Tempo di lettura: 2 minutiIl boato di silenti urla adolescenziali
In adolescenza, il tempo è scandito dai pari, dai conflitti con i genitori e dalla spettacolarizzazione delle emozioni. In questa delicata fase, in cui si gettano le basi per la propria identità, il viaggio verso la crescita può portare alcuni ragazzi a perdersi in ostici dedali. Soli e smarriti, questi adolescenti si sentono come “alieni”, cosa che, in casi limite, può portarli a compiere gesti atroci. Negli ultimi vent’anni il numero di mass murder giovanissimi è aumentato in modo esponenziale. Un ultimo caso è stata la strage del 22 luglio a Monaco di Baviera, compiuta dal diciottenne tedesco di origini iraniane, Ali Sonboly. Nell’osservare le vicende personali e familiari di questi stragisti vi sono alcuni aspetti che risultano quasi ridondanti, ma che spesso sono ignorati o non ritenuti importanti.
Emanuele Mingione
Aspetti ricorrenti
Sono ragazzi chiusi ed introversi che presentano carenze relazionali, sia in famiglia sia con i pari. A casa regna la disfunzionalità e tra i membri vi sono disinteresse e disimpegno. Non è un caso che spesso i genitori di questi assassini dichiarino di non aver mai sospettato di nulla. Tra i pari, invece, le evidenti difficoltà di inserimento di questi ragazzi diventano motivo di squalifica, rifiuto ed attacco da parte degli altri. Molti stragisti, tra i quali anche Sonboly, sono stati vittima di bullismo. Naturalmente, il bullismo non genera stragisti, ma è uno dei tanti fattori che giocano un ruolo. Il soggetto abusato si sente indifeso e privo di relazioni solide e protettive. Inoltre, esso cova in sé un grande sentimento di ingiustizia, che può spingerlo a soluzioni estreme contro se stessi e gli altri. Durante l’adolescenza, il gruppo di pari e la famiglia rappresentano la fucina in cui conoscersi e crescere. L’appartenenza, come sottolineano Aurilio, Menafro e De Laurentis, si configura come il principio base dell’evoluzione dell’individuo, che si potenzia, attraverso lo svincolo, proprio nel passaggio da un sistema all’altro. Il sistema, dunque, è condizione psichica indispensabile per ri-conoscere e ri-conoscersi e matrice relazionale per l’evoluzione dell’essere umano. Per contro, il vivere in sistemi familiari e relazionali in cui non si può sperimentare l’appartenere può generare depressione ed un isolamento fortemente patologico.
Dipendenti da PC e Console
Altro aspetto sottovalutato, comune a molti mass murder, è l’eccessivo e smisurato tempo passato di continuo da soli avanti a pc e console. Questi giovani, non solo, sviluppano dipendenza per videogiochi violenti, come gli “sparatutto”, ma nel deep web trovano informazioni sul come procurarsi armi e cercano notizie su altre stragi, sviluppando un’idolatria nei confronti dei propri predecessori, come quella di Sonboly per il norvegese Anders Breivik. C’è bisogno, dunque, che ognuno si assuma la responsabilità di arginare la violenza, tutelando le generazioni future e fornendo adeguati strumenti per crescere insieme.
di Emanuele Mingione
Socio Ordinario Clinico della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale
Per il tumore alla prostata la prevenzione si fa (anche) in camper
News PresaLa prevenzione al tumore della prostata? Viaggia su quattro ruote. Anzi, per la precisione, si muove in camper. Tornano infatti le visite urologiche gratuite del Camper Pro, iniziativa della Fondazione Pro Onlus presieduta dal professor Vincenzo Mirone. da anni ormai questa splendida realtà del Mezzogiorno porta nelle piazze e nelle strade del Sud la cultura della salute.
