoriali in messaggi neuronali, sia di generare risposte motorie inviando stimoli nervosi. Questo ha avuto un enorme impatto sulla qualità della vita delle persone con diverse disabilità sensoriali e motorie, dagli impianti cocleari alle più recenti protesi che hanno permesso ad un paziente paralizzato di riprendere un’attività autonoma. Infine, la macro-connettomica promette di regalare una vera e propria svolta nella comprensione del cervello, mettendo in risalto l’interazione tra le aree dell’organo dalle quali sappiamo, con sempre maggior certezza, dipendere le funzioni superiori».
Sistema immunitario
Come detto, prima ospite d’eccezione sarà Michal Schwartz, Professor of Neuroimmunology Weizmann Institute of Science in Israele – una pioniera nell’orizzonte della neuroimmunologia, la scienza che studia il ruolo del sistema immunitario nel benessere e nella riparazione del cervello e, di conseguenza, nel contrastare l’insorgenza di un ampio spettro di malattie neurologiche e di processi neurodegenerativi. Sebbene, infatti, l’attenzione della neuroimmunologia originariamente si concentrasse su malattie dalla chiara componente infiammatoria, come la sclerosi multipla, con il tempo è apparso sempre più evidente che i deficit del sistema immunitario hanno un ruolo anche nello sviluppo di disordini genetici neurologici, epilessia, malattie neurodegenerative e neuropsichiatriche oltre ad influire sui processi di invecchiamento del cervello.
Invecchiamento
«Il cervello si affida al sistema immunitario per la sua manutenzione e riparazione lungo tutto l’arco della vita – spiega Schwartz -. Il malfunzionamento del sistema immunitario può influire negativamente a tutte le età. In particolare, l’invecchiamento del sistema immunitario emerge come un fattore cruciale nell’invecchiamento del cervello. Non è la causa primaria della malattia di Alzheimer o di altre forme di demenza ma agisce come catalizzatore per la progressione della malattia. Indipendentemente dalla causa primaria, l’elemento comune che contribuisce al declino cognitivo è l’infiammazione neurologica locale del cervello».
Malattia di Alzheimer
Il ripristino della capacità del sistema immunitario di assistere il cervello è stato dimostrato dal team della Professoressa Schwartz come una potente strategia nel combattere la malattia di Alzheimer e le condizioni correlate. Guardando al futuro «le nostre ricerche indicano che le cellule del sistema immunitario detengono la chiave per aiutare il cervello a sconfiggere la malattia di Alzheimer e altre condizioni cerebrali, riducendo contemporaneamente molteplici patologie associate alla malattia».
Disturbi cognitivi
Altro ospite di eccezione è Richard Morris, uno dei più noti neuroscienziati britannici e direttore del Centre for Cognitive and Neural Systems di Edimburgo. Il suo campo di studio è, dice, «la neurobiologia dell’apprendimento e della memoria e l’applicazione (cioè la traduzione) di concetti e tecniche di questo lavoro fondamentale per sviluppare nuove terapie mirate ai disturbi cognitivi associati alla malattia di Alzheimer». Queste e molte altre tematiche saranno trattate durante BraYn, a Napoli dal 27 al 29 settembre a partire dalle ore 11 di mercoledì 27.
Cheratosi attinica, sottovalutarla può costare caro
News PresaLesioni della pelle che possono essere del tutto lisce o in rilievo, ruvide o squamose, di colore rosso, marrone, bianco o rosa, che possono essere facilmente confuse anche con semplici inestetismi. Sono i tratti distintivi della cheratosi attinica. Questa malattia della pelle (diversa dal melanoma) colpisce soprattutto le persone di una certa età, in maggior parte quelle che hanno una chiara, ma non solo. Anche gli over 30 possono esserne colpiti, gli ultimi dati disponibili ci dicono che in questa fascia d’età la prevalenza è del 27,4% negli.
