Tempo di lettura: 2 minutiLa chirurgia in diretta, a Napoli, come nei fortunatissimi reality Sky. Non è però una trasmissione televisiva quella che ha portato nel capoluogo partenopeo i maggiori esperti di chirurgia bariatrica e metabolica, bensì il 13° Congresso Bariatric Endoscopic Surgical Trends (B.E.S.T.). Anche quest’anno, come sempre, l’obiettivo è quello di raccontare le più importanti innovazioni in un campo che da speranza a centinaia di miglia di pazienti. Stavolta tutta l’attenzione sarà rivolta in alle nuove procedure endoscopiche e laparoscopiche utilizzate negli interventi di revisione. Il programma è strutturato con 8 live surgeries (interventi in diretta) nelle due mattinate di oggi e domani, con tavole rotonde, letture magistrali, face to face e question time.
Come in Tv
Le live surgeries si terranno presso il Presidio Ospedaliero di Pineta Grande trasmesse in diretta con l’auditorium del Centro Congressi dell’Hotel Royal Continental. La Società italiana, al pari di quella dei paesi cosiddetti “sviluppati”, sta vivendo una drammatica modificazione delle abitudini di vita. L’incremento di benessere e tecnologie ha portato, insieme a molti aspetti positivi, ad una riduzione del nostro consumo calorico giornaliero e a una modificazione della composizione della dieta. Cento anni fa si mangiavano 1000 calorie al giorno in più, ma se ne consumavano 1300 in più, e l’adesione alla dieta mediterranea era obbligata dalle minori risorse economiche. Oggi, con la diminuzione di logoranti attività fisiche e nonostante l’apparente attenzione allo sport e al benessere l’allarmante panorama è quello di una obesità infantile che cresce a ritmi esponenziali, di un sovrappeso ormai ubiquitario e di una obesità negli adulti che interessa milioni di persone. Dati particolarmente preoccuanti proprio in Campania.
Il male del millennio
«La grave obesità accorcia la vita media di circa 20 anni, ne peggiora notevolmente la qualità, associandosi a gravi patologie, quali il diabete e l’ipertensione, e le percentuali di dimagrimento stabile con i trattamenti medico-nutrizionali sono tuttora insoddisfacenti»», spiegano Marco Anselmino e Cristiano Giardiello che dirige a Pineta Grande una struttura e un team d’eccellenza in grado di realizzare trecento interventi l’anno e di curare circa millecinquecento pazienti, di cui oltre il trenta per cento extraregionali. «Nonostante la chirurgia bariatrica sia la risposta più efficace per una ottimale perdita di peso e per il trattamento delle patologie associate, con mortalità e morbilità bassissime, tuttavia il suo impatto nella società italiana non è assolutamente soddisfacente e le percentuali di pazienti trattati è inferiore a quella di molti altri paesi Europei. Sarà pertanto altrettanto rilevante analizzare e comprendere i motivi di questa discrepanza, proponendo strade per valorizzare questa chirurgia così efficace ma che talvolta è sottovalutata dalle Aziende Sanitarie che ne trascurano i notevoli benefici economici e sociali a medio e lungo termine». La scelta di realizzare a Napoli, per la prima volta in Italia, il congresso B.E.S.T. deriva proprio da queste opportunità che hanno consentito anche di operare in casi gravissimi grandi obesi di oltre trecento chili di peso. Quello di tornare ad una vita attiva, insomma, non è un sogno impossibile.
