Tempo di lettura: 2 minutiSalute e benessere fondano le proprie radici sulla prevenzione. Tra i fattori che hanno migliorato quest’ultima troviamo senz’altro l’aumento di apparecchiature per la diagnosi, aumentate rapidamente nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea negli ultimi decenni.
A tenere il conto è l’Eurostat che indica l’Italia, insieme a Grecia, Cipro e Finlandia tra gli stati europei ad avere un numero più elevato di apparecchi per la diagnostica per immagini; in particolare, il doppio delle Tac e delle risonanze rispetto alla Francia.
Ad esempio, in Finlandia il numero di tomografi computerizzati (TC) nel 2014 era di 117, rispetto agli appena 23 di circa 30 anni prima, mentre in Ungheria il numero è aumentato da 3 a 78 dal 1984 al 2013. Nei 20 anni tra il 1994 e il 2014 il numero Risonanze (MRI) è aumentato nella Repubblica Ceca da 7 a 78, in Finlandia da 17 a127 e nei Paesi Bassi da 38 (nel 1993) a 217.
Si osserva un aumento generalizzato, ma rispetto alla dimensione della popolazione e in base alla disponibilità dei dati sono Grecia, Cipro, Italia e Finlandia gli Stati che hanno riportato la maggior parte delle apparecchiature di ‘imaging’ (tac, rmn, mammografi, pet, angiografi) in Europa.
Nello specifico, per quanto riguarda le Tac: Danimarca, Lettonia, Germania, Grecia, Bulgaria, Italia e Cipro riportano almeno 3,0 CT scanner per 100.000 abitanti nel 2014. Al contrario meno di 1 apparecchio per 100.000 abitanti è stato registrato nel Regno Unito e in Ungheria.
Le risonanze, invece: Germania, Italia, Grecia, Finlandia, Cipro e Austria hanno riferito di aver almeno 2,0 unità di risonanza magnetica per 100.000 abitanti nel 2014. I paesi che ne hanno meno sono Romania e Ungheria con 0,6 unità ogni 100.000 abitanti.
Per gli Angiografi, è la Finlandia che ha registrato il numero maggiore di unità di angiografia rispetto alla dimensione della popolazione nel 2014 cin 2,0 unità per 100 000 abitanti, seguita da Lussemburgo (1,4 per 100 000 abitanti) e Italia (1,3 per 100 000 abitanti; dati 2013) . Il rapporto più basso per unità di angiografia è stata registrata invece dalla Romania (0,3 per 100 000 abitanti).
I Mammografi, Grecia e Cipro hanno riportato il più alto numero di unità di mammografia rispetto agli abitanti. La disponibilità più bassa di unità di mammografia si è registrata invec e in Repubblica Ceca, Estonia, Lussemburgo e Romania.
Le Pet, invece, sono generalmente meno ampiamente disponibili dei sei tipi di apparecchiature di imaging presentati in questo articolo. In termini assoluti, l’Italia è il Paese che ha registrato il più alto numero di scanner PET con 174 unità nel 2013.
Prevenzione e diagnostica, primato Italia: record di Tac e Risonanze
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneSalute e benessere fondano le proprie radici sulla prevenzione. Tra i fattori che hanno migliorato quest’ultima troviamo senz’altro l’aumento di apparecchiature per la diagnosi, aumentate rapidamente nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea negli ultimi decenni.
A tenere il conto è l’Eurostat che indica l’Italia, insieme a Grecia, Cipro e Finlandia tra gli stati europei ad avere un numero più elevato di apparecchi per la diagnostica per immagini; in particolare, il doppio delle Tac e delle risonanze rispetto alla Francia.
Ad esempio, in Finlandia il numero di tomografi computerizzati (TC) nel 2014 era di 117, rispetto agli appena 23 di circa 30 anni prima, mentre in Ungheria il numero è aumentato da 3 a 78 dal 1984 al 2013. Nei 20 anni tra il 1994 e il 2014 il numero Risonanze (MRI) è aumentato nella Repubblica Ceca da 7 a 78, in Finlandia da 17 a127 e nei Paesi Bassi da 38 (nel 1993) a 217.
