Tempo di lettura: 2 minutiMedici in prima linea per l’assistenza sanitaria ai migranti. Proprio all’impegno dei camici bianchi è stata dedicata, a Napoli, un’intera giornata di confronto con le istituzioni e le realtà che si prendono cura di chi lavora per garantire la salute pubblica. Un’occasione per affrontare le difficoltà della professione medica mettendo in campo iniziative concrete e portando testimonianze significative di come si possa interpretare la “missione” con dedizione, spirito di sacrificio e voglia di migliorarsi continuamente.
«Siamo felici che questa iniziativa sia stata presentata a Napoli – ha dichiarato Silvestro Scotti -. Nella nostra città c’è una grande tradizione dell’accoglienza: abbiamo un Ospedale Dei Pellegrini attivo dal 1200 e mi fa piacere annunciare oggi che, nel prossimo bollettino dell’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri, stiamo lanciando un vademecum che contiene una mappatura completa per garantire tutti i servizi sanitari del nostro territorio ai migranti. Il medico ha come vocazione la presa in carico socio-psico-sanitaria di tutti i pazienti, senza distinzioni. Sanità di Frontiera è importante per mettere a sistema tutte le iniziative meritorie che ci sono ma che, finora, erano scollegate tra loro».
«Il progetto sostenuto da Consulcesi Onlus è stato annunciato lo scorso 3 ottobre a Lampedusa e coinvolge, oltre al medico simbolo dell’isola, il dottor Pietro Bartolo, le istituzioni e le principali organizzazioni umanitarie nazionali ed internazionali», ha spiegato il professor Petrella. Un tema, quello dell’accoglienza e della tutela della salute dei migranti, centrale anche per l’OMCeO di Napoli. Tra le recenti iniziative del presidente Scotti, infatti, figura già un corso ECM organizzato coinvolgendo esperti del settore e finalizzato a creare un vero e proprio sportello per raccogliere e coordinare istanze ed iniziative sanitarie per il migrante e favorire attività volte ad incrementare studi e ricerche nel campo della medicina delle migrazioni.
Una sfida che non spaventa i medici italiani, già abituati a tenere in piedi il Ssn per garantire il diritto alla Salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, per tutti gli italiani. A fronte di medici che combattono quotidianamente contro denunce di malpractice (spesso infondate), mancato rispetto degli orari di lavoro imposti della legge, carenze di personale, strutture e apparecchiature inadeguate, la caparbietà di chi non si lascia sopraffare da questa situazione viene, però, sempre premiata. Emblematico il caso dei medici specialisti a cui l’Italia, violando le regole imposte dall’Ue (direttive comunitarie 75/362 CEE e 82/76/CEE), ha negato il corretto trattamento economico durante la scuola di specializzazione tra il 1978 ed il 2006. Una forte ingiustizia, sanata dall’intervento dei Tribunali che stanno ripristinando quei diritti negati accogliendo i ricorsi presentati attraverso numerose azioni legali.
Calcio: bimbo dà lezioni di fair play ai grandi e aiuta avversario
News Presa, SportIl video del momento in cui il bambino si ferma ad aiutare il giocatore della squadra avversaria a rimettere a posto le stringhe Continua a leggere
Da Napoli l’esempio di una sanità a misura di migrante
News PresaMedici in prima linea per l’assistenza sanitaria ai migranti. Proprio all’impegno dei camici bianchi è stata dedicata, a Napoli, un’intera giornata di confronto con le istituzioni e le realtà che si prendono cura di chi lavora per garantire la salute pubblica. Un’occasione per affrontare le difficoltà della professione medica mettendo in campo iniziative concrete e portando testimonianze significative di come si possa interpretare la “missione” con dedizione, spirito di sacrificio e voglia di migliorarsi continuamente.
«Siamo felici che questa iniziativa sia stata presentata a Napoli – ha dichiarato Silvestro Scotti -. Nella nostra città c’è una grande tradizione dell’accoglienza: abbiamo un Ospedale Dei Pellegrini attivo dal 1200 e mi fa piacere annunciare oggi che, nel prossimo bollettino dell’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri, stiamo lanciando un vademecum che contiene una mappatura completa per garantire tutti i servizi sanitari del nostro territorio ai migranti. Il medico ha come vocazione la presa in carico socio-psico-sanitaria di tutti i pazienti, senza distinzioni. Sanità di Frontiera è importante per mettere a sistema tutte le iniziative meritorie che ci sono ma che, finora, erano scollegate tra loro».