Lampade e lettini abbronzanti. L’Ue lancia allarme cancro alla pelle
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneLa tintarella piace a tutti e d’inverno, tra i ritmi frenetici, per mantenere l’abbronzatura, molti ricorrono ai lettini solari. I dati diffusi dalla Commissione Europea, relativi ai danni da esposizione alle radiazioni UV , però, preoccupano. In particolare, i raggi dei lettini solari sarebbero fortemente associati con il melanoma e il carcinoma a cellule squamose, specialmente quando la prima esposizione avviene in giovane età. Inoltre, i raggi UV sarebbero moderatamente associati con il carcinoma delle cellule basali e il melanoma oculare, oltre che responsabili di un numero significativo di casi di cancro della pelle associati con esordio precoce di melanoma. Il parere espresso dalla Commissione Europea e dal Comitato Scientifico su Salute, Ambiente e Rischi Emergenti (SCHEER), pubblicato il 30 novembre scorso, non lascia dubbi. Secondo gli esperti del SCHEER, quindi, non ci sarebbe una soglia limite sicura per l’esposizione. Inoltre, dal momento che i rischi sono maggiori dei benefici, non ci sarebbe nessun bisogno di utilizzare i lettini solari per indurre la produzione di vitamina D. Il parere espresso non è altro che una conferma del parere espresso dalla Commissione nel 2006, che affermava che gli apparecchi abbronzanti a base di UV per uso cosmetico sono probabilmente legati all’aumento del rischio di melanoma maligno della pelle e al possibile sviluppo di melanoma oculare. Nel 2009, poi, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha rivisto tutte le evidenze sugli effetti cancerogeni dei raggi UV dai lettini solari e ha classificato l’utilizzo di questi apparecchi come cancerogeni per l’uomo, inserendoli nel gruppo 1.
La Commissione avrebbe quindi richiesto un aggiornamento del parere espresso nel 2006 da parte di scienziati indipendenti, arrivando alle conclusioni pubblicate in questi giorni.
Chirurgia show: da Napoli le tecniche endoscopiche vanno in “diretta”
Ricerca innovazioneLa chirurgia in diretta, a Napoli, come nei fortunatissimi reality Sky. Non è però una trasmissione televisiva quella che ha portato nel capoluogo partenopeo i maggiori esperti di chirurgia bariatrica e metabolica, bensì il 13° Congresso Bariatric Endoscopic Surgical Trends (B.E.S.T.). Anche quest’anno, come sempre, l’obiettivo è quello di raccontare le più importanti innovazioni in un campo che da speranza a centinaia di miglia di pazienti. Stavolta tutta l’attenzione sarà rivolta in alle nuove procedure endoscopiche e laparoscopiche utilizzate negli interventi di revisione. Il programma è strutturato con 8 live surgeries (interventi in diretta) nelle due mattinate di oggi e domani, con tavole rotonde, letture magistrali, face to face e question time.
Come in Tv
Le live surgeries si terranno presso il Presidio Ospedaliero di Pineta Grande trasmesse in diretta con l’auditorium del Centro Congressi dell’Hotel Royal Continental. La Società italiana, al pari di quella dei paesi cosiddetti “sviluppati”, sta vivendo una drammatica modificazione delle abitudini di vita. L’incremento di benessere e tecnologie ha portato, insieme a molti aspetti positivi, ad una riduzione del nostro consumo calorico giornaliero e a una modificazione della composizione della dieta. Cento anni fa si mangiavano 1000 calorie al giorno in più, ma se ne consumavano 1300 in più, e l’adesione alla dieta mediterranea era obbligata dalle minori risorse economiche. Oggi, con la diminuzione di logoranti attività fisiche e nonostante l’apparente attenzione allo sport e al benessere l’allarmante panorama è quello di una obesità infantile che cresce a ritmi esponenziali, di un sovrappeso ormai ubiquitario e di una obesità negli adulti che interessa milioni di persone. Dati particolarmente preoccuanti proprio in Campania.