Da non sottovalutare
Benché la cheratosi attinica sia spesso considerata innocua, la verità è che non la si dovrebbe mai sottovalutare, perché può evolvere verso una forma invasiva di tumore cutaneo: il carcinoma squamocellulare. Ecco perché la parola d’ordine è: diagnosi precoce. Infatti, se individuata in tempo può essere trattata, così da ridurne la possibile progressione e la potenziale pericolosità. Insomma, più precoce è la diagnosi, più facile è la cura.
Sensibilizzazione
Non a caso, sino a novembre, andrà avanti la campagna “Derma Point, facciamo il punto sulla cheratosi attinica”. Un modo efficace e diretto per sensibilizzare la popolazione a rischio, aumentando il grado di consapevolezza sulla patologia. La campagna è realizzata in collaborazione con SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse e sino a novembre coinvolgerà 12 strutture ospedaliere e universitarie distribuite sul territorio nazionale con una giornata di screening dermatologico.
Macchie sospette
«Le macchie della pelle non sono tutte uguali e alcune necessitano di attenzioni specifiche perché potenzialmente gravi – spiega il professor Giuseppe Argenziano, presidente della SIDeMaST – tra queste ci sono le cheratosi attiniche. Compaiono infatti per l’80% su aree del corpo esposte al sole, quindi viso, collo, mani, avambracci e cuoio capelluto, soprattutto nelle persone meno giovani, di carnagione chiara. Negli stadi iniziali possono essere più facili da sentire alla palpazione che da vedere. Solitamente sono asintomatiche, talvolta dolorose, soprattutto possono evolvere in un tumore cutaneo, il carcinoma squamocellulare. Per questo diagnosticarle e trattarle precocemente è indispensabile».
Malattie respiratorie aumentano in Italia, anche Serie A in campo
Benessere, Eventi d'interesse, News Presa, Prevenzione, SportLa salute umana è legata alla qualità dell’aria. Recenti studi italiani ed europei dimostrano il legame diretto tra l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico e le malattie respiratorie. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della qualità dell’aria, la Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society (SIP/IRS) e l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS) scendono in campo assieme alla Lega Serie A, nella 7ª Giornata del Campionato di calcio, in programma da sabato 30 settembre a lunedì 2 ottobre.
Peggiorano malattie respiratorie nel mondo e in Italia
L’80% dei decessi legati a malattie non trasmissibili si verifica nei Paesi a basso e medio reddito (LMIC). Secondo i dati raccolti da una ricerca appena pubblicata dalla testata The Guardian, il 98% dei cittadini europei respira aria di pessima qualità e inquinata oltre i livelli di guardia. Questi livelli sono responsabili di oltre 400mila morti premature. Un enorme onere sanitario che potrebbe essere evitato implementando interventi economicamente vantaggiosi, come la vaccinazione contro la polmonite e un migliore accesso ai servizi di prevenzione e ai farmaci per inalazione. In particolare, la salute respiratoria degli italiani sta peggiorando. Sono in aumento i casi di malattie respiratorie riconducibili a esposizioni ambientali di sostanze inquinanti.
Polmoni protagonisti nella 7ª giornata di Serie A
Di recente SIP/IRS, AIPO – ITS e Legambiente avevano lanciato l’iniziativa: “Un albero per respirare”. Il progetto ha permesso la piantumazione di 300 alberi in Puglia e Sicilia, un gesto simbolico che indica una delle strade da seguire per proteggere l’ambiente e le persone. Per continuare a sensibilizzare sul tema, la Lega Serie A insieme a SIP/IRS e AIPO-ITS, con il patrocinio del Ministero della Salute, lanciano un messaggio importante: “il nostro benessere passa attraverso un respiro. Prendiamocene Cura”.
Il respiro e la salute dei polmoni saranno protagonisti al centro del campo, della 7ª giornata di campionato, in programma da sabato 30 settembre a lunedì 2 ottobre. In tutti gli stadi di serie A sarà trasmesso sul maxischermo lo spot sociale “La salute passa attraverso un respiro”, per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione delle patologie dell’apparato respiratorio.
