Tempo di lettura: 3 minutiSta per iniziare TEDx Roma 2017 e avrà lo sguardo rivolto al benessere e alla sostenibilità. Si parlerà di educazione alla salute, con focus dedicati anche all’alimentazione e in particolare alla dieta mediterranea. Pensatori, visionari e innovatori dall’Italia e dal mondo proveranno a immaginare il futuro dell’umanità da oggi ai prossimi vent’anni.
La quarta edizione, in programma per l’8 aprile presso l’Auditorium Conciliazione, è intitolata “2037 – The future is our present”. Oggi durante la conferenza stampa di presentazione, guidata da Emilia Garito, organizer dell’evento, sono intervenuti Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di Marketing, innovazione e sostenibilità all’università Roma Tre; Marco Menichelli, esperto in intelligenza artificiale e direttore R&S di Silicondev; Giulia Baccarin, fondatrice di I-care (società specializzata nella diagnostica di precisione dello stato di salute degli impianti industriali) e vincitrice del premio Gamma Donna de Il Sole 24 Ore per l’imprenditoria femminile.
Caratteristica della formula originale e ormai consolidata delle conferenze TED (acronimo di technology, entertainment and design), è che ogni intervento dura non più di 18 minuti.
Si affronteranno tematiche che vanno dall’economia sostenibile, all’impatto della medicina più avanzata, alla cyber security e l’intelligenza artificiale, nonchè le esigenze di un mondo che cambia e richiede sempre più risorse ed energia, i percorsi possibili e gli impatti delle trasformazioni in atto. Sempre partendo dal presupposto che scelte sostenibili richiedono l’impegno sia singolarmente che globalmente. Al TEDx di Roma si è sempre parlato di futuro e di innovazione ma quest’anno è diverso, ha spiegato Emilia Garito introducendo i relatori: “il 2037 rappresenta un futuro prossimo, che stiamo progettando già ora; si tratta di una distanza temporale che noi stessi possiamo coprire, entro la quale, perciò, vedremo il risultato delle nostre scelte”.
L’organizzatrice ha inoltre ricordato la centralità dell’uomo nelle problematiche e nelle opportunità relative al progresso, e l’importanza di una riflessione comune sul come le politiche, l’economia e la tecnologia non possano prescindere dalla considerazione primaria del miglioramento della condizione umana e delle decisioni riguardo i diritti umani. “Abbiamo coinvolto persone che si pongono questi problemi tutti i giorni – ha spiegato Emilia Garito – per una visione delle potenzialità tecnologiche dell’innovazione del futuro accompagnata da una riflessione un po’ più lenta ed orientata alla comprensione dell’impatto delle scelte sulla società. Uno slow thinking, quindi, che ci renda responsabili di scelte etiche; perché già adesso l’innovazione esponenziale non consente di commettere errori ai quali non si può rimediare”.
Parlando di acqua e di futuro, per di più in prossimità della Giornata Mondiale dell’Acqua, sono stati riportati i dati del World Water Council, che parlano di quasi un miliardo di persone senza accesso ad acqua sicura e di un costo totale legato all’insicurezza delle risorse idriche per l’economia globale stimato in 500 miliardi di dollari l’anno, il quale, se si aggiunge l’impatto ambientale, cresce ulteriormente fino ad arrivare all’1% del Pil globale. “Il problema è catastrofico – ha commentato il professor Pratesi, che si concentrerà, nel suo intervento al TEDx Roma 2017, sulle tematiche relative alla sostenibilità del settore alimentare – e noi del nord del mondo ancora non lo vediamo e ci sentiamo meno colpiti da questa siccità che invece colpirà a breve tutti gli abitanti del pianeta. Tra 30/40 anni i nostri nipoti ci chiederanno increduli se veramente noi lavavamo auto e pavimenti con l’acqua potabile”. L’acqua potabile, infatti, è una piccolissima percentuale di quella presente e trasformare quella non potabile in potabile ha un’impatto energetico spaventoso per cui è un tipo di processo difficile e dispendioso da realizzare. La prima regola, pertanto, rimane il risparmio. “Bisogna educare le persone al valore dell’acqua ed utilizzare il progresso tecnologico per ridurre consumo e sprechi; per esempio servendosi di immagini satellitari per individuare le perdite degli acquedotti, grande effetto negativo della nostra distribuzione dell’acqua e che con la tecnologia può essere gestito. Non sappiamo se la purificazione dell’acqua sarà economica; sicuramente sarà sempre più economico il risparmio e qusto dipenderà molto dall’educazione fatta da bambini: se al bambino viene insegnato il valore della risorsa è probabile che da adulto mantenga quella sensibilità, se, di contro, si continua ad insegnare che l’acqua è un bene diffuso e gratis, gli atteggiamenti saranno ancora irresponsabili”.