Si osserva un aumento generalizzato, ma rispetto alla dimensione della popolazione e in base alla disponibilità dei dati sono Grecia, Cipro, Italia e Finlandia gli Stati che hanno riportato la maggior parte delle apparecchiature di ‘imaging’ (tac, rmn, mammografi, pet, angiografi) in Europa.
Nello specifico, per quanto riguarda le Tac: Danimarca, Lettonia, Germania, Grecia, Bulgaria, Italia e Cipro riportano almeno 3,0 CT scanner per 100.000 abitanti nel 2014. Al contrario meno di 1 apparecchio per 100.000 abitanti è stato registrato nel Regno Unito e in Ungheria.
Le risonanze, invece: Germania, Italia, Grecia, Finlandia, Cipro e Austria hanno riferito di aver almeno 2,0 unità di risonanza magnetica per 100.000 abitanti nel 2014. I paesi che ne hanno meno sono Romania e Ungheria con 0,6 unità ogni 100.000 abitanti.
Per gli Angiografi, è la Finlandia che ha registrato il numero maggiore di unità di angiografia rispetto alla dimensione della popolazione nel 2014 cin 2,0 unità per 100 000 abitanti, seguita da Lussemburgo (1,4 per 100 000 abitanti) e Italia (1,3 per 100 000 abitanti; dati 2013) . Il rapporto più basso per unità di angiografia è stata registrata invece dalla Romania (0,3 per 100 000 abitanti).
I Mammografi, Grecia e Cipro hanno riportato il più alto numero di unità di mammografia rispetto agli abitanti. La disponibilità più bassa di unità di mammografia si è registrata invec e in Repubblica Ceca, Estonia, Lussemburgo e Romania.
Le Pet, invece, sono generalmente meno ampiamente disponibili dei sei tipi di apparecchiature di imaging presentati in questo articolo. In termini assoluti, l’Italia è il Paese che ha registrato il più alto numero di scanner PET con 174 unità nel 2013.
Emergenza bimbi in Francia. A rischio primato Ue della natalità
News PresaLa Francia a livello europeo ha il primato del numero di figli per donna, ma negli ultimi due anni il tasso è in continuo calo ed è sceso sotto la soglia di 2 (ritenuta il minimo).
Nel 2016, nello Stato transalpino sono nati 785.000 bambini, 34.000 in meno rispetto al 2014, e il tasso di fecondità è sceso da 2 a 1,93 figli per donna. Insomma, anche la Francia che primeggia in Europa, è lo stato Ue con la media più elevata, arranca; ma resta comunque tra i Paesi che fanno più bambini.
Ultimi nella lista che comprende i paesi dell’ Unione Europea, restano: Italia e Portogallo che a fatica arrivano a 1,3 figli per donna ndr.
A mettere nero su bianco è stato l’Istituto di statistica francese (INSEE) che rileva appunto come nel 2016, la fertilità è diminuita per il secondo anno consecutivo.
“Questo declino – si evidenzia – è particolarmente marcato nelle donne di età compresa tra 25 a 29 anni, e non viene più compensato, come negli anni precedenti, da un aumento della fertilità in età più avanzata”. Per quanto riguarda l’Italia invece l’età è ancora più alta, nell’ultimo anno, infatti, l’argomento è stato molto discusso, tanto da spingere il governo a pensare a iniziative che potessero migliorare l’andamento delle nascite .
Vaccini, allarme dei pediatri: cambiare per evitare una crisi
News PresaTerminata (o quasi) la psicosi meningite, in Campania si alza un allarme ben più serio sui vaccini, anzi sulle coperture vaccinali. A scendere in campo sono i pediatri della Fimp Napoli che hanno stilato un programma operativo basato su cinque punti per «fare in modo che l’emergenza vaccinazioni non diventi una vera e propria crisi sanitaria». Una possibilità non esattamente remota se i pediatri di famiglia hanno deciso di inviare una nota d’allarme al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, al commissario ad acta per la Sanità Joseph Polimeni, al consigliere del presidente per la Sanità Enrico Coscioni, al sindaco De Magistris e al presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti.
Dati drammatici
La comunicazione contiene alcuni dati del report sul rischio epidemico al quale la Campania si sta esponendo a causa del drammatico calo del ricorso ai vaccini. «Per la prima volta – si legge nel documento – nel 2014 si è scesi al di sotto del 95% nelle coperture per la Polio e per l’Esavalente in tutta Italia, con dati particolarmente drammatici al 31/12/2015: in Campania 91,3% (media nazionale 93,4%)».