La Giornata Mondiale del Polmone 2023
La scelta della 7ª di Campionato non è casuale, poiché è la data più vicina al 25 settembre, in cui si celebra la Giornata Mondiale del Polmone 2023.“L’associazione tra malattie respiratorie e qualità dell’aria è testimoniata da numerosi dati epidemiologici che mostrano in modo inequivocabile la stretta relazione tra salute ambientale e salute respiratoria – dichiara il professor Carlo Vancheri, presidente di SIP/IRS. “Per questo motivo la Società Italiana di Pneumologia sta portando avanti, insieme ad AIPO, un progetto di sensibilizzazione della popolazione e dei decisori politici per far meglio comprendere come la salute dei nostri polmoni dipenda molto dalla qualità dell’aria che respiriamo. Spero che l’adesione della Lega Serie A a queste iniziative possa essere un mezzo efficace per veicolare il messaggio ai giovani, alle tante famiglie e a tutti coloro che frequentando gli stadi”.
“La salute respiratoria è in stretta relazione con quella ambientale” – ribadisce Mauro Carone, presidente AIPO. “Non si può avere un ‘buon respiro’ se l’ambiente in cui viviamo è fortemente inquinato. Purtroppo, assistiamo tutti i giorni ai danni dovuti all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici”. conclude Carone.
Obesità infantile, Italia tra i Paesi con tassi più elevati
Adolescenti, Alimentazione, Bambini, Sport, Stili di vitaL’Italia è tra i Paesi europei con i più alti tassi di obesità infantile, insieme a Portogallo e Grecia. Nel nostro Paese sono in aumento anche il diabete, le patologie cardiovascolari, i tumori e tutte le malattie influenzate dallo stile di vita. In occasione del Convegno della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione all’Università Sapienza di Roma gli specialisti hanno ribadito il ruolo della dieta e dell’attività fisica nel ridurre i rischi fin da piccoli.
“L’inversione di tendenza deve essere attuata sin dalle prime fasi di vita con un cambiamento educativo: scuole, università, aziende dovrebbero incentivare una pausa attiva per incrementare il movimento e la camminata”, sottolinea la Prof.ssa Silvia Migliaccio, Presidente SISA.
Valore dello sport fin da piccoli
“La modifica dell’articolo 33 della Costituzione rappresenta un cambiamento epocale del paradigma”, sottolinea la presidente. Tuttavia, “è solo il primo passo a cui deve seguire un concreto lavoro sul territorio che sia frutto della sinergia tra istituzioni, specialisti e associazioni per favorire la prevenzione delle patologie metaboliche croniche, su cui sedentarietà e cattiva alimentazione hanno una funzione determinante. Gli studenti, per esempio, al cambio dell’ora potrebbero spostarsi da un’aula all’altra, invece di far spostare il professore. È fondamentale intervenire in ogni fascia d’età, con particolare attenzione ai più giovani per stimolare da subito un approccio di questo tipo”.
Aumentano patologie metaboliche
L’incremento della sedentarietà negli ultimi decenni ha portano un aumento delle malattie metaboliche croniche come il diabete mellito di tipo 2, le patologie cardiovascolari, l’obesità e anche i tumori. Si tratta di malattie influenzate dallo stile di vita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 (29% dei ragazzi e 27% delle ragazze) è in sovrappeso o convive con l’obesità. Inoltre, già uno studio del periodo 2001-2016, sempre dell’OMS, sugli adolescenti tra 11 e 17 anni, mostrava che a livello mondiale l’80% non raggiungeva livelli di attività fisica raccomandati. Per l’Italia si parlava dell’88,6% di ragazzi che non svolgevano adeguata attività fisica.