Scottature solari, alcune possono provocare il melanoma
News Presa, Prevenzione«E solo una scottatura». Chi al mare non ha mai detto almeno una volta questa frase? Purtroppo, però, per molti non è così. Le bruciature solari prese da piccoli possono infatti favorire l’insorgere, anni dopo, di un melanoma. Questa forma di tumore è molto aggressiva e, se non viene presa in tempo, è letale. Tra le regioni che stanno registrando un forte aumento delle diagnosi c’è la Campania, e più in generale al Sud. «Tuttavia – spiega Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia della Federico II di Napoli – la qualità della nostra pelle ci regala le difese naturali dai raggi solari.
Le regole della protezione
Questo non significa che non vadano rispettate le regole di una corretta protezione, soprattutto per i più piccoli. Nessuna esposizione diretta per i neonati sino ai sei mesi, cappellini, magliette, una crema solare adatta al fototipo dei bambini, che li faccia abbronzare ma senza scottarsi. Soprattutto sulla fascia d’età dai 10 anni in poi è importante fare prevenzione. Un tema del quale si è discusso di recente a Roma in occasione della presentazione dei risultati de «Il sole per amico», la più grande campagna di prevenzione primaria sul melanoma mai realizzata in Italia. «L’iniziativa – spiegano gli organizzatori – è stata promossa due anni fa da Imi-Intergruppo melanoma italiano, con la collaborazione del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e il patrocinio del ministero della Salute e dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e resa possibile grazie a un’erogazione di Merck & Co, tramite della consociata italiana Msd.
Il sole per amico
l fulcro della campagna è stato un progetto educazionale sulla corretta esposizione al sole per gli alunni delle scuole primarie e le loro famiglie, che nell’arco di due anni scolastici ha coinvolto 300 scuole di 11 regioni, circa 50mila alunni e oltre 4mila docenti. Nell’ambito del progetto, Imi e Gised-Gruppo italiano studi epidemiologici in dermatologia hanno condotto uno studio epidemiologico su oltre 12 mila bambini e le rispettive famiglie. Due concorsi, inoltre, hanno coinvolto migliaia di bambini nella realizzazione di disegni, temi, recite ispirati ai contenuti della campagna. Sui risultati della campagna, circa l’85% del campione utilizza qualche volta o sempre creme solari, il 73,5% il cappellino, il 73,6% la maglietta, il 54,2% gli occhiali da sole. Resta quindi un pezzo di popolazione, uno zoccolo duro del 15% che persevera in comportamenti non adeguati, che mettono in pericolo la vita dei bambini.
Tumore al seno, sempre più le donne colpite
News Presa, PrevenzionePer le donne italiane, purtroppo, ammalarsi di tumore al seno è una possibilità molto concreta. Stando ai dati diffusi nel corso del «Breast Journal Club», convegno sul tema dell’importanza della ricerca in oncologia, nel 2016 ci sono state ben 2mila diagnosi in più di questo tipo di tumore. Questa però non deve essere letta come una condanna, gli stessi dati dimostrano infatti che i decessi collegati a questo tumore sono in costante diminuzione. Soprattutto se la malattia è intercettata precocemente. Non a coso i migliori risultati stanno arrivando nella fascia d’età tra i 50 e 69 anni (-1,9% ogni anno), perché a queste donne è indirizzato lo screening mammografico. È la dimostrazione dell’efficacia di questi programmi che in alcune regioni stanno coinvolgendo anche le over 45, estendendo così il target di riferimento. Quando la malattia è individuata il fase precoce, infatti, le guarigioni superano il 90%.