«Il progetto sostenuto da Consulcesi Onlus è stato annunciato lo scorso 3 ottobre a Lampedusa e coinvolge, oltre al medico simbolo dell’isola, il dottor Pietro Bartolo, le istituzioni e le principali organizzazioni umanitarie nazionali ed internazionali», ha spiegato il professor Petrella. Un tema, quello dell’accoglienza e della tutela della salute dei migranti, centrale anche per l’OMCeO di Napoli. Tra le recenti iniziative del presidente Scotti, infatti, figura già un corso ECM organizzato coinvolgendo esperti del settore e finalizzato a creare un vero e proprio sportello per raccogliere e coordinare istanze ed iniziative sanitarie per il migrante e favorire attività volte ad incrementare studi e ricerche nel campo della medicina delle migrazioni.
Una sfida che non spaventa i medici italiani, già abituati a tenere in piedi il Ssn per garantire il diritto alla Salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, per tutti gli italiani. A fronte di medici che combattono quotidianamente contro denunce di malpractice (spesso infondate), mancato rispetto degli orari di lavoro imposti della legge, carenze di personale, strutture e apparecchiature inadeguate, la caparbietà di chi non si lascia sopraffare da questa situazione viene, però, sempre premiata. Emblematico il caso dei medici specialisti a cui l’Italia, violando le regole imposte dall’Ue (direttive comunitarie 75/362 CEE e 82/76/CEE), ha negato il corretto trattamento economico durante la scuola di specializzazione tra il 1978 ed il 2006. Una forte ingiustizia, sanata dall’intervento dei Tribunali che stanno ripristinando quei diritti negati accogliendo i ricorsi presentati attraverso numerose azioni legali.
Dario Fo, l’ultimo atto di una vita straordinaria
News PresaScenografo, regista, scrittore, pittore. In una sola parola un Maestro. Dario Fo se n’è andato a 90, dopo un ricovero di 12 giorni all’ospedale Sacco di Milano. A vincere sulla sua voglia di vivere è sono stati problemi respiratori. Problemi che hanno messo fine a quella che il Maestro ha sempre definito «Un’esistenza lunga e fortunata».
Dario Fo
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Al di là della storia personale del Maestro, al quale era doveroso dedicare un ricordo, la scomparsa di Dario Fo ci ricorda quanto siano pericolose le patologie respiratorie. «Questo tipo di malattie – spiega il medico di medicina generale Luigi Sparano – è spesso sottovalutato. Il rischio invece, soprattutto in questo periodo, è molto alto. Possono infatti generarsi delle complicazioni legate alla sindrome influenzale, del resto un paziente cronico è un paziente che si ammala più degli altri».
I vaccini
Quindi, pazienti con capacità respiratorie compromesse sono maggiormente a rischio e l’unica arma efficace è il vaccino. Ma quali sono i candidati ideali per la terapia vaccinale? Ce lo spiega ancora una volta il dottor Sparano: «Gli anziani, ancor più se con malattie croniche, dovrebbero tutti essere vaccinati contro l’influenza. Altro aspetto da tenere in considerazione è la presenza in casa di bambini, perché con l’inizio delle scuole sono spesso i più piccoli a portare in casa il virus influenzale. E questo per i nonni può essere un grave rischio».
Aderenza alle terapie
Altro tema da tenere in grande considerazione è quello dell’aderenza alle terapie, è infatti cruciale avere consapevolezza della propria situazione. «Chi ha patologie respiratorie – spiega Sparano – spesso tende a sottovalutare il problema, a considerarlo poco importante. La conseguenza è quella di non curarsi nel modo corretto. Solo il 15 o 20 per cento delle persone affette da patologie respiratorie ha consapevolezza della propria malattia, questo dato dovrebbe farci riflettere molto».
Cancro, ricercatori dell’Ibp Cnr hanno individuato nuovi bersagli molecolari
News Presa, Ricerca innovazioneCancro
Ormai da anni gli scienziati sanno come funzionano le cellule, la notizia è che ora conoscono anche la definizione molecolare del processo di separazione e taglio delle loro membrane. Un argomento complesso, che interessa anche i non addetti ai lavori perché con questa scoperta si fa un grande passo in avanti nella lotta ai tumori e alle malattie endocrine. Ma andiamo con ordine. Lo studio, pubblicato ora sulla rivista Nature Communications, è dell’Istituto di biochimica delle proteine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibp-Cnr), che peraltro aveva già identificato il complesso di proteine essenziali per la separazione e il taglio delle membrane (Ncb 2012).