Tumore alla prostata. L’oro della prevenzione
Tra le iniziative della Fondazione che vale la pena ricordare c’è senza dubbio la memorabile campagna “L’oro della prevenzione”, una serie di spot interpretati da attori noti della Tv e del teatro, girati sulla falsariga di celebri pellicole. Spot realizzati per invogliare il pubblico maschile a fare le giuste analisi, i controlli e le visite necessarie per prevenire o intercettare la malattia.
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In questi spot Gino Rivieccio diventa il Pazzariello, Patrizio Rispo e Germano Bellavia reinterpretano la famosa partita a scopa, Rosaria de Cicco e Mimmo Esposito regalano la scena della pizzaiola, lanciando anche il messaggio della prevenzione di coppia, e Francesco Paolantoni si cimenta brillantemente nel difficilissimo confronto con il pernacchio di Eduardo. Un modo leggero per trasmettere un messaggio importante, ma spesso sottovalutato.
tumore alla prostata . Porta la prevenzione nella tua azienda
La curiosità è che a settembre (il 17 per la precisione) gli urologi andranno a far visita ai lavoratori, in questo caso alla la Sede del Fondo di Solidarietà Ex Dipendenti Circumvesuviana a Napoli (dalle 9.00 alle 14.00), fondo che da 40 anni ha come scopo la creazione di una rete assistenziale sul territorio campano. Come dire, se Maometto non va alla montagna … «Crediamo sia cruciale – spiega Vincenzo Mirone –assecondare le esigenze di lavoratori e pensionati recandosi lì dove questi ultimi lavorano o si ritrovano. Per questo motivo noi siamo a disposizione di tutte le Aziende che volessero fare richiesta di una tappa del Camper nella propria sede. Chiamateci, visitate il nostro portale o scriveteci a info@fondazionepro.it».
Napoli diventa capitale della radiologia medica
News PresaLa Società Italiana di Radiologia Medica (Sirm) ha scelto il capoluogo campano per il suo 47simo congresso annuale, in programma da giovedì a domenica alla Mostra d’Oltremare. Un evento che già dai numeri annunciati si preannuncia da record, non a caso il presidente del congresso, Gallipoli D’Errico, ha parlato senza mezzi termini di un evento straordinario.
I numeri
Circa 10mila i partecipanti (nel 1980 ne furono 1.100), uno sforzo organizzativo enorme che punta non solo all’aspetto tecnico-scientifico in sé e all’oncologia in particolare, ma che guarderà con attenzione alle tantissime eccellenze culturali ed enogastronomiche napoletane e campane, a tutto vantaggio dei numerosissimi ospiti. Inoltre, da capogiro è anche l’indotto stimato che raggiungerà all’incirca i 15 milioni di euro. Ma questo non è l’unico dato sorprendente. Il congresso prenderà vita in un’area di circa 720mila metri quadrati, dei quali circa 15mila da destinare alle diverse aree tecniche e tematiche. Ci saranno aule congressuali e multimediali, una Mostra Tecnica e persino momenti di intrattenimento e spettacolo. Ben 10mila gli ospiti tra iscritti, collaboratori e accompagnatori provenienti da tutta Italia e dall’estero E ancora: 3 corsi monotematici; 35 tavole rotonde; 36 corsi di aggiornamento; 44 lezioni di aggiornamento; 11 sessioni di casistica ragionata; 9 corsi pratici; 25 laboratori.
Piccola curiosità, ci saranno anche due sfide tra scuole di specializzazione, un inedito confronto uomini contro donne. Sulla valenza degli incontri medico-scientifici, e sulla Mostra Tecnica che sarà inaugurata giovedì prossimo alle 14,00 dal Presidente della Confcommercio Campania, Maurizio Maddaloni, e che promette interessanti novità di portata internazionale, punta il professor Antonio Rotondo che ha sottolineato come «per superficie, numero ed importanza delle aziende presenti, così come per gli allestimenti tecnologici, sarà seconda solo a quella di Chicago».