Guarire si può
«Grazie alla mammografia e alle terapie innovative otto italiane su dieci colpite da cancro del seno riescono a sconfiggerlo – spiega Stefania Gori, direttore dell’oncologia medica dell’ospedale Don Calabria Negrar di Verona -. Il 45% delle italiane però non si sottopone ad esami in grado di diagnosticare precocemente la malattia. Forti sono le differenze tra le varie regioni.
La Campania in ritardo
In Campania si registra una delle percentuali più basse di adesione e ben il 63% delle donne non esegue questo test salvavita. Michele De Laurentiis, direttore dell’Unità operativa complessa di oncologia senologica del Pascale spiega che oggi, rispetto a pochi anni fa, si conoscono meglio i meccanismi biologici che sono alla base dei tumori. «Le terapie – dice – sono sempre più mirate contro le cellule cancerogene e meno tossiche per il resto dell’organismo. Questi farmaci innovativi si aggiungono alle varie armi già a disposizione dell’oncologo come chemioterapia, radioterapia o ormonoterapia.
Un nemico da conoscere
Il tumore del seno è la patologia oncologica più frequente tra le donne italiane di ogni fascia d’età. Il tasso di sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, nel 2016 ha raggiunto l’85,5%. Come per altre neoplasie si tratta di un dato superiore alla media europea che si ferma invece all’81,8%. Siamo quindi di fronte all’ennesima dimostrazione dell’ottimo livello raggiunto dall’oncologia italiana che riesce a primeggiare nel Vecchio Continente nonostante sprechi, disorganizzazioni e lungaggini burocratiche che ancora contraddistinguono il nostro sistema sanitario nazionale. Per accorgersi di un problema a volte basta veramente poco. La visita periodica dal senologo non è necessaria per le donne più giovani, ma è sufficiente effettuare con regolarità l’autopalpazione del seno (una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo) e rivolgersi al proprio medico di base e al ginecologo per i controlli. In caso di dubbio è proprio il medico generico o il ginecologo a consigliare una visita senologica specialistica durante la quale, grazie anche ad altri esami quali l’ecografia, è possibile distinguere tra patologie maligne e benigne del seno e se necessario, impostare la terapia più corretta. La visita annuale è fortemente consigliata dopo i 40 anni, mentre dopo i 50 è necessaria anche la mammografia.
Ecco perché gli Tsimane hanno un cuore d’acciaio
Alimentazione, News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazione, SportMangiano poca carne e fanno 17mila passi al giorno. La popolazione degli Tsimane, 16mila persone in tutte, che vive nelle foreste della Bolivia, sono da ora in testa nella classifica mondiale delle persone che hanno il piu’ alto livello di salute cardiaca mai registrata fra altre popolazioni. A sancirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Lancet, presentato all’American College of Cardiology. Si avvicinano a questi risultati registrati solo le donne giapponesi. Questo studio e’ stato condotto su un gruppo di 705 persone. Gli studiosi sono andati a cercare le calcificazione nelle arterie: a 45 anni quasi nessuno aveva questi segni, mentre negli Stati Uniti ne soffre una persona su 4. Anche con l’avanzare dell’età i risultato sono sorprendenti: i due terzi di questa popolazione non ne soffre contro l’80% degli americani. Il segreto è legato al loro stile di vita, diametralmente opposto a quello delle civilta’ occidentali industriali, ma per gli autori dello studio restano comunque un buone esempio da studiare e seguire. Prima di tutto, alla base della loro alimentazione c’e’ poca carne (il 17% della dieta è un mix tra carni di cinghiale, tapiro e capibara), c’è il pesce (7%) e tutto quello che arriva dall’agricoltura locale: mais, radici di manioca e platano e riso, oltre che frutta e noci. Ma soprattutto, c’e’ anche tanto movimento: 17 mila passi al giorno e 16 mila per le donne. Ma anche gli anziani camminano molto: oltre 15mila. Infine è molto poco diffuso il fumo, ma un numero maggiore di infezioni. In che modo ognuno di questi elementi incida sulla loro salute è ancora da determinare, spiegano i ricercatori, ma da ora in poi le abitudini della popolazione Tsimane diventeranno un laboratorio di ricerca per la salute cardiovascolare. L’obiettivo è capire come è possibile migliorare e quali sono gli elementi che incidono maggiormente.