Tornano malattie dimenticate
La situazione è «ancora più grave per il vaccino contro Morbillo-Parotite-Rosolia (MMR). Il tasso di copertura nazionale è all’85,2%, mentre in Campania raggiungiamo appena l’80,7%». Il segretario provinciale Antonio D’Avino chiarisce che «il livello critico di copertura vaccinale è del 95%, al di sotto del quale si perde la herd immunity (immunità di gregge) e ricompaiono le malattie». Nel documento si evidenzia «la segnalazione di un caso di difterite anche nel nostro paese da parte del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo la segnalazione di casi mortali in Spagna e in Belgio e, secondo la stessa fonte, ci aspettiamo anche il ritorno della Polio. Se poi si valutano le coperture vaccinali all’interno della nostra regione, si ha una situazione a macchia di leopardo, con buon livello nelle provincie di Avellino, Benevento e Salerno, e coperture drammaticamente basse a Napoli e provincia dove l’Esavalente raggiunge l’ 85% e la Trivalente il 73%».
Focolai epidemici
Il documento rivela che a Napoli sono comparsi focolai epidemici di morbillo che hanno determinato la stragrande maggioranza di notifiche rispetto ai 157 casi denunciati in Campania al 30 novembre 2016. Probabilmente questo dato è anche sottostimato. «Ricordiamo – dice D’Avino – che l’esavalente protegge da malattie importanti come la difterite e la polio, virtualmente scomparse nel nostro paese, ma pronte a ricomparire, mortali nel 20-30 % dei casi e con danni irreversibili in oltre il 50% dei casi per la Poliomielite. Protegge inoltre dal Tetano, dall’Epatite B, dalla Pertosse e dalla Meningite da Haemophilus Influenzae tipo B. Quest’ultima fino agli anni ‘90 è stata la più frequente forma di Meningite nei primi 5 anni di vita e dal 1995, anno in cui è stata introdotta la vaccinazione, è quasi scomparsa, passando da alcune centinaia di casi all’anno a 3-4 casi. Per la Trivalente basta ricordare che nei paesi industrializzati il Morbillo ha una mortalità di 1/3000 casi e determina Encefalite in 1/1000 casi, mentre la Rosolia Congenita continua a mietere vittime. Negli ultimi 10 anni sono stati accertati 84 casi di Rosolia Congenita in Italia, di questi ben 37 si sono verificati in Regione Campania, e purtroppo le donne in età fertile vaccinate sono circa il 36% a livello nazionale, il 20% in Campania e solo Il 5,1% nel territorio della Asl Napoli 1».
Il piano
In considerazione di una situazione tanto grave la Fimp Napoli propone un piano che si basa su cinque punti chiave: «In primo luogo – dice D’Avino – la promozione di campagne informative con finalità educative rivolte alla popolazione, attraverso tutti i mass-media. Poi l’aggiornamento annuale obbligatorio in tema di vaccini per tutti i medici del SSN, in particolare Pediatri di Famiglia, Medici ed Infermieri dei centri vaccinali. La realizzazione di corsi di counselling per le stesse figure professionali, l’attivazione di forme di integrazione dei medici delle cure primarie (Pediatri di Famiglia e Medici di Medicina Generale) nell’attuale sistema dei vaccini regionale e il monitoraggio e il supporto delle attività dei centri vaccinali con l’introduzione di azioni “facilitatrici” tali, ad esempio, da rendere più agevole l’accesso ai centri stessi da parte dell’utenza e delle figure professionali coinvolte. Oltre questo sarebbe il caso di inserire l’obbligo di vaccino per le iscrizioni alle scuole materne, così come già fatto in altre regioni d’Italia. Siamo convinti – conclude il leader della Fimp Napoli – che solo attuando questi cinque punti saremo messi in condizione di evitare di trovarci presto alle prese con malattie del tutto prevenibili con adeguate strategie vaccinali».