Carenza di farmaci: Ministero, Aifa, Lazio e Lombardia uniti
News PresaPer combattere la carenza di farmaci legata a distorsioni del mercato e alle esportazioni irregolari sono scesi in campo uniti Ministero, Aifa, Lazio e Lombardia. Dal progetto è nato un documento che rappresenta il punto di partenza per la realizzazione di iniziative condivise ed è il risultato del tavolo di lavoro istituito nel 2015 dopo numerose segnalazioni sull’indisponibilità di alcuni medicinali in Italia. “Con la firma del documento, condiviso con Istituzioni e filiera, sulla distribuzione dei medicinali è stato raggiunto un grande risultato. Mettere a punto un piano d’azione comune per evitare che si verifichino ancora fenomeni di indisponibilità di farmaci sul territorio nazionale”. Così il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. “Un forte impegno assunto anche dalle imprese del settore che vogliono continuare a garantire al cittadino la possibilità di trovare – senza difficoltà – il medicinale di cui ha bisogno – ha proseguito il presidente di Farmindustria -. Questo è stato l’obiettivo del Tavolo di lavoro, composto da tutti gli attori del sistema, coordinato dall’Agenzia italiana del farmaco e con la collaborazione del Ministero della Salute e delle Regioni Lazio e Lombardia, che hanno affrontato il problema delle indisponibilità con tempestività ed efficienza. Già dalla prima applicazione del progetto pilota sono stati raggiunti importanti traguardi. Da adesso in poi si tratta di proseguire su questa strada superando ogni ambiguità per venire incontro ai bisogni di salute dei pazienti”. Nel Lazio sono stati già fermati alcuni operatori che avrebbero effettuato attività di esportazione irregolare. Per l’Aifa “ l’adesione di altre Regioni al progetto consentirà una più estesa sistematizzazione e intensificazione delle attività di vigilanza”.
Sanità: arriva il manuale anticorruzione
News Presa, PrevenzioneManuale anticorruzione.
La sanità italiana vale circa 110 miliardi di euro all’anno. Al suo interno convivono tutti gli elementi possibili per facilitare la corruzione: molto denaro pubblico, molti appalti, molte voci di spesa ed una enorme presenza della politica. L’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone già lo scorso 6 aprile in occasione della giornata “curiamo la corruzione” aveva indicato il comparto sanitario ai primi posti per il rischio di corruzione e gli “incarichi e nomine” come la seconda area a rischio dopo gli appalti. Da questo assunto nasce l’idea di creare un manuale anticorruzione in sanità (“La prevenzione dei reati nelle strutture sanitarie pubbliche e private”, edito dal Gruppo 24 Ore, a cura di Ivano Maccani, Giuseppe Melis e Andrea F. Tripodi). “Fonte di sprechi e disservizi – scrivono gli autori in quello che è un vero e proprio decalogo per non sconfinare nell’illegalità nel settore sanitario -, la corruzione in sanità brucia purtroppo risorse preziose anche nel nostro Paese, soprattutto in tempi di crisi economica”. Il comparto sanitario, infatti, “frequentemente oggetto dell’attività delle sezioni giurisdizionali e degli uffici di procura della Corte dei Conti, conferma infatti la sua tendenza ad essere un ambiente particolarmente esposto a situazioni illecite di varia natura. è infatti quasi fisiologico che il fenomeno corruttivo si annidi dove circola più denaro”. Non solo corruzione in sanità ma anche infiltrazioni delle mafie: “consistenti investimenti pubblici – si spiega nel libro – attirano inevitabilmente non solo logiche affaristiche ma anche gli interessi della criminalità organizzata. La sanità è infatti oggetto di crescente attenzione da parte delle mafie principalmente nella contrattualistica, nella gestione dei rifiuti e degli accreditamenti. Lo testimonia, tra l’altro, il commissariamento per infiltrazioni della criminalità organizzata di alcune aziende sanitarie. Davanti a questi sprechi e abusi e a questi numeri – è la considerazione degli autori -, trasparenza, fiducia, legalità, integrità rappresentano elementi essenziali nella costruzione di un sistema di tutela della salute e nella promozione del benessere in un settore, quello sanitario, che da solo vale parecchi punti percentuali del PIL”. Nel libro di Maccani si trovano tuttavia anche motivi di fiducia: “Non può essere sottaciuto che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ai primi posti nel mondo per capacità e qualità dell’assistenza in rapporto alle risorse investite”. Gli autori forniscono anche una “ricetta” efficace di contrasto ai fenomeni corruttivi che deve prevedere “un mix di tre ingredienti: prevenzione, repressione e componente culturale. Di fronte ad un virus diffuso e geneticamente modificato, che sviluppa continuamente nuove difese ed adotta tecniche di aggressione sempre più insidiose, non ci si può occupare di singoli casi, talvolta eclatanti (Expo, Mose, Mafia Capitale), ma è imprescindibile un intervento di sistema”.