Da oggi la ginnastica si fa in vasca (da bagno)
News Presa, Prevenzione, SportSecondo la scienza il bagno caldo è un vero toccasana, con effetti benefici comparabili a quelli dell’attività fisica. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Temperature e condotto presso la Loughborough University in Gran Bretagna.
I ricercatori hanno dimostrato, al termine di uno studio, che un bagno caldo (40 gradi) di un’ora ha effetti comparabili a quello di un giro in bici di pari durata per il controllo della concentrazione di zucchero nel sangue. In particolare consente di bruciare tante calorie (140 circa) quante vengono bruciate da una camminata di mezz’ora.
In particolare gli esperti hanno visto che le due attività, passiva e rilassante la prima, attiva e anche un po’ faticosa la seconda, hanno effetti simili a livello metabolico. In entrambi i casi la temperatura corporea sale di un grado, migliora il controllo dello zucchero nel sangue, si bruciano calorie. Con la bici se ne un po’ di più, ma l’effetto del bagno sulle calorie è comunque considerevole.
Ma il risultato sorprendente è stato che il bagno caldo è risultato più efficace della bici nel limitare il picco glicemico tipico del dopo pranzo.
Anche a livello della risposta anti-infiammatoria bagno caldo ed esercizio fisico sortiscono un effetto simile, suggerendo che fare bagni caldi può contribuire a ridurre l’infiammazione cronica che è tipica proprio di malattie quali il diabete.
Per concludere, in un altro studio pubblicato sul Journal of Applied Phisiology lo stesso gruppo di ricerca ha dimostrato che il calore passivo (come quello appunto di un bel bagno caldo) stimola nell’organismo la produzione di ‘ossido di azoto’, una sostanza naturale che abbassa la pressione del sangue ed è fondamentale per proteggere i vasi sanguigni. Quindi il calore potrebbe rappresentare un buon rimedio per i diabetici che hanno sempre una carenza di ossido di azoto e tendono ad avere problemi circolatori.
Calano vittime tumori per la prima volta, grazie alla prevenzione
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneSuccede per la prima volta: i morti nel corso di un anno a causa di un tumore diminuiscono invece di aumentare. Nel 2013 i decessi sono stati 1134 in meno rispetto all’anno precedente. Sicuramente ha influito una maggiore prevenzione e più adesione alle campagne di screening così il maggiore utilizzo di terapie sempre più precise e mirate. A fare il punto è l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) con un convegno ospitato presso il Ministero della Salute. Nonostante il numero di nuove diagnosi sia in continuo aumento, migliorano le aspettative di vita dei malati di cancro. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili in merito, nel 2013 le morti registrate sono state 176.217 rispetto alle 177.351 del 2012.
“In diciassette anni, dal 1990 al 2007, i cittadini che hanno sconfitto il cancro nel nostro Paese sono aumentati del 18% (uomini) e del 10% (donne)”, afferma Carmine Pinto, presidente AIOM. Merito anche dell’oncologia di precisione, che individua le singolarità genetiche dei diversi tumori. “Oggi – prosegue Pinto – sappiamo che la malattia si sviluppa e progredisce diversamente in ogni persona. Perché il paziente possa ricevere una terapia di precisione è necessaria una diagnosi con test specifici” da eseguire in “laboratori di qualità”. Così si possono mettere a punto trattamenti a bersaglio molecolare che agiscono su specifiche alterazioni a carico del DNA della cellula tumorale. Un caso esemplare è quello del melanoma che fa registrare ogni anno nel nostro Paese quasi 14mila nuovi casi. “Il 50% dei pazienti con questo tumore della pelle – sottolinea Paola Queirolo, responsabile del Disease Management Team Melanoma e Tumori cutanei all’IRCCS San Martino di Genova – presenta la mutazione del gene BRAF-V600. Prima dell’arrivo di queste armi innovative, in pazienti in stadio avanzato il tasso di mortalità a un anno dalla diagnosi era del 75%, adesso le percentuali si sono invertite: sono vivi a un anno il 75% dei malati e con molti meno effetti collaterali”.