Il male del millennio
«La grave obesità accorcia la vita media di circa 20 anni, ne peggiora notevolmente la qualità, associandosi a gravi patologie, quali il diabete e l’ipertensione, e le percentuali di dimagrimento stabile con i trattamenti medico-nutrizionali sono tuttora insoddisfacenti»», spiegano Marco Anselmino e Cristiano Giardiello che dirige a Pineta Grande una struttura e un team d’eccellenza in grado di realizzare trecento interventi l’anno e di curare circa millecinquecento pazienti, di cui oltre il trenta per cento extraregionali. «Nonostante la chirurgia bariatrica sia la risposta più efficace per una ottimale perdita di peso e per il trattamento delle patologie associate, con mortalità e morbilità bassissime, tuttavia il suo impatto nella società italiana non è assolutamente soddisfacente e le percentuali di pazienti trattati è inferiore a quella di molti altri paesi Europei. Sarà pertanto altrettanto rilevante analizzare e comprendere i motivi di questa discrepanza, proponendo strade per valorizzare questa chirurgia così efficace ma che talvolta è sottovalutata dalle Aziende Sanitarie che ne trascurano i notevoli benefici economici e sociali a medio e lungo termine». La scelta di realizzare a Napoli, per la prima volta in Italia, il congresso B.E.S.T. deriva proprio da queste opportunità che hanno consentito anche di operare in casi gravissimi grandi obesi di oltre trecento chili di peso. Quello di tornare ad una vita attiva, insomma, non è un sogno impossibile.
Malattia di Gaucher: intervista al Dott.Spada
PodcastUn tutor al fianco delle persone con autismo e delle loro famiglie
NewsIl tutor non esiste solo all’università o nel mondo del lavoro. In Lombardia, anche se pochi lo sanno, esiste da oltre un anno un vero e proprio tutor dedicato alle persone con autismo e ai loro familiari. Il servizio, gratuito, è gestito dall’Agenzia di tutela della salute – città metropolitana (vecchia Asl) di Milano anche se non sono ancora molte le famiglie per le quali era stata prevista la presa in carica, che ne hanno richiesto l’attivazione. Il tutor può fornire un aiuto psicologico ma anche pratico e svolge questo incarico per la durata di un anno. Un intero anno durante il quale verranno individuati gli interventi più indicati per migliorare la qualità di vita di chi soffre di autismo e dei suoi familiari. Il tutor non è un medico ne si occupa di riabilitazione ma è un professionista in grado di fare da tramite tra tutte queste figure, il paziente e la famiglia stessa. Il tutor fa in modo che a chi soffre di autismo venga garantito tutto ciò di cui ha bisogno, aiuta la famiglia ad accedere ai servizi, e ad affrontare le difficoltà psicologiche e non solo nel difficile momento di passaggio tra l’età infantile e quella adolescenziale del paziente.
Tra le famiglie fino ad oggi prese in carico, il 32% non aveva mai usufruito di alcuna prestazione, il 26% aveva accesso solamente all’assistenza sanitaria e solo il 13% riceveva anche quella sociale. Ma gli ambiti che coinvolgono la vita di queste persone sono tanti. Per questo si è resa necessaria la figura specifica del tutor capace di occuparsi dell’attivazione dei servizi scolastici e di formazione, dei servizi sociosanitari, dei diritti e delle tutele spesso non rispettate, delle attività sportive, dell’ organizzare del tempo libero, del l’attivazione di interventi terapeutici e riabilitativi in ambulatorio o in casa e di molte altre attività. E’ possibile richieder l’intervento di questa figura entro il 31 dicembre, telefonando allo 02.23331616, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18.
Potrebbe esserci un gene all’origine di nuove terapie contro l’alcolismo
Ricerca innovazioneOltre 100 mila persone residenti in Europa, tra cui circa 2 mila italiani “montanari” residenti in Val Borbera, nell’Appennino tra Liguria e Piemonte, si sono sottoposti ad uno studio che potrebbe portare alla scoperta di nuove terapie contro l’ alcolismo. Il coinvolgimento di popolazioni di montagna, che fino a pochi decenni fa hanno vissuto relativamente isolati, ha contribuito a rendere più chiaro il legame tra Dna e alcuni tratti specifici.
La ricerca, condotta da un’equipe internazionale di studiosi guidata dal King’s College di Londra (una delle università più prestigiose del mondo anglosassone e centro accademico e di ricerca di livello mondiale) e a cui hanno collaborato anche ricercatori dell’Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Burlo Garofolo e dell’Università di Trieste insieme all’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, si concentra su di un gene legato al consumo di alcol che regola la quantità di bevande alcoliche che ingeriamo normalmente e che rende sensibile il nostro cervello ad un ormone che il nostro fegato produce quando è in difficoltà durante la digestione.