Tumore al seno, la fecondazione assistita è un rischio?
News Presa, PrevenzioneLa fecondazione assistita può aumentare il rischio di ammalarsi negli anni di tumore al seno? Questa è una domanda che affligge moltissime donne. A trent’anni dalla prima fecondazione in vitro, finalmente sembra essere arrivata una risposta. A tranquillizzare un’ intera generazione di mamme è uno studio portato a termine in Olanda e pubblicato sul prestigioso Journal of the American Medical Association. Secondo i ricercatori olandesi la risposta è no, le donne che si sottopongono ad una stimolazione ormonale hanno le stesse probabilità di ammalarsi di tumore al seno di quante riescono ad arrivare ad una gravidanza senza difficoltà.
Una certezza in più
I risultati di questa ricerca confermano quanto già affermato negli anni scorsi da altri prestigiosi studi. In particolare nel 2013 ricercatori israeliani avevano pubblicato su Fertility and Sterility i risultati di una ricerca che escludeva il rischio oncologico, di cui sarebbe eventualmente responsabile il surplus di ormoni (estrogeni e progesterone) che si genera nel tentativo di indurre l’ovulazione. Alle donne che hanno superato i 35 anni viene comunque consigliato di sottoporsi a una ecografia mammaria o a una mammografia prima di cominciare un trattamento di fecondazione assistita.
Vent’anni dopo nessun aumento dei casi
Quello che i ricercatori olandesi hanno fatto è stato analizzare il rischio a lungo termine. In particolare hanno verificato quante donne sottoposte a procreazione medicalmente assistita si fossero ammalate di tumore al seno a 29 anni di distanza. Le signore prese in considerazione sono state 19mila tra il 1983 e il 1995. Gli autori della ricerca hanno tenuto conto di fattori di rischio quali l’età del primo concepimento, il numero di parti e i tentativi di fecondazione in vitro affrontati. Valutando lo stato delle donne a 55 anni, quindi 20 anni dopo i trattamenti di fecondazione in vitro hanno notato che l’incidenza cumulativa del tumore al seno era pari al 3% nel gruppo che s’era sottoposte alla stimolazione ormonale e al 2,9% in tutte le altre.
Una risposta importante per tutte quelle donne che nonostante le difficoltà scelgono di non arrendersi, di cercare una gravidanza possibile grazie ai progressi della medicina. L’opportunità etica di arrivare ad una gravidanza ad un’età avanzata è tutt’altra cosa. Quella dovrebbe sempre essere rimessa al buon senso.
Stress da rientro: sintomi del disagio e rimedi
News Presa, Prevenzione, PsicologiaLe attese vacanze possono riservare una sorpresa poco piacevole al ritorno: lo stress da rientro. Ne soffrirebbe il 35% della popolazione. La Prof.ssa Rossella Aurilio – Presidente della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale spiega i sintomi di questo disagio e quali possono essere i rimedi per affrontarlo al meglio.