Per la prima volta AIOM ha costituito un tavolo di lavoro permanente sull’oncologia di precisione con la Società Italiana di Anatomia Patologica e Citopatologia. “La collaborazione tra oncologo e patologo è fondamentale per realizzare un approccio personalizzato alla cura del paziente. Da più di 10 anni – spiega Paolo Marchetti, direttore di Oncologia Medica all’Ospedale Sant’Andrea di Roma – abbiamo unito gli sforzi per redigere le raccomandazioni che permettono di definire con precisione le caratteristiche biologiche di cinque tipi di cancro: al seno, al colon-retto, al polmone, allo stomaco e il melanoma”. Fondamentale nell’approccio multidisciplinare, è anche la figura del medico di base. I tumori, infatti, specifica Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), “stanno diventando sempre più patologie croniche con cui i pazienti possono convivere a lungo. Questo si traduce in una presa in carico crescente da parte dei medici di famiglia”. Nel nostro Paese, infatti, ogni giorno circa 1.000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore. Ma se nel 2015 quelle vive dopo una diagnosi, in alcuni casi guarite in altre in cura, erano poco più di 3 milioni (il 4,9% della popolazione), nel 2016 sono state oltre 3 milioni e 100mila (5%). Per spiegare ai pazienti le novità costituite dall’oncologia di precisione, Aiom ha distribuito in tutte le oncologie italiane, grazie al contributo di Novartis, un fumetto che vede protagonisti il presidente Aiom Pinto e il campione del mondo di motociclismo Jorge Lorenzo.
Siamo i più sani del mondo. Italiani primi nella classifica di Bloomberg
Alimentazione, Economia sanitaria, News Presa, PrevenzioneL’importante è la salute, dicevano i nostri nonni. E l’Italia non può lamentarsi, perché è la più sana. Seppur persistano mille problemi per la gestione dell’assistenza sanitaria, la buona notizia che arriva dal Bloomberg Global Health Index (che ha analizzato le condizioni di salute di 163 Paesi) è che l’Italia è il miglior posto dove stare per vivere una vita lunga. Il nostro Paese è quello con la miglior salute del pianeta, secondo un indicatore che tiene conto di una serie di fattori come durata media della vita, nutrizione, salute mentale e fattori di rischio come tabagismo o pressione sanguigna.
Chi è nato in Italia può aspettarsi di vivere oltre gli 80 anni, chi è nato in Sierra Leone, ad esempio, in media solo fino a 52 anni.
Insomma, anche se l’Italia ha altri problemi: tra cui la crescita economica ferma, la disoccupazione a livelli altissimi e il debito pubblico tra i più elevati rispetto alla sua economia, la salute non ne risente (merito dello stile di vita italiano e della dieta mediterranea). Sottolinea Bloomberg: gli italiani sono in forma più degli americani, canadesi e inglesi, che soffrono di pressione alta e colesterolo e hanno più problemi di salute mentale.
L’Italia è prima in classifica non solo per l’aspettativa di vita alla nascita, ma anche per la sua qualità. All’Italia sono stati assegnati 93,11 punti su una scala di 100. In questo supera nazioni note per la loro longevità: da quelle del Nord Europa (l’Islanda, seconda è a 91,21 punti, la Svezia a 88,92) a quelle orientali (Giappone a 89,15, Singapore a 90,23) a quelle vicine del Mediterraneo (la Spagna è sesta con 89,19 punti).
Tra i fattori su cui il nostro Paese eccelle c’è la dieta, che ha determinato molta parte dell’alta classifica italiana (con la sua alimentazione ricca di verdure e di olio extravergine di oliva). Ad esempio gli Stati Uniti sono al 34° posto con un grado di salute di 73,05 punti su 100 anche perché presentano un indice di sovrappeso di 67,3. Gli stati più poveri – Louisiana, Mississippi, Alabama e West Virginia – sono quelli dove più del 35% della popolazione è obesa, secondo l’US Centers for Disease Control.