Gli studiosi hanno preso in esame il genoma delle persone coinvolte nello studio e lo hanno messo in relazione con il consumo di alcol di ciascuno. Ne è emerso un legame con una specifica variante del gene Klotho che sembra essere il gene capace di frenare il desiderio di bere alcolici. Quest’ultimo produce un recettore che lega l’ormone FGF19 che viene prodotto dall’intestino grazie all’azione della bile e l’ormone FGF21 che il nostro fegato genera quando è sottoposto a condizioni di stress. L’FGF21 nell’uomo è associato alla preferenza di alcuni macronutrienti, mentre nei topi reprime il desiderio di alcol e dolci.
Eliminando il recettore Klotho dal cervello dei topi, questi iniziano a bere di più. Lo studio quindi ha dimostrato che esiste un legame cervello-fegato molto preciso su cui poter intervenire in caso di abuso di alcol.
Vaccini, senza copertura niente iscrizioni all’asilo
PrevenzioneIn molte regioni del Nord e del Centro Italia si sta affermando un obbligo ben preciso volto alla prevenzione: niente iscrizione all’asilo nido se non si è in regola con i vaccinai. «In Campania – dice il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti – l’obbligo della vaccinazione dovrebbe scattare da subito, perché i nostri livelli di copertura vaccinale negli ultimi anni sono letteralmente precipitati».
L’esperienza del Veneto
L’equilibrio tra obbligo e non obbligo che Silvestro Scotti condivide è quello proposto dal presidente Luca Zaia in Veneto, che riguarda i bimbi da 1 e 5 anni. I genitori al momento dell’iscrizione all’asilo nido o alla materna dovranno esibire la certificazione dei quattro antivirus: poliomielite, difterite, tetano ed epatite B. L’imposizione scatta qualora a livello regionale la percentuale vaccinale nell’infanzia sia inferiore al 90%, vale a dire la quota di sicurezza indicata dal ministero della Salute. «Questo limite – sottolinea Scotti – consente di raggiungere quello che in medicina chiamiamo effetto gregge, ovvero una forma di protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa della popolazione finisce per fornire una tutela anche agli individui che non si sono vaccinati. Oltretutto l’obbligo in questo caso assume significati validati sul piano scientifico e non di mera imposizione, creando così enpowerment dei cittadini a obiettivi di salute collettivi».
La situazione in Campania
E se in Italia ormai si è spesso al di sotto di questi livelli di sicurezza, in Campania la situazione è ancor più disastrata. Ci sono infatti malattie come il morbillo, la rosolia e la meningite batterica che stanno rapidamente tornando a far paura. Scotti, che è anche un medico di medicina generale, non è incline agli obblighi, ma sulle vaccinazioni ha le idee molto chiare. «In questo caso abbiamo il dovere di fare qualcosa, e di farlo presto, per garantire la salute pubblica».
Protocolli d’intesa con le Asl
In questo senso si orientano le campagne informative che ormai da tempo l’Ordine dei Medici di Napoli promuove con affissioni in tutta la città e la provincia. Campagne che ora sono diventate cardini di protocolli d’intesa che i medici hanno stretto con le Asl. Prima con la Napoli 1 centro, ora anche con la Napoli 2 Nord e la Napoli 3 Sud e in continuità con una collaborazione ormai consolidata anche con l’Ordine dei Medici di Bari superando anche il territorio provinciale e regionale. Un territorio enorme nel quale si vuole accelerare su vaccinazioni ma anche sugli screening.
Tumore al seno: a Torino un nuovo Centro per la cura
Prevenzione, Ricerca innovazione18 nuovi posti di Day Hospital, tecnologie nuovissime, design moderno, 80 mila euro di investimento, un team di professionisti al fianco di ogni donna dall’inizio alla fine del percorso terapeutico. E’ questo il nuovo Day Hospital Oncologico centralizzato della Breast Unit della città della salute di Torino inaugurato di recente nel capoluogo piemontese.