1) La maggior parte delle persone è da poco rientrata dalle vacanze. Come mai molti manifestano serie difficoltà di ripresa spesso con disturbi quali ansia, stanchezza e difficoltà di concentrazione?
È una condizione molto comune, ma i disturbi possono essere anche altri, come un calo del tono dell’umore, una sensazione di spossatezza, ma anche una fantasia di non potercela fare a riprendere tutti i compiti che erano stati lasciati. Si può arrivare ad avere un’ansia crescente che può essere somatizzata, infatti sono frequenti i disturbi gastrici, fino ad arrivare all’insonnia.
2) A cosa dobbiamo attribuire questi disturbi ?
I fattori sono diversi. Il nostro equilibrio psicologico è un meccanismo delicato che risente anche dei piccoli cambiamenti di ritmo nella vita quotidiana e nella nostra giornata. La stessa cosa ci accade quando interrompiamo bruscamente il lavoro e per andare in vacanza. Un altro fattore molto importante è legato alle aspettative che abbiamo riposto sulla vacanza. Molti ripongono una sorta di aspettativa magica e pretendono che la loro vita sia al riparo da tutto, ma spesso possono sorgere dei problemi anche nel periodo estivo e a questi imprevisti reagiamo molto male. Creare un’aspettativa troppo alta ci mette nelle condizioni di poter subire un contraccolpo.
3) Cosa è utile fare per rendere meno difficile il nostro rientro ?
Basta fare una cosa molto semplice: programmare il rientro in città con qualche giorno di anticipo. È importante non rientrare subito a pieno regime, perché tutti noi ormai abbiamo un ritmo di vita molto serrato ed è difficile abituarsi di colpo. La nostra salute psicologica per essere conservata necessità di momenti di transito. Quindi dobbiamo immaginare di dedicare del tempo anche per far defluire le tensioni. La cosa molto importante sono i rapporti umani, le nostre relazioni significative, i nostri sistemi di appartenenza. Bisogna averne cura, perché sono importanti per il nostro equilibrio. Dobbiamo quindi immaginare la vacanza come uno stato della mente e non proprio un luogo e un tempo determinato.
4) Quale altro consiglio è utile in questi momenti, indipendentemente dal rientro delle vacanze?
Quello che consiglio e di stare attenti alla nostra condizione psicologica, prestarci più attenzione. Spesso sottovalutiamo i segnali di stanchezza e i momenti di calo del tono dell’umore. La condizione di stress del rientro dalle vacanze è transitoria per fortuna, con la nostra capacità di riadattarsi la si supera, qualora dovesse permanere una condizione psicologica difficile il consiglio utile è di consultare una psicologo clinico. Ma anche di avere l’abitudine di confrontarsi con un esperto anche solo una volta ogni tanto, per prendersi cura del proprio benessere mentale.
Malattie ematologiche, settembre è il mese della prevenzione
Prevenzione“Make Blood Cancer Visible”. E’ questo il nome della campagna di sensibilizzazione sulle malattie ematologiche che ha preso il via anche in Italia. Settembre infatti è il mese della sensibilizzazione. L’idea è stata quella di paragonare la lotta alla malattia come un incontro di boxe, un incontro che oggi si può vincere.
«I tumori ematologici – spiega il professor Fabrizio Pane, Presidente della Società Italiana di Ematologia – sono molto sottostimati, rappresentano il 15% di tutte le neoplasie. Grazie all’efficacia di cure studiate in funzione della biologia molecolare e del profilo farmacogenomico della malattia, oggi possono essere affrontanti con più sicurezza. Medici di medicina generale e specialisti fanno rete sul territorio per garantire al paziente il migliore percorso terapeutico possibile sia in fase inziale che avanzata della malattia. Ma l’indicazione, per raggiungere l’obiettivo, è di rivolgersi a centri di alta specialità che attuano terapie scientificamente accreditate».