L’obesità infantile in Italia
“I numeri relativi alla crescita delle malattie metaboliche in Italia sono drammatici. Abbiamo insieme a Portogallo e Grecia la popolazione infantile più obese d’Europa, con 3 bambini su 10 affetti da obesità – evidenzia la Prof.ssa Migliaccio. “Il diabete mellito colpisce quasi 4 milioni di italiani, senza contare coloro ai quali non è stato diagnosticato o sono in procinto di svilupparlo. A questo quadro si aggiungono tutte le patologie cardiovascolari. Per questo la SISA lancia il messaggio dell’importanza dell’attività fisica e di una corretta alimentazione, che devono essere personalizzate in maniera specifica su ogni individuo”.
“L’abbinamento tra attività fisica e alimentazione va sviluppato nell’ottica di un approccio One Health, conclude la presidente, ossia una visione olistica che affronta complessivamente il benessere dell’individuo e dell’ambiente, che procedono di pari passo e sono oggetto anche del recente provvedimento che ha portato alla modifica dell’articolo 33 della Costituzione”.
Cos’è e come si può curare la poliposi nasale
Podcast, PrevenzioneNon sempre è facile riconoscere i campanelli d’allarme della poliposi nasale, per chi ne soffre è facile confondere i sintomi con quelli di un’allergia o di un raffreddore ricorrente. Per fare chiarezza su questa condizione e spiegare qual è il modo migliore di affrontare il problema, il network editoriale PreSa ha scelto di far intervenire ai microfoni di Radio Kiss Kiss uno dei massimi esperti: il dottor Angelo Ghidini, direttore della Struttura Complessa Otorinolaringoiatria dell’AUSL – Irccs di Reggio Emilia. L’appuntamento è per sabato 30 settembre (in onda nella fascia oraria tra le 11.00/11.40). Stay Tuned!
“Contenuto realizzato da Radio KissKiss in collaborazione con PreSa, con il supporto di Sanofi”
La chirurgia robotica per dire addio al dolore
News Presa, Ricerca innovazioneTornare a camminare senza quel dolore che per sei lunghi anni ha reso ogni gesto quotidiano quasi impossibile. È questo il risultato straordinario del primo intervento di chirurgia robotica vertebrale realizzato con successo all’Ospedale del mare dall’equipe coordinata dal dottor Giuseppe Catapano (direttore della U.O.C. di Neurochirurgia) e dal dottor Ciro Fittipaldi (direttore della U.O.C. di Anestesia e Rianimazione) che – per la prima volta – hanno potuto avvalersi di un avveniristico robot spinale. Un macchinario che ha arricchito una dotazione tecnologica già all’avanguardia.
Ultima opzione
Grazie ad un’operazione durata poco più di 3 ore, “Luca” (nome di fantasia per tutelarne la privacy) ha ritrovato la sua indipendenza e ora potrà condurre una vita del tutto normale. Inutili, per lui, tutti i principali trattamenti conservativi, anni di tentativi che non avevano prodotto alcun beneficio. «L’intervento era oramai la sola opzione possibile», spiegano Catapano e Fittipaldi. «Questo robot è in grado di interfacciarsi con l’O-ARM, un sofisticato sistema di acquisizione di immagini già attivo da alcuni anni nella nostra sala operatoria, e con il neuronavigatore. I vantaggi di una tecnologia così avanzata nel campo della chirurgia vertebrale sono innumerevoli – proseguono -. Prima di tutto, consente di effettuare un meticoloso planning preoperatorio, durante il quale vengono valutate tutte le possibili variabili dell’intervento. In questo modo è possibile arrivare al piano chirurgico definitivo senza dover affrontare imprevisti dell’ultimo momento ad intervento in corso».