Auro Academy, il Cardarelli di Napoli fa scuola
News Presa, Ricerca innovazioneCon una diagnosi di carcinoma della prostata, l’intervento chirurgico è spesso l’unica alternativa. Grazie alla chirurgia laparoscopica e alle innovazioni introdotte dalla chirurgia robotica oggi è possibile intervenire in campo urologico come mai in passato. Un vero e proprio polo d’eccellenza in questa campo è ormai da tempo il reparto di Urologia del Cardarelli di Napoli, scelta ora dall’Associazione Urologi Italiani come sede di alcune delle lezioni del progetto formativo Auro Academy.
Tra teoria e pratica
Tra lezioni teoriche e pratiche, ma anche un corso multimediale e interattivo “Auro Academy FAD”, verranno approfondite le ultime tecniche nel campo della chirurgia urologica laparoscopica e robotica.
Il chirurgo Paolo Fedelini
«Auro Academy – spiega il dottor Paolo Fedelini, direttore del corso – si pone l’obiettivo di formare in maniera completa e innovativa i giovani chirurghi e urologi che desiderino approfondire le tecniche della chirurgia urologica laparoscopica e robotica. Verrà organizzato su due sale operatorie in una delle quali si faranno interventi con tecnica robotica e in un’altra si faranno interventi con tecnica laparoscopica tradizionale.
On line
Il web e lo scenario della comunicazione digitale sono in costante fermento e si evolvono a ritmi molto veloci. Il corso multimediale Auro Academy, si propone di offrire una visione organica, attraverso la trattazione analitica di interventi chirurgici in singoli moduli interattivi, integrando, in maniera pragmatica, strumenti di comunicazione tradizionali con quelli innovativi. La valorizzazione delle potenzialità della comunicazione digitale rappresenta la sfida verso la formazione del futuro. Oltre a Paolo Fedelini, ci saranno i docenti Giovanni Muto (ordinario del Campus Biomedico di Roma) e il dottor Roberto Sanseverino (direttore dell’UOSC di Urologia di Nocera Inferiore).
Tregua influenza: bambini e anziani sempre nel mirino: a letto in 500 mila
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneL’influenza è in calo, dopo aver raggiunto il picco stagionale nell’ultima settimana del 2016, con 9,55 casi per mille assistiti. Nella seconda settimana del 2017, invece, continua la discesa del numero dei casi anche se l’incidenza di chi è finito a letto rimane sempre alta. Nella seconda settimana 2017, infatti, il livello di incidenza in Italia è sceso a 8,47 casi per mille assistiti.
Lo rileva l’ultimo bollettino Influnet dell’Iss aggiornato al 15 gennaio (seconda settimana 2017). Il numero di casi stimati in questa settimana è stato pari a circa 514.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza ad ottobre, di circa 2.964.000 casi. L’anno scorso in nella seconda settimana dell’anno erano finite a letto 154.150 persone mentre il totale era di 1,088 milioni di casi (quasi un terzo in meno).
La fascia di età maggiormente colpita rimane quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 15,22 casi per mille assistiti. In questa fascia di età però si è registrato il maggior calo del numero di casi rispetto alla settimana precedente. Nelle altre fasce di età l’incidenza è rimasta pressoché stabile.
L’Iss conferma come “nella seconda settimana del 2017 in tutte le Regioni italiane è in corso il periodo epidemico. In Piemonte, in Val d’Aosta, nella P.A. di Trento, in Emilia-Romagna, nelle Marche, nel Lazio, in Campania, in Basilicata e in Sardegna si osserva un’incidenza pari o superiore a 10 casi per mille assistiti”.
Casal di Principe, da Scarface alla salute mentale
PsicologiaUn centro di salute mentale nella villa dei Casalesi costruita a immagine e somiglianza di quella di quella di Toni Montana in Scarface. Quella villa, entrata a far parte di una storia quasi surreale, ospiterà persone con disagio psichico e offrirà loro un percorso di riabilitazione.
La storia
La villa era di Walter Schiavone, esponente di spicco della camorra casertana e fratello del capoclan Francesco Schiavone, conosciuto alle cronache come “Sandokan”. La struttura si trova a Casal di Principe, venne sequestrata la prima volta 23 anni fa. Fu poi acquisita dallo Stato e ora diventerà, grazie ai fondi regionali, un punto di riferimento per la comunità e per quanti hanno problemi di salute mentale. I lavori di ristrutturazione, iniziati ormai da tempo, sono ormai conclusi e l’inaugurazione è prevista per lunedì 30 gennaio (ore 10) alla presenza di Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, Mario De Biase, direttore generale dell’Asl di Caserta, Raffaele Cantone, presidente dell’Anac e dei tre magistrati che disposero la confisca, ovvero Maria Vittoria Foschini, Diego Marmo e Francesco Cananzi (oggi al Csm).