La ricchezza, quindi, non è direttamente proporzionale al benessere psicofisico, infatti, secondo Bloombreg quest’ultimo è più basso in Paesi più ricchi del nostro come la Germania che è al 16° posto o, appunto, gli Stati Uniti. La solidità economica conta senz’altro, visto che tra le prime venti, nella classifica dell’Indice di Bloomberg, solo Cipro e Singapore non fanno parte del gruppo Ocse, i Paesi cioè con le economie più sviluppate. Ma la ricchezza è salute solo se ci sono anche stili di vita sani e in questo l’Italia non ha rivali.
De Luca: pronti a finanziare la lotta a diverse forme di cancro
News Presa, Ricerca innovazione«La sanità campana cambia passo e punta all’obiettivo dell’eccellenza». Il governatore della Campania Vincenzo De Luca non nasconde una certa soddisfazione alla notizia che dal 3 aprile il commissario di governo Joseph Polimeni lascerà il suo attuale incarico per dedicarsi a quello di direttore sanitario a Siena. La vera notizia, ben più interessante per i cittadini, è che la Regione ha deciso di impiegare i finanziamenti europei con un solo obiettivo: «trovare nuove cure contro diverse forme di cancro». Ad annunciarlo è stato proprio il presidente De Luca, intervenuto alla presentazione del nuovo Reparto di malattie oculistiche rare dell’Azienda universitaria Vanvitelli di Napoli
Fondi per la ricerca
Per portare avanti nei fatti l’annuncio di voler dichiarare guerra al cancro, il presidente De Luca ha spiegato che non verranno più distribuiti fondi europei «a pioggia, abbiamo deciso – ha detto – di puntare alla lotta contro il cancro. Abbiamo costituito una commissione internazionale e scelto linee da finanziare per la ricerca. Questa è la sfida, impegnare risorse imponenti sul solo obiettivo di sconfiggere diverse forme di cancro». Poi, con il piglio che lo contraddistingue e che ha fatto la fortuna di imitatori come Crozza, ha aggiunto ironico: «Mi ero preoccupato, avevo letto qualche mese fa che i tedeschi avevano inventato qualcosa… mi pareva strano, i tedeschi che inventano. No i tedeschi possono programmare, su quello sono imbattibili, ma inventare… Poi ho scoperto che era una notizia falsa. Noi siamo impegnati su questa sfida. Provo a immaginare cosa sarebbe questo risultato per l’Italia e per Napoli».
La ricerca del Pascale
La notizia alla quale ha fatto riferimento De Luca è quella di un un vaccino terapeutico “universale” efficace contro tutti i tipi di cancro, arrivata proprio dalla Germania. Invece al Pascale dal primo settembre del 2013 un gruppo di ricerca internazionale è a lavoro per creare un vaccino per il cancro al fegato. Il progetto ha visto la partecipazione degli studiosi di cinque paesi differenti ed un investimento da sei milioni di euro da parte della Unione Europea. Grazie a questo impegno ed alla direzione magistrale dei ricercatori napoletani “hepavac”, il rivoluzionario vaccino ha visto la luce ed entrerà, a breve, in fase di sperimentazione.
Troppo sale nella dieta, solo il 10% degli italiani sotto i limiti dell’Oms
Alimentazione, News Presa, PrevenzioneIl 75% del sale che viene assunto è nascosto negli alimenti acquistati. In Italia, come nel resto del mondo, si continua ad abusare di questo condimento, aumentando il rischio di ipertensione e ictus.
Sono gli uomini, in particolare a consumarne oltre il doppio del limite giornaliero raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che è di 10,6 grammi contro 5, e le donne 8,2 grammi. Solo il 5% degli uomini e il 15% delle donne sta sotto i limiti. Lo rileva il ministero della Salute in occasione della Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale, che si svolge dal 20 al 26 marzo. L’iniziativa è stata istituita nel 2005 ed è promossa dalla World Action on Salt and Health (Wash) per migliorare la salute delle popolazioni di tutto il mondo. I dati hanno rivelato che se si riducesse il consumo di sale nel mondo da 10 a 5 grammi al giorno, si avrebbe un calo del 23% del rischio di ictus, pari a 1,2 milioni di morti, e del 17% per le malattie cardiovascolari, pari a 3 milioni di morti.