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Questi tumori, che nell’insieme costituisco il 15% di tutti i tumori, sono oggi più curabili grazie anche ai progressi ed alle nuove conoscenze sulle alterazioni molecolari che sono presenti a livello genomico in questi tumori che consentono di definire specifiche sottocategorie di malati, e dall’altro alla farmacogenomica, che ha aiutato a ‘profilare’ la terapia, definendo cioè la cura più adatta alla natura del tumore. Si apre dunque la strada verso trattamenti ‘cuciti su misura’ per ogni paziente, attuabili presso centri validati, accreditati e di alta specializzazione. “Certamente – spiega sempre il prof. Pane, che dirige anche l’UOC in Ematologia Clinica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli – i tumori del sangue, come tutte le malattie, non si curano affidandosi a ciarlatani, pseudomedici, promotori di metodi ‘alternativi’, come dimostrato anche dalla cronaca più recente”.
Nuove possibilità diagnostiche
Al centro dell’attenzione, oggi, anche la possibilità di individuarli in modo più rapido, ponendo la dovuta attenzione a sintomi come tumefazioni in aree del corpo superficiali, in sedi accessibili alla autopalpazione e quindi spesso scoperti dallo stesso paziente, che spesso sono di pertinenza linfonodale, sebbene alcuni siano semplicemente legati a stati infiammatori, febbricola o infezioni ricorrenti. Meno frequente è, invece, la familiarità genetica per i tumori del sangue. Ecco il motivo vero di questa campagna di sensibilizzazione. «Al primo campanello di allarme o a un semplice sospetto – spiega il presidente – è utile effettuare un esame emocromocitometrico (esame completo del sangue) e rivolgersi al medico di medicina generale e, se necessario, a centri di alta specialità per un approfondimento diagnostico accurato. Alcuni tipi di tumori del sangue, come le leucemie acute con andamento molto grave che giungono in tempi brevi in osservazione al pronto soccorso, mentre tra gli altri tipi di neoplasie ematologiche che si manifestano in modo molto più insidioso sono molto più frequenti i casi di ritardo diagnostico. In questi casi, nonostante l’evidenza di alcune anomalie all’esame emocromocitometrico, si osserva che tali anomalie che dovrebbero indurre ad un opportuno approfondimento. La tempestività diagnostica e terapeutica – aggiunge il professor Pane – è dunque fondamentale per garantire i migliori risultati di efficacia della cura».
Il boato di silenti urla adolescenziali
PsicologiaIl boato di silenti urla adolescenziali
In adolescenza, il tempo è scandito dai pari, dai conflitti con i genitori e dalla spettacolarizzazione delle emozioni. In questa delicata fase, in cui si gettano le basi per la propria identità, il viaggio verso la crescita può portare alcuni ragazzi a perdersi in ostici dedali. Soli e smarriti, questi adolescenti si sentono come “alieni”, cosa che, in casi limite, può portarli a compiere gesti atroci. Negli ultimi vent’anni il numero di mass murder giovanissimi è aumentato in modo esponenziale. Un ultimo caso è stata la strage del 22 luglio a Monaco di Baviera, compiuta dal diciottenne tedesco di origini iraniane, Ali Sonboly. Nell’osservare le vicende personali e familiari di questi stragisti vi sono alcuni aspetti che risultano quasi ridondanti, ma che spesso sono ignorati o non ritenuti importanti.