Il meccanismo
In sostanza le cellule sono separate dall’ambiente esterno da una membrana. Inoltre un’articolata organizzazione di membrane interne permette a ogni cellula di avere ambienti separati e interconnessi in cui compiere le funzioni specifiche a cui è deputata. Tali membrane spesso si fondono, si separano, si rinnovano o formano vescicole secretorie che trasportano ormoni e altri prodotti cellulari nel circolo sanguigno. Quello che i ricercatori hanno fatto è definire anche il meccanismo molecolare di questo processo. «Le proteine “Bars-14-3-3gamma-Pi4chinasi” formano una sorta di scheletro che tramite un enzima (Lpaatdelta) trasformano l’acido lisofosfatico in acido fosfatico, arricchendo la membrana e facilitandone il taglio», spiega Carmen Valente dell’Ibp-Cnr e autrice della ricerca. «Questo meccanismo sinora sconosciuto offre la base per studiare il comportamento dell’enzima nei vari processi cellulari che richiedono il taglio delle membrane, quali secrezione, endocitosi e divisione cellulare, e per comprenderne la regolazione molecolare».
Gli enzimi
I processi di modificazione delle membrane possono essere alterati in patologie come quelle endocrine e tumorali. Gli enzimi Lpaat potrebbero essere quindi il bersaglio di farmaci per la cura di tali patologie. «Il passo successivo dello studio – conclude – potrebbe quindi essere l’identificazione di composti inibitori di questi enzimi e la validazione di questi nuovi bersagli farmacologici. Particolarmente promettenti sembrano essere da questo punto di vista il tumore della prostata e l’osteosarcoma».
Niente maternità surrogata: non sarà regolamentata a livello europeo
News Presa, Ricerca innovazioneOttantatré voti contrari, 77 favorevoli e 7 astenuti: così Il Consiglio d’Europa ha detto no alla maternità surrogata. A livello europeo, quindi, la pratica non sarà regolamentata. L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha bocciato la raccomandazione che proponeva di affidare al comitato dei ministri dell’organizzazione il compito di “considerare la desiderabilità e fattibilità di elaborare delle linee guida per garantire i diritti dei bambini in relazione agli accordi di maternità surrogata”. La prima stesura della proposta, affidata alla parlamentare belga Petra De Sutter, risale all’inizio del 2015. Da allora De Sutter ha presentato diverse versioni di “risoluzioni e raccomandazioni” che l’hanno esposta a forti contestazioni, fino alla richiesta di toglierle l’incarico. Ma lo scorso settembre la De Sutter ha presentato un’ulteriore, ultima versione di risoluzione e raccomandazione.
La proposta contenuta nella raccomandazione De Sutter è stata respinta dalla maggioranza degli italiani presenti in aula, perché non condanna esplicitamente tutte le forme di maternità surrogata (secondo la tesi di chi ha votato), quindi qualsiasi regolamentazione della pratica, anche se tesa a difendere i diritti dei più vulnerabili, finirebbe per costituire un consenso al suo uso.
Tuttavia ci sono stati anche interventi a favore della maternità surrogata detta altruista, che molti paesi, da ultimo il Portogallo, hanno legalizzato. Altri hanno posto l’accento sul fatto che la pratica da condannare e vietare è quella della maternità surrogata commerciale, ovvero dell’utero in affitto, perché è questa che viola i diritti, non solo dei bambini, ma anche delle madri che li partoriscono per conto di altri.
Bimbi sotto i 4 anni: ogni anno ne muoiono 50 soffocati. Arriva la guida per genitori
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneBimbi sotto i 4 anni
“Ogni anno, in Italia, circa 50 bambini con meno di 4 anni muoiono per soffocamento, nel 70 per cento dei casi dovuto a cibo”. Sono allarmanti i dati messi in evidenza da Giuseppe Di Mauro, presidente della Societa’ italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), che ha sostenuto la realizzazione di una guida sulla sicurezza a tavola. Si tratta di un manuale con le regole per le manovre di disostruzione pediatrica. “La sicurezza a tavola. Genitori oggi: i trucchi del mestiere. Come si esegue la manovra salvavita”, è il titolo del volume scritto da Pier Carlo Salari, Francesco Pastore e Marco Squicciarini, che verra’ presentato domani a Firenze. Durante l’iniziativa sarà anche proiettato un video girato da Leonardo Pieraccioni in cui, raccontando la propria esperienza, l’attore e regista fiorentino elogia l’importanza della conoscenza delle manovre di disostruzione e chiede che tutti i genitori le apprendano. “La guida è un documento fondamentale per i genitori e dovrebbe essere presente in tutte le case dove c’è un bambino”, ha detto Di Mauro. Scorrendo le pagine a colori del manuale si legge come ogni settimana, in media, un bambino perda la vita a seguito dell’inalazione di cibo o corpi estranei. Il 42 per cento dei bimbi ha un incidente quando e’ solo ed ha eluso la sorveglianza di un adulto, mentre il restante 58 per cento invece ha un incidente grave con un adulto presente ma che non riconosce il cibo pericoloso e non sa come intervenire. Nel 30 per cento dei casi, inoltre, il soffocamento, e quindi l’ostruzione delle vie aeree, è provocato da oggetti o giochi di piccole dimensioni. Tutti gli oggetti che passano attraverso un foro del diametro di 4,5 cm sono pericolosi per i bambini di età inferiore ai 4 anni. Tra questi, i più pericolosi e più frequentemente responsabili di soffocamento sono: pile al litio, palline di gomma, parti di giocattoli, pongo, monete, tappi di biro o penne.