I dati raccolti dal Ministero, con il Progetto CCM ‘MinSal 2009-2012’ attraverso l’analisi delle urine, mostrano valori nella popolazione ben superiori a quelli massimi raccomandati in tutte le Regioni, pur con differenze: minori al Nord e maggiori al Sud. In quasi tutte le regioni non più dell’1% consuma sempre pane con poco o senza sale. Anche le persone ipertese mangiano troppo salato (10,1 grammi gli uomini e 8,1 grammi le donne), così come i bambini tra i 6 e 18 anni, con 7,4 grammi al giorno tra i ragazzi e 6,7 tra le ragazze.
Al TEDx Roma si immaginerà il futuro tra 20 anni, puntando su educazione al benessere e sostenibilità
Alimentazione, Economia sanitaria, News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneSta per iniziare TEDx Roma 2017 e avrà lo sguardo rivolto al benessere e alla sostenibilità. Si parlerà di educazione alla salute, con focus dedicati anche all’alimentazione e in particolare alla dieta mediterranea. Pensatori, visionari e innovatori dall’Italia e dal mondo proveranno a immaginare il futuro dell’umanità da oggi ai prossimi vent’anni.
La quarta edizione, in programma per l’8 aprile presso l’Auditorium Conciliazione, è intitolata “2037 – The future is our present”. Oggi durante la conferenza stampa di presentazione, guidata da Emilia Garito, organizer dell’evento, sono intervenuti Carlo Alberto Pratesi, professore ordinario di Marketing, innovazione e sostenibilità all’università Roma Tre; Marco Menichelli, esperto in intelligenza artificiale e direttore R&S di Silicondev; Giulia Baccarin, fondatrice di I-care (società specializzata nella diagnostica di precisione dello stato di salute degli impianti industriali) e vincitrice del premio Gamma Donna de Il Sole 24 Ore per l’imprenditoria femminile.
Caratteristica della formula originale e ormai consolidata delle conferenze TED (acronimo di technology, entertainment and design), è che ogni intervento dura non più di 18 minuti.
Si affronteranno tematiche che vanno dall’economia sostenibile, all’impatto della medicina più avanzata, alla cyber security e l’intelligenza artificiale, nonchè le esigenze di un mondo che cambia e richiede sempre più risorse ed energia, i percorsi possibili e gli impatti delle trasformazioni in atto. Sempre partendo dal presupposto che scelte sostenibili richiedono l’impegno sia singolarmente che globalmente. Al TEDx di Roma si è sempre parlato di futuro e di innovazione ma quest’anno è diverso, ha spiegato Emilia Garito introducendo i relatori: “il 2037 rappresenta un futuro prossimo, che stiamo progettando già ora; si tratta di una distanza temporale che noi stessi possiamo coprire, entro la quale, perciò, vedremo il risultato delle nostre scelte”.
L’organizzatrice ha inoltre ricordato la centralità dell’uomo nelle problematiche e nelle opportunità relative al progresso, e l’importanza di una riflessione comune sul come le politiche, l’economia e la tecnologia non possano prescindere dalla considerazione primaria del miglioramento della condizione umana e delle decisioni riguardo i diritti umani. “Abbiamo coinvolto persone che si pongono questi problemi tutti i giorni – ha spiegato Emilia Garito – per una visione delle potenzialità tecnologiche dell’innovazione del futuro accompagnata da una riflessione un po’ più lenta ed orientata alla comprensione dell’impatto delle scelte sulla società. Uno slow thinking, quindi, che ci renda responsabili di scelte etiche; perché già adesso l’innovazione esponenziale non consente di commettere errori ai quali non si può rimediare”.