Emanuele Mingione
Aspetti ricorrenti
Sono ragazzi chiusi ed introversi che presentano carenze relazionali, sia in famiglia sia con i pari. A casa regna la disfunzionalità e tra i membri vi sono disinteresse e disimpegno. Non è un caso che spesso i genitori di questi assassini dichiarino di non aver mai sospettato di nulla. Tra i pari, invece, le evidenti difficoltà di inserimento di questi ragazzi diventano motivo di squalifica, rifiuto ed attacco da parte degli altri. Molti stragisti, tra i quali anche Sonboly, sono stati vittima di bullismo. Naturalmente, il bullismo non genera stragisti, ma è uno dei tanti fattori che giocano un ruolo. Il soggetto abusato si sente indifeso e privo di relazioni solide e protettive. Inoltre, esso cova in sé un grande sentimento di ingiustizia, che può spingerlo a soluzioni estreme contro se stessi e gli altri. Durante l’adolescenza, il gruppo di pari e la famiglia rappresentano la fucina in cui conoscersi e crescere. L’appartenenza, come sottolineano Aurilio, Menafro e De Laurentis, si configura come il principio base dell’evoluzione dell’individuo, che si potenzia, attraverso lo svincolo, proprio nel passaggio da un sistema all’altro. Il sistema, dunque, è condizione psichica indispensabile per ri-conoscere e ri-conoscersi e matrice relazionale per l’evoluzione dell’essere umano. Per contro, il vivere in sistemi familiari e relazionali in cui non si può sperimentare l’appartenere può generare depressione ed un isolamento fortemente patologico.
Dipendenti da PC e Console
Altro aspetto sottovalutato, comune a molti mass murder, è l’eccessivo e smisurato tempo passato di continuo da soli avanti a pc e console. Questi giovani, non solo, sviluppano dipendenza per videogiochi violenti, come gli “sparatutto”, ma nel deep web trovano informazioni sul come procurarsi armi e cercano notizie su altre stragi, sviluppando un’idolatria nei confronti dei propri predecessori, come quella di Sonboly per il norvegese Anders Breivik. C’è bisogno, dunque, che ognuno si assuma la responsabilità di arginare la violenza, tutelando le generazioni future e fornendo adeguati strumenti per crescere insieme.
di Emanuele Mingione
Socio Ordinario Clinico della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale
Farmaci online: ecco il decalogo per gli acquisti “sicuri”
Associazioni pazienti, Farmaceutica, News PresaDopo l’annuncio di luglio 2015 da parte del Ministero della Salute, farmacie e parafarmacie sono state autorizzate a vendere i farmaci da banco anche online, ma la variabilità di prezzo può arrivare a superare il 100%. Per i consumatori è un’opportunità di accesso al farmaco, ma può avere ricadute pesanti sul portafogli. Altroconsumo ha provato a verificare i pro e i contro dell’accesso all’acquisto online, con l’analisi di prezzi di 21 farmaci senza ricetta venduti via web da 100 esercizi: 84 farmacie e 16 parafarmacie, escludendo le spese di spedizione. Dall’analisi emerge che la variabilità di prezzo può arrivare anche sino al 134%.
Per non incappare in operatori illegali e farmaci contraffatti l’associazione fa una lista delle regole che devono essere seguite. Sono autorizzate alla vendita di farmaci online, ad esempio, sia le farmacie sia le parafarmacie, ma soltanto se hanno già un loro esercizio commerciale fisico, un negozio insomma. Possono essere venduti solo farmaci senza obbligo di ricetta medica ed è necessario un bollino di autorizzazione del ministero della Salute per la regolarità dell’esercizio. Molti siti illegali provano a fingersi farmacie o parafarmacie autorizzate, anche ricorrendo a nomi ingannevoli, come emerge dall’indagine – visti Labuonafarmacia o Farmacia italiana – o ostentando il simbolo del caduceo con il serpente. Non è un fenomeno limitato, sul web se ne vedono a decine.
La vendita online presenta sicuramente dei vantaggi: trattandosi di farmaci è possibile riceverli direttamente a casa, un servizio utile per una persona malata o anziana. Online poi è possibile vagliare i prezzi migliori in un numero di farmacie e parafarmacie ben maggiore di quelle visitabili di persona.
L’analisi di prezzi di 21 farmaci senza ricetta venduti online da 100 esercizi, tra farmacie e parafarmacie.