Preparazione
La tecnologia robotica consente inoltre di ridurre la durata dell’intervento e di utilizzare approcci chirurgici meno invasivi con enormi benefici sulla degenza post-operatoria e, soprattutto, sul dolore post-chirurgico. «Anno dopo anno l’Ospedale del mare continua a crescere e ad arricchirsi con tecnologie e professionalità all’avanguardia – sottolinea il direttore generale Ciro Verdoliva -. L’obiettivo è quello di fare in modo che ogni presidio della nostra ASL abbia delle eccellenze e che nel complesso l’offerta assistenziale sia sempre più efficace e completa». Per consentire l’impiego del robot e portare a termine questo e i futuri interventi, tutto il personale della Neurochirurgia (medici, infermieri di sala e tecnici di neuroradiologia) hanno dovuto completare un lungo periodo di formazione, culminato con un corso intensivo effettuato in Belgio.
L’équipe
In sala operatoria, oltre ai dottori Catapano e Fittipaldi, i neurochirurghi Giuseppe Di Nuzzo e Roberto Granata, l’anestesista Daniele Sorrentino, gli infermieri Antonio Sommese, Dario D’Andrea ed Ersilia Sorrentino e il tecnico di radiologia Gianluca Ilardo. A sole 48 ore dall’intervento chirurgico “Luca” è stato dimesso ed è tornato a casa libero da quel dolore che per sei anni gli ha reso la vita impossibile.
Malattie cardiovascolari, donne hanno rischio più grave. Visite gratuite
News Presa, Prevenzione, Stili di vitaLe malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel nostro Paese. Nelle donne gli eventi cardiovascolari spesso sono più gravi, ma hanno una percezione molto basse dei pericoli correlati a queste patologie. Il 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del Cuore, un occasione per accrescere la consapevolezza sull’importanza della prevenzione. Fondazione Onda, per il terzo anno consecutivo, organizza dal 26 settembre al 2 ottobre l’(H) Open Week per promuovere la diagnosi precoce.
In particolare il focus di quest’anno è su aneurisma aortico addominale, infarto cardiaco e patologie valvolari. Inoltre è attiva la campagna di sensibilizzazione #TRISDICUORE VINCE LA PREVENZIONE per un’informazione corretta sulle malattie cardiovascolari più comuni. Sarà inoltre affisso un poster informativo in tutti gli ospedali aderenti all’iniziativa. Sui canali social della fondazione, invece, verranno pubblicati post e video interviste a pazienti e specialisti in ambito cardiovascolare.
Numeri delle malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono responsabili del 35,8 per cento di tutti i decessi in Italia: 38,8 per cento nelle donne e 32,5 per cento negli uomini. Nella popolazione femminile si manifestano con un ritardo di almeno dieci anni rispetto agli uomini. Fino alla menopausa, infatti, le donne sono protette dallo “scudo” ormonale degli estrogeni, tuttavia, in seguito hanno un rischio maggiore degli uomini. Nelle donne gli eventi cardiovascolari spesso sono più gravi, anche se si manifestano con un quadro clinico meno evidente.
Per entrambi i sessi resta cruciale il ruolo della prevenzione primaria (legata soprattutto agli stili di vita) e della diagnosi precoce. Il rischio cardiovascolare aumenta soprattutto per coloro che presentano fattori quali: familiarità, età avanzata, fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, sedentarietà, sovrappeso, obesità, stress.
Donne protette fino alla menopausa, ma dopo colpite più gravemente
“Questa iniziativa ha un alto valore sociale con l’obiettivo di sottolineare l’importanza della prevenzione primaria e facilitare l’accesso alla diagnosi precoce. In particolare rendendo direttamente fruibili anche prestazioni che in molti casi sono gravate da lunghe liste di attesa. Inoltre, vogliamo aiutare a sfatare l’errata convinzione che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto gli uomini, con la grande maggioranza delle donne che ha una percezione molto bassa dei pericoli correlati a queste patologie. Dato il grande successo e l’alto numero di richieste degli anni scorsi, abbiamo deciso di replicare e quest’anno il focus della settimana di servizi gratuiti è su problematiche cardiache molto diffuse e ancora spesso sottovalutate o non conosciute dalla popolazione come l’aneurisma aortico addominale, l’infarto cardiaco e le patologie valvolari”, commenta Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda.