Giovanotti Femmenelle e Signurine Masculone, discriminati sin da piccoli
News Presa, PsicologiaOmologarsi o essere escluso. E’ questa l’alternativa per i bambini di Secondigliano (quartiere nell’hinterland di Napoli) secondo la ricerca choc «Giovanotti Femmenelle e Signurine Masculone. A ognuno la libertà di esprimere la propria identità», presentata nel nell’ambito della settimana della prevenzione «Alpha Omega», con il coordinamento scientifico della professoressa Annamaria Colao.
La ricerca esplora la condizione dei bambini «gender non conforming», vale a dire di ragazzini dagli 8 ai 12 anni che nel relazionarsi si discostano dalle norme sociali che definiscono e prescrivono i canoni di mascolinità o femminilità. «Su 60 bambini osservati – ha spiegato oggi Paolo Valerio, professore di psicologia clinica e direttore del Centro Sinapsi- cinque erano chiamati dagli altri bimbi “femmenella” e due “masculillo”. I bambini chiamati femminella soffrivano per il termine considerato dispregiativo e vivevano un disagio profondo. Molto meno, invece, accadeva alle “masculillo” che rispetto a quel tipo di cultura rappresentavano un valore». Le bambine «gender non conforming» non vengono discriminate, ma anzi vivono una condizione di inclusione sociale privilegiata. Se giocano a calcio vengono nominate “capitane” delle loro squadre, mentre i “femminelli” vivono una profonda condizione di esclusione.
Dunque la vera discriminazione è nella femminilizzazione del maschio, perché la non conformità ai ruoli di genere può essere molto più pesante per i maschi che per le femmine. Nella ricerca, durata circa un anno, i bambini discriminati percependosi come “errati” a causa delle discriminazioni subite dai compagni, per favorire la propria inclusione sociale all’interno del “gruppo dei pari”, hanno attivato una serie di escamotage come l’adeguamento ai comportamenti socialmente richiesti. Ad esempio giocando a calcio, non giocando più con le bambole o con i puzzle delle principesse. La ricerca è stata condotta da Mariano Gianola, nell’ambito delle iniziative del Servizio Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze del Centro di Ateneo Sinapsi della Federico II di Napoli.
Al Cardarelli di Napoli un open day contro la depressione femminile
News Presa, PrevenzioneUna giornata per informare, per essere al fianco delle donne nella prevenzione del rischio depressivo nelle varie fasi della vita. Domani (mercoledì 12 ottobre) il Cardarelli di Napoli dedica un open day ad uno dei temi più complessi, e spesso anche drammatici, della vita di molte donne. Quattro ore (dalle 9 alle 13) durante le quali i medici del Cardarelli e le psicologhe dell’associazione Salute Donna offriranno consulenze gratuite e un valido sostegno a quante lo richiederanno.
Il direttore generale del Cardarelli, Ciro Verdoliva
«Questo appuntamento – spiega il direttore generale Ciro Verdoliva – inaugura una serie di iniziative alle quali tengo in modo particolare e che saranno dedicate esclusivamente alla salute e al benessere delle donne. Altro tema sul quale intendo puntare con decisione, in linea con gli obiettivi che il Governo regionale si prefigge, è il sostegno nei confronti delle donne vittime di violenza. Il Cardarelli in questi casi dev’essere sempre più un luogo di cura e di sostegno. Il nostro obiettivo è quelli di essere sempre più efficienti nell’intercettare già in pronto soccorso i casi di violenza sulle donne e poi gestirli al meglio sia dal punto di vista medico che psicologico, garantendo anche la refertazione psicologica che sarà utile in sede dibattimentale in caso di un processo. Quando si parla di violenza sulle donne, l’unico modo di vincere la battaglia è riuscire a prevenirla».