Qui verranno accolte tutte le pazienti che prima venivano seguite nelle tre diverse sedi di cura dedicate al tumore al seno e sempre qui verranno sottoposte sia alle terapie, sempre più specifiche e complesse, sia a diverse altre fasi e discipline di trattamento. Dalla diagnosi iniziale di carcinoma mammario fino al termine delle cure il Centro senologico si occuperà della presa in carico delle pazienti garantendo loro assistenza completa in tutti gli aspetti, dalle esigenze fisiche a quelle psicologiche, grazie a personale esperto e specializzato che accompagna il malato in tutto il percorso della malattia.
Oggi la percentuale di donne che sopravvive ad una diagnosi di tumore dopo 5 anni dalla diagnosi è molto alta ed in particolare nel caso di tumori al seno dove la percentuale dei casi di donne che sopravvivono è dell’87%. Questo dato positivo ha tre ragioni fondamentali alla base: la sempre maggiore adesione alle campagne di prevenzione, alla nascita di centri sempre più specializzati, alla maggiore efficacia delle terapie. E questa percentuale potrebbe alzarsi ulteriormente adottando stili di vita corretta e aderendo a campagne di screening.
In Italia sono oltre 522 mila le donne che hanno un tumore al seno e 4000 sono i casi che ogni anno vengono diagnosticati, dei quali molti sono in Piemonte. I più frequenti tra le donne sono quello alla mammella, al colon retto, del polmone, della tiroide e quello del collo dell’utero. Il carcinoma alla mammella è in assoluto, il più diffuso.
Mammografia indolore? Con le microonde si può
NewsUna mammografia indolore e innocua. La risposta viene dalle microonde, dicono gli scienziati della UBT – Umbria Bioengineering Technology, che hanno ideato un dispositivo senza radiazioni ionizzanti per diagnosi sicure. Il mammografo Rx free è attualmente in fase di sperimentazione clinica al Dipartimento Diagnostica per Immagini dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia, coordinata dal dr. Michele Duranti e dal suo team. Un esame che finirà a fine 2017, anche se i primi test secondo i risultati diffusi alla Ieee – International Conference on Imaging Systems and Techiques (Ist) hanno dato risultati soddisfacenti.
L’idea di un mammografo a microonde l’hanno avuta Gianluigi Tiberi, esperto di elettromagnetismo, e Giovanni Raspa, esperto in meccatronica. Nel 2012 hanno costruito e brevettato il primo prototipo di mammografo senza radiazioni; dopo un periodo di ricerca, e con buoni risultati ottenuti su fantocci, nel febbraio del 2015 sono diventati una start up e hanno deciso di lanciarsi nella sperimentazione. Hanno quindi costruito un secondo prototipo e siglato una nuova convenzione con il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia. Il team da allora si è allargato, Ubt è diventata uno spin off dell’Università e a lavorarci oggi sono in 15.
Il loro progetto fa leva su tre elementi caratterizzanti:
In pratica, il mammografo Rx free “investe” il tessuto mammario con campi elettromagnetici nella banda di frequenza delle microonde, rileva i corrispondenti campi elettromagnetici riflessi e, tramite un’unità di elaborazione programmata, ricostruisce l’immagine mostrando l’eventuale presenza di tumore. I tessuti sani e quelli malati infatti mostrano un elevato contrasto alla frequenza delle microonde, il che li rende ben distinguibili.
La sperimentazione ha ottenuto il consenso del Ministero della Salute e del Comitato Etico della regione Umbria, e l’analisi dei rischi condotta sul dispositivo non ha mostrato rischi dovuti ai campi elettromagnetici. L’esito della sperimentazione sarà quindi determinante per il futuro di un dispositivo che punta allo screening di massa, lo strumento più efficace per la lotta contro il tumore al seno. Tra i punti di forza, il gruppo di Ubt cita infine il minor prezzo rispetto ai mammografi tradizionali: fino al 50% in meno.