Parlando di acqua e di futuro, per di più in prossimità della Giornata Mondiale dell’Acqua, sono stati riportati i dati del World Water Council, che parlano di quasi un miliardo di persone senza accesso ad acqua sicura e di un costo totale legato all’insicurezza delle risorse idriche per l’economia globale stimato in 500 miliardi di dollari l’anno, il quale, se si aggiunge l’impatto ambientale, cresce ulteriormente fino ad arrivare all’1% del Pil globale. “Il problema è catastrofico – ha commentato il professor Pratesi, che si concentrerà, nel suo intervento al TEDx Roma 2017, sulle tematiche relative alla sostenibilità del settore alimentare – e noi del nord del mondo ancora non lo vediamo e ci sentiamo meno colpiti da questa siccità che invece colpirà a breve tutti gli abitanti del pianeta. Tra 30/40 anni i nostri nipoti ci chiederanno increduli se veramente noi lavavamo auto e pavimenti con l’acqua potabile”. L’acqua potabile, infatti, è una piccolissima percentuale di quella presente e trasformare quella non potabile in potabile ha un’impatto energetico spaventoso per cui è un tipo di processo difficile e dispendioso da realizzare. La prima regola, pertanto, rimane il risparmio. “Bisogna educare le persone al valore dell’acqua ed utilizzare il progresso tecnologico per ridurre consumo e sprechi; per esempio servendosi di immagini satellitari per individuare le perdite degli acquedotti, grande effetto negativo della nostra distribuzione dell’acqua e che con la tecnologia può essere gestito. Non sappiamo se la purificazione dell’acqua sarà economica; sicuramente sarà sempre più economico il risparmio e qusto dipenderà molto dall’educazione fatta da bambini: se al bambino viene insegnato il valore della risorsa è probabile che da adulto mantenga quella sensibilità, se, di contro, si continua ad insegnare che l’acqua è un bene diffuso e gratis, gli atteggiamenti saranno ancora irresponsabili”.
Malattie oculari rare, alla Vanvietlli un reparto hi-tech
News PresaGrande attesa per l’inaugurazione di domani del nuovo reparto dedicato ai pazienti con malattie oculari rare dell’azienda ospedaliera universitaria Vanvitelli. Tutto all’insegna dell’hi-tech, con percorsi tattili “intelligenti”, bastone elettronico e messaggi vocali per consentire ai non vedenti di potersi muovere in autonomia. Tecnologie e sistemi all’avanguardia che fanno del nuovo reparto un’eccellenza unica in Italia. L’obiettivo è quello di accogliere il paziente con il sospetto di patologia oculare rara e fornirgli un inquadramento diagnostico nel più breve tempo possibile, dotato di adeguata tecnologia e un know-how specialistico.
Centro d’eccellenza
Ormai da anni il policlinico Vanvitelli è un importante punto di riferimento di rilievo nazionale per i pazienti affetti da malattie oculari rare, grazie all’esperienza pluridecennale del team multidisciplinare coordinato da Francesca Simonelli, professore ordinario e direttore della Clinica Oculistica. Tanto che dall’attivazione del registro regionale per le malattie rare (2011) la Simonelli e il suo team hanno già diagnosticato circa 2.600 pazienti provenienti dalla Campania e per circa il 45% dalle altre regioni d’Italia.
Team multidisciplinare
«Purtroppo, molti pazienti diagnosticati sono affetti da patologie causa di ipovisione grave o cecità – spiega la Simonelli – per le quali al momento non esistono cure approvate. Per questo, gli ambienti del nuovo reparto sono stati progettati per consentire al paziente con disabilità visiva di muoversi in completa autonomia grazie al percorso tattile “intelligente”, che, tramite il bastone elettronico e messaggi vocali, indirizza il paziente negli spostamenti. Inoltre, è stato organizzato un team multidisciplinare, con il coinvolgimento di diverse figure professionali: oftalmologi, ortottisti, infermieri, counsellor, operatori di orientamento e mobilità, al fine di garantire un processo riabilitativo olistico, personalizzato a seconda delle esigenze del singolo paziente».
Solidarietà e cura
Da anni, il team di malattie oculari rare collabora con la Fondazione Telethon per la ricerca di possibili cure per le malattie genetiche oculari. Questa collaborazione ha permesso la conduzione presso l’Università Vanvitelli del primo studio al mondo di terapia genica per il trattamento di una forma di cecità infantile, l’Amaurosi Congenita di Leber. In questo modo, sono stati trattati con successo sei pazienti italiani e si auspica che nei prossimi anni questo trattamento sarà approvato in Europa.