La giornata per la prevenzione della depressione femminile, fortemente voluta e sostenuta dall’assessore regionale Chiara Marciani (delega alla Formazione e alle Pari Opportunità), si terrà al secondo piano del Padiglione N. L’evento si inserisce nel percorso che porterà all’inaugurazione al Cardarelli dello Sportello anti violenza, un percorso che sottolinea ancora una volta l’impegno dell’ospedale sul tema della salute delle donne. Non a caso il Cardarelli è anche la struttura che nella provincia di Napoli ha aderito all’iniziativa bollino rosa.
Fondo Globale: 20 milioni vite salvate da AIDS, tbc e malaria
Farmaceutica, News Presa, PrevenzioneSono più di 20 milioni le vite salvate dal Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria, nei paesi in cui opera, tra il 2002 e il 2014. I decessi per Hiv, Tbc e malaria sono diminuiti di un terzo. Oltre 9 milioni di persone hanno avuto il trattamento antiretrovirale (Art), oltre 15 milioni hanno ricevuto le cure per la Tbc e 659 milioni di zanzariere, impregnate di insetticida, sono state distribuite attraverso i programmi di lotta contro la malaria. In vista della Quinta Conferenza di Rifinanziamento del Fondo che si apre oggi, 16 settembre, a Montreal-Quebec in Canada, sono stati messi in campo, in questi mesi, programmi per sollecitare l’impegno dei governi. L’Italia ha gia’ annunciato un aumento del 30 per cento del suo contributo, portandolo a 130 milioni di euro per il triennio 2017-19. L’Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids ha chiesto al Fondo Globale di potenziare le attivita’ di monitoraggio dell’esecuzione dei propri interventi, per massimizzarne l’efficacia. The ONE Campaign sottolinea che: “Oltre 17.000 ragazze contraggono l’Hiv ogni settimana. Questa non e’ una coincidenza – la poverta’ e’ sessista. Sappiamo che il Primo Ministro Renzi e’ personalmente impegnato nella lotta contro la poverta’ estrema. Assicurandosi che l’Italia giochi la sua parte nel finanziamento del Fondo Globale in Canada, saranno gettate le basi per un’audace agenda della presidenza italiana del G7 il prossimo anno, che ponga al centro donne e bambine”.
Il Fondo Globale, creato durante il G8 di Genova nel 2001, e’ un organismo multilaterale composto da governi, societa’ civile e settore privato; un’istituzione che contribuisce al 57% dei finanziamenti internazionali per la tubercolosi, al 44% di quelli per la malaria e al 22% dei fondi per la lotta all’Aids. Raccoglie e investe oltre 3 miliardi di dollari all’anno per programmi gestiti da esperti locali in oltre 100 paesi.
Influenza: virus arrivato dalla Libia. I medici: vaccinatevi
News Presa, PrevenzioneÈ sbarcato dalla Libia. Non è un migrante, ma il nuovo virus dell’influenza, in particolare il ceppo A/H3, che quest’anno minaccia di mettere a letto in anticipo sei milioni di italiani. E questa volta molti in piena età lavorativa, tra i 50 e 60 anni.
Ogni anno, le complicanze dell’influenza provocano la morte di ottomila persone, soprattutto anziani. A mettere in guardia sono i medici di famiglia, che riuniti a Chia Laguna nel Congresso nazionale del loro sindacato – la Fimmg – hanno invitato tutti a vaccinarsi. “E’ più che mai importante vaccinarsi al più presto”, raccomanda Tommasa Maio, responsabile Area Vaccini della Federazione italiana medici di medicina generale, “medici di famiglia, pediatri ed igienisti sono impegnati a diffondere il nuovo Calendario vaccinale per la vita, aggiornato in base alle ultime evidenze scientifiche”.
“A far prevedere un’ondata influenzale più pesante del solito sono due fattori”, spiega Tommasa Maio, segretario nazionale ‘Fimmg Continuità assistenziale’ che nel sindacato si occupa dei piani vaccinali. “Il primo è il largo anticipo con il quale quest’anno, già a fine agosto, è stato isolato il virus in un bambino nato in Marocco e proveniente dalla Libia. Fatto questo che ne prefigura una più ampia diffusione, soprattutto tra le persone non ancora vaccinate”. “In secondo luogo – prosegue Maio – i virus A/Hong Kong (H3N2) e B/Brisbane, isolati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) contengono piccole mutazioni che predispongono a una maggiore circolazione dell’influenza. Questo perché né i bambini, né le persone a rischio che solitamente si vaccinano possiedono gli anticorpi che fungono da barriera alla malattia”.