Sui banchi di scuola bimbi diabetici. “Sono 8 mila”, Allarme Fdg
Alimentazione, Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneIn Italia circa 8mila bambini in età scolare soffrono di diabete. A lanciare l’allarme è la Federazione Diabete Giovanile (Fdg) attraverso una lettera rivolta al ministro della Salute Lorenzin per chiedere interventi nei nuovi Lea. “È d’obbligo – spiega la Federazione – incidere meglio sulla elaborazione delle principali linee di intervento nei loro confronti da parte degli Organi Istituzionali per colmare il vuoto del SSN che si limita ad intervenire con il 5,80% del fabbisogno nelle scuole primarie di I° grado e di II°. I dati Istat 2013-2014 per quanto concerne la somministrazione dei farmaci in ambito scolastico evidenziano l’assenza del SSN. Assenza colmata dai genitori per il 13,87%, dal personale scolastico per il 54,27%, dall’ Asl per il 5,80%, da altro personale per l’ 1,98%, da nessuno per lo 0,61%, non è stato censito il 24,00%”. Nella lettera rivolta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e alle commissioni Sanità di Camera e Senato, la Federazione Diabete Giovanil, la Fdg chiede di intervenire sui nuovi Lea per “rispondere alle esigenze e alle attese delle famiglie”. Dicendosi “fiducioso” in tal senso, il presidente della Federazione, Antonio Cabras, chiede, in particolare, che nell’ambito della revisione dei Lea a cura delle Commissioni Igiene e Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera per l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare e croniche “venga inserito ‘L’Assistenza in ambiente scolastico ai bambini affetti da diabete mellito’ alla voce 013 .250, pag. 289-290”.
Anziani, tagliando al cocktail di farmaci. Via le medicine superflue
Farmaceutica, PrevenzioneFarmaci, un po’ come per le auto, anche alle terapie va fatto il tagliando di revisione. Soprattutto se queste devo servire a curare un paziente over 65. «Le politerapie – spiega Nicola Ferrara, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – sono molto frequenti nell’anziano (due over 65 su 3 prendono più di 5 farmaci al giorno), oltre ad aumentare il rischio di ricoveri, questi farmaci sono spesso prescritti in maniera inappropriata. Nel 63% dei casi, per esempio, gli anziani prendono inibitori che non servirebbero, mentre a meno di uno su due viene prescritta una corretta profilassi contro la trombosi in caso di fibrillazione atriale. Gli esempi potrebbero proseguire, ma quel che preoccupa è che la percentuale di anziani con almeno un farmaco potenzialmente inappropriato è cresciuta negli ultimi dieci anni, passando dal 20 al 24%. Così le interazioni gravi fra farmaci riguardano un over 65 su quattro, con un aumento della mortalità a tre mesi di oltre due volte e mezzo»
Il ritocco
Un adeguamento periodico della terapia, eliminando medicinali o modificandone i dosaggi per metterli a misura delle condizioni dell’anziano, è indispensabile per evitare complicanze anche gravi. Si stima infatti che oltre il 40% degli accessi in Pronto Soccorso dipenda da una mancata riconciliazione fra le esigenze reali di cura e il trattamento in corso e che circa un terzo dei 9 milioni di ricoveri in Italia sarebbe causato da effetti collaterali da farmaci in over 65, evitabili proprio rimodulando man mano le terapie. Lo rivelano i dati discussi dagli esperti in occasione del Congresso Nazionale SIGG incorso a Napoli, secondo i quali i rischi della mancata revisione da parte di un “direttore d’orchestra” che sappia scegliere i medicinali giusti da assumere sono maggiori nelle Residenze Sanitarie Assistite ma non mancano neppure fra le mura domestiche: a causa dei disagi da politerapie spesso inadeguate alle proprie esigenze oltre il 50% degli over 65 aggiusta da solo posologie e cure, esponendosi ancora di più a pericoli.