I dati significativi e i consigli di Altroconsumo:
* Da un sito di vendita all’altro i prezzi della stessa confezione di medicinale possono addirittura più che raddoppiare. È il caso dell’Enterogermina, per esempio: una scelta attenta del sito consente di risparmiare ben 4,50 euro per una confezione; mentre su un tubetto di Gynocanesten abbiamo rilevato un risparmio possibile di 5,51 euro. Fare un confronto in Rete è utilissimo.
* Le spese di spedizione (a partire dai 5€) incidono molto sul prezzo finale del farmaco: accorpare gli acquisti tra loro può essere conveniente.
* Prima di acquistare farmaci online, bisogna accertarsi con molta attenzione di essere su un sito autorizzato, verificando la presenza del bollino con il logo che porta via link all’elenco pubblicato sul sito del ministero. Con un distinguo: se una farmacia o una parafarmacia decidono di vendere online non i farmaci, ma soltanto articoli di altro tipo (integratori, accessori sanitari, cosmetici o altro), in questo caso non hanno bisogno di alcuna autorizzazione né dovranno riportare il bollo, pur essendo a norma di legge.
* Online è consentito vendere soltanto farmaci che si possono acquistare senza ricetta medica: se quindi ci si imbatte in un sito che offre in vendita Viagra o antibiotici, (entrambi per legge vendibili solo con ricetta), è sicuramente un operatore illegale, da cui stare alla larga.
* Non è possibile acquistare legalmente farmaci da siti basati all’estero: questo perché è proibito introdurre in Italia farmaci sprovvisti di un foglietto illustrativo scritto in italiano.
* Per legge, i farmaci venduti online devono avere esattamente lo stesso prezzo che hanno nella farmacia fisica corrispondente (regola che però non riguarda gli altri prodotti venduti online dalla farmacia, per i quali il prezzo è libero).
Morta Isabelle Dinoire, la prima al mondo a sottoporsi ad un trapianto di viso
Medicina estetica, News PresaAveva 49 anni, è stata la prima persona al mondo ad essere operata per un trapianto del viso. Isabelle Dinoire non è riuscita a vincere una lunga malattia e, nonostante la notizia stia solo ora facendo il giro del mondo, è morta il 22 aprile scorso. La sua è stata una storia che ha lasciato il segno, l’esempio di come la scienza sia stata capace di guidare la medicina verso un traguardo sino a quel momento ritenuto impossibile. La donna fu operata in Francia, dopo essere stata sfigurata dal suo cane. Da allora nella sua vita è sempre stato presente lo spettro del rigetto, arrivato purtroppo undici anni dopo.
L’incidente
La sua vita cambiò drammaticamente nel maggio del 2005 quando, dopo aver assunto dei sonniferi, si risveglio sfigurata dai morsi del suo labrador che, nel tentativo di svegliarla, le aveva strappato labbra, naso e guance
L’intervento
Ad operare Isabelle Dinoire fu un’equipe di chirurghi altamente specializzati, con la collaborazione del professor Jean-Michel Dubernard, primario dell’ospedale Edouard-Herriot di Lione (struttura all’avanguardia nel campo dei trapianti). Il professor Dubernard era stato il primo ad aver effettuato con successo un trapianto di mani. Superato l’intervento, l’equipe medica e la donna tennero una conferenza stampa che in un certo senso fece la storia.
Furono annunciati progressi incredibili. Addirittura Dinoire, di li a poco, sarebbe stata capace di riacquisire la sensibilità al viso e di muovere le labbra. Negli anni a venire fu chiaro a tutti anche il dramma di quell’intervento; la donna raccontò più volte delle sue difficoltà ad accettare un volto diverso da suo, una difficoltà esistenziale alla quale poi si è purtroppo aggiunta la malattia. A quel trapianto di viso ne sono seguiti poi molti altri, casi di uomini e donne che hanno potuto così almeno provare a ritrovare una parvenza di normalità.