Visite gratuite in 140 ospedali
Sono circa 140 le strutture del network Bollino Rosa che hanno aderito all’iniziativa e che offriranno gratuitamente servizi clinici, diagnostici e informativi, in presenza e a distanza, nelle aree specialistiche di cardiologia e chirurgia vascolare. Tutte le indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione sono consultabili sul sito. Selezionando la propria regione e provincia è possibile visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti e consultare i servizi offerti.
Fondazione Onda dal 2007 attribuisce agli ospedali che erogano servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili il riconoscimento ”Bollino Rosa”. Il network, composto da 354 ospedali dislocati sul territorio nazionale, sostiene Fondazione Onda nel promuovere un approccio “di genere”, indispensabile per garantire il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini. L’iniziativa è realizzata con il contributo incondizionato di Medtronic.
In Italia aumenta rischio cecità. UICI: favorire inclusione
Anziani, Associazioni pazienti, Medicina Sociale, News Presa, PrevenzioneIn Italia aumenta il rischio di cecità per via dell’invecchiamento della popolazione. Le malattie che minacciano la vista, infatti, sono collegate all’età avanzata. Oggi la prevenzione e la diagnosi precoce sono gli strumenti più efficaci per preservare la vista. Tuttavia, “le persone fragili che avrebbero più bisogno di visite regolari, o dei servizi riabilitativi dopo aver perso la vista, sono anche quelle che hanno più difficoltà ad accedervi – sostiene Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – ETS. Questo – continua – succede perché nell’orizzonte della salute visiva, dell’ipovisione e della cecità, il piano sanitario non è mai distinto da quello sociale e gli interventi per la salute non possono essere distinti da quelli per l’inclusione”.
Un messaggio che l’UICI ha portato anche a Expo Aid 2023 (Associazioni, Inclusione, Disabilità), conclusosi oggi a Rimini. All’evento, dedicato al mondo del Terzo Settore e dell’associazionismo italiano, hanno dato la loro adesione la Presidenza della Repubblica e del Consiglio. Un’occasione per parlare di piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, della partecipazione alla vita sociale, politica e civile e della valorizzazione dei propri talenti e competenze.
I costi sociali della cecità
“La perdita totale o parziale della vista è un grandissimo dolore personale e un altissimo costo sociale sia per l’assistenza necessaria che per la perdita di lavoro e ricchezza che comporta – riprende Mario Barbuto – Quando una persona perde la vista, infatti, perde anche una parte importante della sua autonomia e libertà. Per questo le prime barriere da superare sono quelle che limitano l’inclusione. La persona che non vede può riconquistare la sua libertà e creare ricchezza e valore per la società esattamente come chiunque altro, a patto che si riescono a creare le condizioni per farla accedere ai servizi, alla riabilitazione e alle attività di tutti i giorni; un obiettivo di salute pubblica, di giustizia sociale e di civiltà”. Durante l’evento si sono svolte dimostrazioni di addestramento di cani guida e controlli oftalmologici gratuiti.
Sport per tutti, giovani velisti con diabete di tipo 1
Adolescenti, Bambini, Medicina Sociale, News Presa, SportSono in tutto quaranta, tra bambini e accompagnatori, i partecipanti del nuovo progetto ideato da Federdiabete Lazio: ‘Oltre Vela – dolci marinai’. I bambini con diabete di tipo 1 potranno veleggiare e acquisire nuova consapevolezza sulle proprie abilità. L’iniziativa per superare le barriere e diffondere il valore dello sport è realizzata in partnership con Croce Rossa Italiana e il Club Nautico di Capodimonte che ospita l’evento.