Tornare alla vita
Per chi soffre di un disagio psichico poter contare su centri come quello che sta nascendo nel casertano è essenziale. Occorre poter contare su un team multidisciplinare di professionisti capaci di lavorare in team, così da garantire al paziente una presa in carico globale. In un sistema sanitario che troppe volte trascura il dramma chi soffre di un disagio psicologico, centri come questo sono ancore di salvezza. Quando il pubblico è carente, troppe persone restano ai margini per l’impossibilità di curarsi. Questo non è accettabile in una società che si definisce civile. Realtà come quella che sta nascendo nell’Asl di Caserta sono invece indispensabili per consentire a queste persone di tornare alla vita.
I dati
Nel loro complesso (dai del Ministero della Salute) i disturbi mentali, neurologici e da uso di sostanze psicoattive, comportano costi elevati, che hanno raggiunto il 13% del carico globale di malattia su scala mondiale nel 2004. La depressione da sola rappresenta il 4,3% del carico globale di malattia ed è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale (11% degli anni di vita vissuti con una disabilità nel mondo intero), particolarmente nelle donne. Le conseguenze economiche di queste condizioni di compromissione della salute sono altrettanto importanti: un recente studio ha stimato che l’impatto cumulativo dei disturbi mentali a livello mondiale in termini di perdita della produzione economica ammonterà a 16.300 miliardi di dollari tra il 2011 e il 2030.
Ema- Efsa: ridurre l’uso degli antibiotici negli allevamenti
Alimentazione, Farmaceutica, News Presa, PrevenzioneL’Agenzia europea per il farmaco e l’Autorità Ue per la sicurezza alimentare hanno ribadito in una nota congiunta come la resistenza antimicrobica sia uno dei problemi di salute pubblica e l’uso degli antibiotici negli animali contribuisce a questo problema. “Ridurre al minimo l’uso e ripensare il sistema zootecnico con l’attuazione di pratiche agricole che impediscano la diffusione delle malattie”. In arrivo anche un elenco di indicatori per monitorare la riduzione della resistenza antimicrobica.
“Ridurre l’uso degli antibiotici negli animali da produzione alimentare e ripensare il sistema di produzione di bestiame è fondamentale per il futuro della salute animale e pubblica. La resistenza antimicrobica (AMR) è uno dei problemi di salute pubblica più pressanti del mondo e l’uso degli antimicrobici negli animali contribuisce a questo problema”. Gli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) hanno esaminato le misure adottate nell’Unione europea (UE) per ridurre l’uso degli antibiotici sugli animali e hanno rilanciato sulle prossime azioni future da intraprendere.
“È chiaro che le strategie che sono già disponibili possono essere implementate immediatamente e avranno un impatto positivo sui livelli di resistenza microbica allo stesso tempo, ma vi è la necessità di soluzioni innovative, abbiamo bisogno di trovare modi alternativi per prevenire e curare le infezioni negli animali”, ha detto il direttore esecutivo dell’EFSA, Dr. Bernhard Url.
“Ci sono solo pochi nuovi antibiotici in fase di sviluppo – ha spiegato il professor Guido Rasi, direttore esecutivo di EMA – quindi quelli che abbiamo vanno utilizzati in modo responsabile, sia nell’uomo che negli animali. La raccolta di dati sulla resistenza antimicrobica ed il consumo di antibiotici è la chiave per mettere in atto misure efficaci per controllare l’antibioticoresistenza e mantenere l’efficacia degli antibiotici a beneficio della salute pubblica e degli animali”.
Si legge nella nota“l’uso degli antimicrobici negli animali deve essere ridotto al minimo necessario per il trattamento di malattie infettive. Tranne in casi eccezionali, il loro uso per prevenire tali malattie dovrebbe essere gradualmente abbandonato a favore di misure alternative”.
Ema ed Efsa precisano poi come “le alternative, come vaccini, probiotici, prebiotici, batteriofagi e acidi organici hanno dimostrato di essere fattori che riducono la necessità di utilizzare agli antibiotici”.