“Il progetto – spiega la presidente di Federdiabete Lazio Lina Delle Monache – ha un’importanza sociale e scientifica molto rilevante. Abbiamo voluto costruire esperienze che possano rappresentare per i ragazzi con diabete mellito tipo 1 un’occasione di crescita e sviluppo consapevole che possa rafforzare la loro autonomia e lo sviluppo della dimensione sociale oltre ad essere veicolo di diffusione della pratica sportiva e della formazione globale della persona superando barriere, limitazioni, fragilità e individuando nuovi e gratificanti obiettivi.”
Durante le giornate, un team specializzato di Federdiabete Lazio gestisce il controllo sanitario e acquisisce dati scientifici. Gli istruttori e allenatori del Club nautico, invece, si occupano della formazione teorica e di accompagnare i giovani velisti nelle loro prime uscite in barca. L’iniziativa si pone l’obiettivo di far vivere le emozioni che lo sport della vela e lo stretto contatto con l’acqua e la natura riescono a trasmettere.
Nel corso del weekend si tengono anche incontri divulgativi sulla corretta alimentazione e sulla relazione tra sport e nutrizione. “Ce la metteremo tutta – continua la presidente Delle Monache – perché questa esperienza sia gratificante per i giovani velisti e per tutti noi. È anche un modo per festeggiare tutti insieme il nuovo riconoscimento in Costituzione del valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.”
Il percorso che è iniziato ieri, 22 settembre, durerà tre giorni e si concluderà domenica 24 settembre, è cofinanziato dalla Fondazione Carivit.
Come liberarsi dal gonfiore addominale
Alimentazione, Stili di vitaDolore, aerofagia, meteorismo, senso di pienezza sono solo alcuni dei sintomi del gonfiore addominale. Ma quali sono le cause e come possiamo cercare di migliorare la nostra alimentazione in funzione di questo disturbo? Diciamo subito che uno dei fattori principali che contribuiscono al gonfiore addominale è l’accumulo di gas nell’intestino. Alcuni alimenti possono favorire questo meccanismo a causa della fermentazione di determinate sostanze che contengono.
Da evitare
Per ridurre ed eliminare il gonfiore addominale, è importante prestare attenzione a cosa si mangia. Ecco alcuni alimenti da evitare o limitare all’interno della propria dieta:
Gestire il gonfiore da legumi
Il gonfiore legato al consumo di leguminose spesso è dovuto all’abitudine dell’intestino a cibi raffinati, disabituandosi alla fibra. Per introdurre i legumi nella dieta, è consigliabile iniziare con quantità ridotte e preferire legumi decorticati, privi della cuticola esterna che contiene più fibre. Lenticchie e piselli decorticati sono una buona scelta. Per migliorare la digestione, è possibile aggiungere erbe carminative come alloro, zenzero fresco, santoreggia e menta.
Le verdure
Alcune verdure, come cavoli, cavolfiori e broccoli, sono ricche di nutrienti essenziali, ma possono causare gonfiore. Per chi ha un intestino sensibile, è consigliabile consumarle in piccole quantità e non più di una volta alla settimana. Ridurre i condimenti e bilanciare i pasti con alimenti proteici a basso contenuto di grassi può facilitare la digestione.
Frutta da prediligere
Alcuni frutti, come mele mature, prugne e anguria, contengono zuccheri fermentabili che possono causare gonfiore. È consigliabile preferire frutta come ananas, mela poco matura, kiwi, mandarini, banana poco matura, lamponi e fragole, che sono più facili da digerire.
L’Intolleranza al lattosio
Se il gonfiore persiste nonostante le modifiche dietetiche, potrebbe essere dovuto a un’intolleranza al lattosio. In questo caso, è consigliabile effettuare un test per l’intolleranza. Si possono utilizzare prodotti lattosio-free che forniscono le stesse proprietà nutrizionali dei prodotti lattosio-containing. Per chi è intollerante al lattosio, esistono alternative come le bevande vegetali senza zuccheri aggiunti e i derivati della soia, come il tofu. Questi prodotti sono ben tollerati e forniscono importanti nutrienti come il calcio e la vitamina D. A ciascuno il suo.