Tuttavia la ‘semplice’ riduzione dell’uso degli antibiotici “non è sufficiente” perché in primis per Efsa ed Ema “vi è la necessità di ripensare il sistema zootecnico mediante l’attuazione di pratiche agricole che impediscono l’introduzione e la diffusione delle malattie nelle aziende agricole”
Il prossimo febbraio, l’EFSA insieme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) pubblicheranno il loro rapporto annuale sui livelli di resistenza agli antimicrobici negli alimenti, negli animali e negli esseri umani di tutta l’UE.
EFSA, EMA e l’ECDC stanno anche lavorando su una relazione che valuta il legame tra il consumo di antibiotici e lo sviluppo della resistenza nei batteri che si trovano negli animali e nell’uomo, con il report è previsto alla fine di luglio 2017. A fine anno proporranno poi un elenco di indicatori che possano consentire ai gestori di monitorare la riduzione della resistenza antimicrobica e l’uso degli antimicrobici negli esseri umani, negli animali da produzione alimentare e nel cibo”.
Dharma, finalmente la dialisi portatile
Ricerca innovazioneLa dialisi portatile sta per diventare realtà. Facile comprendere quale impatto questa nuova tecnologia potrà avere sulla vita di centinaia di migliaia di pazienti, oggi costretti a lunghe ed estenuanti sedute in centri specializzati. Tutto si lega al nome di un ingegnere italiano, Renato Giordano, che si è laureato in ingegneria alla Federico II nel 1976.
Progetto “Dharma”
Il progetto principale di EasyDial (società fondata da Giordano assieme ad altri due soci) si chiama “Dharma”, si tratta di una macchina portatile per la dialisi del sangue attualmente in fase di test clinici. «Dopo 47 si stasi – dice Giordano – ridefiniamo il concetto stesso di dialisi. Abbiamo deciso di rivedere completamente i macchinari per la dialisi partendo da un nuovo punto di vista, quello che mette al centro il paziente. Quello della dialisi – aggiunge – è un campo molto complesso, non di cura ma di supporto in vita. Ed è una condizione terribile, che stravolge la vita di intere famiglie». La tecnologia del progetto Dharma è invece una tecnologia portatile, che si può usare ovunque. Promette di incrementare del doppio l’efficienza del trattamento, dimezzandone i tempi. L’aspetto più interessante è che il progetto è già in una fase molto avanzata, ed entro settembre sarà probabilmente in commercio.
Università
Alla ricerca di soluzioni innovative per restare all’avanguardia nel settore della dialisi, Renato Giordano è tornato alla propria alma mater e, dopo aver finanziato tramite la fondazione ISSNAF -Italian Scientists and Scholars in North America Foundation una borsa di studio, ha già sottoscritto un accordo di collaborazione scientifica con il Dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale dell’Università Federico II, diretto dal Pier Luca Maffettone. Il progetto, la cui responsabilità scientifica è affidata al professore Stefano Guido ed all’ingegnere Giovanna Tomaiuolo e che vedrà coinvolti altri docenti ed assegnisti di ricerca del dipartimento, è si occuperà di attività di ricerca di base per supportare lo sviluppo delle tecnologie miniaturizzate di dialisi.
Tumore della prostata, la prevenzione arriva in camper
PrevenzionePer il tumore della prostata la prevenzione scende in campo con il sostegno di alcuni testimonial d’eccezione. Tornano anche nel 2017 gli appuntamenti con l’Unità urologica mobile della fondazione che si occupa di prevenzione e ricerca in oncologia (PRO). Sabato 28 gennaio, in collaborazione con l’associazione Alberto Fenderico tante visite gratuite per affrontare precocemente eventuali problemi.
Tra sport e salute
Il camper Pro aprirà le sue porte dalle 9 alle 13 in via Belvedere 123 Napoli, per effettuare visite e controlli urologici ai Soci. Il tutto avverrà durante una mattinata in cui ci saranno incontri calcistici mentre a turno ci si sottoporrà alle visite di controllo.
Testimonial d’eccezione
Pazienti speciali saranno anche dei volti molto noti e amatissimi dal pubblico che faranno da testimonials all’iniziativa. Si sottoporranno infatti a un controllo prostatico anche i popolarissimi Gigi e Ross e lo staff medico della SSC Napoli, con il responsabile Alfonso de Nicola ed Enrico d’Andrea.
Gigi e Ross
Hanno dato inoltre la loro adesione anche Francesco Cicchella, Alessandro Bolide, Francesco Albanese e Mino Abbacuccio; sono stati invitati anche l’assessore allo Sport Ciro Borriello e il presidente della municipalità Paolo De Luca. Per essere aggiornati su tutte le iniziative della Fondazione PRO e sulle prossime tappe del Camper basta consultare il sito: www.fondazioneprosud.it o scrivere a info@fondazioneprosud.it
Gioco d’azzardo: un giovane su due è vittima del virus da slot
Economia sanitaria, News Presa, Prevenzione, PsicologiaSono oltre 1,2 milioni gli italiani che hanno tentato la fortuna almeno una volta nel 2016 e un ragazzo su due si è lasciato affascinare dal gioco d’azzardo. Gli effetti del gioco su chi è utilizzatore più frequente sono allarmanti: secondo il “Young Millennials Monitor”, ideato da Nomisma e Unipol, ha un rapporto “problematico” il 5% degli studenti, il 9% è etichettato come “a rischio”, ovvero manifesta i primi potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco.
L’indagine ha coinvolto 11 mila giovani tra i 14 e i 19 anni, secondo i dati, il giocatore maggiormente problematico è maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici/professionali, ha un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali.
I numeri di “Young Millennials Monitor” diffusi a Bologna indicano che i giocatori sono in leggero calo: nel corso del 2016 il 49% dei giovani studenti ha tentato la fortuna almeno una volta (circa 1.240.000 di ragazzi). Molti giovani (il 21%) iniziano a giocare per curiosità o per caso (20%); altri per semplice divertimento (18%), per il fatto che amici e familiari giochino (11%), o per la speranza di vincere una somma di denaro (11%). Dopo aver sfidato la sorte almeno una volta i giovani tendono a pensare che il gioco d’azzardo sia soprattutto una perdita di denaro (lo pensa il 32% degli studenti tra i 14 e i 19 anni).
Le slot e videolottery potrebbero, però, progressivamente sparire dai bar e dagli esercizi commerciali per essere “confinate” esclusivamente nelle sale gioco. Questa la prospettiva disegnata dal provvedimento messo a punto dal governo e dalle Regioni. Lo ha annunciato il ministro Costa al margine della presentazione del rapporto.
In Emilia-Romagna, il 22,7% della popolazione tra i 15 e i 64 anni riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno. Tra questi, il 4,4% è a rischio – moderato o grave – di dipendenza. Ed è proprio per contrastare, prevenire e ridurre questo pericolo che la Regione ha rafforzato la propria normativa in tal senso, dopo che, prima in Italia a farlo, già nel 2013 aveva approvato una legge specifica sul tema.
Due mesi fa, infatti, c’è stato il via libera al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili, legge che fra le altre misure introduce il divieto di installare apparecchi per il gioco d’azzardo entro una distanza di 500 metri da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto, cioè quelli più frequentati dai ragazzi. Anche se l’indagine ha rilevato in Emilia-Romagna una propensione al gioco, tra i giovani della fascia d’età 14-19 anni, inferiore rispetto al Centro e Sud Italia, ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenendo anche lui alla presentazione della prima indagine realizzata dall’Osservatorio “Young millennials monitor” di Nomisma su motivazioni e approccio dei giovani verso il gioco d’azzardo: “l’attenzione resta alta, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, e quindi anche giovani e giovanissimi”.
E se il gioco è spesso “un’abitudine occasionale o un divertimento”, talvolta – ha fatto notare Luca Dondi, consigliere delegato di Nomisma – ha “preoccupanti implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 36% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori e il 4% ha derogato ad impegni scolastici e/o familiari per giocare. Grazie a questo prezioso patrimonio informativo, Young Millennials Monitor si pone due obiettivi: innanzitutto mettere a disposizione di istituzioni, operatori economici e famiglie numeri e metodi per valutare i comportamenti di gioco, l’incidenza del gioco problematico e le relative conseguenze in termini assistenziali, nonché garantire una maggior informazione per sostenere azioni di policy in logica di prevenzione e di creazione di consapevolezza”.